590 RIVISTA POPOLARE morale. e Costatarsi, secondo il pro{)rio reale essere; e t1'asfigura1·si, fingendosi migliori, e connettendo l'uno all'altro mo)Ilento psicologico, è principio e norma di moralizzazione sincera (p. 192) >. N è vale il dire che dalla suddetta massima esula l'imperativo, dappoichè e il pensiero dell'assoluto morale, anche se riferito unicamente alla società, come .a propria sorgente naturale, esercita indubbiamente un'azioue inibitrice e dinamogenica: inibitrice, perchè ,è freno alle tendenze personali contrarie all'ideale etico; ,dinamogenica, percbè il termine, vorso cui essa esige te'he l'anima si elevi, è il simbolo di una reale supe• riorità morale (p. 204) > • E la razionalità della massima risulta dsl considerare che la ragione sociale prevale naturalmente sulla ragione individuale; mentre, se ognuno fo$se arbitro assoluto del valore dei proprii atti nel momento della deliberazione, agirebbe sempre in contraddizione alle norme morali imposte daJla società. L'assoluto metafisico o religioso è una finzione, perchè una morale :sublime e maraviglio8amente divina non è di questo imondo, e supera perciò la potenzialità della sua natura; mentre l'assoluto etico sociale, considerato come immanente nella vita, e coi suoi caratteri di obbliga• torietà, è un fatto realmente esistente, perchè la sua imperatività assoluta può essere sempre,. sperimentata, ed appresa fin dalla primitiva educazione, ciò che non può dirsi certamente dell'assoluto metafisico. Vivere socialmente, adunque, è, in ultima analisi, vivire moralmente. Il compito generale podagogico, che deve assumersi ogni educatore di sé stesso, ha limiti più ampii della giustizia, e consiste e nel creare con la persuasione la vera disposizioue al bene, cioè, la spontaneità morale {p. 214) >. Fare il bene per istinto è il compito finale ~ più sublime della moralità. La condotta prammatistica in rispetto alla felicità può essere designata da questa massima: « Agisci come se la felicità assoluta consistesse nella virtù (p. 222) ~. Dimostrata con sufficiente larghezza. come la conce- .zione prammatistica del positivismo sia razionale e _-pedagogiga , e come l' etica consiste nella totalità del. vero morale, cioè, nell'accordo della vera ragione , del :sentimento e del volere, che rappresentano tutta quanta la personalità; e respinte vittoriosamente le obiezioni :addotte in contrario, passa finalmente l' A. ad occuparsi •delle norme conseguenti di pedagogia sociale , cioè, :a delineare alcune specie di applicazioni del concetto :fondamentale pramma ti stico. Come propedeutica ali' indagine applicati va l' A. so- :stiene che l'Ego e l'Alter si trascendono come soggetto •e oggetto, che l'individuo, cioè, supera con l'antiegoirsmo la tendenza egoistica ; e quantunque l'opposizione .tra l'uno e l'altra è un'opposizione astratta, apparente, 1ciò nullameno, in concreto, l'individuo li associa en- :trambi, potendo le due tendenze e essere intimamente re praticamente vis~mte >. La riportata massima prammatistica si può quindi :applicare alle idealità sociali, che sono il riflesso della rsublimità dell' amore sociale, e la formola può esse.1e la seguente: 4: Opera come se tu fossi l' alflro >, cioè, come se tu non fossi tu; o rn altri termini : vinci in te l'egoismo. Ma questa formola, che illustra la massima evangelica : ama il prossimo tuo come te stesso , non deve esaurirsi nell'ascetism0, nella morale della rinunzia alla vita ; non deve condurre al completo sacrifizio di 8è, ma deve valere per l'ego e per l' alter; e perciò ai doveri verso gli altri si debbono aggiungere i doveri verso sè stesso. Un'altra splendida applicazione può farsi all'amicizia, sulla quale il Marchesini s'intrattiene con vera genialità , quasi volesse profilare la effigie dell'animo suo sincero, leale, magnanimo, e scrive le più belle pagine di tutta l'opera. L'amicizia non è egoismo, ma è sincerità, ~ unità di anime, è insaziabilità di affetto e di aiuto, è spontanea volontà di sacrifizio, è deside·rio di soff1·fre della sofferenza stessa dell' amico, di godere con lui. in lui, e per llti, è apostolato, è la vita di una idealità. Cosi concepita l'amicizia, è e una della forme più alte di vita morale a cui l'educazione pubblica e privata deve mirare ... Educare il senso della amicizia, è educare il senso del bene, della spirituale voluttà del sacrificio, è lenire, per la solidarietà fratarna delle anime , il dolore umano , riparando ali' in sufficienza dell'Io (pp. 274-282) > • Le altre applicazioni della massima prammatistica al risentimento o all'onore, e all'amore della vita, dànno occasione all' A. a-1 una critica elevata alla teoria di Tolstoi, e ad un esame rigido (come dev'essere quello del moralista) della morale del suicidio. La massima evangelica del ~ non gindicare •, tesoreggiata dal 'folstoi, implica la comunanza dei difetti; ma questa comunanza non implica il consenso moral.e nel bene, che è condizione necessaria della sincerità dell'amore. Venendo meno questo consenso, per l'astensione del ~iudizio, viene meno il freno ai malvagi e lo stimolo lli bL1oni, e si contravviene e al carattere imperativo e sovrano dell'ideale etico > • Anche di fronte alla prppria co::3cienza,vietandosi la sincerità dei giudizi, si ostacola l'onestà dell'opiniona pubblica, che risulta d~ questa sincerità. di giudicare e dagli ...onesti risentimenti dei singoli >. Si disprezzano quelle persone che non provano risentimento e che abdicano al sentimento dell'onore, il quale è mezzo pedagogico necessario di moralizzazione. ~ I valori etici, dice il Marchesini, sono pure i valori della vita. Ohi a questa rinunci, trattan:iola come indegna di essere vissuta, avvilisce e tratta come nulli anche quei valori > Ecco la con danna etico-sociale del suicidio. Chi respinge un dovere, annientando se stesso, « può essere più pernicioso di colui che vi contravviene positiva1uente >. Re il suicida preferisce la morte al dolore di vi vere, egli può con la propria distruzione procurare ad altri gravi dolori , eh' è crudeltà ed inumanità non apprezzare. Egli non è un egoista, se rinuncia alla vita per sottrarsi alle sue durezze, ma è un idealista, che > subordina il proprio idealismo assoluta a sè stesso, anziché considerarlo come se fosse indipendente e obbiettivo (p. 292) » . Contraria al suicidio è quindi la massima: e Ope1·acome se l'ideale etico, SO·
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