Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

RIVISTA POPOLARE 579 sono differenze grandi nella configurazione geografica, nella qualità del suolo, nel clima, nella storia, nelle tradizioni , che hanno generato enormi difterenze nelle condizioni economiche, intellettuali, politiclre e morali. Chi non si accorge di siffatte differenze è addirittura afietto dadaltonismointellettuale o animato da spagnolismo ridicolo, che non sa acconciarsi a riconoscere certe verità che riescono dolorose a coloro, ai quali si riferiscono. Le differenze tra settentrione e mezzogiorno sono specialmente notevoli in Iulia per queste particolari circostanze: l. 0 In Francia come in Germania esistono diflerenzè tra dipartimento e dipartimento, tr~t regione e regione ; ma non in tutte le condizioni soci,ili. Un dipartimento difierirà dall' insieme nelle condizioni economiche; un altro nelle condizioni intellettuali; e cosi via di seguito. Solo in Italia tra le due grandi divisioni e' è una diversità totale o· globale come meglio si vuole chiamarla. 2.0 In Francia, in Germania ecc. le circoscrizioni politiche e amministrative che difieriscono tra loro sono intersecate, interrotte. lu Italia le regioni a condizioni inferiori sono contigue costituiscono una unità geografica continua, tra le cui parti esistono variazioni poco sensibili : non vi sono accentuate nemmeno quelle tra città e campagne, che da dapertutto sono notevoli e che sern brano mettere accanto due mondi diversi. E ciò per ragioni demografiche, che mi riserbo di esporre al tra volta , cui ho già accennato in un articolo nel Corrieredella Sera. 3.0 Il mezzogiorno intero costituisce una unità storicopolitic,1 distintamente separata dal settentrione. Il settentrione ha tradizioni varie e prima del 1859-66 era diviso in tanti Stati; il mezzogiorno da moltissimi secoli ha formato un solo Stato. Ora la logica la più elementare non impone un trattamento diverso a condizioui diverse? Il. regime di un s:H?Opuò adattarsi e può giovare ad un ammalato? Le leggi buone, ottinie, anche quando possano giovare - e dimostrerò che molte leao·i buone . Ob in sè non poterono giovare per la diversità degli elementi sui quali dovevano agire e che dovevano in pari tempo, farle funzionare - e tutte le parti dello Stato lasciano immutata la sperequazione iniziale. E' chiaro: se a due quantità disuguali si ao·- giungerà una quantità uguale esse rimarranno diiuguali. Se un provvedimento ottimo farà aumentare ugualment~ la ricchezza nel mezzogiorno e nel settentrione , le due parti d'Italia rimarranno sempre in condizioni economiche diverse. Ed è precisa mente questa diversità - che è pericolosa , eh' è soro-ente d'invidie e di gelosie, causa di malessere e di de,:.,. bolezza per l' organismo politico-sociale - che si deve, se non eliminare del tutto, attenuare almeno nella misura del possibile. ,Ma la legislazionespec-iale deve respinaerla il mezzogiorno perchè ha la forma brutale 0 od umiliante deUa beneficenza e delle elargizioni graziose come afferma l' on. De Viti~ Il problema è ass:1i malamente posto in questi termini. Anzitutto , data la precedente legislazione e tante circostanze e dati di fatto ~he Nitti, _io st:sso e parecc~i altri, abbiamo esposti, 1 provved1ment1 pel mezzog10rno sarebbero un atto di giustizia , una restituzione in grandissima parte e nou una carità. Ma se tali non fossero bisoane- o rebbe avere un concetto assai meschino di uno Stato se in una manifestazione di• solidarietà tra le singole parti, che lo compongono si dovesse scorgere ·una umiliazione per gli uni ed un orgoglioso segno di superiorità per gli altri. Un buon padre di famiglia non ha mai creduto di umiliare i figli più deboli se ad essi ha consacrato una parte maggiore di risorse sotto forma di bistecche, di marsala o d' iniezione di rnetarsile. Lo Stato non può agire diversamente dal buon padre di famiglia verso le singole parti che lo compongono; con questo in più: che il migliore trattamento corroborante accordato ad un figlio non giova materialmente agli altri figli, che nell'età adulta si staccano gli uni dagli altri e vanno a costituire tante famiglie distinte ed unite tra loro soltanto da sentimenti e da vincoli morali; mentre il rinvigorimento delle mem• bra deboli dell' organismo politico-sociale conferisce forza e vigore all' insieme, ne assicura la esistenza e ne favorisce la evoluzione progressiva. Modificando aìquanto l'antico apologo di Menenio Agrippa si può domandare: se e' è possibilità di buon funziona• mento in un organismo, in cui una parte è ammalata ed un altra è sana, in cui un organo è iperemico ed ipertrofico ed un altro anemico ed atrofico. Meglio varrebbe in questo caso la scissione aperta e la negazione di ogni solidarietà. Se sia possibile ed utile oggi, di fronte alle grandi, alle colossali agglomerazioni umane, di nazioni, d'imperi, di razze che esistono in Eu rop::i e so::o minacciose e prepotenti, tornare allo Stato di Milano, al Regno delle Due Sicilie ecc. non occorre nemmeno discutere. La legislazione speciale, perciò, s'impone in nome della giustizia e della convenienza reciproca delle parti. Essa rappresenta il mezzo migliore possibile per ottenere uno scopo lodevole: la salute della nazione ; essa equivale a quella politica sperimentale che tiene conto dei fatti e non delle astrazioni, della realtà e non delle teorie, eh' è stata seguita da molti anni nella Gran Brettagna, che pur tra le sue grandi partizioni -Inghilterra, Principato di Galles, Scozia ed Irlanda - presenta minori differenze di quelle esistenti tra il Nord e il Sud d' Italia. ♦ Ed ora alla legislazionespeciale quale la intende l' on. Ferri nello interesse del mezzogiorno. Un primo punto su cui sono pienamente di accordo. « Non mettiamoci, egli dice , nel ginepraio delle riforme comunali -e più esattamente avrebbe dovuto dire : della riforma dei tributi locali - (per quanto, ad esempio, la eliminazione di certi abusi, nelle tasse locali, sia anche possibile ed urgente) perchè le finanze comunali sono così dissestate e disordinate, che non si sa quali contraccolpi se ne possano avere ». Questa osservazione savia, opportuna, inspirata al senso della re.ilti , sbalorditoia in uno che capricciosamente si fa chiamare socialista rivoluzionario, fa a calci coll' utopismo del De Viti che in nome delle teorie vede la salvezza soltanto, o aln1eno principalmente, nell'abolizione delle barriere intercomunali e dei dazi di consumo per quanto egli avverta che non vuole un'abolizione integrale e immediata. Non c'è dubbio : gl' inconvenienti delle barriere e dei dazi di consumo sono grandi e se fosse pos• sibile si dovrebbero totalmente rimuovere. Ma nel mezzogiorno e in Sicilia, qual i essi sono attualmente, per le condizioni economiche e per la loto educazione politica e morale mentre molti comuni non

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