RIVISTA POPOLARE 609 nazionalità, che non subiscono il fascino del panslavismo.· Che con quel qualsiasi altro regime, che verrà tuori dal caos odierno si possa ottenere l'unificazione e. la formazione di una coscienza nazionale a noi sembra inverosimile ; ci pare , quindi, assai azzardata l' idea dello Struve che « nell' univer- << salid del suffragio vede un potente mezzo di fu- « sione degli elementi eterogenei che costituiscono « l'Impero russo in senso etnico 'e giuridico». Egli stesso, del resto, aveva poco prima condannata la possibilità della fusione, considerando come non destinata ad avverarsi in modo durevole l' egemonia Jell' elemento etnico russo, di cui dubita che anche nel futuro possa esercitare l'influenza che gli anglosassoni esercitano negli Stati Uniti (pag. 4-5). Nè, riusciamo a comprendere che cosa possa essere l' auspicata fusione senza !'egemonici del gruppo di gran lunga più numeroso di tutti gli altri riuniti insieme e che forma quasi la metà della p9polazione, qual' è quello Slavo russo. Lasciando che l'avvenire ci dica quale s:uà l'ordinamento definitivo dello insiemo dell'Impero, noi intanto constatiamo che dove più evoluta era la propria coscienza nazionale ivi più facilmente penetrò , si mantenne ed esige concessioni speciali lo spirito rivoluzionario. L'idea nazionale eccitò gli animi dei Polacchi e dei Finlandesi più che altrove e fece nelle loro regioni assumere caratteri più netti al moto rivoluzionario. Ond' è che i Polacchi dopo due anni di sanguinose sommosse e senza avere ottenuto dei successi militari par,tgonabili a quelli del 1830 non si contentano della Costituzione largita da Nicolo II per tutto l' Impero e vogliono qualche cosa di più e di più diverso. I moderati si contentano, oltre le franchigie costituzionali , Jel rispetto della religione cattolica e della lingua polacca. I maestri di scuola in grande numero hanno già dichiarato che da ora in poi non avrebbero insegnato che in Polacco; e alcuni Professori dell' Università di Varsavia hanno scritto ai giornali che l'equità esige che l' Ateneo sia reso del tutto polacco. _ Il governatore di Varsavia, poi, è convinto e lo ha telegrafato a Bouliguine, che i Polacchi non si contentano del regime parlamentare e dell'autonomia amministrativa; essi parl~no recisamente della indipendenza politica del paese; e il 73und isrealita continua la propaganda in tale senso con molta attività in Varsa via , Lodz , Kalisch ed in altri ce·ntri della Polonia. Cosi del pari la Finlandia, l'ultima regione dell'Impero, che ebbe iniquamente tolta la propria autonomia e la propria costituzione colla più brutale violenza e colla massima slealtà personale dello Czar, se per la mitezza estrema derivante dalla grande coltura non ha adoperato che in iscarsa misura la violenza per reclamare ed ottenere ciò che le si deve, ha fatto, però, la sua pacifica· rivoluzione ed è bene armata per fare rispettare le proprie decisioni. I Finlandesi imprigionarono semplicemente, da pari uomini civili, senza ucciderlo, il governatore ch'e stato lo strument,) dell'oppressione ed ottennero dallo Czar l' abolizione del manifesto del 15 febbraio 1899 che imponeva la legislazione comune per tutto l'Impero e tutte le leggi posteriori; l'ukase del 4 novembre sottoscritto dallo Czar e da Linder ministro della Finlandia ordina di apnre il 20 dicembre 1905 ad Helsingfors una sessione straordinaria della Dieta per esaminare le seguenti quistioni: 1. Proposte circa le spese pel 1906-1907 , circa imposte provvisorie o circa un prestito per la costruzione di strade ferrate. 2. Progetto di una nuova legge fondamentale per costituire un nuovo Parlamento in Finlandia sulla base del suffragio universale e stabilendo altresi la responsabilità delle autorità locali dinanzi ai rappresentanti della nazione. 3. Progetto di leggi fondamentali per la libertà di stampa, di riunione e di associazione. - La Finlandia si può dire che prese da se ciò che le era dovuto anche prima che lo Czar facesse le concessioni; ma se queste venissero fatte in senso analogo alla Polonia forse si :-iuscirebbe ad evitare che la rivoluzione vi arrivasse alle estreme conseguenze. Sarebbe desiderabi!e che ciò avvenisse nello interesse della libertà e della civiltà, perchè dati: la complessità etnica, gli antagonismi nazionali e la grande prevalenza degli Slavi russi, non sarebbe improbabile che la lotta ad oltranza della Polonia per b propria indipendenza politica , favorisse le mire della reazione eccitando l'idea e la passione del pansbvismo. Il linguaggio energico di Witte, la proclamazione dello stato di assedio in tutta la Polonia , disgraziatamente confermano che i polacchi pel sacro amore alla libertà e alla indipendenza nazionale completa potranno fare il giuoco dell'assolutismo! d) I contrasti sociali. - Ad aggravare gli ostacoli contro la rivoluzione e in favore dell'assolutismo contribuiscono enormemente gli odi tra le varie classi sociali. e il timore e lo spavento, che talune di esse ispirano alle altre. Infatti i rnougiks, i contadini, che vedono, nello Czar il piccolopadre e come tale non solo lo rispettano, ma quasi lo venerano, nutrono profonda avversione per le altre classi sociali, cui attribuiscono tutti i loro intollerabili mali; avversione, che spesso estendono al medico, al maestro di scuola. Degli Ebrei, mercanti, proprietarii, professionisti, onesti o usurai che siano, non si parla : è notissimo l' odio inestinguibile contro di loro, di cui si avevano tante prove tremende e che sono state rinnovate su vasta scala in questi momenti. Si può immaginare se nelle classi so~iali , che conoscono i sentimenti che verso di esse nutre il 90 °/0 circa della popolazione dell'Impero, non si abbia un grande timore di una loro sollevazione. Il Nowikoff, che ha inteso descrivere le classi rurali quali sono realmente in proposito scrive: « Gli « uomini sono cosi fatti, eh' essi temono l' incerto t< come i bambini temono il buio. « ln Russia molti fra quegli stessi che conoscono « tutti i delitti dell' assolutismo temono tuttavia « la sovranità dèl popolo. Essi immaginano che « quando il popolo dovesse raggiungere il potere, « li ucciderebbetutti. Si ricorda ancora come, circa « un secolo e mezzo fa, sotto Caterina II, il bri- « gante Pugaciòff abbia messo sossopra tutto il ter- « ritorio del Volga, rubando e trucidando ovunque, ,< e che avrebbe raggiunto Mosca, se i soldati della « Zarina non lo avessero ucciso. Di questo Puga- « ciòff è ancor viva la memoria. Si crede che quando « il nostro popolo possedesse la libertà, compari- (< rebbero imme~iatamente dei Pugaciòfi, grassatori,
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