Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 22 - 30 novembre 1905

640 RIVISTA POPOLARE chè pianga cd urli. E non può aversene a male; così vuole l'uso ». (Nowikoff pag. 70, 71, 73). Un ultimo tratto. La civiltà di un popolo osserva Spencer si può benissimo misurare déli rapporti tra i membri della famiglia e dalle condizioni della donna. L' autorità del capo di famiglia nelle campagn:e russe è illimitata e si esplica in tutte le occasioni e in tutti i modi ; è tristissima poi la · condizione della donna, la cui sorte è più dura di quella dell'uomo che con tante sofferenze non cono!;ce che il lavoro null' altro che il lavoro. Essa in seno della famiglia vive in condizione di schiavitù , fatta segno alla prepotenza e alla violenza grossolana con cui l'uomo la tratta. Nè ciò avviene per naturale malvagità, ma per gl' insegnamenti e per la educazione ricevuta dall'uomo. <e Che si può mai attendere da un popolo eternamente tenuto nell'oscurità e nell'ignoranza? Il padrone gli dice: « Lega a te la donna questo è il tuo dovere come uomo ». Il pope ignorante e superstizioso gli dice: « La donna deve temer l' uomo; l' uomo è il capo e la donna gli è soggetta ; tale è il volere di Dio l. >>La legge lo autorizza ad usare anche la violenza per trattenere la donna presso di sè, ed è pronta ad incitarlo a tal'uopo. E la società loda per bravura anzichè biasimare per bassezza l' uomo che istruisce la donna a suon di pugni. Così fra uomo e donna si stabiliscono quei rapporti che esistono tra padroni e schiavi i> (Nowikoff pagine 73, 79, 81). Ed ora ci sembra che non ci possono essere dubbi sul carattere genuino dei movimenti dei contadini che uccidono, devastano. distruggono gli edifici, incendiano le biblioteche: si tratta di una vera Jacquerie, che nulla ha da fare col socialismo cosciente, come non ebbero da farvi le Jacqueries francesi dei tempi di Carlo il malvagio o della Sicilia del 1860. S' illudono o illudono i socialisti italiani e francesi che altrimenti li presentano. Il congresso dei contadini di Mosca può servire a generare l'illusione, come servì a generarla il congresso dei contadini di Bologna. Il Moujick Kournin ha potuto aprire il congresso con queste fiere parole, che possono parere quelle di un socialista cosciente: << noi entriamo in una vita nuova. La forza è dal nostro lato. I contadini cominciano a rendersene conto e si organizzano per h vittoria. Nulla può più impedir loro di prender in mano la terra e il potere>>. Ma un altro contadino del Don, Mazurenko ha d~v~to ric~nosce1:e rudemente che eccessi deplo~ revolt 111 molti punti sono stati commessi ma che . ' essi avevano per causa la loro ignoranza e la loro mancanza di organizzazione; e il Ladov sopracitato pur cercando di attenuare e di spiegare ha confessato pure, c!'1esi tratta di una vera J acquerie. Questi avve111ment1 alla loro volta ~piegano come attorno a De Witte. si. racc~lga0:o molti che pur sono stati seml?re t~a i li ber8li; spiegano molti altri fenomeni reaz10nan, compreso l'arresto dei capi dei contadini del C_ongres~o di Mosc_a ; essi fanno pure temere che si avveri la profezia del Nowikoff che la risurrezione della Russia la vede attraverso il sangue, a molto_ sa1~gue, a sempre sangue! Ma di chi la colpa; su chi la responsabilità del pi~esente triste e .dell' avvenire forse ancora più tnste? Dello Czar, dell' autocrazia maledetta che questo solo ha saputo e voluto organizzare in Russia: la miseria, l' ignoranza, la violenza. Siamo nemici della pena di morte; ma confessiamo che se il boia dovesse tornare in onore, augureremmo che la sua scure lavorasse per tagliare le teste mostruose dell' idra autocratica. Ci~ per la Russia ; · pensino gl' imperialisti 110stran 1, che sino a ieri ammirarono lo czarismo, alle tante analogie tra le condizioni morali, intellettuali, economi che, demografiche e sociali che esistono tra il contadiname moscovita e quello· italiano. Non sentono, non temono (be la stessa causa, a data ora, possono dare gli stessi effetti ? La Rivista Laveritsà'impoanileibero-seambisti ... (A proposito dell' accordo commer~ialecolla Spagna) Le controversie doganaii mantengono la loro grande irnportanza d:tpertutto. Se ne puc'>tacae per qualche mon1ento,quando questioni più urgenti s'impongono, ma le discussioni sugli scambi internazi<>nali ricominci;ino immediatamente. Così mentre h sicumer;1 grottesca dei libero-scarn bisti sentenzia sempre con tono Ja pon tefìce infallibile cbe la cosi detta bilancia comlllerciale non può interessare che alcuni poveri imbecilli, i quali suno in ritardo nella evoluzione scientifica, non c' è giornale, non c' è rivista , non c' è riunione in cui si discuta di cose economiche, che 11011 s' interessi vivamente alle importazioni e alle esportazioni e non col1'11nenti il prevalere delle une o delle altre, accorda11dosi quasi tutti - non esclusi i più fanatici libero-scambisti - nel compiacersi della prev;tlènza delle seconde quando constatat,1 a benefizio del proprio paese. Superfluo ,1ggiungere che le discussioni doganali sono più ardenti e stanno per determinare utu importantissima crisi politica dove per oltre mezzo secolo erano state dichiarate del tutto inutili, superflue, perchè tutti, proprio tutti, i partiti politici - i conservatori e i progressisti, i socialisti e gl'individualisti - erano di completo accordo nella fiducia illimitata nel liberismo dogat1ale agricolo e industriale; cioè, in Inghilterra. Vero è che la crisi imminente segnerà un trionfo pel liberismo; anzi sono le simpatie verso le rappresaglie o verso le tarifie preferenziali manifestate dal ministero conservatore di Balfour, che ne hanno segnato la sentenza di morte e far,rnno pervenire tra poco ii potere nelle mani di Campbell-Baunerman e dei liberali; ma non e meno vero che oggi, dopo circa sessant'anni d'incontrastato dominio del libero scam - bio si verifica un fatto nuovissimo, che pareva impossibile pochi anni or sono : la formazione di un formidabile partito che spiega al vento b bandiera del protezionismo innalzata da un uomo come Chamberlaine. Passiamo in Italia. Contro il protezionismo non si udivano da qualche tempo che le voci isolate e fioche - molto isohte e molto fioche - di pochi rispettabili dottrinari, socialisti repubblicani o monarchici , che rispondono al nome di De Viti De Marco, Giretti, Giovannini ecc. Il pubblico e il mondo politico non se ne accorgevano nemmeno ; le loro proteste avevano una eco minore di quella delle voci nel deserto. Ad un tratto si fii un grande clamore e la controversia sul liberismo torna in grande onore con accompagnamento di manifestazioni veramente sbolorditive, perche lasciano sospettare che alcuni tenori liberisti vogliano provarsi, almeno per un cei:-to periodo e in certe cantate, ad assumere la parte di baritoni protezionisti. Il putiferio che ci fa assister e

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