Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 22 - 30 novembre 1905

lZ I V l S T A P O P O L A l{ E 641 alle scene di cui mi occupero, si comprende, eh' è quello dest.1to dall'annunzio della conchiusione di un accordo commerciale tra Li Spagna e l' Italia e eh' è attaccato aspramer:ite e fiaccamente difeso. Gli attacchi gli vengono fierissimi dalle Puglie, garbati dal Piemonte, assai deboli, almeno sinora, dalla Sicilia. Le aìtre parti d'Italia non si danno gran fatto intese deìla quistione per ignoranza o per egoismo. Gli attacchi all'accordo commerciale Italospagnuolo vengono determinati dal tr:1ttame11to, che verrebbe fatto al vino spagnuolo, che invece di pagare L. 20 per ettolitro quanto p:1gò sinora verrebbe a pagare un dazio di L. 12. Si teme in Italia la sua concorrenz;1. Si c,1pisce che il pericolo di un prodotto eh' è il più torme□ tato all' estero dal 1887 in poi; che ha subito b crisi spaventevole seguita ali,: perdita del mercato francese; che attualmente non si e rilevato del\' altra non meno grave, che gli ha procurato l:t perdita del mercato· austro-ungarico nel 1904 e non potrà mai del tutto rilevarsene perchè non pnò trovarsi un altro mercato, che assorba un milione almeno di ettolitri di vino nostro; che rappresenta, alla pari del.frumento, il più importante prodotto dell'Italia - valore approssimativo della produzione del frumento un miliardo e 74 milioni circa, <lel vino un miliardo e 41 milioni circa - ; si capisce, dico, che un sifiatto pericolo debb,1 suscitare un grande allarme e si spiega anch~ come le proteste assumano ogni giorno di più un tono minaccioso e siano anche un:rnimi. Notai che la vivacid. della protesta non e identica tra le regioni che possono essere in te ressa te. Tace Lt Tosc:rna perchè i suoi vini accreditati in Italia e fuori non temono la concorrenza ; del deprezzamento dei vini meridionali, forse, si potrebbe rallegrare perchè con un buon vino di Puglia a basso prezzo si possono confezionare degli eccellenti vini ... di Chianti. E' quasi platonica quella del Comizio agrario , del circolo enofilo e del Consiglio provinciale di Torino, di altri enti analoghi di Casale Monferrato , perchè gli ottimi vini di Piemonte hanno per se il grande mercato di consumo dell'Alta It:1lia e sono a due passi dalla Svizzera e non sentirebbero che la indiretta ripercussione del ribasso dei vini meridionali. Poco si fa sentire la Sicilia sia perchè la filossera diminuendovi la produzione ha rilevclto i prezzi del vino, sia perchè non apprezza sufficientemente il pericolo spagnuolo. E se cosi fosse avrebbe torto. Ma le Puglie ... le povere Puglie, che producono molto _emolto esportano sopratutto nel settentrione d'Italia se si vedessero ristretto questo mercato che ora ad esse solo rimane riceverebbero un colpo mortale che ne fiaccherebbe l'indomita energia, che le ha fotto eroicamente resistere alla chiusura disastrosa dei due grandi mercati francese e austro-ungarico. Si spiega perciò come tutte le cittadine di Puglia, i consigli provinciali, le Camere di Commercio e i Comizi agr;1ri delle tre provincie si siano date ad una intensa agitazione, che potrebbe far temere cmche una sollevazione se non si conoscesse l' indole mite e bonaria dei suoi abitanti. Il diapason della protesta pugliese si puo comprendere da questo dato. Avendo il S,iraceno nella Vita chiamata docilee servizievole la deputazioné meridionale e data una frecciata alla serenità resistente dei_vari De 'Bellis, un giornale quotidiano di Bari, l' Oggi, ha trattato Luigi Lodi da ingenuo, che non ha chiamato col loro giusto ·nome i deputati del mezzogiorno, cioè : vili e servili aggiungendo questi commenti, che possono servire alla conoscenza della psicologia politica meridionale: << No, egregio Saraceno, no : fa nostra deputazione, fatte nobilissime eccezioni, è vii e e servile. Non sperate, quindi , e he si ribelli mai nè sotto il premente malcontento degli elettori, nè sotto le scudisciate. Come i cani da pagliaio abbaiano ringhiosi contro i viatori che passano e s'accucciano vilmente alle frustate de.I padrone, così i nostri deputati, servilì con tutti i Ministeri, abbaiano contro il vigile malcontento delle popolazioni che passa, nunzio di probabili tempeste, innanzi la rocca del potere, ove un pugno di rammolliti si tengono stretti, fingendo di governare l'Italia. E se i rammolliti padroni affamano le case dei nostri deputati servili e le case di quelli che , premuti dallo sbirro e dalla camorra , volenti o nolenti, li dessero a loro rappresentanti, allora i nostri deputati servili non si ribellano, no, egregio Saraceno, ma leccando la mano del padrone che rovina le loro terre natìe, si accucciano ai suoi piedi, con sommessa umiltà, vigliaccamente n. (N. 0 del 25 Novembre). ♦ Il ricordo dei danni passati è il solo fattore della presente agitazione delle Puglie? C' è fondat1 ragione di temerne di nuovi come conseguenza del1' accordo ltalo-Spagnt10lo? L'esperienza giustifica i timori: sanno i produttori di vino in Italia, che la politica doganale o per colpa dei go\·ernanti italiani o per circostanze da loro indipendenti , come nell' ultimo trattato coll'Austria-Ungheria , si è svolta sempre ai danni di questa grande produzione agraria it::iliana ; nessuno quindi a priori può condanna re l' agitazione delle Puglie; a posteriori, anzi, la si può considerare giustificatissi i11a.· Premesso che ogni nuovo accordo commerciale racchiude io sè parecchie incognite si deve riconoscere che le difese tentate dai giornali uf-Eciosi rendono legittime e danno tutta l' apparenza delle realtà alle preoccupazioni dei Pugliesi. Ecco qua La Tribuna. Essa difende l' :1cconlo conchiuso dal ministero in doppio modo : da un lato tenta dimostrare che il danno che verrebbe alla produzione agraria italiana se la Spagna adoperasse contro di noi la tariffa generale sarebbe considerevole; dal!' altro vuole persuadere che il dazio di L. 12 è più che sufficiente ad impedire l' er;rrata dei vint spagnuoli in Italia. La difesa è completamente sbagliata; ed è facile dimostrarlo. Dice La Tribuna sul primo punto : « L' Italia manda in Spagna prodotti i quali sarebbero tutti indistintamente colpiti da un aggravamento considerevoie di dazi, quando cadessero sotto il regime della tariffa massima spagnuola. Le nostre d1·oghe che si esportano verso la Spagna pe1: un valore di 5 milioni di pesetas passerebbero dal dazio di ro a quello di I 5 pesetas; la canapa , esportata nel r904 per 4 milioni e mezzo di pesetas passerebbe da ro a r 2; i legami secchi, di di cui si esportano per oltre 2 milioni di pesetas subirebbero un aumento da 4.40 a 5.20; lo zolfo da r.25 a 1.50; il pollame da ·80 a 100; le conserve alimentari e i salumi da 50 a r95; il formaggio da 25 a 80; la seta greggia da 25 a 30; le vacche da 25 ciascuna, secondo il trattato con la Svizzera, a 35; i marmi greggi da r .75 a 2 n. Si osservi innanzi tutto che se la Spagna colpisse certi prodotti di cui ha bisogno per le proprie industrie, come la canapa, le droghe, la seta greggia,

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