Rivista popolare di politica lettere e sccienze sociali - anno XI - n. 21 - 15 novembre 1905

RIVISTA POPOLARE 603 tutte le spese, che vengono pro1•oste dai ministri della guerra e della marina. E::isi aggravano le tristi condi- %ioni economiche dei coutribaenti italiani senza provvedere efficacemente al la dife::la della patria, che serve di pretesto o di giustificazione ai loro voti. E si pnò contare sulla efficacia di questa difes·\ quand•> l' esercito è senza artiglieria? E' appunto q nello che dimostra, il Biancardi, la Citi dimoi;trazione per la qualità dello scrittore - un militare - ha particolarissi,na importanza; ne ha ancora perchè egli mette a riHcontro ciò ghe si è avverato e si è constatato nella guerra rnsso-giapponese, con ciò che egli aveva previsto parecchi anni or sono. Qnesto articolo, adunque, viene a rinvigorire il proposito di tutte le frazione della democrazia di opporsi con tutte le forze all'azione follemente dilapidatrice del ministero della Guerra, che in q aesto anno è stato snperato dal oiinìstero della Marina. ♦ La difesa della monarchia... repubblicana in Norvegia. - Non ci sono più dubbi oramai s1tlla forma di governo, che prevarrà in Norvegia: sarà mt1.nte 7 nuta la monarchia, per la quale si è dichiarata una forte maggioranza col 1·eferendum. La dinastia danese-, adunque, fornirà un Re al nuovo Stato indipendente come 110 ha fornito a parecchi altri. Il risultato del plebiscito non può sorprendere se si pensa che la defezione di Bjoernson, popolarissimo in Norvegia, avrà dovuto esercitare una grande influenza ~mlle masse. La discussione sull'avvenimento adesso non ha, però, un semplice valore retrospettiva; ma serve a mettere in evidenza il carattere della nuova monarchia ed a far conoscere q u~li sono le giustificazioni dei repubblicani apostati, che all'ultimo momento decisivo, quando con un piccolo sforzo avrebbero potuto realizzarfl il proprio ideale si dichiararon,1 per la. monar0hia. l...oevland ministro dt>gli affari esteri, che dalla lettera di Bjoernson, citata ne! numero precedente della Rivista, sappiamo che partPggiava per l'ideale rep11.bblicauo, i11 una inte1 vista pubblicata. dal 1emps ha giustificato in sostanza la propria defezione con un finissimo parellelo critico tra la monarchia repubblicana ingle:;e e la repubblica monarchica francese, dando la preferenza alla prima e assicurando che se la Norvegia avesse preferito la repubblica ~vrebbe scelto 11na repubblica .. 1·epubblicana come q nella della Svizzera. Arne Hammer nel Cou,1TierEu1·opèen (27 Ottobre) è venuto alle stesse conclosioni. Il Re in Norvegia,_ egli dice, non è che un Presidente a vita con un potere minore del capo dello Stato in Francia. La sua sola prerogativa, infatti, è il veto sospensivo - istituzione qualche volta utile in un paese senza Senato e perciò disarmato di fronte ai voti di sorpresa. Il veto del· re1:1toè provvisorio e non pnò durare che per tre sessioni parlamentari. I Norvegiani sanno che dal 1814 in poi il Re non ha mai potuto impedire alcnna riforma, grande o piccola, e che non ostante la sua opposizione non riuscì 11eanche ad evitare il distacco della Norvegia dalla Svezia. La funzione del Re non è che quella di rapp1·esentm·e il popolo, .ed è il ministero controllato dal .Parlamento, quello che governa. La vera ragione, per cui la Norvegia rimane monarchica. secondo l'Hammer, è di ordine mternazionale: non ha voluto suscitare sospetti tra le monarehie europee e sopratutto ha voluto rendere facile l'intesa colle altre monarchie scandinave - la Svezia e la Danimarca. ~i noti a questo punto che in Isvezia anche i conservatori, come Tahlbeck, che inaegna diritto costituziouale, avrebbero preferito la repubblica. Nella scelta di un Re danese vi si scorge anche un tentativo di rivincita della Danimarca contro la secessione del 1814, che pose la Svezia e la Norvegia sotto la famiglia Bernarlotte ; perciò in Isvezia c'è grande irritazione contro la Danimarca e si parla di boicottarne i pro dotti. Ciò rileviamo da un articolo di Tritjoff Palmer nell' Européen. Non poche volte noi abbiamo notato la differenza tra la mouarch·a inglese e le altre; - esponemmo anche perchè in Inghilterra non si sente il bisogno di fare una rivoluiione per avere la repubblica. Cosi, data la monarchia della Norvegia, non avremmo saputo consigliare una rivoluzione sangi unosa per arrivare alla repubblica. Ma giacchè la rivoluzione s' era fatta, e per fortuna incruenta, non riusciam0 a comprendere che i repubblicani norvegiani ·si siano dati un Re! E GjeL~vick, professore di diritto costituzionale nella· università di Cristiania non arriva a comprendere come la Norvegia ch'è vis~11ta bene per 500 anni senza.Re, senza Corte e senza cortigiani in casa propria, essendo matura per la repubblica abbia potuto preferire la monarchia. Spesso, inoltre, criticammo la repubblica contralizzatrice della. Francia accordando tutta la nostra preferenza a quella Elvetica. Ma non posHiamo aderire al f!iu-:lizio del Loevland, che al Presidente della repubblica francese accorda un potere maggiore di quello di cui gode il Re di Norveg:a: il presidente della repubblica in Francia h:-\ tanto potere quanto qualsiasi Re Travicello in una monarchia costituzionale; ed è nna delle cause della debolezza delle attuali istituzioni francesi. Un Presidente armato di forti poteri, ma non pericolosi sinora, alle pubbliche libertà è quello degli Stati Uniti; d'onde la superiorità del regime presidenziale sulla monarchia costituzionale. Le ragioni internazionali accampate da.Il' Hammer non ci sembrano serie. Perciò nella migliore delle ipote➔i, dato che il futuro He di Norvegia, si riduca a q nella di esigere lo stipendio in ogni 27 del mese si può conchiudere che i N,)rvegiani, clie avrebbero potuto mantenersi perfettamente liberi, con corrispon'.lenza esatta tra la forma e la sostanza della Costituzione, hanno preferito di mantenere il contrasto tra l'una e l'altra sovrappponendo alle istit.1zioni repubblicane un Re Travicello - uno di quei Re che Napoleone 1° chiamava cochons en graisse. ♦ La deficienza del servizio postale e telegrafico. Lotta fra il ministro e la l! 1ederazioue post-telegrafica-Ciò che avviene nel servizio postale e telegrafico italiano è davvero straordinario: c'è stato un peggioramento improvviso, che non si· pnò spiegare, come il disservizio ferroviario con tantè circostanze eccezionali. Se i telegrammi ritardano, se si disperdono le lettere con •sorprendente facilità da qualche tempo in quà non potn\ dirsi che ciò dipenda, ad esempio, daL terremoto di Calabria, che ha immobilizzato alcune migliaia di vagoni o li ha distratti dall'uso ordinario. C'è quindi da sospettare che ci sia un poco di ml\lvolere orga · nizzato negli impiegati. Ma non si deve negare menomamente che ci sia una grande deficienza di personale e di uffici , alla quale si de ve provvedere colla massima rapidità possibile. La necessità dei provvedimenti la illustreremo con poche cifre e con poche osservazioni, .che togliamo dal Giornale d'Italia. e Il personale, scrive il giornale di Roma è male organizzaw. > · e E come• si può pretendere che non vi sia disorganizzazione allorchè manca qualsia.si criterio direttivo costante, e in pochi anni, si è addivenuti ad oltre una dozzina di deleterii rimaneggiamenti d'organici, i quali hanno avuto la virtù di creare delle anormalità incredibili, come _quelle di promozioni con diminuzioni di stipendio e di classifìca7.ioni di concorsi che portano a cariche maggiormente retribuite i peggio quotati, soltanto perchè più anziani ? •

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