Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

598 RIVISTA POPOLARE perano spuderatamente non poca parte del tesoro pubblico·; in Europa, i preparativi militari inghiottono delle somme sempre più ingenti: la pace sociale merita bene un qualche sacrificio complementare. L'esperienza è lì per dimostrarci come la borghesia lascisi facilmente spogliare, quando la s'incalzi un tantino e le si metta paura collo spauracchio della rivoluzione: il partito che saprà valersi più audacemente dello spettro rivoluzionario, quegli potrà dir f.UO l'avvenire. E' quanto il partito radicale comincia a comprendere; ma per abili che possan essere codesti clowns, sarà difficile trovarne uno che rie,ca, al pari dello Jaurès, ad affascinare i banchieri ebrei. e) L'organizzazione sindacale dà un terzo valore alla lotta di classe. [n ogni ramo dell'industria, padroni e operai costituiscono dei gruppi avversi, preda a co9tinui litigi, e che parlamentano e fanno dei trattati. Il socialismo apporta' a questi gruppi la sua terminologia, complicando delle contestazioni che potrebbero rimanere d'ordine puramente privato; l'esclusivismo corporativo, che rassomiglia tanto allo spirito campanilista o allo spirito di razza, ne è consolidato, e coloro che lo rappresentano s'atteggiano gioiosamente a sacerdoti del dovere sociale. E' noto quanto i giudici dei tribunali di commercio malmenino, a beneficio dei loro elettori, i litiganti stranieri. Le compagnie ferroviarie acquistano a prezzi fantastici dei terreni il cui valore venne fissato da speciali giurì rc::clutati fra i proprietari del paese. Io ho visto dei probiviri pescatori tartassar d 'ammende dei poveri pescatori, italiani venuti, in virtù d'antichi trattati, a far loro concorrenza. Molti operai sono, parimen~i, disposti ad ammettere che il lavoratore rappresenti, in ogni controversia col padrone, la morale é' il diritto: io ho udito il segretario d' un sindacato (così fanaticamente riformista da negare ogni talento oratorio a Guesde, e che ragiona va p1oprio nel modo da ma indicato) dichiarare non esservi al mondo chi possedesse al par di lui; il sentimento di classe. << I rivoluzionari, finiva per concludere il nostro segretario, non hanno punto il monopolio della giusta concezione della lotta di classe n. Comprendesi ora il perchè molti abbian giudicato non esser lo spirito corporativo migliore in alcunchè dello spirito di campanile, e siansi studiati di farlo scomparire, ricorrendo a dei procedimenti analoghi a quelli che servirono tanto ad attenuare in Francia le rivalità esistenti fra le divuse province. Una più larga coltura e un maggiore affiatamente con persone di un'altra regione, distruggono rapidamente il provincialismo: facendo sì che gli uomini migliori dei sindacati s'incontrino più di sovente coi padroni, e dando loro agio di partecipare, in seno a delle commissioni miste, a delle discussioni d'ordine generale, non potrebbesi per avventura far svanire il sentimento corporativo? L' esperienza ha mostrato che ciò t:ra possibile. Gli sforzi fatti per eliminare le cause di conflitto da cui è travagliata la società moderna, hanno dato, _incontestabilmente. dei risultati, benchè i pacificatori siansi ingannati di molto sulla portata dell'opera loro. Coll'indurre alcuni funzionari dei sindacati a non vc:der più nei borghesi quegli uomini terribili ch'essi vedevano un tempo, col colmarli di gentelezze in seno alle commissioni miste istituite dal ministero del commercio o dal Museo sociale, suscitando in loro l'impressione d' una equità naturale superiore agli odii e ai pregiudizii di classe, si pervenne a cambiar l'attitudine di alcuni antichi rivoluzionarii. Un gran disordine verificassi nello spirito delle classi operaie in seguito alle concessioni dei loro vecchi capi, un grande scoraggiamento assalse, svaniti gli antichi entusiasmi, non pochi socialisti, e più d' un lavoratore si chiese se, per avventura, l'organizzazione sindacale non fosse per divenire una varietà della politica od un mezzo per giungervi. Ma nello stesso tempo che producea:si questa evoluzione, colmante di gioia i cuori dei nostri bravi pacieri, notavasi pure, in una non piccola parte del proletariato , una recrudescenza delio spirito rivoluzionario. Dal dì che il governo repubblicano ed i filantropi si ebber cacciato in testa , sviluppando la legislazione e col porre freno, negli scioperi, alle esige 1ze padronali, di sterminare il soc;alismo, si venne osservando che, più d'una volta, i conflitti acquistavano un'intensità maggiore che per lo addietro. Il fatto vuolsi spesso spiegare col portarlo a colpa degli antichi errori, e governo e filantropi continuano a cullarsi nella speranza che tutto abbia a procedere nel modo migliore quel dì in cui tutti gl' industriali avranno compreso meglio i costumi della pace sociale. A parer mio, noi ci troviamo, invece, di fronte ad un fenomeno derivante, d'un modo affatto spontaneo, dalle condizioni stesse in cui compiesi questa pretesa pacificazione. Ed io osservo anzitutto che la teoria e i procedimenti dei pacificatori sono fondati sulla nozione del dovere, e che il dovere è qualche cosa d' indeterminato - mentre, invece, il diritto ricerca le rigorose determinazioni. Questa differenza è dovuta al fatto che il secondo ha la sua base naturale nell'economia della produzione, mentre il primo fondasi su dei sentimenti di rassegnazione, di bontà, di sacrificio: or, chi mai potrà giudicare se colui che si sottomise al dovere fu abbastanza rassegnato, abbastanza buono, abbastanza sacrificato ? Per i nostri grandi pontefici dell'evoluzione il contratto di lavoro non è punto una vendita: nulla di più semplice d'una vendita; niuno che voglia sapere, quando il mercante ed il compratore non vadan d'accordo sul prezzo del formaggio, chi dei due abbia ragione ; il cliente va là dove gli è dato di comprare a miglior mercato, il bottegaio, è obbligato a cambiare i prezzi quando la clientela lo abbandona. Ma avvien ben_ altro allorchè scoppia uno sciopero: le anime buone del paese, gli uomini cui è caro il progresso, e gli amici della repubblica fansi subito a discutere qual dei due partiti abbia ragione: aver ragione vuol dire aver compiuto interamente il proprio dovere sociale. Le Play fu largo di consigli sul come organizzare i\ lavoro per ben compiere il dovere sociale: ma egli potea stabilire il limite degli obblighi di ciascuno; egli se ne rimetteva al tatto d'ogni singolo individuo, all'apprezzamento intelligente, da parte del padrone, dei veri bisogni dell'operaio. I padroni accettano, generalmente, la discussione su questo terreno; ai reclami dei lavoratori essi oppongono d'aver raggiunto il limite estremo dei favori che possono accordare; mentre dal canto loro , i rilantropi s; chiedono se i prezzi di vendita non sian tali da permettere l'aumento dei salari. Una tal discussione presuppone la conoscenza dei limiti del dovere sociale e delle somme da prelevarsi dai padroni per conservare il loro rango; ogni ragionamento , atto a risolvere il problema, ve•: nendo meno , gli uomini assennati chiedono si. ricorra a degl1 arbitri: Rabelais avrebbe proposto di rimettersene al responso dei dadi. Allorchè si tratta d'uno sciopero importante, i deputati reclamano a gran grida un 'inchiesta, per sapere se i capi d'industria adempirono bene le loro fun 1 ioni di buoni padroni. Procedendo per una simil via, che appar, nondimeno, assurda, si ottengono dei grandi risultati, sia perchè, da un verso, i pa - droni s' imbevono d' idee filantropiche e religiose; sia perchè, essi non possono più ricalcitrare quando certe cose vengono chieste loro da persone occupanti un 'alta posizione nel paese. I conciliatori pongono tutto il loro amor proprio nel riuscire, e si riterrebbero grandemente offesi se i capi d' industria non li mettessero in grado di realizzare la pace sociale. Avvien così che gli operai si trovino spesso favoriti ; <lacchè, attribuendo essi ai piaceri un 'assai minore importanza che non i capitalisti si verifichi che questi ultimi cedano più facilmente, per permettere alle anime buone di por termine ai conflitti. Osservas che tali procedimenti non riescono che ben raramente, quando, cioè, l'affare è nelle mani d'antichi operai arricchiti: le consi-

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