Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

RIVISTA POPOLARE 597 W. Stead. (Da una intervista con Nansen): RepubbH<>a o monarchia iu Norveg1a? Stead: - Credete voi che la Norvegia possa divenire una repubblica, o credete che sia più adatta una monarchia, benchè il paese non abbia un'aristocrazia? Nansen: Credo che la Norvegia sarebbe ben governata da una repubblica; noi abbiamo l'educazione necessaria per la medesima. Ma considero la monarchia pel m_omento come la migliore 8oluzione, quantun,~ne la Norvegia non abbia un'aristocrazia. Specialmente ora non possiamo fare il mutamento di regime; noi abbiamo parecchie difficoltà da superare e non abbiamo il tempo di fare degli esperimenti. Una repubblica trasformert:!bbe l'intera costituzione. Stead: Ma le spese per un Re e per la sua Corte, unite a quelle pei Consoli e pel servizio doplomatico non riusciranno pesanti per la Norvegia? Nansen: Direttamente tra quello che si spende oggi e quello che si spenderà domani non c' è una grande differenza. In pratica credo che la repubblica in · Norvegia riuscirebbe più dispendioia che la monarchia perchè. una repubblica norvegiana si troverebbe isolata in Europa; ciò che renderebbe più difficile il corso dei nostri affari e il nostro credito. ( Review of Reviews, Ottobre). G. Sorel: La lotta di ·classe e la violenza. - Tutti s1 dolgono che le discussioni intorno al socialismo riescan molto oscure. Una tale oscurità è dovuta in gran parte alla terminologia usate dagli attuali scrittori socialisti. I più chiari di coloro che si intitolano riformisti, non vogliono aver l'aria di rinunziare a certe frasi marxiste, che servirono per lungo tempo d'etichetta alla letteratura sodalisla. Questa idolatria delle parole tiene un largo campo nell'istoria di tutte le ideologil::; il perdurar d' un linguaggio marxista in chi è ormai divenuto del tutto estraneo al pensie,ro di Marx, è un gran malanno per il socialismo. Il motto << lotta di classe ~ è, per esempio, usato nel modo più assurdo: ogni chiara espo sizione del socialismo sarà impossibile sino a che non si perverrà a ridare a questo il suo preciso significato. a) Per i più, la lotta di classe è principio della tattica socialista. Ciò vuol dire che il partito soch1lista basa i suoi successi elettorali sulle ostilità d' interessi che esistono allo stato acuto tra certi gruppi, e che, al bisogno, egli s'incarich~rebbe di rendere ancor più acuti. I candidati chiederanno alla classe più numerosa e più povera di considerarsi come formante una speciale corporazione, cui verranno ad offrirsi per avvocati; mercè l'influenza che potrà venir loro dal titolo di rappresentanti, essi lavoreranno a render migliori le sorti dei diseredati. Per tal modo, noi non ci scostiamo di molto da quanto avveniva nelle città greche: i socialisti parlamentari rassomigliano grandementt: ai demagoghi, reclamavano senza tregua l'abolizione dei debiti, la distribuzione delle terre, e imponendo ai ricchi tutti gli oneri pubblici, inventavano poi dei complotti per poter far confiscare le grandi fortune. Al dì d'oggi, i socialisti parlamentari non pensano più all'insurrt:zione; e se talvolta ne parlano ancora, non è che per atteggiarsi ad uomini importanti. Essi insegnano che la scheda eh!ttorale ha sostituito il fucile; ma il modo di conquistare 11 potere può non esser più quello, senza che perciò siansi modificati i sentimenti. La letteratura elettorale sembra ispirarsi alle più pure dottrine demagogiche: il socialismo si rivolge a tutti i malcontenti, senza punto torsi la briga di conoscere qual posto essi occupino nel mondo della produzione. In una società complessa come la nostra e così soggetta a dei rovesci d'ordine economico, vi è un enorme numero di malcontenti in tutte le classi; avvien così che incontrinsi spesso dei socialisti là dove meno lo si crederebbe. Il socialismo parlamentare ha tante favelle quante clientele; egli si rivolge agli operai, ai piccoli padroni, ai contadini; egli s'occupa, a marcio dispetto d' Engels, dei fittaiuoli-capitalisti; Clr si ·dichia1·a patriota, òr declama contro l'esercito. Niuna contradi,ione vale ad arrestarlo, dacchè l'esperien,a dimostri ormai che, nel corso d'una campagna eletto,·ale, si possono aggruppar delle for,e che, secondo le conce-rionimarxiste, dovrebbero essere normalmente antagoniste. Di più: un deputato non può egli forse render dei sen,igi, qualunque sia la loro condi,ione economica a tutti gli elettori? ( 1) La parola << proletario ii finisce per divenire sinonimo d'oppresso, e v'hanno degli oppressi in tutte le classi: i socialisti tedes..:hi presero un vivissimo interesse alla avventure della principessa di Sassonia-Coburgo. b) La democrazia contemporanea trovasi, in Francia, un po' disorientata dalla tattica della lotta di classe; il che spiega come il socialismo parlamentare non si confonda punto col · l'insieme dei partiti d'estrema Sinistra. Per comprendere i motivi di questa situazione, fa d'uopo ricordare l'importanza capitale, nella nostra storia, delle guerre rivoluzionarie. Un 'enorme quantità delle nostre idee politiche ha le sue origini nella guerra; la guerra presuppone l'unione di fronte al nemico delle forze nazionali, e gli storici francesi trattaron sempre ben duramente le insurrezioni che rt:!cavano impaccio alla difesa della patria. La nostra democrazia mostrasi verso i ribelli più dura che non lo siano le monarchie; quei di Vandea sono ancora al presente denunziati quo.tidianamente quali traditori. Tutti gli articoli pubblicati da Clemenceau per combattere le idee di Hervè, ispiransi, e lo scrittore non manca di dircelo, alle più pure tradizioni rivoluzionarie. Per non pochi anni, i repubblicani negarono in Francia la lotta delle classi, provando un tale orrore dei ribelli, da ostinarsi a non voler veder i fatti. Giudicando ogni cosa dal punto di vista astratto della dichiarazione dei diritti dell'uomo, essi affermavano che la legislazione dell'ottantanove avea voluto far scomparire dal diritto ogni distinzione di classe; ragion per cui si opponevano ai progetti di legislazione sociale, che, quasi sempre, introducevano nuovamente la nozione di classe, e distinguevano tra i cittadini dei gruppi incapaci di ~ervirsi della libertà. La pratica elettorale indusse molti repubblicani a riconoscere il gran successo ottenuti dai socialisti col valersi delle passioni sus~1tate dalle decezioni o dagli odii che esistono nel mondo; essi si avvidero da quel dì della lotta delle classi, e non furon pochi a torre in prestito il gergo dei socialisti parlamentari: così nacque il partito eh 'ebbe nome di radicale-socialista. Clemenceau non si perita d'assicurarci ch'egli conosce ·dei moderati divenuti socialisti. da un giorno all'altro. Leone Bourgeois - che non volle piegar completamente alla nuova moda, e che, forse perciò, abbandonava la Camera dei deputati per il Senato - diceva nell'ultimo congresso del suo partito: << La lotta di classe è un fatto, ma un fatto crudele. Io non credo che sia col prolungarla, che si perverrà alla soluzione del problema, ma bensì col sopprimerla, facendo in mod" che tutti gli uomini si considerino come gli operai d'un medesimo edificio ii. Si tratterebbe, adunque, di creare, legislativamente, la pace sociale, rendendo persuasi i popoli che il governo rivolge ogni sua maggior cura al miglioramento delle loro sorti, e coll'imporre i dovuti sacrifici a coloro che pos sie-lono una fortuna giudicata troppo cospicua per essere compatibile coll'armonia delle classi. La società capitalistica è talmente ricca, e l'avvenire le ap·· pare sotto colori sì rosei, eh' essa sopporta degli oneri spa - ventosi senza troppo lagnarsi: in America, i politicanti sper- ( 1) Siamo noi che mettiamo il corsivo in questo periodo, che pare scritto pei nostri deputati socialisti. N. d. R.

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