Rivista popolare di politica lettere e sccienze sociali - anno XI - n. 21 - 15 novembre 1905

RIVISTA POPOLARE 621 al Meli di fare la guerra al governo, ed egli infatti si rifugiò nel tempio dell'arte, come in una torre d'avorio e forse portò nella vita l'abito mentale di costringere immagini e pen:,ieri nel giro ritmico dei versi e _delle strofi sapientemeni.e cesellati infrenando la libera espansione dell'animo sehiettame'nte liberale e ribelle. La gran colpa di lui del resto , come risulta dalle indagini degli studiosi e come ben rileva il Navanteri si riduce alle proteste di ossequio per il Borbone, e precisamente per Ferdinando anzi, poichè egli ne biasimò apertamente i ministri. E ciò si spiega, se pure non si giustifichi, con la necessità assoluta di conservare la misera pensione governativa che gli bastava appena a sostentare la famiglia. ♦ Qual?-to all'accusa dì antigiacobinismo sulla quale si fermò a lungo il Pipitone Federico divagando, il N ovanteri l'ha riesaminata conchiudendo col Pitrè che « Egli (il Meli) è sempre un siciliano, anzi un palermitano della seconda metà del secolo scorso, ma con la imperturbabile serenità dell'uomo superiore che studia la società del suo paese, che loda le bellezze della natura e ne gioisce, che deplora le miserie dei tempi, e volge altrove gli occhi per non guastarsi il sangue,,. E la conclusione a rne pare esatta: se non che io debbo osservare che essa non consona affatto con il paragone che il Navanteri stesso fa tra il Meli e il P.arini. Un parallelo simile n0n può riuscir vantaggioso pflr l'abate siciliano il quale si adattò perfettamente alla sua condizione per amore della sua i:,ace e del suo quieto vivere, limitandosi a far l'ufficio di cicala, co_me egli dice, mentre il Parini nutrì intenti civili tanto elevati da mettersi di contro al suo tempo e da tener testa alle mollezze e alla corruzione della sua società con la sola forza del suo animo incorruttibile e della sna sdegnosa fierezza: no, ricchezze nè onore per odi o per viltà il secol venditore mercar non mi vedrà! ... La filosofia del Meli invece è assai mediocre, egli non sfida il mondo ma lo subisce e canta La Paci. Il nostro poeta non ama i voli audaci e sublimi del1' intelletto: si compiace piuttosto di Sancio Panza savie rassegnato, pratico, deridendo Don Chisciotte follemente audace e sempre in lotta con se stesso e col proprio destino. La massima ascensione il suo spirito la compì nel Polemuni, per il quale il l\lelì non ingiustamente è stato annoverato tra i più grandi interpreti del dolore uni versale. Il De Sanctis definì questo idillio un capolav01'0 e il Navan teri, come già il Crescimòne vi trova qualche interessante riscontro con il Leopardi. Ma il Meli, che ebbe abbondante la vena satirica e ~ in tutta l'opera sua ne dà frequenti prove , fu poeta prevalentemente lirico e resterà per la Buccolica, per le Odi, per le Canzoni, per il Ditù-ambo ecc. mentre ' priva di· originalità. Ma in questo poemetto, che davvero come nota il Navanteri ha le proporzioni e la tes• situra d'un capitolo il difetto di costruzione e l'artificio sono evidenti, come negli altri componimenti simili e la satira che-qua e là sgorga spontanea, rimane sem• pre superficiale e non assume quella profonda significazione filosofica, che per me è la sua unica ragion di essere. Il Navanteri ha esposto ed esaminato tutto con grande coscienza e diligenza non tralasciando nulla per dare l'idea più completa che fosse possibile dell'ani100 e dell' ingegno del suo autore e non si pnò asitare a dire che vi sia riuscito pure attraverso le difficoltà non liévi che gli si paravano innanzi. Ma un lavoro che ancora rimane da fare è quello della ricerca delle fonti della poesia meliana e della sua valutazione estetica, mentre coerentemente al fine propostosi di far meglio conoscere e ammirm·e il 1.l1eli il Navanteri ha fornito un'opera pregevolissima, che è un assai valido contributo alla letteratura meliana, e alla quale ricorreranno da ora in poi con sicuro vantaggio gli studiosi ; nè poteva essere al trim enti che egli ha speso parecchi anni della sua attività giovanile dedicando tutta la sua mente e il fervore della sua aniina appassionata allo studio ind.efesso del Poeta, di cui tutto ha voluto conoscere, vagliare, discutere compulsando i manoscritti confrontanclo le date e visitando persino quella Cinesi che lo Zendrini felicemente chiamò il paese dell'idillio poichè il Meli vi scrisse le Stagioni e la Buccolica, e che il Navanteri seppe scuotere dall' apatia quasi secolare verso la memoria del Poeta! FRANC. G. IPPOLITO KtVIST A DELLE ~IVISTE Alessandro Ula,·: Francesi, Ing·Iesi e Tedeschi dinanzi alla guerra europea (r). -Per uno slancio senza pari verso il grande sviluppo economico, la Germania giustifica _largamente le sue aspirazioni alla potenza e alla prosperità che possedetteeo l'Inghilterra e la Francia, sue precorritrici nel cammino del benessere nazionale. Da tali aspirazioni la politica ttdesca è dominata da quindici anni : e tutti gli elementi di succ.essoe l' energia , l'assiduità, l' accortezza di tutti I gruppi sociali, indistintamente-da quello dell' impera·- tore a quello degli operai - furono messi a contributo per raggiungerle. L' incompatibilità teorica eh' è tra l' ideale degli Hohenzollern e l'ideale del socialismo è scomparsa dinanzi alla finalità pratica propostasi. Nessun periodostorico parve mai così chiaramente mostrare l' onnipotenza del fattore economico nello sviluppo politico delle nazioni : ed è in verità una curiosa ironia il fatto che il materialismo storico di Marx non sia soltanto confermato dall'azione, ma anche evocato come giusttfica della politica mondiale dal più feroce nemicodel socialismo. Nessun altro fattore sociale avrebbe potuto render possibile e giusti · ficare questa attività tedesca , la cui ripercussione su le altre nazioni è risentita se non come un pericolo, almeno com.eun i poemi non hanno accresciuto gran che la sua fama. . ( ) V l d d · · l esto mte- Pochi ne son certo ricorderanno quel poemetto ber- .' 1 o en o are per mtero m un so numero qu , ' ' lressante articolo di Ular rimandiamo a quello seguente 11 largo nesco L'o1·igini di lu munni, che pure è per l'argo- _' riassunto di un altro importante studio sulle Istiturioni padromento scientifico e filosofico insieme una concezione non r. nali negli Stati Uniti tratto dal Musée Socia/. 7

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