RIVISTA POPOLARE 649 rebbe troppo in lungo, ma che si può riassumere nel1' errore fondamenta.le politico della p1'0prietà dello Stato ,con l' esercizio p·ivato, aggravato da convenzioni da ·manicomio; che mettevano in giuoco grandiosi interessi borsaiuoli e politici, la cura dei quali fece perdere alle Società l'interessamento dovuto al delicato_ e grandioso organismo dell'esercizio; per modo che, venne talmente trascurato da lasciarlo cadere nel deplorato e deplorabilissimo stato in cui si trova ; che oltre ai danni incalcolabili che ha inflitto ed infliggerà ancora per qualche tempo· alla nazione , ci ha esposti alla umiliante compassiooe di tutto il mondo! Questo l'errore fondamentale che l'Italia -ha copiato dall' Olanda , e che , come risulta dallo specchietto , pare dia dei pessimi risultati anche là , dal momento che anche i suoi impianti fissi rendono poco più di quelli italiani. In mie precedenti pubblicazioni, sopra questa Rivista e sul 1reno dei ferrovieri, ho accennato al fatto del famoso ingombro di Sampierdarena, durato parecchi anni, e giustificato sempre, si capisce, con la scusante della deficienza degli impianti. Orbene, la Direzione Generale, allarmata dalle alte grida del commercio e della stampa, si decide finalmente a passare sopra ai falsi 'rapporti dei suoi funzionari illustrissimi e manda un ispettore di sua fiducia a reggere la seiione del traffico di Genova e Sampierdarena. Gl'illustrissimi falsari, o funzionari, come si devono chiamare secondo l'impostura borghese, tentano di salvare la situazione staccando appunto Sampierdarena -dalla sezione di Genova, perchè l' ispettore di fid.1cia ,della Direzione Generale non potesse compiere la sua :alta e delicata missione, che era q11ella di esaminare e ,rimovere le cause .dell' ormai famosissimo ingombro. Un vero colpo di maffia bnrocratica ! Senonchè, la Direzione Generale tenne duro ; ed allora bongré o malgré, si dovette rimettere Sampierdarena nella se- :zione di Genova. L' ispettore di fiducia, garibaldino figlio di q uell' il- ]ustre Panizza patriota, ed amico di Bertani, al quale ·Pavia eresse un monumento nel suo ateneo, esaminata ila situazione, ha subito domandato il trasloco del capo :stazione. Venuto il nuovo capo stazione in otto giorni fece scomparire in Modo permanente quell'eterno ingombro riducendo la giacenza dei vagoni inutilizzati dalla media di 800 a 1300 a quella di 300 a 800, relizzando nn'economia di 500 vagoni al giorno , rimessi in circolazione; e questo nelle stesse pr'ecise condizioni , nelle quali il suo predecessore li ten~va bloccati, ingombrando perfino i binari sui quali dovevano transitare i treni diretti , Torino Roma ; e ciò con gli stessi precisi mezzi fissi e mobili. Q11esto fatto gravissimo e nello stesso tempo importantissimo, per ciò che ·collima. matematicamente con quello che ora, e da parecchi anni succede a Milano, si è svolto a Sa1upierdarena, mentre io mi tro~avo appìicato a quella stazione, in qualità di telegrafista al movimento, e che come tale, dovevo trasmettere, per tL1rno, al Capo Servizio di Torino , il numero di vagoni che_ seralmente rimanevano giacenti in stazione. Fatto gravissimo, ripeto, perchè sta a provare quella mancanza assolttta d' organizzazione di servizio che ci ha pol'tato alla presente débacle; mancanza d'organiz• zazione imposta dall'alta camorra politica e subita da tutti i governi che si sono succeduti da Spaventa in poi; il quale, per aver tentato di resistere ad essa, prima ci rimise il ministero, e dopo, il mandato politico. E la turpe cretineria politica di lasciare alla mercè di qualche centinaio di Capi Stazioni, generalmente cor• ruttibilissimi (specie in caso come questo: che il lascia1·sicorrompere f1-utta denari e p1·omozioni ed il man• · tenersi onesti ed inco'rruttibili non frutta che punizioni e persecuzioni) lo sviluppo della vita, della ricchezza e della sicurezza nazionale, è un tale delitto contro il quale tutta la cittadinanza dovre_bbe insorgere come un sol uomo. Da quanto si legge ora , l' esercizio di stato si sarebbe messo sulla via giusta , con la prescrizione di cinque lire di multa per ogni vagone e per ogni 24 ore che resteranno inutilizzati senza un motivo plausibile. Checchè ne dica la stampa borsaiola, sta il fatto che il miglioramento importante che si è verificato nella seconda quindicina dello scorso ·ottobre è dovuto unicamente alla sopra citata disposizione. E se mentre seri vo , seconda quindicina di novembre , il miglioramento tende a dirninuire , o si deve al fatto che la disposizione n.on ha potuto avere un principio d'effetto, o ad un altro pronuncicÌmento della burocrazia delle Direzioni Compartimentali, appoggiata dai sindacati politici, contro l'azione onestamente energica. della Direzione Generale. P1·onunciamento, a base di ostruzionismo, latente e pericoloso, che se già non è azione oggi, come la rnia trentennaria esperienza osservativa mi dà ragione di credere potrebbe esser posto in azione domani , a tutela dei grandiosi interessi in gi uoco sopra diruostrati; i quali, già hanno messo fuori gli artigli con l' abbandono delle ga.,.e per le formtm·e delle macchine e dei vagoni, non bastando più i lauti guadagni che già realizzavano sotto la parziale protezione della legge per le Convenzioni. Questo pericolo impone alla rappresentanza nazionale l'obbligo d'intervenire, con la correzi0ne della legge , nel senso di lasciar libero l' esercizio di Stato, in casi determinati, di rivolgersi alF industria straniera; o con un provvedimento legislativo che garantisca alla nazione il regolare funzionamento delle sue ferrovie, al di sopra di qualsiasi intervento di poteri estranei all'esercizio mediante un Cont?-ollo nazionale; controllo che si può ottenere , realizzando un' economia di personale o di stampati , con l' istituzione della Mafricola Generale Cronologica di tutto il materiale mobile, con la quale si segue in tutti i suoi spostamenti, creando il mezzo sicuro di poter colpire con precisione matematica tutte le immobilizzazioni e inutiìizzazioni tanto se dovute a colpa, per qualsiasi ragione, come se dovute a negligenze. La Matricola Gene1·ale dovrebbe avere la sua sede • unica presso la direzione generale a Roma e che per rispetto alla forte somma di pubblico denaro che rappresenta ( circa mezzo miliardo) ed alla sua altissima funzione di somma garanzia per lo sviluppo dell'eco-
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