Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 20 - 30 ottobre 1905

574 RIVISTA POPOLARE di ferrovia ogni 100,000. abitanti, cifra non raggiunta in nessuna parte del nostro paese » • Lo ricordino i deputati calabresi che assecondano i pregiudizi popo• lari e gl'interessi elettorali: sono anmentate le ferrovie ed è cresciuta la miseria ! E i rimedi? Non ci fermiamo a quelli d'indole fiscale ed anche all'organizzazione del credito, di cui si occupa sobriamente il Caviglia ed a cui anche noi abbiamo più volte accennato ; ma vogliamo ricordare solo che egli molto insiste sulla regolarizzazione dei corsi di acqua , sulle opere di risanamento malarico e sul rimboschimento. Lo scrittore caLola che occorrebbero: L. 60,000,000 per. sistemazione di 1500 eh. qu. di montagna; 20,000,000 per opere idrauliche di bonifica e d'irrigazione; e 100,000.000 per espropriazione delle terre e i.oro colonizzazione in ragione di L. 1000 all'ettaro per eh. qu. 1000 di terreno . In tutto , perciò, L. 250,000,000. La spesa è forte; ma l'impressione scompare quando si pensa che dovrebbe essere ripartita-e per ragioni tecniche, materiali non potrebbe farsi più presto - in 40 anni. L'Italia non andrebbe in rovina per 6 milioni all' anno! E l' Italia non si accorgerebbe della spesa se invece delle generose e commov~mti lagrime del re andassero alla Calabria 4 milioni all'anno della .sua lista civile! . Notiamo, infine , che l' agri coltura calabrese ha una grande risorsa, che ad eccezione degli Abruzzi, manca al resto del mezzogiorno ed alla ~icilia : l'abbandanza delle acque. E quante di tali acque si potrebbero trasformare i~ fo1:za motrice? Ecco un' in,çognita che governo e privati dovrebbero risolvere con un buo...1catasto delle acque e con buoni studi sull:\ loro utili z. zart.:ione industriale, che comincia a dare brillanti risultati negli Abruzzi. _ Nella Calabria, infine , per la risurrezione e' è una altra forza viva, che molti guardano con occhi.o bieco ; l'emigrazione. Ma di questa ci occuperemo più ampiamente nel prossimo numero seguendo una pubblicazione assai pregevole di un giovane calabrese, Giuseppe Scalise, che l'argomento ha trattato esaurientemente. ♦ Lo spirito nuovo della Francia contro la Revanche. - Continua vivace la discussione nell'Enropa centrale sulle rivelazioni del Matin, che forono attribuite all'ex Ministro Delcassè. Questi se ha smentito d'aver dato lui stesso le informazioni non ha negato, però, l'esattezza del loro contenuto. A noi sembra che egli mantenga in proposito un atteggiamento tutto fatto di gesuitiche distinzioni. Le smentite e le contro smentite si seguono con una rapidità vertiginosa: vengono da ministri, ex m1-. nistri .e giornalisti. Una ce n'è stata anche fatta in nome de])'imperiale Tartarin di Germania sulla frase che riguarda l'Italia oramai divenuta celebre: vous m'avez dèbauchè l'Italie. Ciò che risulta chiaro da tutta le discussioni e contraddizioni, fra le quali si deve saper navigare come in un mare frastagliato da banchi sottomarini è questo: 1 ° l'Inghilterra ha una voglia matta di dare battaglia alla Germania, prima che questa riesca ad avere una flotta poderosa, che unita a quella della Russia,- la quale accenna a volerla ricostituire - e di qualche altra potenza europea, potrebbe mettere in pericolo la supremazia marittima britanniGa ; notiamo, intanto come sintomo che Hyndman, il capo autorevole dei socialisti democratici inglesi, ba dichiarato nella Justice che se ~a Francia venisse aggredita dalla Germania ingiustamente, per l'Inghilterra sarebbe un sacro dovere il correre in suo aiuto. 2° Delcass.è era realmente riuscito ad isolare la Germania e ed avvicinare per la Francia il momento di tentare la Revanche. Questo secondo punto sembra il più importante; e date le finalità che si proponeva l'ex-ministro della repubblica bisogna convenire che nel conseguire tale risultato il Delcassè aveva spiegata una rara abilità ed una continuità di azione sorprendente. Lo ricono~ce anche Jaurès, ch'è stato il più a;Jcanito nel combattere qnesta politica infansta, che avrebbe condotto l'guropa ad nna spaventevole conflagrazione generale, nella quale forse sarebbero stati trascinati i piccoli Stati neutrali, come la Svizzera, il Belgio e l'Olanda. Se tale fu la politica infernale di Delcassè e se si ammette anche in Francia che e.~li è stato il solo che dopo trentaquattro anui di aLtesa e di rettoricume patric,ttardo aveva realmente preparato la revanche non si comprende come egli al di là delle Al pi trovi co.::1ì scarso numero di ammiratori e di difensori. E i ncizionalisti? E Derouléde? Si spiega il silenzio o la tiepida difesa dei primi coll'odio verso la repubblica ; essi predicano la revanche in q 11anto q11esta propaganda procura fastidi al regime attuale, ma una 1·evanche preparata da un ministro repubblicano se vittoriosa non poteva giovare alle loro aspirazicni reazionarie. E' più strano il contegno di Deroulede, che repubblicano sincero si professò sempre. La tiepidezza generale per Delcassè ha ima causa più profonda, che in questa occasione è stata messa in evidenza : la Franr.ia non vuole affrontare una g,terra; c'è nella repubblica uno spi-rito nuovo davvero avverso alla revanche, che riduce a quello che sono state e sono le agitazioni dei ncizirmaUsti: a chiacchiere vane. Questo spirito nuovo venne formalmente annunziato da Federico Passy al Congre:iso internazionale per la pace di Lucerna e riassunto opportunamente in un articolo del Courier·1·Europeén. I vi. Fillustre e vecchio economista con franchezza non abbastanza rimarcata e lodata, a·ugurando il sincero avvicinamento della Francia colla Germania dichiarò: e La, minima apparenza di conflitto t1·a la Francia e la Germania - noi l'abbiamo visto recentemente - basta pe1· turba,:e gravemente il mondo. Ora quando una cosa è necessaria, non bisogna dfre che essa e impossibile: bisogna che essa si faccia. Plaudiamo a qnesto spirito nuovo ed auguriamo, nell'interesse della civiltà e dell'umanità, che esso trionfi! ♦ Un tentativo di a1lulte1·io democratico-cristianoDon Romolo Murl'i e Filippo Tura.ti. - Don Romolo Murri, dalle Torrette dove lo ha relegato in esilio Pio X, ha diretto una str,rna lettera a Filippo 'rurati , cbe l'ha pubblicata nell'ultimo n1tmero della Critica Sociale. L' intelligente e battagliero sacerdote che non si è deciso ancora o a gettare la tunica alle ortiche o a sottomettersi interamente e sinceramente alla Chiesa cattolica e al sno sommo gerarca ha creduto possibile invocare la tolleranza e di offrire qnasi l'alleanza dei democratici cristiani ai s0cialisti riformisti . coi quali egli crede che siano mRggiori le affinità del prnprio partito anzicchè coi moderati e coi clericali. . Noi uon esitiamo a ric0noscere che stando alle parole che esiste davvero questa maggiore vicinanza tra i socialisti evoluzionisti e i democratici cristiani-; ma c'è di mezzo una inezia, cbe rende impossibile qua lunqne intesa tra gli uni e gli altri: la Chiesa di Roma coi suoi venti secoli di storia, che insegnano essere davvero irreconciliabili la democrazia e il cattolicismo e che f~1rono sempre tentati vi insidiosi qne lii del seconrlo per abbraccic:1,re la prima nella intenzione di poterla soffocare senza nemmeno farla strillare. Filippo Turati ha dato una risposta, che consideriamo come una delle cose sue più simpaticamente canzonatorie. Non potendo riprodurla intera ne riportiamo la chiusa, nella quale c'è anche una frecciata per gl'intransigenti del socialismo romano. Eccola: .: La salute è in voi, o

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