RIVISTA POPOLARE 611 dimissioni di governatori generali , di comandanti miìitari e di comandanti di flottiglie, da Tiflis a Cronstadt, da Varsavia a lrtskust ; dell'arresto senza difesa e senza resistenza del principe Obolenskj governatore della Finlandia ; e della proposta del 'l{uss di Pietroburgo di arrestare tout court lo stesso generale Trepofl. TrepoH ! Ma senza lo spirito rivoluzionario dello esercito si potrebbe mai concepire l' inaziolle di questo soldataccio, che minaccia continuamente il massacro senza mai eseguirlo e che trasforma un generale carnefice in un grottesco ammazzasette otfem b:1cchiano? A tali condizioni dello esercito e della marina, passivi per lo meno <li fronte alla rivoluzione, si deve se questa si potè compiere senza battaglie vere, che a causa delle: armi moderne sarebbero riuscite spaventevolmente s:mguinose se i so\dati le avessero adoperate. Lo sanno i contadini di Sicilia e del Mezzogiorno qual' è l,1 tremenda effic:1cia dei _fucili a piccolo calibro! Se stragi ci furono davvero in Rus- • • • 1 sta e sangue copiosa men te venne versato, c10 avvenne per opera della reazione e non del la rivoluzione. Le condizioni del!' esercito e della marina naturalmente in questa come nelle altre situazioni analoghe sono il prodotto della pubblica· opinione che su di essi si ripercuote. Si può dire che questa sia una vera legge delle rivoluzioni moderne : esse riescono quando le truppe vacillano o addirittura defezionanq; ·1e truppe vacillano e defezionano quando è u~~rnirne, o quasi, Lt sollevazione nella pubblica coscienza. Ma se in Russia agiscono tanti formidabili fattori antirivoluzionari, come si è formata nel paese questa coscienza rivoluzionaria che ripercuotendosi sull' esercito e sulla flotta ha paralizzato lo czarismo ed ha condannato a morte l';utocrazia? Egli è che se erano formidabili gli ostacoli, cause di una forza ec..:aionale intervennero per farli superare. Gl' intellettuali, gli studenti, i socialisti da oltre venti a~mi avevano fatto una propaganda tutta intessuta di martiri, di fucilazioni, di deportazioni in Siberia , che aveva guadagnato gradatamente gli animi di tutti gli elementi sui quali potevano avere prese i moventi politici e morali, tutto ciò che rappresenta i sentimenti più puri e più elevati. Le masse, che forse sarebbero rinuste inaccessibili all'azione di tali moventi furono scosse dalle sofferenze materiali. La miseria era grande,. incredibile prima della guerra: aveva ucciso milioni di uomini ed era stata descritta a tinte insuperabilmente cupe da Tolstui, da Lehnunn e Parvus, da cento altri. La guerra non poteva che·centuplicare colle imposte aggravate, col commercio diminuito, coi milioni di braccia sottratte alla produzione il disagio economico esistente, cui dette le proporzioni dell' inverosimile. Ed è nei villaggi, nella popolazione rurale, che -rappresenta i novi decimi degli abitanti della Russia, e che è stata sinora il sostegno del!' autocrazia, che la coscienza pubblica formula, dice il Nowikoft, questa sentenza: Cosìnon si può vivere ! I fattori energici politici, intellettuali e morali convergendo con quelli materiali, economici, erano più che sufficienti per creare una irresistibile situazione rivoluzionaria. In tali condizioni l'evento avrebbe potuto essere impedito o ritardato da uno di quei fattori morali, che inebbriano i popoli e fanno loro dimenticare le sofferenze materiali: dalla gloria militare. La vittoria contro il Giappone avrebbe potuto consolidare chi sa per quanti anni ancora lo Czarismo. E invece h Russia per · venti mesi consecutivi fu funestata dallo annunzio di cento disfatte enormi, che sembravano tutte irreparabili : tra le quali gigantesche, che non .hanno riscontro nella storia di tutti i popoli e di tutti i secoli - Port Arthur, Muckden, Tsushima. Cos1 la guerra che avrebbe pùtuto frenare lo spirito rivoluzionario divenne un moltiplic,1tor.: di malcontento, un bacillo, potentissimo per la rapidità della sua moltiplicazione, di rivoluzione. Con ragione, perciò, si afferma che le vittorie del Gi:1ppone furono la causa ultima determinante della caduta dell' autocraiia russa, come Sedan aveva dato l' ultimo crollo all'Impero dei Bonaparte. Le disfatte non agirono solianto come eccitanti degli animi della popolazione; esse riuscirono forse più favorevoli alla rivoluzione preparando, accelerando la demoralizzazione dell'esèrcito, distruggendo tutto il •prestigio de.ilo Czarismo. Ancora. Mentre la disfatta irrernidiabile, sistematica, continuata per venti mesi nell'Estremo Oriente esautorava completamente tutto l'elemento militare, che sino a poco tempo fa er:1 stato sinistra men te onnipotente nella Russia, la pace di Portsmouth circond51va di un'aureola vera, per quanto esagerata, il Witte. Witte era caduto vittima degli intrighi e delle cospirazioni della Corte, del mitit'1rismo, di tutte le forze reaiion:uie; la sua esaltazione quindi , anche senza che lui la volesse e la desiderasse segnava la sconfitta di tutti i suoi avversari, che guidati da Trepoff, lo hanno combattuto ed ostacolato sino all'ultimo momento. Di fronte alla rivoluzione divenuta irreparabile che cosa poteva rtndere degna men te tragica la resistenza e la caduta di un regime infame? Queste cose: l' unità di azione delle forze reazionarie, l'energia massima di un uomc> superiore, che avrebbe dovuto dirigerle. Che cosa si ebbe invece in Russia? Il dualismo irreconciliabile tra Witte e Trepofl, tra il potere civile e il potere militare; l'indecisione, l'abulia, di uno Czar debole , nevrastenico , superstizioso , che non vuole nomimare la parola costituzione , perchè aveva giurato a suo padre di non darla è non nominarla :1:ai mai e che crede di scacciare il demonio e di calmare lo sdegno paterno facendosi il segno della Santa Croce nell'atto che concedeva la Costituzione .... Quanta miseria morale, quanta degenerazione nel~e istituzioni imperiali moscovite! Victor Berard in maggio 1905 cbiuse il suo libro sullo Czarismo con queste fatidiche parole « Ni- « cola Il ~on sembra vedere che di tutte le politiche, « quella dell'esitazione è la più pericolosa; che bi- << sogna scegliere nettamente tra le teorie di Po- « biedonostzefr e i desideri della nazione; che gli « attentati si avvicinano al trono; che dopo i satrapi « e gli scribi, Bobrikofl, Johanson, Galitzine ecc. la « bomba o il revùlvere sopprime il suo ministro « Plehve ( agosto 1904), suo zio il granduca Sergio « ( febbraio 1905); che in questo anno il popolo e « lo czarismo si sono incontrati in un 22 gennaio « e che il popolo ha fatto la spesa di questa prima « giornata, ma che un altro anno, un anno molto « prossimo, sarà forse in un 21 gennaio che simile
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