Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

594 RIVISTA POPOLARii dina dormiente in aperta campagna; e infine una ALBA,di Cayley Robinson, che si direbbe di Puvis de Chavannes, per la tecnica pallida e piatta , pel disegno netto, per l'armonia grigia dei colori trasparenti, per la diffusa poesia del paesaggio e della figura: ma che supera il maestro nella correttezza del disegno e nella signorilità dello stile, attraverso al quale il placido lao-o, la costa arcuata, la barca veniente ed il suo rifÌ'esso nell'acqua e la lanterna· che vi proietta la sua Gamma rosata, pur rimanendo forma perfetta , diventano sogno, trapassano all' ideale. Delle sculture, la maggior parte statuette e bustini in bronzo su semplicissimi pilastrini, originali e graziose mi pajono quelle di George Frampton: e specialmente il gruppetto MATERNITÀ,che nella piccola mole ha il valore e la maestà d'un monumento: è la madre, augusta nell'atto pio d'allattare due putti ignudi; e sul piedistallo, una scritta dice: <e One true queen is on her throne, when her reabn is on her lap ». Il resto, l'ho detto, è, o insignificante, o mediocre, o cattivo: LE PARCHEdi Walter Crane, sono un orrore; L'ANNUNZIAZIONE di Greiffenhagen, e varie altre tele, sono d'un preraffaellismo oramai sfatato nojoso ed irrancidito; e l'ENDIMIONEdel Watts non è che un'odiosa rifrittura del suo omonimo sgorbio già apparso in una delle mostre precedenti. Savemo, savèmo ! X La Sala Spagnuola, ultima delle straniere, e m rosso· cupo : e vi predomina la fattura sommaria, massiccia, fosca, alla Zuloaga : nello Zuloaga medesimo, inferiore d'assai, nel suo truce GUARDIANO DI TORIall' indimenticabile <e Zia Luigia » del '903, ma pari alla propria fama nelle VECCHIECASEA HARO,d'eccellente effetto prospettico e scenografico; in Enrique Garcia Paternina , la cui DICHIARAZIONEo'AMORE,susurrata in aperta campagna da un chitarrista dal cappcllacciò calato sugli occhi ad una andalusa color terracotta dai piccoli piedi e dalla mantiglia civettuola, dalla gonna verde e dagli occhi felini, è per me il miglior quadro di questa maniera; in Fernando Alvarez de Sotama yor , le cui tele d' interni e figure chiesastiche son d'un verismo pesante e d'un'impressionismo eccessivo e slegato; ed infine in Manuel Losada, e in Paolo Uranga, che pure riescono opachi e pesanti, confusi ed oscuri. Che contrasto, con L'ANTICAMERA DELMINISTRO, che Luis Jimenes ha popolata (parecchi anni or sono, a dir vero !) di così gran folla di piccoli personaggi minutamente descritti, di postulanti e di sollecitatori settecenteschi, di veterani e di vedove, di faccendieri e di azzeccagarbugli , di funzionari e di preti, di nobili decaduti e di militari altezzosi ! E che contrasto, pure, con quella terza e più veramente spagnuola maniera di dipingere, che ritroviamo in Manuel Benedito, il cui RITORNO ELLAvoRo sotto la canicola, pur censurabile per non pochi nè lievi difetti, è però sbarbagliato di sole e cocente d'arsura; e in Gonzalo Bilbao, l' autor de <e La Esclava >>, e in Ricardo Canals, che, se scarseggiano d''aria e di spicco, sfoggian però nella folla di SIGARAIEçhe escono dalle fabbriche di Siviglia, una gajezza tutta meridionale di tinte liete, una varietà tutta !atina di bei tipini andalusi, un caleidoscopio di capigliature, di gonnelline, di scialletti, d'occhi, di Gori, e direi quasi un fruscio di vesti e uno scalpiccìo di scarpette, e un cinguettio di voci e di risa, da dar le traveggole e il capogiro a un anacoreta! Ma i due spagnuoli che monopolizzano, o poco meno, l'attenzione del pubblico in questa sala, o per le proporzioni e la spettacolosità, o per il numero e la stranezza dei loro dipinti, sono Joaquin Sorolla y Bastida ed Hermen Anglada Camarasa. Per il Sorolla, il giudizio è unanime: il suo gran quadro marinaresco CucENDOLAVELA,visto alla giusta distanza, cioè dalla parete oppòsta, e specialmente servendosi d' un binocolo che lo isoli nella sua· cornice, è d'un effetto sorprendente: i piani, pure in quello sbarbaglio. di sole e di candore, si distanziano, le figure si staccano, l'aria circola, tutto vive, si muove, lavora; e questa, davvero, è Spagna, e Spagna meridionale: la gente, uomini e ·donne, tipi e costumi, profili e gesti; le piante, così verdi, e i fiori, così vistosi; la vela, enorme, troppo bianca, e la luce, intensa, abbagliante ... Sicchè io credo, che, senza perder nulla nell'evidenza stereoscopica, questo quadro guadagnerà con le naturali smorzature che gli anni gli apporteranno: anche adesso, è più bello nelle ultime ore del pomeriggio e nelle giornate coperte. Ma sull'Anglada, le discussioni son molte e vivaci, poichè la sua e arte decisamente d'eccezione: a prima vista, fuor d'ogni dubbio, le sue dieci tele appariscono bruscamente bizzarre e pazzesche eridevoli o repellenti secondo le tempre dei visitatori: siano gitane spagnuole o cocottes parigine o FIORI DELMALEo FARFALLENOTTURNEquelle ch'egli-ritrae, le sue figure son tutte scontorte e distrofiche, enigmatiche e ambigue, false e malvagie, incorporee ed astratte; ma, non meno evidentemente, l'autore le ha fatte così a· bella posta, per condensare in queste creature dell'arte sua non degli individui, ma - delle specie, non delle persone naturali ma dei tipi artificiali d'una civiltà spinta agli ultimi eccessi : attraverso alle luci molli, ai colori tenui, alle masse indecise, quelle donne smunte, imbellettate e sfatte, che guardan con occhi enormi di sfingi e di fattucchiere, che han nelle labbra contratte sogghigni d'invito e di seduzione così repellenti da mettere i brividi, che sono fatte non già di carni come le vere donne ma solo di garze~ di tulli , di pizzi, di nastri e di spume avvolgenti fantasime e larve, scheletri e mummie, e che camminano a passo di ballo, leziose e macabre, veleni viventi, virus umani, orribili parodie dell'amore, quegli esseri lì, dicevo, per quanto fantastici sono veri, per quanto informi e deformi sono compiuti e reali , e rappresentano sia pure con una esagerazione che sa di delirio e di incubo, tutto il poema grottesco e sarcastico dell'abominio e dello sfacelo. Ed anche questa, dopo tutto, è arte! Parigi MARIOPILO KIVISTA DELLE KIVISTE La propaganda antlmilltarlsta: i suoi scopi e t suoi fini (1) - ... Dove e quando questa nostra azione antimilitarista deve arrestarsi? Qui è d' uopo non confondere le necessità di oggi con le aspiraz!oni del domani, la realtà con l'ideale. Ora la realtà è questa : che da per tutto nel mondo le nazioni sono armate, pronte a lanciarsi le une sulle altr~, desiderose di risolvere con la forza le vecchie e le nuove contese. Il tempio di Giano non accenna a chiudersi ancora: esso attende, coi serrami infranti, le aquile che predano su tutti 1 continenti e in tutti i mari. E noi, noi socialisti d'Italia e di Francia, dovremo dissolvere il nostro esercito mentre l' Europa pare si prepari al conflitto supremo? ,,. (1) Diamo la conclusione dell'articolo dell'a,rione socialista cui. si accennò in uno stelloncino nel n. passato.

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