RIVISTA POPOLARE 651 Ma... de11a G'iunt,i dei 7 faceva parte Ettore Ferrari; della Commissione dei 1, se non erriamo, anche il l!,errari; e del Comitato dei 31 il Ferrari, certamente. Ora 11oinon sappiamo qual contributo potesse portare Ettore Ferrari nell'una o l'altra di queste piccole riunioni accademiche, e se, quindi avessi mo sentito rivolgergli il rimprovero-di sedere in iroppi luoghi e sedere là dove :tante disti1Ùe persone potevan far parole più brillanti delle sue; avremmo cred11to magari giusto il rimprovero. Ma quando, lasciando da parte ciò, lo si attacca, all'apparir suo in ttn seggio che può sopratutti competergli, e vediamo novizi della vita e dell'arte, fannulloni che dalle loro passeggiate attraverso le gallerie moderne, credono di poter attingere vigore ed autorità per pronunziar giudicati, lanciare contro artisti, contro creatori, insomma, di cento opern, come Ettore Ferrari, disadorni vituperii ; allora noi siam costretti a domandarci che cosa si nasconde dietro tutto ciò ed a volerci veder chiaro in una polemiea che è troppo acre per poter esser ideale. Le lotte ideali sono contraddistinte da un carattere immancabile: la serenità e la misura; ma quando si parla dell'illustre Monteverde, del grandissimo Bo. to e così via, meritatissimi appellativi, se coai volete, non si ha, neppur lontanameute il diritto di ~hiamar ~ttore Ferrari " un artista illustre quanto mediocre > nè di scandalizzarsi pf)rchè fu chiamato ad un posto. cui se, non lo avesse eletto un ministro lo avrebbe additato · n paeae. E !&sciamo stare se alcun suo monumento i posteri si affretteranno a fondere nel lontano avvenire. Quando dalle piazze d'Italia saranno scomparsi tutti i monumenti moderni in una immane ecatombe, potrà anche - e dopo tutti- alcuno di Ettore Ferrari scomparire. Ma non scomparirauno tutte le opere di lui che serbano i Musei; non scomparirà alcun monumento in cui il libero pensiero d' Italia espresse , per suo ruezzo, la gratitudine sua ad un eroe; non scom1,arirà quel monumento a Giuseppe Mazzini, che è il più bello di quanti ne abbia sin oggi ideata l'arte i·taliana, che è tempio ed ara di greca fantasia e di solennità romana, che è pensiero tris te e solenne ed è glorificazione civile e sacra. Eh, signori, molte ciarle non possono mutare tutto ciò, che è indizio di una mentalità, come dobbiam dire? di un complesso di spirito e di visioni artisticl,ie più ampio, più elevato, più libero. Cercate, in compagnia della buona fede, fra gli artisti italiani e, per dirigere un'opera scultoria come quella pel monumento in parola, troverete primissimo il suo nome , proprio per quel complesso di mente e di vita che rivela la sua opera di artista e la sua posizione di uomo , una posizione che - bisogna con venirne - non fu data da alcun decreto di ministro, ma dal consenso di molti uomini. ♦ Ma noi facciamo umili considerazioni facili ad ognuno che abbia anche i più lontani contatti col mondo del1' arte. E, se ora questo, per ragioui in cui l'arte non entra affatto, accenna, non tanto pei suoi sacerdoti quanto pei suoi scagnozzi , a dm·e in ciampanelle, il Ministro dei Lavori Pubblici si rivolga al suo collega psichiatrà della Minerva , che ne formi uno speciale stabilimento. La gazzarra che si va facendo, i discorsi che corrono , i gesti che si vedono non s1 sarebbero mai cred11ti, fuor che in· e1:1si,possibili. E. S. IL .DISSIDIO tra lavoratori e intellettuali Un fenomeno molto strano e persistente osserva facilmente chi a scopo di studi, o per altre cause, vive qualche tempo in un ambiente socialista, in un ambiente cioè, che accolga i piu vari elementi, siano essi schiettamente proletari oppure discendenti dalla classe borghese; siano operai o studenti ; nomini o donne. È l'avvers;one che ad ogni istante si manifesta, verso il cot1idetto elemento intellettuale; un sentimento quasi di rfpulsione che porta a delle scissioni, a degli urti, che certamente non concorrono a cementare l'unità e la schietta concordia fra gli elementi stessi. Dove questo sentimento più vivo e più intenso si manifesta, è nei circuii educativi, che sorgono ora nelle varie città con bellissimi scopi, quando questi· però, non sono dimenticati, per fare posto a discussioni ~nimate sì, ma che così poco frutto producono, così scarsi ris:iltati danno. I circoli ed11cativi perchè sorsero? Coma sorsero ? Es.:;i hanno per principale , direi quasi unico fine, di educare, istruire le classi proletarie; illuminarle con obiettività di giudizio sulle principali questioni, eminentemente di· indole economica, che più interes.:1ano la cosa pubblica ; impartire mediante corsi, tenuti da volonterosi, degli insegnamenti speciali, quali la matematica e la chimica ; formare la cultura dell' operaio, cultura necessaria in i::;ommogrado, e che in Italia è molto trascurata, con lo studio della letteratura e della storia ; cercare insomma di elevare l'operaio da quella inferiorità in cui si trova, proveniente qL1esta dalla sua limitata istruzione; e dargli i mezzi , insegnargli la via per meglio e più proficL1amente studiare. È questo lo scopo dei circoli educativi; ma chi sono coloro che possono dare questi insegnamenti, che possano dirò così, esser maestri, se norr quelli che posseggono già quella cultura, che già studiarono quelle q nestioni? ~d è appunto verso costoro, verso l' elemento colto che si manifesta quell'avversione di cui dicevo in principio. Gli intellettuali !... ; e con questa P.arola pronunciata con un certo disprezzo, l'operaio indica tutta quella classe di persone che volonterose accettano la loro bella e no~ile missione, di oscuri e benevoli maestri ai figli del popolo. L'elemento colto nei nostri circoli educativi è costituito essenzialmente da studenti che entrano in essi per esser più a contatto con l'operaio, per meglio e più profondamente conoscerlo; lo studente vi entra portandovi la sua giovinezza ed il suo sapere, e dell'una e dell'altro è lieto di poter dividere con q11alcuno che l'una non potè godere, che l'altro non può avere, assorbito fin da bambino dal lavoro delle tonanti officine. Ma questi sentimenti non sono compresi dall'operaio e l'assimilazione, l'unione, la fusione fra le varie classi non riesce possibile ; il circolo diviene un luogo di semplice riunione; la politica , che pure se deve entrarci non dovrebbe avervi parte preponderante, domina tutti
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