Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

RIVISTA POPOLARE 577 t:ne di parere. Chi ha avuto il diritto di creare una monarchia, innegabilmente possiede quello Ji disfarla; se non l'avesse si verrebbe ad ammettere l'assurdo: la possibilità di rinunziare in perpetuo al massimo tra i diritti sovrani. Con siffatto criterio si potrebbe legittimare la schiavitù in una famiglia solo perchè un pazzo o un imbecillt pensò di alienare la propria libertà in favore di un padrone. Nel caso in ispecie, poi, e in risposta agli scrupoli dell' Anderssen , che verrebbero eliminati dal fatto. che il nuovo Re non ap~arterrebbe alla dinastia dei Bernadotte, si deve ricordare che lo Storting e tutti gli uomini politici della Norvegia giustificarono la separazione dalla Svezia proda mando decaduta da ·ogni diritto la dinastia dei Bernadotte, perchè si era messa fuori della costituzione ; perciò i Norvegiani si ritennero semprè sul terreno della" legalità e dichiarararono rivoluzionario in senso reazionario soltanto Oscar Re di Svezia. Non ci preoccupiamo della terza quistionc sebbène· parecchi Norvegiaui ritengano che l' Europa avrebbe visto male la proclamazione della repubblica. Certamente l'avrebbero considerata come il fumo negli occhi i due Imperatori di Germania e di Russia ; ma essi non si sarebbero mai sognati d'intervenire e violentare la volontà dei Norvegiani, se questi si fossero dichiarati contrari alla monarchia; nè sarebbe venuta quella guerra europea, che tutti paventano. Riteniamo quindi che abbiano ragione Iens Thiis e Haakon Loecken, giornalisti, che non si preoccupano menomamente della ingerenza europea ; e ne ha ancora d,i più Peter Holst, che fu due volte ministro della guerra, che ritiene indispensabile sottomettersi alla decisione del popolo, da interrogarsi direttamente o per mezzo di un'apposita costituente sulla forma del governo. Egli giudi:a che un grave malcontento si manifesterebhe se lo Storting <lasse alla quistione una soluzione, che dispiacerebbe alla maggioranza del popolo. Si assicura che lo stesso Principe Carlo di Danimarca subordinerebbe l' accettazione del trono al responso del referendum. Il Re, cosi, sarebbe meno realista dei monarchici! La notizia è attendibile, perchè viene dalla danese Nationai Tidende. Il punto principale, veramente sostanziale, è questo : il popolo sta per la repubblica o per la monarchia ? Dalle varie notizie che i giornali vanno pubblicando, dal nessun rispetto verso il Re di fatto e sino a ieri di diritto, dalla unanimità con cui si è compiata la rivoluzione contro i Bernadotte, dalle dichiarazioni di alcuni interrogati dall' Européen e che per motivi di opportunità, preferiscono la monarchia, dal grado di coltura e dai costumi del popolo si può argomentare sicuramente che esso pref:risce la repubblica. . Lo lascia intendere chiaramente l'ex ministroHolst; Anderssen dichiara che sin dalla sua infanzia la repubblica è stata la forl'na ideale dello Stato; l'ex Presidente del Consiglio Blehr in un ·meetino- tenuto a Christiania raccomanda la repubblica d; istituirsi per mezzo di un plebiscito; la repubblica s'invoca in un altro comizio tenuto a Trondhjem, dove soli 30 votano per la monarchia tra un migliaio d' intervenuti; e Bjoernson, di cui ci occuperemo in ultimo , ci fa sapere che sono anche repubblicane le convinzioni di Loevland, attuale ministro deali Esteri. Acquistano, quindi un singolare valore e so~o un indice più sincero della volontà popolare le risposte esplicitamente favorevoli alla repubblica di Castberg, depurnto socialista, della signora Ragna Nielsen, che fa parte del Consiglio municipale di Christiania e dei• giornalisti Thiis e Loeken, entrambi di Trondhjem. La propaganda per la repubblica, infatti non è di data recente e sorprende come un. signor Nondum abbia potuto scrivere da Copenhagen ( o da Roma?) alla Tribuna (N. del 23-24 ottobre) che non si sa come e quando sia nato il partito repubblicano in Norvegia, mentre egli stesso dopo poche altre linee si meraviglia che la maggioranza sia monarchica in un paese in cui il popolo e così profondamenterepubblicanonelle sue aspirazioni,nei suoi ideali... Ecco un curioso caso di generazione spontanea. Ed eccoci alla risposta di Bjoerustierne Bjoernson. Chi egli sia molti sanno in Italia, dove viene spesso, dove è amato e conosciuto come letterato e come uomo che ama e difende il nostro paese. Non molti forse ram mentano. che egli è autore di un dramma • repubblicano, Il Re, tradotto in italiano da Fontana e che da anni ed anni ha fatto a Norvegia un' attiva propaganda repubblicana. Come egli abbia pensato sinora rileviamolo dalle sue stesse parole: dalla lettera pubblicata nell'..Aften poste. « lo non comprendo, egli scrive al citato ministro Loewland, che ci sia qualcuno che possa dire che ci sia nel nostro popoio uno spirito monarchico. Noi ~he da cinquecento anni non abbiamo avuto un Re proprio, che non abbiamo nobiltà, che non abbiamo costruito la nostLl vita a gradini ascendente verso un trono - come potremmo mettèrci in testa di coltivare delle tendenze monarchiche? » « Noi abbiamo conquistato a poco a poco una sovranità popolare che sorpassa quella di parecchie repubbliche. Abbandonati a noi stessi abbiamo imparato a scegliere nella nostra vita altri modelli che non siano quelli che ama e glorifica una corte. Ciò che oggi è avvenuto è la conseguenza del passato. Ii bisogno repubblicano di sovranità popolare, la fede repubblicana nel nostro proprio valore, il sentimento repubblicano di eauaalianza hanno preparato, hanno l . o o rea 1zzato quest' opera ». « Ciò non è mai apparso tanto chiaramente quanto oggi. Lo stesso Swerdrup (1) s'irritò molto quando comi11ciai la propaganda repubblicana e diceva : ciò mette bastoni tra le ruote. Ciò metteva tanto poco bastoni tra le ruote, che bastav.-1 battere la misura perch~ si facesse coro da tutte le parti ». « E un popolo repubblicanonel suo insieme chealla fine si è reso indipendente;eccola verità. Questa inoltre è la cosa principale : la nostradisposizionedi spirito repubblicano , il nostro metro repubblicanoper la misura dei valori umani , ecco eia che ha pel nostro popolo un carattere educativo ». Che cosa si dovrebbe conchiudere da tutto questo ? Che Bjoernson arriv,1 to il momento buono per realizzare l' ideale proprio, eh' è quello del popolo norvegiano, faccia l'ultimo sforzo in favore della fèpL1bblica. E invece ... Invece assistiamo alla incredibile, alla ingiustificabile apostasia: Bjoernson consiglia la monarchia! Noi non sospettiamo della buona fede del vecchio letterato norvegiano _; noi crediamo che si tratti di una aberrazione, sulla cui detennin,tzione pare cbe (I) Il capo del partito liberale.

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