Rl\'lSTA POPOLARI: 613 (< i cattolici, mentre si indugiano a discutere gli statuti, portano le loro forze inconsapevoli, passh·amente, stupidamente, a un partito che di questa miseria di iniziative, di cultura, di onestà politica , di caratteri , ha forse le maggiori responsabilità n. Il partito, cui si ·:i.llude qu1 uomini, cbe hanno governato . . 10 p01. è quello in Italia insieme di del 1860 L' alleanza che Don Murri con poca sincerità nega Ji avae domandaL1, infine, si giu5titìca per i numerosi- punti comuni alla democrazia cristiana e al socialismo riformista. <<' Lon. Turati si chiede, che cosa potrebbe unirci, egli os- . serva. lo , e !' ha bene accennato il Giorn.:,le d' Italia , mi chiederei invece che cosa, quando si tratti di riforme di prossima attuazione nel terreno economico- sociale, potrebbe dividerci. Io, almeno, sarei imbarazzato a dirlo : fin la definizione del socialismo, che, dal punto dt vista politico , dava nel numero del r O ottobre della Critica sociale il signor Crespi, po. trebbe essere, salvo qualche leggera correzione, acc_ettata da noi , essa è anzi identica , nella sostanza , ad una definizione, molto ortodossa , data già della democrazia cristiana. Riservando od alle credenze dei singoli od allo studio dei competenti l'esame di quelle chè potranno essere le forme sociali del domani (ed aggiungendo anche, per nostro cunto , che noi ncn crediamo poss·bile l' avvento del collettivismo integrale) i socialisti riformisti, come i democratici cristiani, vogliono mettere in mano del proletariato tutti i mezzi di cultura e di organizzazione utili o necessari perchè esso valga il più che è possibile ad imprimère Ji sè e delle sue tendenze l'evoluzione sociale e politica contemporanea >). \( In tutti , credo , i problemi economici sociali contemplati dal programma minimo dei socialisti e dei quali essi si oc·cupano - o si dovrebbero occupare - come rappresentanti del proletariato , e non come rappres~ntanti della cultura o della filosofia moderna , l' accordo è largo e sicuro. Riforma tributaria, legislazione sociale, protezione del lavoro, organizzazione di classe, cooperazione, sono questioni agitate da noi e dai socialisti con intenti pratici che in gran parte si coincidono : e il cammino che si potrebbe fare insieme nelle agitazioni popolari, nelle amministrazioni locali ed, eventualmente, a Monte-- citorio, su tali questioni - che sono pel popolo nostro le più vitali ed importanti -sarebbe lungo di quaìche diecina d'anni, forse ». Il dissenso tra socialismo riformista e democrazia -:risti,rna il direttore della Coltura Sociale non lo scorge che nel modo di concepire la filosofia della vita e della società; nei problemi della famiglia, della scuola, del l' educazione ec. ♦ Un punto importante. Do11 Romolo '.\'lurri è meritevole di essere discusso dai partiti democrat1c1 come un possibile alle.no? Per mc non dubito menoma mente della sua sincerità, come ho fatto omaggio spe:,so alla sua intelligenza e alla sua cultura; d1,1bito della sua forza e quindi delh1 utilità e convenienza di un'alleanza colla democrazia cristiana e temo degli equivoci pericolosi che essa potrebbe generare. Don Murri è sincero q~ando constata l< la profondità della crisi che travaglia oggi le coscienze cattoliche. I socialisti pensano, egli continua, che l'atteggiamento dei giovani d. c. nelle questioni riguardanti i rapporti del°cattolicismo con la vita pubblica sia ancora l'antico atteggiamento clericale, ispirato al concetto di una posizione privilegiata ed i una ingerenza diretta della Chiesa negli affari pubblici; d'una politica della Chiesa che si svolga - come nel medio evo -· nello stesso terreno degli altri partiti politici con preferenze in alleanza, patti elettorali ecc. (in cui una confessione religiosa si accoordi con un partito politico) e che faccia capo, quasi naturalmente , ai vescovi ed alla Segreteria di Stato di S. S. Questa posizione , per quanto internamente legata anche oggi nell'animo di molti al concetto dell'attività esteriore e ufficiale del cattolicismo, è stata teoricamente e praticamente superata; teoricamente, dagli scritti del Loisy, del!' Ehrhard, del Tyrrel, dell' Ireland e di numerosi altri meno noti, i quali han fatto, dal punto di vista della filosofia della religione e della storia, l'analisi dei caratteri storici e passeggeri del cattolicismo medioevale latino; praticamente dalla condotta politica del Centro in Germania, da quella dei cattolici irlandesi in America e dagli stessi critçrii seguiti da Leone XI[[ ne' suoi rapporti con la Francia. e con gli Stati Uniti. Che il vecchio spirito clericale coesista , così valido e forte ancora, in Itaiia, col nuovo orientamento , è cosa che ci riguardà, fino a un certo segno, ma solo per le difficoltà che ne son sempre venute al movimento nostro, e che lo avrebbbero fdtto sparire se esso non fosse infinitamente legato ai progressi stessi della cultura, della vita pubblica ed anche delle coscienze religiose nel cristia nesimo >>. E Don Murri respinge del pari ogni solidarietà. << con quel numero grande o piccolo dei cattolici che si credono in dovere di vestir la livrea moderata, di pagar le cortesie dei padroni con l'influenza esercitata a vantaggio di essi sugli umili, d1 organizzare il krumiraggio e via dicendo n. Non ostante queste leali dichiaruioni di sèntimenti lodevoli una alleanza dei parti ti avanzati, e non del solo socialismo riformista, colla democrazia cristiana, non è possibile e non è desiderabile perchè essa ci tiene a rimanere nelLl Chiesa Cattolica ed a ricono~cere come suo capo il Sommo Pontefice. Ora tutta la dottrina cattolica assommata nel Papa infallibile è Ja negazione sostanziale e irriducibile della dottrina democratica e socialista, per quanto la gerarchia e l'organizzazione della Chiesa cattolica eliminando la trasmissione ereditaria e basandosi sulla elettività abbiano in fondo qualche cosa di democratico. Un' allea11z,1tra i partiti avanzati, tout bonnement democratici, colla democrazia che si dice cristiana ma che è cattolica nel senso storico che ha acquistato q uest' ultima parola, quindi genererebbe equivoci dannosi per la vera democrazia, che si vedrebbe insidiata da tutti i possibili travestimenti, senza che ad essa possano venirne vantaggi perchè i democratici cristiani rappresenta"t10 una sparutissima , incalcolabile minoranza · nella Chiesa. Tali devono rimanere sino a tanto che essi vorranno rimanere cattolici, perchè i cattolici devono obbedienza al Papa infallibile e non a Don Romolo Murri, il sacerdote che dà primo l' esern pio del!' ubbidienza e subisce rassegnato l'esilio delle Torrett:. Il capo della democrazia cristiana giovane, poi, non si rende ragione dello interesse superiore della Chiesa cattolica, che non consiglia uu.' intesa esplicita, sincera, completa coli' Italia perchè ciò che guadagnerebbe nella penisola lo perderebbe in pre• stigio ed anche in concorso materiale nell' orbe cattolico. Una diminuzione sensibile nella fede verso il Papato si ha nella diminuzione dell' obol~ di S. Pietro, che non a caso si è verificata sotto P10 X della cui italianità si è discusso troppo perchè al1' estero non se ne abbia sentito la ripercussi9ne.
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