Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

RIVISTA POPOLARE 595 Sappiamo la risposta : i socialisti non debbono evitare le ca. tastrofi, ma anzi affrettarle per abbattere i propri dominatori. Se non che1 come notava giustamente Vittorio Piva nel Lavoro di Genova , siamo noi ben sicuri che la dominazione di classe crollerà sotto l'urto d'una guerra sfortunata o non piuttosto una ben più triste denominazione prenderà il posto dell'attuale? Per ora possiamo constatare questo : che la propaganda intesa a indebolire l'esercito anche in quella che dovrebbe essere funzione di difesa e di offesa contro gli invasori della patria si diffonde nei paesi più democratici, Francia ed Italia, e lascia intatte le forze militari della Russia, dell'Austria, della Germania, nella quale anche i tre milioni di voti socialisti pare non abbiano la virtù di scalfire gli elmetti di acciaio dei soldati del Kaiser. Per cui , nel caso di una conflagtazione europea, non potuta evitare da noi, sarebbero le nazioni più reazionarie quelle che avrebbero facilmente ragione delle più democratiche, una nuova Santa Alleanza trionferebbe della rivoluzione in Europa. Certo noi non arriviamo ad affermare quello che un socialista rivoluzionario scriveva essere (( i popoli e le classi che sanno fare la guerra quelli che sanno progredire )), per cui la nostra attuale infatuazione per la pace (< testimonia della nostra incapacità ad ogni sforzo collettivo n. Ma però riteniamo che la nostra propaganda antimilitarista non possa oltrepassare -10 scopo di democratizzare l' esercito , senza dissolvere qudlo che può essere strumento di difesa dalla reazione dei paesi più arretrati e spess? palestra di ardimenti , dei quali tutte le rivoluzioni - e coloro che si dicono rivoluzionari dovrebbero tenerlo prest!nte - hanno avuto bisogno. Ma se la propaganda antimilitarista ha dei limiti oltre i quali essa può nuocere alla causa del socialismo , dovremo noi la• sciarne la iniziativa e la direzione ai Circoli giovanili socialisti? È questa una grave questione che sottoponiamo a tutto il partito. I Circoli giovanili che raccolgono quelli che non hanno ancora, per l' età loro, tanto di autorità e d' esperienza per appartenere ad un partito politico, dovrebbero essere una specie di scuola preparatoria, un' anticamera di studio, nella quale le audacie incomposte della giovinezza trovassero la loro necessaria disciplina. Ma a questi Circoli non si dovrebbe conferire nè diritto d' iniziativa , nè sopratutto compiti delicati e difficili quale è la propaganda antimilitarista. Solo il Partito, mediante i suoi organi più autorevol;, ha il diritto di iniziare propagande , di indicarne i modi e di tracciarne i confini, poichè solo ad esso spetta la custodia di quel patrimonio di conquiste politiche ed economiche che non si può e non si deve gìuocare a cuor leggero. Il Partito dunque riassuma, con tutta la sua responsabilità, tutto il suo potere (L' A- :rione socialista). Jean Wintsch : Il socialismo in !svizzera ( 1) - I differenti fatti sviluppati nel nostro articolo ci aùtorizzano alle seguenti conclusioni di scientifica esattezza : 1 • 0 Il socialismo svi:r:rero è essen:rialmente legislativo e riformista. Ciò che lo prova è la perfetta concordanza delle idee e degli atti che si son potuti osservare : a) Nel programma del partito socialista elaborato a Zurigr, nel 1904 ; b) Nelle discussioni avvenute nell'ultimo Congresso anrnale di Losanna, 1go 5 ; c) Nell' opera dei socialisti ginevrini , i più avanzati della Svizzera e nei costumi dei socialisti di Zurigo, i più influenti; ( 1) Lo spazio non ci consente di dare un largo sunto di questo interessante e lungo articolo scritto da un rivoluzionario. N_ediamo integralmente le conclusioni. (N. d. R.) · d) Nelle circolari e proclami dalla Federazione svizzera dei sindacati professionali, sostegno operaio ed economico del partito socialista svizzero ; e) Nell'attitudine delle organiuazioni operaie centralizzate, infeudate al partito socialista, di fronte ali' azione diretta ; 2. 0 Nella Svi:r:rera come altrove J esiste una classe borghese inflessibile, implacabile, intransigente riguardo alle rivendica;ioni proletàrie. Le prove. sono: a) La leva regolare delle truppre in quasi tutti gli scioperi; b) L' interpretazione delle leggi che assimilano gli sciopera~ti ai vagabondi ; c) L' attitudine decisa delle truppe mobilizzate alle qual è mancata solo l'occasione di tirare sul popolo (Sempione 190 r, Ginevra, 1902; Basilea 1903; Chaux de Fonds, 1904; Rorschach 1905); d) Il bisogno di armarsi che provano i borghesi quando si sentono un po' discussi. (Ginevra 1902; Chaux de Fonds 1904; Zurigo 1905); 3.0 Di fronte alla democra:ria politica svinera e del socialismo riformista J comincia a sorgere un' organi:r:ra:rione d' a;io:te diretta e di rivolta operaia. Ciò è provato da : a) Il movimento di scioperi sempre più frequenti , pm grandiosi, più energici, malgrado l'opera conciliatrice dei comitati centrali e dei segretariati operai ; b) Il tentativo di sciopero generale a Ginevra, 1902 ; c) Il tentativo di generalizzare gli scioperi nella Svizzera tedesca stessa; a Basilea nel 1903 e a Zurigo nel 1905; d) L'abbandono della politica parlamentare ed il lavoro pel terreno esclusivamente economico di 10 Unioni operaie nella Svizzera romanda ; e) La fondazione di una Federazione romanda di queste Unioni che riconoscono l' azione diretta, opposizione alla Gewerkschaftsbund ed al partito socialista svizzero che lo combatte. fì I voti molto sintomatici. della Federazione romanda di propagare le idee di sciopero generale e di antimilitaris,i-10 effettivo ; g) La generale ripugnanza della classe operaia per il militarismo , il rifiuto di prender-e le armi di 400 soldati a Ginevra nel 1902, le simpatie che incontrano i renitenti, la progettata creazione di un gruppo antimilitarista nel seno stesso del partito socialista (Mouvement socialiste, 15 ott.). * Anglo-indiano: Lord Curzon, la sua rassegnazione e lJ suo ricordo - Il pubblico ha preso interesse alla fiera controversia che si è agitata ndl' India. La maggior parte crede che lord Kitchener, il gran soldato, ha riscontrato opposizione ai suoi piani e alla sua azione in un membro militare del governo del Vicerè e èonsidera la vittoria di lord Kitchener, come la disfatta dell' ostru7ionismo. È un errore : c'è stata una vitale e disperata lotta tra due principi. Da una parte sta il soldato che non è un politico ; e dall'altra l' uomo di Stato il quale è un conoscitore della storia e del diritto internazionale. Ha vinto il soldato. 1 ra i 300 milioni dell' India, c' è il sentimento generale che il governo britannico non è benefico. Ora lord Curzon aveva tutto un piano di riforme per avere un governo benefico ed economo, che non poteva essere compreso da un soldato. Intanto l' azione del governo metropolitano viene giudicata dagli Indiani non solo come indebolitrice dei poteri del Vicerè e del governo, ma sopratutto come lesiva degli interessi dell' autonomia locale. Gl' Indiani ora credono che non prevalga più l' autorità del Vicerè, ma che vi sia un autocrate militare, che rassomiglia a Cesare. Si può giustificare il grande mutamento avvenuto nel regime dell'India coli' interesse supremo della difesa mititare? No, perchè i competenti giudicano, che col precedente regime

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