Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

RIVISTA POPOLARE 599 derazioni letterarie, morali o sociologiche contano ben poco per dei non nati tra le fila della borghesia. I chiamati così a intervenirt! nei conflitti, sono indotti in er - rore dalk osservazioni eh' essi fanno su certi segretari di sindacato. Questi mostransi ai loro occhi molto mt!no intransisigenti che non credessero ed abbastanza maturi per comprendere la pace sociale. Non pochi rivoluzionari , manifestando, durante le sedute Ji conciliazione , una gran tenerezza per la piccola borghesia , le persone molto intelligenti non mancano di concluderne che le concezioni socialiste e rivoluzionarit! non sono altro che un accidente , facile ad essere evitato quando ricorrasi a dei provvedimenti migliori nei rapporti tra le classi. Costoro credono che tutto il mondo operaio comprenda l'economia sotto l'aspetto del dovere, e si persuadono della possibilità d'un accordo, sempre che venga data ai cittadini una migliore educazione sociale. Vediamo ora a guaii influenze debbasi l'altro movimento che tende a rendere i conflitti più acuti. Finchè i lavoratori subirono, senza protestare. le esigenzl! padronali, parve loro che la volontà del padrone fosse dominata completamente dalli:: necessità economiche; essi s'accorsero dopo gli scioperi, che queste necessità non eran punto rigorose, e che se una pressione energica è esercitata dagli operai sulla volontà del padrone , questa volontà trova il modo di sbarazzarsi dei pretesi impedimenti dell' economia. Avviene così che tenendosi nei limiti della pratica , gli operai considerino il capitalismo come libero, e ragionino, anzi, come se lo fosse assolutamente. Ciò che limita questa libt!rtà, non è la necessità sorta dalla concorrenza, ma l'ignoranza dei capi d'industria. Così sorge la noz·one dell'infinità della produzione, che è uno dei postulati della teoria delle classi, nel socialismo del Marx. A che pro, dunque, parlare di dovere sociale? Il dovere comprendesi in una società le cui parti sian tutte strettamente solidali ; ma se il capitalismo è infinito, la solidarieti non è più fondata sull' economia, e gli operai terrebbensi per defraudati quel giorno in cui non esigt!ssero quanto è più loro possibile. Il padrone non è per essi che un avversario col quale trattasi dopo una guerra: non havvi dover sociale, come non liavvi do.vere interna:rionale. Queste idee, io ne convengo volentieri, sono piuttosto confuse in molti cervelli; esse, esistono tuttavia, e più salde che non lo pensino i fautori della pace sociale. Costoro si lasciano ingannare dalle apparenze, nè discenJpno alle radici oscure che reggo:10 le attuali tendenze socialiste. Prima di passare ad altre considerazioni, fa mestieri osservare come i nostri paesi latini presentino una gran difficoltà per la formazione della pace sociale; dei caratteri .esteriori vi separano le classi ben più nettamente che nei paesi sassoni, e una tal separazione non manca d'imbarazzar molto i capi smdaca listi , allorchè questi abbandonano il loro antico modo di vivere per entrar nèl mondo ufficiale e filantropico. Codesto mondo prese ad accoglierli con gran piacere dal dì che gli.venne dimostrato che la tattica dell' imborghesimento progressivo dei funzionàri sindacalisti poteva produrre ottimi risultati, ma detti funzionari suscitano, in pari tempo, la diffidenza dei loro compagni. Questa diffidenza si è fatta, in Francia, molto più viva, da poi che numerosi anarchici entrarono nel movimento sindacale. Ora, l'anarchico ha orrore dei modi d'agire del politicante, avendo osservato quanto questi sia smanioso di pervenire alle classi dette superiori, e come sia già conquiso mentre è ancor povero, dallo spirito capitalisti..:o. (Divenire Sociale, ottobre). B. Guttmann: La quist1one del suolo .e il Jlberalismo tng·Iese. - Dopo l'abolizione del dazio sul grano l'agitazione contro il landlordismo, prese, salvo in Irlanda, forme più miti. Col crescere verti1_$onosodelle città industriali la questione delle abitazioni è divenuta per il popolo ciò che la questione del pane era prima della riforma di Peel. Ma un' altra questione è legata in lnghilterra alla questione de_l suolo. L'Inghilterra essendo il più vecchio paese industriale, il più lontano dal tipo ddlo stato agricolo, mostra già evidenti i pericoli per la razza derivante dall' incessante affluire della popolazione agricola alle città. Tra il 185r e il '91 la popolazione d' [nghilterra e Galles aumento del 6 1 o/o, ma i lavoratori agricoli diminuirono del 38 o/o. Il ce!'lsimento del 1go 1 diede un aumento di tre milioni e mezzo nella popolazione e constatò il crescente _abbandono dei distretti agricoli. Con tale progressione vien a mancare la base della rigenerazione popolare·. Anche la forza militare ne soffre. elle inquiete fantasie di Chamberlain queste considerazioni hanno un gran posto. In teoria è facile combatterlo, ma la sua propaganda prende forza dalla preoccupazione per l'esistenza della naziont! che diviene di più in più artificiale , e gli stessi liberali , pur combattendo ogni prott:zionismo, si preoccupano dello spopolamento della terra e hanno cercato di porvi riparo, ma si:.ora con poco successo. Parallelamente al decrescere della popolazione agricola dt!- cresce la coltivaz:one a grano per dar luogo al pascolo. Dal 1875 al 1900 il terreno coltivato a cereali diminuì di 900,000 ettari. Oltre a ciò vi è ora la tenuenza ad abbandonare anche la coltura razionale a pascolo per riservare le terre semplice - mente alle caccie. Di più in più la proprietà fondiaria o il grande affitto diventa il puro attributo esteriore di un'alta posizione sociale. La nuova nobiltà delle fabbriche e del grande commercio compra o affitta i fondi della vecchia aristocrazia, non per cavarne profitto, ma per lusso sociale e spor~ivo, per vanità padronale. Il nuovo landlord non ha più alcun interesse vicinale o patriacale al villaggio della sua tenuta; egli licenzia fittavoli e salariat per far posto ai suoi guardacaccie , giardinieri e grooms. La manìa ereditaria dello sport nella vecchia aristocrazia , e lo snobismo della nuova, convertono l'Inghiltt!rra in un·a bandita. Una tale difformazione ..el carattere della grande proprietà non ha poca importanza in un paese ove tanta parte del suolo è monopolio di una classe. II 42,3 o/o del suolo d'Inghilterra-'e Galles è ripartito in proprietà di 400-4000 ettari, 12,5 o/o in prc>prietà d'oltre 4000 ettari. Così in Islanda e in Iscozia. Il liberalismo inglese vede, come quello tedesco, il rimedio in una maggior {{mobilitazione n del possesso o secondo la vecchia formula di Cobden nel « libero scambio della terra >>. Si vogliono creare piccoli proprietari specialmente per la produzione di legumi e di pollame. Nel 1884 l' Inghiltt!rra importava per 720 milioni di {{piccoli prodotti agricoli n (burro, formaggio, uova, pollame, lardo, legÙmi, patate, ecc.) nel 1899 ne importava per 1104 milioni (marchi). Questi prodotti vanno in [nghilterra da paesi di piccolo possesso agricolo. Nel 1892 Gladstone foce passare una legge per l'acquisto di fondi· da parcellare fra contadini. La legge si è mostrata quasi completamente inefficace, parte perchè difettosa, parte per aver urtato contro la voluta inerzia dei ci ,nsigli di contea in cui domina la grande proprietà. Si chiede oca perciò che il potere centrale faccia · direttamente gli acquisti e· la ripartizione fra affittuari. Chiedono inoltre i liberal: una limitazione del possesso fidecommissario ancora enormemente esteso, e delle primogeniture e l'istituzione del catasto; il presente caos in materia di pro prietà che costringe gli acquirenti a procurarsi tutti i documenti sulla terra da acquistare e una bazza per gli avvocati, ma rende difficili i trapassi. Ma la riforma principale chiesta dai liberali è l' imposta sul valore del suolo. L' imposta fondiaria in Inghilterra si basa ancora sulla ripartizione del 1798 ! Da allora i fondi hanno, come s'intende straordinariamente mutato di valore. Si tratta di fissare il valore reale di ogni proprietà, oggi, non secondo

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