Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 18 - 30 settembre 1905

520 R I V l S T A P O P O L A RE miseria, derivata dalle riduzione dei salari, che doveva loro riuscire tanto più intollernbile in quanto che praticata esclusi vamente a loro danno. Questi conflitti spaventevoli a base di motivi etnici, religiosi ed economici nelle regione del Caucaso sono un esponente esatta delle condizioni dell'Impero Russo. Son corse voci di pacifica~ione tra T'Brtari ed Armeni; ma tutte le notizie, che vengono da quelle regioni meritano scarsa fiducia : si contraddicono vergognosamente. ♦ L'indipendenza della Norvegia. - Per un momento si temette che la conferenza di Karlstad t tra. i rap presentanti della Svezia e della Norvegia invece che ad una soluzione pacifica potesse condurre alla guerra tra i due popoli del la Scandinavia. Ma. all' 111 tima ora l'accordo pare che sia stato ragginuto sulla separazione e che siano state eliminate le reciproche .diffidenze nate dalla qn1-1stione delle fortifici;1zioni della Norvegia che gli Svedesi volevano abb~ttute e che i Norvegesi volevano conservate. Si dice che il Re d'Inghilterra, sospettoso delle mire bieche dello Imperatore di Germania, che pare contasse sulla guerra fratricida della Scandinavia, abbia agito attivamente per fare riuscire l'accordo. Se ciò fosse vero il Re d' Inghilterra avrebbe ben meritato della causa della libertà e della civiltà. Nella conferenza di Kadstadt fu notevole la grande calma dei rappresentanti e la semplicità veramente repubblicana dei loro costumi· Adesso in Europa si fanno previsioni in vario senso sulla forma del governo che prevarrà in Norvegia: Repubblica o Monarchia? I costumi, ripetiamo , sono essenzialmente repubblicano; ivi è popolarissimo Bjornstorn un dramma repubblicano del quale, Il Re, venne tradotto in italiano da Fontana. Un indizio favorevole alla repubblica si avrebbe nel Comizio della città di Trondhjen, la terza della Norvegia, nel quale ad unanimità si votò un ordine del giorno indirir.zato allo Sh01·ting, in cui si dichiara solennemente che la futura fo1·ma di governo dev' esse're dipendente dallci volonta del governo. Col profondo sentimanto della libertà del popolo anche se si votasse in favore della monarchia , questa non sarebbe che una forma; in sostanza prevarrebbe la repn bblica, perchè il Re non sarebbe che l' eletto del popolo e regnerebbe sino a tanto ch<' al popolo piacerebbe che regnasse. ♦ Il Congresso socialista di lena. - Si riunì la sera del 17 Settembre. Notevole per la raccomandazione messa in pratica di discutere con calma e moderazione affi.nchè gli avversari del socialismo non si ringalluzzissero per le divisioni tra i suoi sostenitori; per la carica vigorosa fatta da Bebel contro la politica di provocazione seguita da Guglielmo II all'interno e all'estero; per l'entusiasmo con cui fu accolta la proposta di opporsi con tutte le forze ad una gnerra di aggressione della Germania contro la Francia per gli affari del Marocco o per altri pretesti ; per la decisione in favore dello sciopero politico sostenuto da Bebel ec. Vi si 1,rotestò energica men te contro il governo , che impedì la conferenza che doveva tenere J aurès in Berlino. Del pericolo d' uno scisma nella democrazia sociale tedesca tra la parte politica e parla men tare riassunta nel Bebel e quella corporativista apolitica o sindacalista rappresentata dal .M:olkeburn si ebbe qualche accenno ; ma la prudenza s'impose a tutti. ♦ La parola sincera cl' un anarchico sui fatti di Grammichele. - Pietro Gori ha percorso da recente la Sicilia ed ha visitato Grawmichele dopo l' eccidio, che ha richiamato di nuovo su di esso l'attenzione pubblica· La Sicilia Nuova di Palermo (N:0 del 17 Settembre) ha pubblicato un'intervista che un suo redattore ha avuto col mede::!imo e che noi crediamo opportuno far conoscere ai nostri lettori. Il Gori dopo avere accennato alla grande miseria dei contadini della zona del latifondo e della piccola proprietà polverizzata soggin11ge sulle cause occasionali del tragico tumulto: Per quel conoscimento che ho della, psicologia delle folle, mi sento autorizzato a ritenere, che nello stato di latente esasperazione, che ,:onturba le plebi campagnole del!' isola, non occorreva che una lieve provocazione esterna per trascinare quell'agglomerazione di miserie e di collere compresse ad una esplosione, che potrà apparire inesplicabile a tutti quelli che ignorano, per quali scosse anche crudeli la natura e la storia avvicendano la evoluzione e la rivoluzione, e quando più violento e ciec~ ·sia lo scoppio d'ira delle moltitudini abbrutiite dalla indigenza e dal servaggio contro le ingiustizie, di cui la misura e la sofl:erenza trabocchino. Ora i dati da me raccolti sulle condizioni economiche del contado di Caltagirone e di Grammi..:hele, le quali non sono che un esponente di quelle di molta parte dell'isola, danno la impressione disastrosa, che si cammini sopra un suolo vulcanico, e che si corra verso un baratro buio. Perché se d .l punto ai vista do,r;11iaticanwite rivo·lurionario puo sembrare che da uno sfacelo oscuro debbano sempre nascere un matgior benessereed una maggior libertà, la lezione amara delle cose s'incarica di dimostrarci che se la ragione ed il sw-- timento non rischiarano le masse anche quando tentano di rovesciare un giogo , ogni piu fiero sjnrzo va perduto sotto la mare_![giata.delle superstizioni, delle ignoranze , delle brutalità inu 'ili, che governano le sommosse provocate jolo dalla miseria e dal mal governo. . E il Gori, che nelle parole da noi ::iottolineate manife:3ta nettamente il proprio pensiero sull' azione di certi 'rivoluzionari da strapazzo, veramente labrioleschi, dopo avere detto che lit s,iluzione vera del problema itgrario si avrà quando la terra ::!arà della comunità conchiude: E, sia detta tutta la verità , gli uomini politici dal settentrione, che si occupano di catechizzare ed organizzare il proletariato sotto k sue bandiere di classe trascurarono e tra - sct1rano (quasi come gli uomini di governo) queste belle e sventurate terre del mezzogiorno. Giacchè in Calabria come in Puglia, in Basilicata come in Sicilia il lavoro dei veri amici delle plebi non dovrebbe t:ssere solo di propaganda teorica o di organizzazione - ma do1Jrebbeintensificarsi in un apostolato di educa-rionepopolare e di em,mcipazione delle mas!ie dalle pe,r;giori forme di tir,~n11ide: il se1vilismo e l'ig_uoranza. E' quello che andiamo predicando noi da tanti anni! ♦ Anco1·a della Horsa clel La,voro e tlel socialismo in Napoli. - Eugenio Guarino ha rispo:::ito nell'Azione Socialista del 16 Hettembre alle acc11se rivoltegli dal Bartolotti, di cui c'i11tratte11emmo nel N.0 precednnte. Sentiamo il dovere di far sapere ai nmitri lettori, che la difesa del segretario della Bor,;a del Lavoro per quanto riguarda la quP.stione personale ci sembra convincente. Ma il Guarino scagionan fo sè stesi!o dalle acCLsle del Bartolotti viene a conferma re ciò che noi avevamo osservato sulla decadenza del partito socialista napoletano. Egli, infatti osserva : Io non pretendo che il critico debba essere edotto delle cose di cui· parla. Il Bartolotti, che si occupa di letteratura e belle arti, conosce il movimento operaio moderno così come io posso conoscere la letteratura latina. E non è colpa sua come non è colpa mia. Egli finge di ignorare'. il gravissimo periodo di crisi di tutte le organizzazioni operaie d' ltalia, a cominciare da quella di Milano, dalla fine del 1902 ad oggi, e le ragioni della crisi. Egli risolve tutto dicendo la colpa è di Guarino. Ma, di grJ.zia, chi ha mai attribuito agli egregi compagni redattori della •< Propaganda n la riduzione della tiratura dal 1901 ad oggi? chi ha mai versato sui dirigenti la sezione socialista

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