Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 22 - 30 novembre 1905

630 RIVISTA POPOLARE informato, e1·apossfbile un discorso che faeesse vibrare tutti gli animi, e che ìnspfrasse nel pubbtico una pie~a fiducia 6/ l) " Il pubblico ha intuito perfettamente cbf' l'on. Fortis parlava in un ambiente che sentiva irto d' insidie e di difficoltà, e che, temendo di mettere il piede in qualche buca, si teneva in guardia, si sbilanciava il meno possibile non usciva dalle promesse vaghe » • Offenderemmo i nostri lettori se co·omentassimo queste dichiarazioni che sono la confessione ufficiale del Gasco gigantesco. Ma non sono meno recise e caratteristiche quelle della Tribuna: rincalzauo quelle dell'ufficioso napoletano. Il giornale di Roma si studia soltanto ad invocare le circostanze attenuanti, a dare altre raµ:ioni del fiasco. Sentite: « Il discorso pronunciato dall' on. Fortis a Napoli è riuscito quale poteva e doveva essere, date le singolari sorti che avevano presieduto alla sua genesi. E' riuscito un disc01·so d'occasione: più ampio e specific,o degli altri già detti dal p1·esidente del Consiglio nel suo viaggio: non ampio, però, non specifico come avrebbe potuto essere il disco1'Sodel capo del Governo, se la sua parola fosse strita dettata dalle esigenze 1·eali di una situazione politica, dai bisogni di un momento· caratteristico della vita nazionale • . Ammettendo tutti i punti interrogativi ed ammira- / tivi, che, a guisa di commenti sintetici, potremmo far seguire a questi giudizi degli ufficiosi difensori del ministro e del ministero aggiungiamo che la grande, l' U· nica, la vera difesa della nullità piramidale del discorso Fortis sta nella dichiarazione del ministro ai cortigiani, che in Napoli gl' impedirono il godimen'to del riposo: il ·discorso gli fu estorto! I E la 1ribuna il giorno precedente al banchetto in un articolo dal titolo La Bontà, in cui si esalta la dabbennaggine dell' on. Fortis - e noi siamo dispostissimi a riconoscere che in lui è grande davvero la bontàdicbiara, dopo avere accennato ali' itinerario seguito : « Senonchè a un bel momento - non si sa ancora bene per suggestione, per suggerimento, per baldanza o per iniziativa di chi - la tappa diventa una solennità politica nazionale , a Napoli si deve discorrere ; l' abboccamento famigliare delle autorità locali deve diventare il gran banchetto parlamentare con intervento di ministri, senatori, deputati e via dicendo>, « Una tale chiusa al viaggio di Sicilia certamente era lontana le mille miglia dalla mente dell'on. Fortis; evidentemente chi organizzò a insaputa di l11i il convegno politico di Napoli, approfittò della bontà dell'uomo; e la bontà e la gentilezza dell'on. Fortis, non osarono e non seppero ribellarsi alla nuova sorpresa che vorrebbe per giunta apparire una dimostrazione cortese >. Chi estorse il discorso a Fortis? Fuori di Napoli i pareri possono essere di versi ; a Napoli tutti sanno che l' estorsione si deve ali' on. Girardi, all' eloquente relatore dei progetti liberticidi di Pelloux. Perchè si dette a questa particolare fatica? Qui siamo nel campo delle ipotesi. Si dice che egli sperando in un grande successo abbia voluto preparar:3i l' ascemiione a.d un sottosegretariato; si dice che abbia voluto mettere in imbarazzo e mostrare la deficienza del buon sindaco - te'rque quaterque bonum 6/ - di Napoli per prenderne la successione a momento opportuno .... Noi non sap · piamo quale sia s,ato il movente reale ; sappiamo soltanto che il banchetto fn un fiascone , che mise in evidenza, in una alla nullità intellettuale e politica del Presidente del Consiglio, la meschinità infinita di un ingegno e di un'arte oratoria, che può brillare in Corte di Assise e non in pubbliche assemblee. Ohe all'on. Fortis il discorso sia stato estorto siamo perfettamente convinti. Ma un uomo politico, un capo del governo si deve lasciare estorcere un discorso da pronunziarsi iri circo3tanze tanto opportune e solenni? La debolezza lo renderebbe indegno del posto, che occupa. Diciamo di più. Dapertutto gli uomini di Stato C1'eano le occasioni per fare conoscere il pensiero del governo alla vigilia della ripresa dei lavori parlamentari. Ora quale migliore occasione di quella sciupata a· Napoli di far conoscere ciò che pensa il ministro sul problema del Mezzogiorno, eh' è il probl-ma capitale- dell',Italia contemporanea, al termine di un viaggio attraverdo al mezzogiorno e al la Sicilia ? Ed altro non aggiungiamo perchè la soddisfazione che possiamo provare come repubblicani e come oppositori del ministero di fronte alla meschina figura fatta dall' on. Forti3 ci viene·· di gran lunga attenuata dal dolore che sentiamo come Italiani e come suoi antichi amici personali. · ♦ Contro l'esercizio di Stato. - Più volte ci siamo occupati della q11estione ferroviaria e non abbiamo nascosto il nostro pensiero , additando in coloro che hanno interesse a far tornare !' esercizio ferroviario nelle mani della Società , la causa del d;sservizio che tanto danno produce alla economia nazionale. Un tentativo di corruzione c'1e ha rivelato l'Avanti! viene a dar ragione alle nostre facili induzioni. L'Avanti I ha avnto smentite e rettifiche dal conte Raggio , dal Direttore della fabbrica di mattonelle e da col11i che sarebbe stato l'intermediario nella poco pulita combinazione, ma mantiene intera la sua versione. D'altra parte il Comm. Bianchi dal qL1ale il macchinista Colella - il bravo ed onesto ferroviere, di cui si tentò la corruzione - si recò a narrare l'accaduto ha denunziato i corruttori, o i pretesi tali, al1' autorità giudiziaria. Non si può imputare l'attuale disservizio alla rapidità del passaggio dall'esercizio privato a quello di Stato, o alla mancanza. di vagoni , alla scarsezza ed alla pessima qualità del materiale; altrove, quindi, se ne devono ricercare le cause , ed a chi si ricorda la corruzione esercitata su larga scala dalle Meridionali al loro sorgere, quanto narra l'Avanti! può somm•nistrare un filo direttivo. Questo episodio acquista valore diagnostico pn qnello che ha narrato lo stesso Avanti I cioè: in una stazione dell'Alta Italia si tartassa il personale e lo sì angaria con multe, lavori esorbitanti e vessazioni di ogni genere ed alle proteste dei tartassati si ri:iponde : Ecco gli effetti dell' ese,.cizio di Stato che avete voluto. Si potrebbe sapere poi perchè la Mediterranea - come ci afferma persona deg.na di fede- ha mandato gra.tifìcazioni al suo ex personale, naturalmente l'alto? ... Ma farà luce completa il processo iniziato per denunzia del Comm. Bianchi? Per la scarsa - non vogliamo dire nessuna-fiducia che abbiamo nella patria magistratura, fortemente dubitiamo. Ed i nostri dubi sono più che legittimi perchè troppe prove, e non è la prima volta che lo diciamo, abbiamo avuto che la nostra magistratura non è la moglie di Cesare. Tutt'altro! ♦ In Francia si nega il diritto di sciopero agli arsenalotti. - La politica della rep:ibblica in fatto di organizzazione sindacale ed i diritti di sciopero tra gli impiegati e i salariati dello Stato, che si era delineata nella. quistione degli impiegati delle Poste e dei maestri di scuola ha avuta una esplicazione più precisa ed una solenne approvazione nell' 1dtima discussione sHllo sciopero degli arsenalotti. Nel primo caso un nazionalista , il Lasi es , insidiosamente, aveva preso la dife~m della più larga applicazione della legge sul riconosJimento dei sindacati ; e gli Htessi socialisti si trovarvno imbarazzati a dargli ragioné. Nel secondo a difesa dei pretesi diritti degli

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