RIVISTA POPOLARE 581 stria siano invece consun1:1ti nel!' ozio e pei bagordi, come spesso accadde. Onde la seconda rata del prestito totale non si darebbe se non quando il proprietario abbia giustificato che la prim:1. rata fu veramente da lui impiegata a migliorare la coltivazione, e le case coloniche, l'officina ecc. E così di seguito sino all'estinzione del prestito totale». « Aggiunge nnuralmente, che ·(salvo a precisare come il prestito sia <la estendere anche ai pitcoli e medii industriali, per promuovere pure lu sviluppo dell' industria , la relativa istrm.ione tecnica , ecc.) dei 4,935,000 proprietari accertati dai registri della fondiaria, i provvedimenti proposti devono per la massima parte andare ad aiuto dei 3,800,000 pie-• coli proprietari (-:he posseggono cioe meno di due ettari di terra) ed anche dei 700,000 proprietari da 2 ad 8 etLl ri. Mentre dei 250,000 che posseggono più di 8 ettari - e di cui una quarta parte circa sono dei latifondisti - evidentemente non c'e da preoccuparsi o quasi ,>. I mezzi per questo incremento della produzione verrebbero forniti dal prestito di un miliardo al 4 o 4 1/2 °/0 , che si assegnerebbe per due terzi al mezzogiorno e per il rimanente al resto d'Italia. Questa parte del programma di Ferri e semplicemente infantiìe; tale deve considerarsi per la proporzione e per la natura del rimedio. Un miliardo, se si deve favorire la produzione, se si deve migliorare la condizione dei piccoli e medi proprietari, se si devono aiutare le industrie , se si deve elevare la condizione del proletariato - specialmen te agricolo - come credo che debba essere nella intem.ione di un socialista rivoluzionario col1' azione diretta dello Stato non basterebbe per la Sicilia. E la Calabria ; e una parte del Salernitano, delle Puglie e degli Abruzzi ? E le Marche , anche esse, poverissime? E alcune regioni dell'Emilia, del Veneto e delle Romagne tormentate dalla soprapopolazione e dalla disoccupazione? In quanto agli inconvenienti intrinseci di questo rimedio , che dovrebbe essere eroico e riuscirebbe eminentemente omeopatico ed illusorio sono innumerevoli. Alcuni sono esposti in questa critica del Corriere dellq,Sera, che, in parte, faccio mia. << Il credito, dice il giornale di Milano, non e una funzione che possa essere esercitata così :dla leggera ; ma richiede un complesso di condizioni favorevoli, senza le quali si risolve in una perdita per mutuante e mutuatario. Nell'alta Italia sarebbe pazzesco che lo Stato facesse credito ad un tasso che e la meta od u 11 terzo di quello corrente, a seconda dei luoghi e delle persone. Gli agricoltori ed industriali che meritano credito, lo trovano senza nessuna difficoltà: capitalisti e banchieri non aspettano altro. Nè giova il dire che il 4, il 5 e il 6 per cento sono troppi per l' agricoltura ; perche un agricoltore serio non si contenta certamente di guadagnare ne il 4, ne il 5 , nè il 6 per cento sul ~uo capitale circolante. Solo gli ignoranti e i fannulloni non riescono a far rendere tanto il loro capitale d' esercizio. Quello che non rende ora e non rendera · in futuro quegli interessi e il capitale fondiario di compra del terreno , che e tutt' altra cosa del capitale circolante nell'agricoltura. Se lo Stato si mettesse ad imprestare capitali al 2 per cento , si otterrebbe il pessimo risultato di inciprignire il difetto forse maggiare dei piccoli agricoltori ; ossia la smania di comprar terra a qu:1lunque prezzo. Ve li immaginate voi i paesi rurali di piccola proprieta dove arrivasse un fondo di 100 mila lire imprestate dallo Stato al 2 per cento? In un batter d'occhio quelle 100 mila lire sarebbero passate nelle tasche dei mercanti di terra , che comprati i grossi fondi , li rivendirebbero ai contadini in piccoli lotti a prezzi folli )). « Chi scrive non ha tanta conoscenza dell'Italia agricola del Mezzogiorno per poter giurare che le stesse cose accadrebbero laggiù. Per quante cautele, cattedre ambulanti, società cooperative, cantine sociali si escogh..tssero per impedire lo sperpero dei capitali dati a prestito, non ci si verrebbe a capo. Basta pensare alle difficoltà enormi che il Banco pi Napoli trova ad esercitare il credito agrario per difetto non di capitali, ma di mutuatari solvibili e di istituzioni intermediarie serie; basta ricordare la misera fine dei piccoli proprietari artificiosamente creati colla quotizzazione dei demani pubblici; basta riflettere alle contese, alle contumelie' che si sentono adesso in Calabria per la distribuzione dei sussidi in denaro , ai dubbi risultati dei regali di cibi, vestiti, oggetti di consumo, per rimanere convin ti che Ja pioggia d'oro di un miliardo o di due terzi di miliardo sul Mezzogiorno sarebbe il segnale di uno spettacolo disgustoso (e le cose non sarebbero diverse nel Settentrione) e non segnerebbe certo il rifiorire dell' agricoltura , bensì e subito il rincaro della terra venduta ai contadini dalle banche e dai latifondisti. E' vero che il Governo inglese ha imprestato centin:iia di milioni ai contadini irlandesi; ma le condizioni erano ben diverse; i denari furono dati in un periodo lunghissimo; ed esisteva tutta una preparazione complessa e potentt, della quale da noi non e' e nemmeno l'inizio. L'esempio dell'Irlanda merita d'essere studiato, ma lo studio non deve essere condotto da orecchianti e l'imitazione deve essere ragionata ,>. Tra breve esporrò ciò che si e fatto in Irlanda e che potrebbe tentarsi-semplicemente tentarsi!- in Sicilia e in qualche altra regione a latifondo. Intanto non esito a respingere questa parte, la più b~illante e la più originale, del progerto Ferri come insufficiente da un lato e come dannosa , perche riuscirebbe a vano sperpero di capitale, dall'altro. Avverto , però , che il Corriere ddla Sera corre troppo sulla via dell'ottimismo assegnando all' agricoltura la possibilità di dare profitti troppo alti - assolutamente fantastici nel Mezzogiorno; e che troppo facilmente si lascia trasportare al biasimo attribuendo intenzioni e possibili risultati- sopraelevazione del valore della terra per concorrenza nel suo acquisto favorita dal prestito-al progetto Ferri , che il suo autore ha dichiarato di volere impedire. ♦ Un' ultima osservazione sul progetto Ferri. Egli calcola che la sua riforma, tra sgravi sui consumi e perdita cui andrebbe lo Stato nella differenza tra g l' in te ressi al 4 o al 4 1/2 °/ 0 che dovrebbe pagare per interessi sul prestito di un miliardo e quelli al 2 che dovrebbe esigere dai mutuatari importerebbe una spesa di circa 155 milioni all' anno ; la quale cifra credo che dovrebbe essere aumentata
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