RIVISTA po POLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d.' ogni mese H,alia ; anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero ; anno lire 8; semestre l_ire 4:,50 Un numero separato Cen t. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emanuele ·,i. 0 I lf> - NAPOLI Anuo Xl - Nnm. 21 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Novembre 1905 , SOMMARIO: Noi: Gli avveu1mentt e gli nomtut: (Per un giornale quotidiano del partito repubblicano in RomaL'on. Fortis in viaggio di scoperta ... in paesi conosciuti. Il caso Dè Felice - Come nel ministero della guerra si spende il denaro dei contri'buenti - La difesa della monarchia ... repubblicana in Norvegia - La deficienza del servizio postale e telegrafico. Lotta fra il ministro e la Federazione post-telegrafica - li sutfra~io uni versale in Austria. La biscia e il ciarla!ano. Nuovi saggi di civiltà tedesca) - La Rivista: In Russia. Dal dispotismo alla libertà attraverso all'anarchia - Dott. Napoleone Colajanni: L'impotenza costituzionale della democrazia cristiana -- Pietro Kropotkine: Antim~1itarismo e rivoluzione - D.1 Barot Forlière: Criminalism,, coloniale - Sperimentalismo sociale: Estensione e sviluppo della cooperazione in Europa - Frane. G. Ippolito: Di un nuovo studio critico su Giovanni Meli - Hivista delle 1Uv1ste: Francesi, Inglesi e Tedeschi dinanzi alla guerra europea (La Re_vue) - Le finanze ,\ell'impc:ro germanico (Der Turmer) - Il carattere e l'educazione giapponese (Na!ional Review) - La legge di Lynch: sue d1use e rimedi (North American Review) - Il salvatore di 60,000 fanciulli (Review of Reviews) - Per il bonificamento dell'Agro romano (NuovaAntologia) - Barlumi (glimpses) dell'industria giapponese (Engineering Maga 1 ine) - La iniquità della leggè sui poveri in Inghilterra (Contemporany Review) - Una statistica del proletariato russo (Die _Veue Zeit). Preghiamo caldissimamente i pochi abbonati, che ancora non si sono m·essi in regola coll'amministrazione a pagare colla massima sollecitudine onde evitare che venga loro spedita la ricevuta per mezzo della posta: mezzo a cui ricorriamo malvolentieri perchè costoso e perchè coll' attuale pessimo servizio postale non dà alcun affidamento sulla veridicità delle risposte che alcuni uffici p-:-tali arbitrariamente attribuiscono agli abbonati. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI. Per un giornale quotidiano del partito repubblicano in Roma. - Si e aperta la sottoscrizione per la pabblicazione di un giornale repubblicano in Roma, che dovrebbe succedere all' ltalietta di Milano e riannodare, cou migliore saccesso, le tradizioni del Dovere, della Lega della Democrazia e del Fascio. La sottoscrizione procede abbastanza bene e lascia sperare che si raggiungerà la cifra indicata da Arcangelo Ghisleri per accettarne la direzione ; cifra che rappresenterebbe il minimum di durata della vita del giornale. Tale minimum viene richiesto non tanto nello interesse del Ghisleri , che farebbe sempre un grandissimo sacrifizio . : partito lasciando il posto sicuro che occupa alla direzione della Società per le Arti grafiche in Bergamo , quanto per la dignità e· serietà del partito stesso, che riceverebbe grave danno dalla nascita di un nuovo organo poco vitale, che aggraverebbe nel momento attuale le conseguenze delle scomparse preceçlenti. · Il giornale repubblicano oggi nascerebbe in condizioni assai diverse di quelli antichi. Non sarebbero più due individui come Castellani e Lemmi, che anticiperebbero un paio di centinaia di migliaia di lire quante, se mal non ri<'ordiamo, ne assorbì La Lega della Democ1·azia; nè sarebbe il prodotto dei sacrifizi pecuniari assai più modesti e degli sforzi inauditi personali di due altri individui, Pantano e Colajanni, come fu il Fascio della Democrazia, che visse abbastanza per fare due brillantissime campagne : quella contro le malaugurate convenzioni ferroviarie e l'altra contro la spedizione· di Massaua; aggiungiamo, infine, che il giornale repubblicauo in Roma perderebbe quella impronta regionale che aveva l'Italia del Popolo di Milano sostenuta per tanti anni dall'abnegazione, dalla costanza, dai sacri.fizi deila forte democrazia lombarda. Con _questo nuovo tentativo, che noi ci auguriamo, che riesca, si avrebbe un organo vero della collettività repubblicana italiana, quaptunq ne noi siamo sicuri, che la Lombardia darebbe sempre il maggiore contributo. Si è discusso in seno del partito repubblicano se il suo giornale quotidiano debba pubblicarsi a Milano o a Roma e si finì col dare la preferenza alla seconda. Certamente l'ambiente repubblicano è più numeroso ed anche migliore nel cuore della Lombardia; ma non vi è chi non vegga che l'azione sua su tutta la penisola . può svolgersi meglio dalla capitale, dove si pubblicano tutti i grandi giornali che rispecchiano le altre correnti politiche esistenti nel paese , dove si svolge la vita parlamentare. Col giornale repubblicano in Roma il gruppo parlamentare repubblicano, che numerica.- men te di por.o è inferiore a quello socialista, acq uisterebbe una importanza, che attualmente non ha e non può avere. Un nltima parola. Un partito politico senza giornale quotidiano al giorno d' oggi in cui la vita si svolge con tanta rapidità, sotto forme complesse, in molteplici direzioni ; oggi che ad esso devono far capo , perchè realmente rappresenti un partito politico , 110n più pochi individui - che appena appena costituirebbero una setta o un cenacolo filosofico o letterario - ma centinaia di migliaia di uomini ; un partito politico, ripetiamo, senza giornale quotidiano sarebbe come un organismo senza cuore e senza cervello o più semplicemente un non-senso. Quanti sono repubblicani, adunq ue, devono cooperarsi con tutte le loro forze affinchè risorga in Roma il loro organo centrale. Pensiamo, inoltre, che un giornale repubblicano quotidiano nella capitale, inspirato a quella elevatezza morale che fu sempre la caratteristica del partito repubblicano e redatto con criteri tecnici moderni gioverebbe anche a tutta la vita politica italiana e la vivificherebbe- rendendola più sincera e più attiva.
602 RIVISTA POPOLARE L'on. Fortis in viaggio di scoperta ... in pnesi co - nosciuti. Il caso De Felice. -Il Presidente del Consiglio dei ministri prima della riapertnra della Camera dei Deputati ha fatto un daggio nelle Calabrie e in Sicilia. L'avvenire non remoto ci dirà se questo viaggio lascerà, come quelli degli altri ministri, il tempo che ha trovato. Certo e che neppure i più sfegatati cortigiani e i giornalisti più ·ufficiosi oseranno affermare che se ne sentiva il bisogno: i mali di quelle regioni sono conosciuti da anni ed anni e si potrebbe formare una montagna di carta accumL1lando tutta quella ch'è stata consumata per le inchieste , pei comizii , pei discorsi parlamentari , pei disegni di legge, per articoli dei giornali , e delle riviste , pei libri più o meno voluminosi. Municipi, provincie, camere di commercio hanno presentato all' on. Fortis numerosi memoriali sui bisogni locali e sui mezzi più adatti per migliorare le tristi condizioni economiche locali : egli forse non li avrà letti per non disturbare Ja dige8tione dei tanti banchetti, che gli sono stati offerti e per non cancellare il ricordo delle feste poco entusiastiche e molto ufficiali. Non possiamo ·occuparci di tutti i voti presentati in Calabria e in Sicilia al ministro viaggiatore, nè rileveremo i commenti che si fanno sull'assenza dell'on. Majorana , che pur sembrava indicato particolarmente ad accompagnarlo per la sua qualità di Siciliano e per quella di Ministro delle Finanze. Ci limitiamo a riprodurre il memorandum formulato dall' avv. Ercole Ponte per conto dei municipi della provincia di Catania, che rappresenta la media dei voti della Sicilia ed anche delle Cala.brie. E' il seg11ente: Estensione ed applicazione alla Siéìlia della legge per la Basilicata, con gli opportuni adatta.menti, conformi ai seguenti voti : 1. Sgravio di metà delle imposte fondiarie, o assunzione da parte dello Stato delle spese obbligatorie dei Comuni per la pubblica Istruzione e riassunzione di tutte quelle altre, provenienti da delegazioni di uffici di Stato arbitrariamente fatte e gravate sugli Enti locali. 2. Abolizione delle quote ·minime sui fabbricati ed esebzione delle imposte sui fabbricati rurali , già esistenti o da costruirsi. 3. Esenzione delle quote minime di focatico ed abolizione della tassa sul bestiame da lavoro. 4. Spezzamento immediato del latifondo fidecommissario con l'applicazione rigorosa della legge 17 luglio 1890, mercè opportuna trasformazione e concentrazione, e concessione in enfitensi delle terre nelle regioni latifondiste, con gli oportuni correttivi al C. C. sulla indivisibilità del canone e del fondo enfiteutico, applicando l'articolo 24 della legge sulle case popolari, con facoltà di riscatto ed obbligo dei miglioramenti eqtro il ventennio. Spezzamento graduale del latifondo baronale incoraggiandolo mercè sgravi d' imposte sulle parti quotizzate agli agricoltori e migliorate con cultura intensiva. 5. Colonizzazione interna, incoraggiando gli agricoltori ad abitare con le famiglie permanentemente in campagna , accordando agevolazioni fiscali o mutui di favore per costruzioni rurali. 6. Costruzione di bacini montani d' irrigazione, serbatoi artificiali, dighe di presa, gallerie filtranti, argini di fiumi e torrenti e rimboschimento, già promessi 45 anni fa da Cavour a Filippo Cordova. Contemporaneamente incoraggiare allo stesso fine privati e Comuni, con mutui di favore ed esenzioni di tasse ed imposte per le operazioni. 7. Provvedime~ti per la reintegrazione delle trazzere usurpate, con procedimenti sommari amministrativi ai sensi dello sovrane sanzioni del 1811 e 1842 facilitazioni e sussidi d' iucoraggiamento ai Comuni, per costruzioni e riordinamenti di vie rurali e sussidi chilometrici speciali per tramvie e servizi automobilistici. Mitigazione di tariffa pei trasporti di merd e vÌaggiatori sulle ferrnvìe e sui piroscafi. 8. RiJJresentazione e sollecita votazione del disegno di legge s11i demani comunali del Mezzogiorno, presen • tato prima dagli on. Giolitti e Lacava al Senato nella tornata del 18 febbraio 1893, e poi di,;cusso nel 1894 dall' 1 on. Boselli, nel 1895 dall' on. Barazzuoli e tlnalruentr dall'on. Guicr.iardini; presentato alla Camera dei deputati .nella seduta del 13 aprile 1897, sul quale riferì la Commissione parlamentare, relatore Rinaldi. 9. Sollecita discussione del disegno di legge s11l Ore dito Agrario in Sicilia, ora all'ordine del giorno della Camera (relatore l'on. Pasquale U hertiui). 10. Ripresentazione del disegno di legge sui contratti agrari ed istituzione dei probi viri per le industrie agrarie. 11. Riordinamento della circoscrizione territoriale ai fini precipui della retta amministrazione della giu~tizia in conformità dei disegni di legge esistenti. 12. Reintegrazione delle preture ingiustamente abolite con la legge del 1890 o istituzi,mi di sezioni di pretura con magistrato ed. ufficio fisso. Noi non esamineremo adesso i singoli punti di questo memorandum, la c11i reali7,zazione per la Sicilia e per le Calabrie assorbirebbe i seicento milioni del prestito di Ferri senza lasciare un centesimo agli scùpi, che il deputato socia.lista si propone. Quest,a osservazione fa intendere da sola che moltL;simi degli esposti desiderata rimarranno insoddisfatti anche senza alcun malvolere di ministri e di deputati. Ritorneremo, però, sulla quistione a momento opportuno; ma prima di lasciare l'argomento vogliamo rilevare la nota pol•t;ca. più spicca tl:Ie. più discus::ia del viaggio ministeriale: ]H. partecipazione dell' on. De Felice. prosindaco di Catania. alle feite iu onore all' onorevole Fortis. I socialisti di Roma lo hanno biasimato. assimilando l'atto suo a quello c•1mpiuto da.i socialisti di Genova e di Milano, che hanno µre1,o p:nte alle feste pel Re;) conservatori si sono fregate L: mani con_compi;tcenza scor~endo nel fatto un segno d1 addomesticamento del deputato rivoluzionario. Per noi hanno torto gli nni e gli altri. Data la mentalità meridionale e siciliana se De Felice si fosse astenuto sarel,be sta.to fatto segno a molte accuse cervellotiche si , ma efficaci abbastanza per nuocere idla causa democratica. La confosic,ne tra il Re e il Ministro che forma la base delle critiche è erronea ed è forse artitici~sa. Repubblicani e socialisti non vanno al Q 1irinale ; ma reµul>blicani e socialisti nello interesse degli elettori e della cosa pubblica ::ieri· · vono ai ministri e vanno anche al Palazzo Bra:-;chi ben di frequente. Quale roeraviglia, adunque, ::;el'on. De Fe: lice, quale sindaco e deputato di U.lfania, ha fatto gli onori di casa al ministro nella speranza di far cosa utile al proprio paese? ♦ Come nel ministero della guerra si spenda il d~- naro dei contribuenti. - Abbiamo indistito e Heg111teremo ad inHistere sugli sperperi colossali che si fanno dal ministero della guerra senza assicurare quella difesa dello Stato contro lo strttuiero, che sta a c 1ore a tutti gl'italiani, compresi moltissimi socialisti, come è risultato all'evidenza dalle ultime polemiche sulla pro· paganda antimilitarista. Le nostre cri tiche vennero sempre suffraga te uou solo coi fatti-erano essenzialmente ::iperirnentali- ma non poche volte anche colle parole d' indiscutibili autorità mi]itari; spesso con quella del!' ,rn. Generale Marazzi. Arriva in questo momento più clie opportuno un articolo del colonnello Biancardi nella. Nuova Antologia (1° Novembre), che viene a darci co upleta ragione. _ Il titolo s0lo dell'articolo: L'esercito senzri artiglieria, dovrebbe bastare a disilludere e ad ammonire i militaristi pazzi , che non ammettono alcuna discussioue sull'esercito e i deputati servili, che votauo ciecamente
RIVISTA POPOLARE 603 tutte le spese, che vengono pro1•oste dai ministri della guerra e della marina. E::isi aggravano le tristi condi- %ioni economiche dei coutribaenti italiani senza provvedere efficacemente al la dife::la della patria, che serve di pretesto o di giustificazione ai loro voti. E si pnò contare sulla efficacia di questa difes·\ quand•> l' esercito è senza artiglieria? E' appunto q nello che dimostra, il Biancardi, la Citi dimoi;trazione per la qualità dello scrittore - un militare - ha particolarissi,na importanza; ne ha ancora perchè egli mette a riHcontro ciò ghe si è avverato e si è constatato nella guerra rnsso-giapponese, con ciò che egli aveva previsto parecchi anni or sono. Qnesto articolo, adunque, viene a rinvigorire il proposito di tutte le frazione della democrazia di opporsi con tutte le forze all'azione follemente dilapidatrice del ministero della Guerra, che in q aesto anno è stato snperato dal oiinìstero della Marina. ♦ La difesa della monarchia... repubblicana in Norvegia. - Non ci sono più dubbi oramai s1tlla forma di governo, che prevarrà in Norvegia: sarà mt1.nte 7 nuta la monarchia, per la quale si è dichiarata una forte maggioranza col 1·eferendum. La dinastia danese-, adunque, fornirà un Re al nuovo Stato indipendente come 110 ha fornito a parecchi altri. Il risultato del plebiscito non può sorprendere se si pensa che la defezione di Bjoernson, popolarissimo in Norvegia, avrà dovuto esercitare una grande influenza ~mlle masse. La discussione sull'avvenimento adesso non ha, però, un semplice valore retrospettiva; ma serve a mettere in evidenza il carattere della nuova monarchia ed a far conoscere q u~li sono le giustificazioni dei repubblicani apostati, che all'ultimo momento decisivo, quando con un piccolo sforzo avrebbero potuto realizzarfl il proprio ideale si dichiararon,1 per la. monar0hia. l...oevland ministro dt>gli affari esteri, che dalla lettera di Bjoernson, citata ne! numero precedente della Rivista, sappiamo che partPggiava per l'ideale rep11.bblicauo, i11 una inte1 vista pubblicata. dal 1emps ha giustificato in sostanza la propria defezione con un finissimo parellelo critico tra la monarchia repubblicana ingle:;e e la repubblica monarchica francese, dando la preferenza alla prima e assicurando che se la Norvegia avesse preferito la repubblica ~vrebbe scelto 11na repubblica .. 1·epubblicana come q nella della Svizzera. Arne Hammer nel Cou,1TierEu1·opèen (27 Ottobre) è venuto alle stesse conclosioni. Il Re in Norvegia,_ egli dice, non è che un Presidente a vita con un potere minore del capo dello Stato in Francia. La sua sola prerogativa, infatti, è il veto sospensivo - istituzione qualche volta utile in un paese senza Senato e perciò disarmato di fronte ai voti di sorpresa. Il veto del· re1:1toè provvisorio e non pnò durare che per tre sessioni parlamentari. I Norvegiani sanno che dal 1814 in poi il Re non ha mai potuto impedire alcnna riforma, grande o piccola, e che non ostante la sua opposizione non riuscì 11eanche ad evitare il distacco della Norvegia dalla Svezia. La funzione del Re non è che quella di rapp1·esentm·e il popolo, .ed è il ministero controllato dal .Parlamento, quello che governa. La vera ragione, per cui la Norvegia rimane monarchica. secondo l'Hammer, è di ordine mternazionale: non ha voluto suscitare sospetti tra le monarehie europee e sopratutto ha voluto rendere facile l'intesa colle altre monarchie scandinave - la Svezia e la Danimarca. ~i noti a questo punto che in Isvezia anche i conservatori, come Tahlbeck, che inaegna diritto costituziouale, avrebbero preferito la repubblica. Nella scelta di un Re danese vi si scorge anche un tentativo di rivincita della Danimarca contro la secessione del 1814, che pose la Svezia e la Norvegia sotto la famiglia Bernarlotte ; perciò in Isvezia c'è grande irritazione contro la Danimarca e si parla di boicottarne i pro dotti. Ciò rileviamo da un articolo di Tritjoff Palmer nell' Européen. Non poche volte noi abbiamo notato la differenza tra la mouarch·a inglese e le altre; - esponemmo anche perchè in Inghilterra non si sente il bisogno di fare una rivoluiione per avere la repubblica. Cosi, data la monarchia della Norvegia, non avremmo saputo consigliare una rivoluzione sangi unosa per arrivare alla repubblica. Ma giacchè la rivoluzione s' era fatta, e per fortuna incruenta, non riusciam0 a comprendere che i repubblicani norvegiani ·si siano dati un Re! E GjeL~vick, professore di diritto costituzionale nella· università di Cristiania non arriva a comprendere come la Norvegia ch'è vis~11ta bene per 500 anni senza.Re, senza Corte e senza cortigiani in casa propria, essendo matura per la repubblica abbia potuto preferire la monarchia. Spesso, inoltre, criticammo la repubblica contralizzatrice della. Francia accordando tutta la nostra preferenza a quella Elvetica. Ma non posHiamo aderire al f!iu-:lizio del Loevland, che al Presidente della repubblica francese accorda un potere maggiore di quello di cui gode il Re di Norveg:a: il presidente della repubblica in Francia h:-\ tanto potere quanto qualsiasi Re Travicello in una monarchia costituzionale; ed è nna delle cause della debolezza delle attuali istituzioni francesi. Un Presidente armato di forti poteri, ma non pericolosi sinora, alle pubbliche libertà è quello degli Stati Uniti; d'onde la superiorità del regime presidenziale sulla monarchia costituzionale. Le ragioni internazionali accampate da.Il' Hammer non ci sembrano serie. Perciò nella migliore delle ipote➔i, dato che il futuro He di Norvegia, si riduca a q nella di esigere lo stipendio in ogni 27 del mese si può conchiudere che i N,)rvegiani, clie avrebbero potuto mantenersi perfettamente liberi, con corrispon'.lenza esatta tra la forma e la sostanza della Costituzione, hanno preferito di mantenere il contrasto tra l'una e l'altra sovrappponendo alle istit.1zioni repubblicane un Re Travicello - uno di quei Re che Napoleone 1° chiamava cochons en graisse. ♦ La deficienza del servizio postale e telegrafico. Lotta fra il ministro e la l! 1ederazioue post-telegrafica-Ciò che avviene nel servizio postale e telegrafico italiano è davvero straordinario: c'è stato un peggioramento improvviso, che non si· pnò spiegare, come il disservizio ferroviario con tantè circostanze eccezionali. Se i telegrammi ritardano, se si disperdono le lettere con •sorprendente facilità da qualche tempo in quà non potn\ dirsi che ciò dipenda, ad esempio, daL terremoto di Calabria, che ha immobilizzato alcune migliaia di vagoni o li ha distratti dall'uso ordinario. C'è quindi da sospettare che ci sia un poco di ml\lvolere orga · nizzato negli impiegati. Ma non si deve negare menomamente che ci sia una grande deficienza di personale e di uffici , alla quale si de ve provvedere colla massima rapidità possibile. La necessità dei provvedimenti la illustreremo con poche cifre e con poche osservazioni, .che togliamo dal Giornale d'Italia. e Il personale, scrive il giornale di Roma è male organizzaw. > · e E come• si può pretendere che non vi sia disorganizzazione allorchè manca qualsia.si criterio direttivo costante, e in pochi anni, si è addivenuti ad oltre una dozzina di deleterii rimaneggiamenti d'organici, i quali hanno avuto la virtù di creare delle anormalità incredibili, come _quelle di promozioni con diminuzioni di stipendio e di classifìca7.ioni di concorsi che portano a cariche maggiormente retribuite i peggio quotati, soltanto perchè più anziani ? •
604 RIVISTA POPOLARE « Per indennizzare i danneggiati da questa anomalia pe'rmanente si sono dovuti perfino ideare degli assegni personali ! • « Negli altri paesi è organizzata ben diversamente l'amministrazione postelegrafica! " . , Da noi esiste un ufficio ogni tremila e ottocentonovantasette abitanti; in Francia uno ogni 3543; in Svizzera uno ogni 907; in Inghilterra uno ogni 1858; in Germania uno ogni 1461; in Austria uno ogni 3226; negli Stati Uniti uno ogni 1041. • « A questa disorganizzazione fa il paio la insufficienza del personale attivo inferiore, quello che rappresenta il movimento. Non si può credere che con miJle braccia, sufficienti, oggi, per un milione di lettere, si possa, domani, provvedere ugualmente per la distribuzione, l' accompagno , il recapito, di dieci mi ]ioni di corrispondenze. • « I servizi senza braccia sono impossibili: il Parlamento non può spa venta+si ove gli si richiedano fondi per alimentare un servizio che si è dimostrato e si dimostra, di continuo, cespite lucroso per l'erario dello Stato. Le grandi aziende , prosperando, producono di più, ma chiedono anche di più. • e Vi sono certi servizi nelle città importantissime, e quelli interni di stazione ad esempio, che richiedono un personale sveltissimo, praticissimo e numeroso. Ed è un errore credere che con lo straordinario si sopperisca alla deficienzJ. di braccia. I buoi da lavoro con trentasei ore di servizio non danno più un servizio produttivo e si v_erificano inconvenienti tali che varrebbe meglio, il più delle volte, non essersi avvalsi del lavoro straordinario. " •· e La Posta .ba, ad esempio, continui ritardi. • « Ciò dipende, dalla mancanza, conseguente, di vuota cassette. In Italia vi sono 25,956 buche postali; in Francia 73,763; in Inghilterra 60,466; in Austria 33,279; in Germania 130,000; negli Stati Uniti 132,000. " e Ma· Ja stasi del servizio è dovuta, evidentemente, al numero infimo degli impiegati lavoratori manuali in confronto degli impiegati di concetto. • « In Italia abbiamo 13,141 impiegati di braccia in confronto a 1102 impiegati dell'amministrazione centrale; in Francia 49,094 in confronto a 1155; in Austria 27,293 in confronto a 727; in Germania 138,215 in confronto a 1462: e perfino nel Giappone 25,553 in confronto a 1126. ,. « Ohe accade, in questo modo? Ohe la Posta non riesce a recapitare quanto riceve, che in molti uffici le corrispondenze si accumulano, che, ad ogni modo i portalettere eseguono il proprio compito , frettolosi, senza il tempo materiale nè la volontà di disimpegnarlo con la dovuta cura. > e E ne avvengono perciò numerosissimi rifiuti, infinite dispersioni che producono danni enormi per i mittenti e i destinatari. Osserv'isi come deve essere· male organizzato il servizio in Italia quando in confronto a 115,589 lettere perdute o non ricollocate , si sappia che 26,455 soltanto furono, se rifiutate, ricollocate in mano agli interessati , mentre , in Francia, 753,691 ne furono rifiutate senza poterne eseguire il ricollocamento, ma ben 1,467,132 furono riconsegnate a ohi di ragione! E così in Svizzera 49,493 in con fronto a l 27,000; in Germania 313,120 in confronto a 1,184,353 ; agli Stati Uniti 1,008,571 , in confronto a 8,945,293 ! » a Mancano, oltre tutto, da noi, i materiali pel trasporto ; moltissimi i treni che non fanno servizio postale; d'altra parte località sprovviste di terrovia o di tramvia, _diligenze antidiluviane e sgangherate; molte volte corrieri pedoni e neppur giornalieri. ,. Facciamo nostre queste cri ti che ed aggiungiamo una considerazione finale. Il bisogno urgente di un aumento considerevole nel personale è evidente -e se il governo e il Parlamento non voglioao vedere maggiormente disorganizzato questo importantissimo servizio devono subito istituire nuovi nffici ed assumere in serv1z10 parecchie altre migliaia d'imp:egat:. Ciò importerà la spesa di alcuni milioni all' anno, che renderanno sempre più difticile ogni ulteriot·e au• mento negli stipeudi di quelli esistenti. In quanto a questo punto facciamo una ec,~ezione_pei portalettere rurali, che hanno salari asdolnta.mente irrisori: dalle L. 160 alle 480 all'anno e con un servizio pesante. Passano per portalettere rurali , qnelli , che prestano servizio in città dai 15,000 ai 40,000 abitanti, che sono tanto numerose nel mezzogiorno ! Eppure sono numerosissime le domande per i posti di portalettere con un salario di 75 centesimi al giorno .... Lo sanno i deputati , che ricevono centinaia di lettere per raccomandazioni presso il Ministro delle Poste e Telegrafi. L'aumento nel personale in servizio avrebbe una conseguenza sociale assai benefica: darebbe una occupazione a migliaia di spostati , che vengono fuori dalle scuole elementari e dalle scuole secondarie e che in grandissima parte sono figli di lavoratori , che non vogliono tornare alla professione dei genitori e che se vi tornassero renderebbero più aspra la concorrenza e la lotta per la esistenza nelle rispettive professioni. 'Accennammo al sospetto di un poco di malvolere nel personale delle poste e telegrafi ed aggiungiamo che esso può essere spiegato colla lotta aspri.:3sima, che si è impegnato tra il Ministro on. Morelli Gualtierotti e la Federazione post--telegrafica. In quanto a questa lotta dobbiamo dichiarare che assistiamo con vivo dolore ai metodi cui ha ricorso il Ministro e che devono raggiungere lo scopo opposto a quello che si è prefisso e procurare molto, ma molto discredito ai pubblici poteri. Noi siamo stati tra i pochi militanti nelle file della democrazia, che combattemmo alcune pretese accampate dal personale postale e telegrafic0 nel Congresso di Bologna - proposte, del resto, fondate su di un ordine del giorno fatto accettare alfa Camera da quel pericoloso rivoluzionario eh' è l' on. Carmine ; ma noi non vogliamo che si neghi in alcun modo a quel per::ionale di potersi costituire in associazione onde provvedere al proprio miglioramento morale e materiale entro i limiti della legge e possa anche impedire colla sua oculata sorveglianza che a danuo dei suoi membri vengano manomessi leggi , organici e regolamenti per capricci di ministri, di direttori geuerali, di funzionari superiori di ogni genere. In ogni modo se gli uomini che stanno al governo credono di dovere combattere la Federazione devono farlo apertamente, lealmente e in sede opportuna. Ronvier in Francia ha dato l' e:iempio della via da battere con coraggio e con dignità. In Italia, in vece, Bi ricorre a metodi subdoli e sleali, che ricordano quelli dei peggiori governi inquisitoriali per disorganizzare la Federazione colpendone le menti direttive o tentandone-ciò che è peggio - la corruzione per la intimidazione. Scriviamo q ue::ite parole dopo aver letto l'articolo cti Fitippo Turati nel Tempo (10 novembre) il cui titolo: Nella Sila postal,e teleg1·afica. I subdoli attentati alla, Federazione del personale, lascia subito comprendere che si deve trattare di fatti gravissimi. ~ noi riterremmo che si tratti di una calunniosa invenzione a danno del Ministro e del Segretario per le poste e telegrafi. se non conoscessimo il Turati e non sapessimo che egli non avrebbe scritto la decima parte di ciò che ha denunziato se non avesse le prove in mano. Ci manca lo spazio per riassumere ciò che in tale articolo si narra sui tentati vi fatti per pnnire o intimidire due funzionari dei più rispettabili, il dott. Colombi e il dott. Oampanozzi; ma sentiamo il dovere di dire che conosciamo personalmente il secondo e possiamo senza timore di smentita affermare eh' egli è tanto onesto quanto è colto e leale. Siamo sicuri che l' affare sarà portato alla Tribuna parlamentare; e sin da ora dichiariamo che saremMo lieti se l' on. Morelli-Gualtierotti potesse dimostrare che
R I V I S T .\ P O P O L A R E 605 fu sorpresa la buona fede dell' on. Turati. Temiamo forte, però, che ciò non avverrà. ♦ Il suffragio universale in Austria. La biscia e il ciarlatano. Nuovi saggi di civiltà tedesca. - II te· legrafo ba annunziato nei primi di novembre molte dimostrazioni in varie città dell'Austria, a Vienna a Praga, sopratutto, nelle quali si domandò a grandi grida il suff1 ragio unive1·sale e non si mancò di fare q ualci~e accenno rivoluzionario con le bandiP-re dai colori proibiti e col canto della marsigliese. Le di mostrnzioni a Praga, per l'antagonismo tra la massa della popolazione Czeca e i poteri pubblici rappresenta ti in prevalenza dagli elementi tedeschi, assunsero grandi proporzioni e carattere di gravità: vi presero parte parecchie decine di mjgliaia di persone e vi furono alcuni morti e qualche centinaio di feriti. Le dimostrazioni della piazza in Boemia sono aggravate e complicate dall'ostruzionismo ferroviario: una invenzione italiana, che ha fatto fortuna. I promot0ri delle dimostrazioni furono i socialisti, che al movimento hanno dato abilmente un carattere esclusivamente politico , gi ustiticando i repubblicani italiani, che sempre hanno propugnato la riforma e che sono stati quasi sempre abbandonati dai socialisti. Siamo sicuri che l'amico :Mirabelli vorrà loro ricordarlo alla prima. occasione. Data I' iniziati va socialista si com!Jrende come e perchè le dimostrazioni pel suffragio unzve1·sale siano avvenute contemporaneame;nte tra gli Czecbi , tra i Tedeschi di Vienna e tra gl' Italiani di Trento e di Trieste. A Trento il rieo deputato al Reichsrath avv. Silli dichiarò che egli e il partito liberale nazionale appoggiano interamente le domande del proletariato. Il movimento, pero, non avrebbe assunto le proporzioni, che ha se fosse stato escl:1sivamente l'opera del partito socialista.; il quale in Austria è debole per parecchie ragioni: per l'analfabetismo delle masse, per la prevalenza delle lotte nazionali ed anche per la grande influenza, che in molti i., unti esercita ancora il clero cattolico. Le manifestazioni sono state colossali perchè molta parte della borghesia simpatizza per la buona cau::;a presa in mano dai socialisti. Infatti non si può immaginare nulla di più assurdo e di più ingiusto del regime elettorale austriaco attualmente in vigore e eh' è un avanzo del più putrido e invecchiato regime mediovale. Gli elettori ad esempio, nell' Austria propriamente detta, sono raggruppati in 4 curie che rappresentano altrettante divisioni sociali: grandi propriet2ri (nobiltà); città, Camere di commercio , campagne. Nel 1896 fu aggiunta una quinta curia, nella quale presero posto tutti gli elettori cbe n_on erano compresi in quelle precedenti ; con un sistema elettorale assai vicino al suffragio uni versale, e partecipante dei caratteri dell' elezione diretta e di quella indiretta. L' ingiustizia del sistema sta, però, nel numero dei deputati assegnati a ogni curia,· poichè mentre gli elettori graadi proprietari, che sono 5355, eleggono 85 deputati; i contadini che sono circa mezzo milione non ne hanno che 131 (1 per 11,600); e la quinta curia, ove sono ficcati tutti gli altri elettori è rappresentata da soli 72 deputati. Il sistema, supergiù è lo stesso in Boemia, nell' Italia irredenta e mira ad assicurare la preponderanza all'elemento tedesco ed alla nobiltà. Eliminando il sospetto sollevato da alcuni , con grande ma poco fortunata malizia, che nel movimento ci sia lo zampino degli Ebrei, si deve ammettere invece che le notizie della Russia abbiano esercitata un' azione eccitante. Non si dimentichi il contagio psichico, di cui si ebbe una prova decisiva colla rivoluzione europea del 1848 - 49, l' anno fatidico che vide le barricate a Palermo come a Milano, a Vienna come a Berlino, in Ungheria. Ma certamente una spinta più poderosa al movimento è venuta dagli avveni 1nenti ungheresi. I socialisti austriaci e i democratici tutti si domandano : perchè il Ministero del Regno di S. Stefano ha compreso nel suo programma di g )verno il snffragio unive1·sale e quello dell' Austria vi si oppone? La. complessità etnica e' è ugualmente nelle .lue parti del1' Impero; in Ungheria, se mai c0utro la grande riforma elettorale starebbe la innegabile maggiore mancanza di cultura. L' agitazione attua.le intanto prova, che aveva rao-ione Gautche , il Presidente del Consiglio dei min~t,ri in Aus~ria, che temendo la ripercussione che avrebbe avuto in Austria la. concessione fatta a Fejervary per l'Ungheria spingev,t Gol11chowski ad opporviai. Nel fatto, poi, che egli. sia rimasto soccombente nella questione ungherese s1 trova una caus~ di indebolimento, di cui opportunamente profittano 1 sostenitori del suffragio universale. Gli uomini di Stat~ austriaci intanto, che accettarono il programma d1 Fejervary col suffragio universale per apportare 1~ scompiglio in casa altrui si sono messi da loro stessi nell'imbarazzo. Ma il Reichsrath austriaco quale esso è attnalmente, prodotto .del suffragio ristretto ed artificios~mente or: ganizzato. voterebbe la riforma colla magg10ranza ~1 due terzi, come esige la Costitnziotie? Mol~i ne dubitano. Si avversa il suff>·agio univers1ile dai conservatori e dai reazionari pei motivi poli tic i e sociali ben noti· lo si avversa d:t altri deputati non reazionari per ~reoccupazioni etniche: i Tedeschi_ ~emono ~i per~ dere l'egemonia di cui gndono da_ s_ecohrn. J\ust:·ia; e ~ Polacchi temono di perdere la posizione ._privile€f1at8:,di cui godono nella Galli zia; dove i Rut~1:-1, ?h~ li odi~no so.fio in maggioranza-circa cinque _m1l1omd1 Ruteni_ e quattro milioni di Polacchi-ed aspirano all'autonomia: Il suffragio universale darebbe l_a ~o~·xalegale a chi spetta per ragione di numero e di dintto nat_u!·ale. . Che cosa sia il fanatismo nazionale dei Tedescni pochi lo sanno meglio degli Italiani, che da recente lo hanno esperimentate in Innsbruck. E proprio a~e~s~ q u~ndo le vie di Vienna erano percorse dalle m1glta1a d I la. voratori invocanti la grande riforma elettorale, gh studenti dell' Università vollero invece commemorare le violenze commesse dai compagni Tedeschi contro gli Italiani nella Università _Tirolese; gli atti di cu~ avrebbero dovuto vergognarsi per loro sono d1venuti un titolo di gloria. La commemorazione di Vienna è stata degna del vandalismo feroce d' Innsbruck. Tali e tante violenze furono commesse il giorno 4 correo te contro gl'Italiani e gli Slavi che la Wiener Allgrneine z_eitu,ng ironicamente ha osservato che essi hanno formto la prova indiscutibile della superiorità del buon cost~me tedesco. Il giornale di Vienna ricorda che 15 anm_ fa era proibito in Austria di cantare l' inno germamco, Die Wact Am Rhein-la sentinella al Reno - mentre ora si pretende costringere gli Italiani e gli _Slavi. di levarsi il cappello quando l'inno ·tt>desco viene 111tonato. . Nè si scherza èol fanatismo ruteno, di cui si ·ebberù i saggi celebri di Jacquerie nel 184~ 48. Ma i. Ru_teni almeno hanno ragione: essi da secoli nella . mu:iena _e nella ;gnoranza subiscono la padronanza dei Polacchi. Questi gli ostacoli che si elevano cont~0 la p~opaganda per la larga riforma eletitora~e ; . glt os~acoh_~t~- rici crediamo che siano più podero.➔ 1 d1 quelli poli t1c1; ma noi viviamo sicuri che i socia1isti sapranno es::;ere prudenti, perseveranti ed energici ad un. tempo; e vinceranno. Allora potrà cominciare ?na v1t_a._nuo~a per l'impero austriaco a base di sincerità e di ltber~a, c~e condurrebbe inevitabilmento al reg me federalista_ rn cui troverebbero la soddisfazione delle loro le~i,ttuùe aspirazioni tutte le nazionalità, che compongono lo Stato. NOI
/ 606 RIVISTA POPOLARE IN RUSSIA ci) Daldispotismalolalibertàattraversaoll'anarchia La grande tragedia russa è pervenuta alla fase, che si avvicina alla soluzione; la quale, a giudicarne dagli esordi, potd svolgersi con rapidità minore di quella, che fanno ansiosamente desiderare gli avvenimenti terribili, cui abbiamo assistito, ma potrà ancora procurarci delle sorprese che potranno superare per la loro grandiosità spaventevole tutto ciò che si può immaginare. L' atteuzione e l' emotivita del mondo civile, che sembrava che si fossero stancate o esaurite seguendo gli episodi giganteschi della guerra russo-giapponese sono adesse sottoposte ad un altro sforzo più intenso per seguire quelli non meno tragici e non meno importanti, cui assistiamo e che hanno per te;i.tro l'Impero moscovita, che rappresenta tutto un mondo in gran parte ancora semi-barbaro e calla cui dissoluzione ed evoluzione potranno sorgere tanti_ popoli e tante nazioni, quanti ne vennero fuori dalla dissoluzione e dalla evoluzione dell'Impero Romano. qli avvenim~nti russi hanno perciò una granqe importanza quantitativa e qualitativa intrinseca; ma ne hanno una non minore per la ri"percussione morale e materiale che essi esercitano già e potranno esercitare maggiormente sulla civiltà occidentale. · In ragione di siffatta importanza, quindi, noi tenteremo, senza molta speranza di riuscirvi, di esporre e coordinare sinteticamente gli avvenimenti, le cause e gl' insegnamenti, che scaturiscono dai medesimi. 1 ° La rivoluzione. - Quando si parla della rivoluzione russa odierna, non ci si può formare un idea della medesima p..::nsando alle rivoluzioni classiche, che si ebbero in Europa nel secolo XIX; tipiche tra tutte quelle degli anni 1848-49. Le cause predisponenti uell' Impero degli Czars agivano da tempo e si può dire anche da un secolo ( 1) I lettori della Rivista per intendere, o almeno per ten . tare d' intendere il corso degli a vvenimcnti recenti e di quelli futuri, che si sono svolti e si svolgeranno in Russia, devono formarsi un concetto quanto più si può adeguato delle istitu - zioni, delle forze in azione, delle condizioni presenti del grande Impero moscovita. Per le condizioni economiche ricorderò ciò eh' è stato pubblicato da questa nos,ra Rivista riassumendo un articolo di Studnick-Gizbert dalla Zeif di Vienna (Rivista popolare I 5 settembre 1900) e un libro prezioso dei socialisti tedeschi Lehmann e Parvus : Das ungernde Russland. Reisedrucke, Beobanchtungen und Untesuchungen. Stuttgart. Dictz (Rivista popolare 15 aprile 1901). Per le istituzioni politiche, sociali, amministrative, religiose ec. per tutte le forze che ora entrano in azione si riscontrino specialmente : L' Empire Russe et le Tsarisme di Victor Bérard. (A. Colin. Pans 1905) interessantissimo specialmente .per tutto ciò che si riferisci! alla guistione delle nazionalità in Russia ed alla religione; e : / Russi su la Russia. Grande pubblicatione interna:rionale,, ~ovuta ad eminenti scrittori e statisti russi (Milano, Fratelli Treves 1905). Si souo pubblicati sinora due fascicoli nei quali sono trattati i seguenti argomenti : Il movi - mento politico in Russia di Pet<:!r v. Struve; La quistione universitaria e i moti degli studenti in Russia del Principe Trubetzkoi; Il villagio di Alessandro Novikoff; Lo Ziemstewo di Wassili Golubieff; La Chiesa di vVassili Rosanoff; La Politica finantiaria di Ivan Oserotf. Nel corso di questo articolo citeremo soltanto, se ci 1iccorrerà, il nome dell'autore, riferendoci alle sopracennate pubblicazioni. almeno, sènza che avessero c.bto Lt lorl> eplosione finale, risolutiva, c1>me si ebbè, ad ese·npio, a P:1lermo, a Milano, a Vie1111a, :1 Berlino 11d 18+8-49: c.bl malcontento alle barr;icatè, al trio11to della rivnluzione o alla repressione rèazionaiia vittoriosa il tempo trascorso fo breve. Tali rivoluzin11i perchè cè11traliaate esercitarono un' azione centrifuga. Ini1.iate e compiutè in un,t grande città, ordinarian1ente nella capitale dello Stato, si diffusero o s' imposerl> nel resto della nazione. Lo sforzo rivoluzionario fu limitato al centro e la rivoluzione, almeno nel primo momento, non incontrò ostacoli e resisten1.e all:t periferia. Null:t <li tutto ciò in Russia. L:t miseria spaventevole, pari soltanto alla corrm~ione dellè ~Ltssi governanti e al dispotismo eser-:it:tto s..::111.a frè110 e , senza scrupoli d,t tutti gli uomini che fan p:trte del potere, dal vertice alla b,tsè, c.Ltllo Czar all' ultimo Cosacco, durarono senz.a interruzioni vere per decine di anni ed anche per secoli, senza che si vedesse una rivoluzione ·a forma tipica. Quelle della Polonia del 1830 e del 1863 ebbero fattori specialissimi nel senti men tò n:izionale non sp.:!n to in sessant'anni di servitù e nella diversità di rdigione e si svolsero in un organismo politico-socialè, che aveva una vita a parte, per cosi dire, da qudla del resto dell'Impero che mancava anche delle condizioni antirivoluzionarie, che agivano a Nord e ad Est dell'antico Regno dei Sobienski e dei Iagelloni. Perciò anche in questi ultimi due anni soltanto in Polonia, prima .che Li rivoluzione divampasse in tutto l'Impero, si ebbero con continuità le manifestazioni dello spirito rivoluzionario occidentale. Di più: men tre il corso degli avvenimenti in Europa ha presentato quasi sempre questa successione di fasi: rivoluzione, costituzione o cambiamento di forma del governo (dalla monarchia alla repubblica), reazione; in Russia invece le tre fasi in punti diver~i del]' Impero si svolgono cnntemporaoeJmente o si invertono : la reazione talora precede la rivoluzione e la concessione della Costituzione piuttosto che arrestarla in qualche luogo pare che l'abbia determinata e intensificata. Tutto ciò basta a dimostrare la straordinaria anormalità delle condizioni della Russia ed anche la cecita di coloro, che sinora con poteri illimitati, davvero autocraticamente , hanno presieduto alle sue sorti. Infatti sono mancati certi effetti ; ad esempio : la pacificazione degli animi conseguente immediatamente alla concessione di una carta costituzionale,. perchè i provvedimenti sono venuti tardivi, insufficienti e sono stati presi con poca sincerità. Perciò da un lato si sono avnte le manifestazioni rivoluzionarie; e dall'altro quelle reazionarie_ che sotto mano o apertamente sono state favorite e promosse dai pubblici poteri. Le condizioni che in Russia hanno agito permanentemente in senso anti - rivoluzionario e paralizzante ogni moto innovatore, sono state più volte accennate in questa 7?.jvista. Giova enumerare le principali : la grande estensione dell' Impero, la sc_arsa popolazione, l' analfabetismo, l' influenza preponderante della Chiesa ortodossa la complessid etnica e nazionale, la straordinaria prevalenza della popolazione rurale, le diffidenze r<;_ciproche tra le varie classi sociali, lo sviluppo e l'intervento del partito socialista ec.
RIVISTA POPOLARE 607 Sopr:1 :ilcune di siffatte condizioni vogliamo fermarci adesso, riserbandoci di trattarne più ampiamente in altJi articoli". a) Vaçtità dell'Imperoe d~nsitàdella popolazione.-- L'in tero Impero Russo ha una estensionedi22,211,962 chilometri quadrati, cioè più del doppio di quella dell'Europa, eh' è di 9,690843 chilometri quadrati. La sola p:trte europea del l'Impero senza comprendervi il M:1r d'Azoft~ rappresenta più della metù del continente europèo: 5,389,895 eh. qu. Da Mosca a Vladivostock a volo di uccello e' è b distanza di sei mila e settecento chilometri dì terra ferma. Egli è come se, supponendo colmato il Mediterraneo ed il Golfo Persico immaginassimo che Parigi abbia Calcutta come porto di mare orientale. (73erard) La popobzìonc non corrisponde alla estensione; è minima perciò la densità. Mentre r Europa nel suo insieme, compresa perciò la stess~ Russia e i paesi Scandinavi di minimissima densità, - 10,7 ab. per chilometro quadrato in lsvezia e 7 in Norvegia, - ha oltre 40 abit. per eh. qu. la Russia europea non ne ha che 19,3 e. appena 1,4 quella Asiatica : nel!' insieme 5,9. Ora chi dice : estensione immensa di superficie, scarsa popolazione, densità minima lascia intendere che sono difficilissime le comunicazioni, altrettanto difficili l' in tesa e la coesione morale e sociale che souo indispensabili per la determinazione e per la riuscita dei moti rivoluzionari. Queste condizioni spiegano perchè Ja rivoluzione di una grande città non svolge azione centifruga e non si ripercuote · alla periferia. Attraverso la immensa distanza da percorrere le onde rivoluzionarie si attenuano insensibilmente e vanno ad infrangersi ed estinguersÌ, lungi dal punto di partenza, in condizioni del tutto diverse da quelle che le generarono. A parte la di• versità dei fattori etnici, politici, religiosi, cui si accennò ed altri che saranno ricordati, in Polonia per lo appunto si potè mantenere ad esplicare lo spirito rivoluzionario per le diverse condizioni demografiche. La densità media della Polonia è perfettamente europea : di 75 circa; superiore a quella della Francia, quasi quadrupla di quella della Russia europea. Alcuni governi, come quelli di Petrokow con 115 e di Varsavia con 132,8 superano la densità media dell' Italia e della Germania. b) Prevalenza della popolazionerurale. -Si sa che le rivoluzioni moderne, europee, in generale vengono iniziate delle popolazioni urbane e specialmente dagli abitanti dei grandi centri. Ora in Russia la prevalenza della popolazione rurale è enorme; se• condo Sundbarg : popolazione urbana 13,6; rurale 86,4 %- In Italia e in Francia, che sono tra gli Stati ritenuti a forte popolazione agricola questa arriva rispettivamente a 55 e a 60 °j0 • tra i conL1dini russi. Sorpassa il 90 °/ 0 ! Analfabetismo e rivoluzione in generale sono termini an• tinomici; l'analfabeta è di sua natura misoneista; l' analfabeta è dominato dalla superstizione e dai sacedoti delle varie religioni. E quella ortodossa in Russia riconosce per papa lo Czar ! Cosi si spiega come le popolazioni rurali dell' Impero moscovita siano non solo antirivoluzionarie; ma riconoscano ancora nel Capo dello Stato, eh' è la causa principale, riassumente tutte le altre, della loro inaudita miseria, delle loro incredibili sofferenze il loro piccolopadre! A capo della più alta gerarchia della Chiesa ortodossa poi è stato sinora il famoso - famoso come lo sono stati i grandi scellerati-Pobiedonoszefi, il più reazionario tra gli abitanti della Russia. Sull' analfabetismo e sull' influenza della Chiesa ritorneremo in altri numeri, nella speranza anche ch,e gli eventi confermino il giudizio di Struve, che ritiene bene avviata la trasformazione progressiva della mentalità dei contadini. Qui giova osservare, a conferma piena dell' anzidetto, che i punti nei ' quali si è affermato e manifestato lo spirito rivoluzionario - Mosca, Pietroburgo, Odessa, Cronstadt ec. - son0 città o centri-urbani. La Polonia, che h:1 la favorevole condizione· della densità ha anche l' altra condizione demografica della professione più filoneista e più- rivolu~ionari,1. In tutta quasi la Polonia è più sviluppata l' industria e si hanno le maggiori proporzioni di popola'zione urbana. Gli operai delle fabbriche vi sono più numerosi che in ogni altro governo della Russia e meno numerosi, inversamente, i contadini. e) La complessitàetnica e nazionale. - Non e' è Stato nel mondo, che sia com posto da tante razze diverse, degli avanzi di tanti popoli e di tante nazionalità differenti, quanto la Russja. L'Austria-Ungheria, che nell'Europa occidentale viene considerata come un mosaico multicolore impallidisce di fronte alla complessità etnica e nazionale dell' Impero degli Czars. Queste cifre che non sono recentissime e che togliamo dalla Nouvelle Geographie Universelle di Recius (Vol. 1 ° pag. 853) darauno un'idea approssimativa delle divisioni e suddivisioni etniche e nazionali della Russia europe,a : Slavi Russ"i Bulgari e Serbi Polacchì. I Grandi russi Piccolo russi Belo russi 40,000,000 16,370,000 3,600,000 Giustamente, perciò, osserva il Nowikow che negli avvenimenti attuali dei 140 milioni di abitanti del!' Impero Russo appena 20 e 25 milioni sono interessati. « Che n' è degli aitri 115 milioni? L'Eu-~ « ropa li riconosce sia pure in parte ? Disgraziata- « mente bisogna rispondere con un no~ Questi « 115 milioni dei villaggi rappresentano quelle pro- « fondità dell' oce~no umano russo finora mai toc- « cate dal movimento delle onde alla superficie ». Anche nell'Europa occidentale i contadini sono meno colti delle altre classi sociali; si può immaginare, quindi, quale e quanto sia l' analfabetismo Lituani Letti . Rumeni Greci. Zingari Germanici Mongoli { l Tedeschi Svedesi . Calmucchi. Samojedi I 50,000 5,000,000 1,900,000 r, 100,000 750,000 75,000 I 5,000 1,000,000 286,000 120,000 4,000 Ebrei Armeni 3,000,000 36,000
608 RIVISTA POPOLARE Finni, Lapponi ·e Ougri Turchi Finlandesi . Careliani Esti e Livi. Lapponi Pennici e Zirani. Mordvì . Tchouvacchi Tehremissi. Votaki Mechtcheri e Teptari Vogoli Vesi e altri Tarta :i di Kazàn Bachkiri. Tartari di Crimea . Kirghizi 1,840,000 300,000 800,000 4,000 I 50,000 1,000,000 700,000 260,000 240,000 270,000 2,000 28,000 1,050,000 750,000 80,000 180,000 Queste varie razze, questi vari frammenti di nazionalità sono st.1ti aggregati quasi tutti per mezzo della conquista e della violenza durante alcuni secoli e sotto l'egemonia degli Slavi russi, che sono profondamente odiati dagli Slavi polacchi ; il cui odio è più intenso e più duraturo perchè furono assorbiti quando già avevano acquistato una coesione nazionaie a parte , con una diversa religione e con civiltà superiore· a quella de'i Russi, che li soggiogarono all' epoca della sceller;1ta spartizione della Polonia tra Russia, Prussia e Austria (1772). Nella Gran Brettagna, in _Ispagna, in Francia passarono dei secoli prima che le diverse unità regionali si fondessero e ricevessero un'impronta nazionale ed uniforme nelle sue grandi linee. Ma le differenze economiche, intellettuali e morali, le tr,tdizioni storiche tra le regioni l'.he oggi componoono quelli Stati erano infinitamente minori che non ~iano quelle tra i vari frammenti, che costituiscono l'Impero russo. In Francia, in Ispagna, :~ella Gran Brettagna c' erano almeno comuni due grandi fattori di avvicinamento e di coesione: la lingua e la religione. Dove, come in Irlanda, tutti o parte di quei fattori erano diversi la fusione in unica coscienza nazionale è mancata. Figuriamoci se era possibile che avvenisse la formazione di questa coscienza nazionale unitaria in Russia dove seguendo il Reclus abbiamo già enumerati circa quaranta gruppi etnici diversi gli ~mi dagli altri per le condizioni economiche, intellettuali e morali, per la storia e per le tradizioni politiche, per la lingua, per la religione, per lo insieme della civiltà ecc. Era possibile l' intesa, ·necessaria per una grande rivoluzione, tra elementi disparati, che rappresentano n1entalità , aspirazioni, interessi materiali antagonistici? In questa grande, necessaria divisione degli animi tra gli abitanti dell' Impé'ro, è stata sinora la forza maggiore del dispotismo , dell' autocrazìa russa. Lo czarismo, in tanto, da anni ed anni si è dato alla impresa colossale di fondere tali diversi elementi etnici ai quali ha cercato dare l'impronta del gruppo più numeroso, quello russo, sotto la cui egemonia, come si disse, si è avverato l' aggregarne□ to e la stratifica.rione di tutti gli altri. Nel processo di russificazione lo czarismo, non ha avuto scrupoli - come, ad onor del- vero, non ne ebbero e non ne hanno l'Inghilterra per la sassonizzazione del l' Irlanda ; la Prussia per la oermanizza- . l o zwne de Posen, dello Schleswig, ddl' Alsazi:1Lorena; l'Ungheria per la magiarizzazione degli elementi diversi che la eompongono ecc. Esso alternamente o contemporane~unente lu ricorso alla violenza brutale o alla seduzione corruttrice ; si e servito con indifferenz,1 del cannone, della scuola, del confessionalè, della prigione intimidatriceè, delta deportazione nella Siberia orrida. Lo czarismo col processo di russifica1,ione mentre p~rs_eguiv~ un a]t~ scopo nazionale , che non può b1as1111ars1se non rn qu:rnto adoperava mezzi illeciti e incivili, in pari tempo rinvigoriva la propria esistenza. « Dopo che I' assolutismo, dice Struve , in << seguito ad uua soluzione piu o meno rivoluzio- « naria della quistione dei contadini si è nel 1861 « ~aftorzato - e contro questo rafforzamento s' in- « fransero i tentativi di opposizione dei rivoluzionari « negli anni dal '61 ali' '80 - si volge del 1863 in « poi decisamente a rins::rnguarsi di sangue nazio- « nale; e non fu questa una semplice ideolooia na- « zionalistica, ma vi si applico con una politka che '« idealistica er:t real mente .•... La sollevazione polacca << del 1863 porta lo czarismo ad adoperare coscièn- « temente l'idea nazionalistica. L' assolutismo trova « un sostegno in;ispettato e validissimo nella cor- « rente apertamente nazio11alistica dell'opinione pub- « blica capitanata dal K,ukofl e si collega con C\ questa. In questo sta il principal significato sto- « rico-politico e della eomparsa di Katkofl e <lei « fatto che lo s!avofismo, il quale ancora sotto Ni - « cola I era u1u ideologi:1 messa all' indice dalla « censura a poco a poco per un seguito di conces- « sioni reciproche d' ambo le parti venne sotto « Alesssandro III come chiamato ad essere partito « condi video te il governo. In qnesto processo di « naòonalizzazione cosciente dell' autocrazia, essa « stessa trovò in poche decine di anni l' immuniz. « zazione contro il turbine rivoluzionario >>. . La ~ussificazione, la propaganda delì' idea p.mslav1sta, rntanto, mentre creava una forza di circa 60 milioni di abitanti, che stabilivano legami di simpatia cen molti altri milioni di slavi del!-' AustriaUngheria e degli Staterelli balcanici, a disposizione dello czarismo, non agiva in suo favore soltanto con tutto il peso che le veniv;i dal numero dei suoi ader-;n ti ; ma paralizzava anche molti elementi éhe pel loro sviluppo economico ed intellettualè avrebbero potuto divenire delle forze rivoluzionarie pericolose. In molti panslavisti infatti l' idea nazionale impose silenzio alle aspirazioni verso la libertà. Percio anche adesso, mentre la tormenta rivoluzionaria percorre l'Impero , la passione, l' idea del panslavismo domina in molti animi e non è uno dei minori coefficienti della reazio.ne, come vedremo. I i1azionalisti non incoraggiati dagli avvenimenti per mezzo dei clubs , delle associazioni - la 7.{_usskoie Sobranie con sede a Pietroburgo e la Lega della gente russa con sede a Mosca - dei giornali e sopra tutto dei funzionari cercano innalzare una dio-a contro la marea rivoluzionaria. 0 La russificazione sotto l' egida dell' autocrazia è fallita : oramai la sua opera puo dirsi terminata male, non avendo lasciato dietro di se che una maggiore somma di rancori e di risentimenti tra le altre
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