Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

578 RIVISTA abbia esercitato un'influenza preponderante la vanità d' imitare gli atti di un grande Italiano. Ecco infatti, come egli in ultimo giustifica la propria apostasia, che il Thiis chiama cinica : « Noi otterremo più faci:mente la sicurezza della nostra vita e il successo delle nostre intraprese da una dinastia dalle potenti relazioni, anzichè dalla solitudine pericolosa di una repubblica ». · « Per noi due, vecchi repubblicani , non ci resta più nulla a fare se non ciò che fece Garibaldi. Dopo avere servito la repubblica per tutta la sua vita, egli risolvette di servire il re ». « Vittorio Emmanuele diceva (e suo nipote lo ha ripetuto) : Se l'Italia non ha più bisognodi me come re, lo dica ! I o la servirò in un' altra condizione ». « Dipende da noi l'avere un re che pensa e parla così magnanimamente». Di fronte a queste grottesche dichiarazioni noi ci siamo convinti che Bjoernson è venuto spesso in Italia e vi ha soggiornato a lungo non per impararne b storia vera, ma le più assurde leggende monarchiche. Egli infatti non conosce Garibaldi ; non sa in quali ·condizioni e per quali motivi egli agì (e perchè non ricordare anche Mazzini?), non ricorda Aspromonte, Mentana, le giornate di Torino, la fucilazione di Barsanti; ignora sopratutto che la dinastia Sabauda non volle mai permettere la nomina di una Costituente come aveva solennemente promesso ai lombardi neì 1848 e nel 1859... Bjoernson si conforta aflermando che lo spirito della nuova monarchia in fondo sarà essenzialmente repubblicano e che essa sarà una forma di transizione, che riconfermerà il principio fondamentale della repubblica essendo il prodotto della sovranità popolare. Ma perchè essa riesca tale sarebbe indispensabile che la scelta ira la monarchia e la repubblica fosse fatta dal popolo e~plicitamente interrogato. E di ciò non c' è traccia nella lettera di Bjoernson, che rappresenta un documento doloroso delle contraddizioni umane. Il popolo norvegiano consegnato ad un Re nuovo, senza che la volontà sua sia consultata sarà tradito come lo furono il popolo francese. e quello belga nel 1830. All'uno si disse che si dava un Re, che valeva quanto le migliori istituzioni repubblicane : Luigi Filippo, il promotore della più degradante corruzione, per liberarsi del quale dopo 18 anni dovette compiere un'altra rivoluzione. Al popolo belga toccò in sorte una dinastia che sembra va la incarnazione stessa del regime rapprese.:itativo, ma il cui secondo rampollo, Leopoldo II, ha consegnato il regno ai clericali e. alle cocottes; lo ha ingolfato al Congo nella delittuosa politica coloniale; e cerca consolidarne la servitù col militarismo. Alla Norvegia auguriamo che Bjoernson non abbia a pentirsi della propria apostasia ! La Rivista ~ Si è pubblicato : Dott. NAPOLEONE COLAJANNI IL GI1\1?1?0NE (Dati statistici sulle condizioni demografiche, politiche, finanziarie, economiche, intellettuali, religiose e morali). Prezzo L. O, 7 5 Indirizzare lettere e vaglia all' on. NapoleoneColajanni - Napoli. POPOLARE Palrarif~rmtrai~utaeria ~~, mczzo~iorn La strage di Grammichele prima e il terremoto della Calabria dopo hanno nuovamente richiamata l' attenzione dei deputati e dei giornalisti, oltre che dei ministri, sulle condizioni economiche tristissime del Mezzogiorno e· sui mezzi più adatti per migliorarle. I giornali ufficiosi poco dopo i fatti di Grammi.:.. chele, forse come ballon d' essai, annunziarono che l' on. Maioran::i stava studiando una riforma tributaria, che avrebbe corJsentito l'abolizione della forma più gravosa e vessatoria del dazio di consumo; poco dopo il terremoto sono ven ut~ le proposte di Enrico Ferri e le critiche dell' on. De Viti De Marco comparse in due numeri dell'Avanti! e la riunione del gruppo parlamentare socia·lista, che ha discusso sulle prime. Delle idee del ministro nella Rivista si occuped colla sua nota competenza l' amico Prof. Graziani; delle altre dirò rapidamente io stesso. Il deputato socialista premette che solo in parte ciò che egli espone è farina del proprio sacco e che l'idea della riduzione forzata degli interessi del debito pubblico e del prestito di un miliardo è di un finanziere italiano dj vedute moderne, già uomo di governo e che ora vive fuori d'Italia. Osserva pure, seguendo le brillanti e assennate osservazioni di Olindo Malagodì, che per la Calabria - e per tutto il Mezzogiorno - se i danni e le sofferenze cagionati dal terremoto movono a pietà, devono, però, maggiormente preoccupare le condizioni permanenti di ta~i regioni, che ci sono state rivelate in questa occ;1s10ne. La constatazione suggerisce snbito una quistione pregiudiziale: esiste un problemameridionale, che esige speciali provvedimenti, la cosidetta legislazionespeciale, di cui si sono avuti dei saggi colla legge per la 'Basilicata e per Napoli? L'on. De Viti « considera come un errore il considerare il Mezzogiorno come un paeseisolato, come una parte d'Italia a cui l' altra parte debba provvedere con veri o supposti sacrifizi propri e men che mai nella forma brutale ed umiliante della beneficenza o delle elargizioni graziose ». Il Ferri, invece, riconosce l' esistenza di un problema meridionale e la convenienza e la giustizia di una legislazionespeciale, che vorrebbe, però, più efficace di quella iniziata, confortata dalla disponibibilità di molti milioni - di oltre 600 milioni, come si vedrà - in favore del Mezzogiorno. Sto con l'amico Ferri; o meglio provo un sincero compiacimento nel vedere che anche i socialisti accettano una veduta, che propugno da oltre venticinqueanni, sin da quando seguendo gl' insegna men ti di Alberto Mario protesto energicamente e continuamente contro l' uniformità legislativa mastodontica, che ha reso uggiosa l' unità nazionale e le ha fatto attribuire conseguenze dannose, che non ne derivano necessariamente. Vale la pena d'insistere su questo punto importantissimo e voglio chiarirlo ripetendo qui ciò che dissi due anni or sono in una conferenza a Brescia e pochi giorni or sono in una conferenza a Genova a benefizio della Calabria. Tra il mezzogiorno e il settentrione d' Italia v1 l

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