542 RIVISTA POPOLARE prest1g10 si rialzò alquanto colla occupazione della Bosnia e dell'Erzegovina. Essa , però trovandosi a contatto immediato di due grandi patenze, la Germania e la Russia, che possono a vere aspirazioni ad alcune parti del suo territorio, sembra che viva attualmente per la tolleranza di quei due imperi e l·he cesserebbe di vivere il giorno in cui tale tolleranza venisse meno. È arrivato questo giorno? !n Europa l'opinione che alla morte d1 Francesco Giuseppe, la Germania invaderà la Boemia e il Tirolo e si annetterà Trieste, di cui farà il suo Amburgo mediterraneo, è accreditata. L'Italia ·t:he aspira a Trento ed a Trieste si troverà in con- .Hitto colla Germania mentre la Russia, ringagliardita dalla pace si getterà sui territori slavi. La Francia e l'[nghilterra , campioni del diritto delle piccole nazionalità minacciate, entrereb - bero in lizza e scoppierebbe la conttagrazione generale. Questa prospett;va dei futuri orrori non ci sembra appoggiara su di alcuna ragione storica e politica. Più che mai l'Europa ha bisogno di uno statu-quo austro-ungarico e l'[talia e la Russia dovrebbero rinviare le loro speranze irredentiste e panslaviste piuttosto che turbare la pace continentale, ch'è la condizione indispensabik della esistenza della loro dinastia. Solo la Germania i cui amidi pangermanici espongono apertamente il programma , può passar sopra a tali considerazioni. Infatti la Germania agraria e borghese att1aversa oggi una crisi di megalomania , che per la quarta volta , dopo I' invasione dei Goti , il Santo Impero e le guerre di Carlo V - la sospinge verso il mezzogiorno. È nota l'ambiziosa Weltpolitik di Gugtielmo Il. Contro la sfrenata ambizione pangermartica sorgerebbe, però, tutta la democrazia europea, che stretta in lega saprebbe contt:nerla. C'è da sperare, quindi, che la Germania non si moverit. [n ogni modo le sue mene costituiscono un elt::mento perturbatore, che, per una ironia frequente nella storia , servirà. ,ion come dissolvente , ma come un cemento dell' agglomerazione austro-ungarica. La ragione primitiva che la creò non è mutata. L'Austtria-Ungheria è nata dal sentimento largo e benefico della solidarietà europea, internazionalismo assai anteriore al nazionalismo contingente e che aveva. gia creato la conquista romana. Ora lo spettro del Kaiser germanico viene a sostituire il pericolo turco morto e proroga il mandato primitivo: l'Austria- Ungheria non può modificare il suo statuto esterno senza l'assentimento dell'Europa. Ciò non signitica ch'essa debba conservare l'attuale sua orga_nizzazionc politico-amministrativa interna. Questo è il pernio della quistione , perchè la divisione attuale è il prodotto della violazione di tutte le affinità naturali. La quistione czeca si allarga alla Moravia e alla Slesia, le rivendicazioni polacche e rutene si urtano nella Gallizia, le aspirazioni tedesche e czec he si combattono in Boemia, l'ideale italiano redama Trieste e il Trentino e i sogni sloveni si estendono sulla Stiria e sulla Carniola. Se si emancipasse la Gallizia come tale, i Polacchi e i Ruteni rimarrebbero in lotta tra loro. Così altre nazionaiità in altre regioni dell'Impero. È dunque indicato di rivedere la carta politica amministrativa tradizionale e di calcm·e la nuova carta etnografica creando una federazione di popoli autonomi liberi della loro costituzione e delle loro leggi. Più questi popoli saranno differenziati e liberi e più grande , più stretta e più forte sarà la solidarietà tra i confederati. Al motivo dell'agglomerazione- barbara, succederebbe un motivo civile e naturale; perciò più duraturo. Questa soluzione corrisponderebbe alla esplicazione delle leggi biologiche , secondo le quali negli organismi rudimentali gradatamente si vanno specializzando gli organi e le funzioni (L' Europeen. 9 settembre). lf}, William Stead: L' allmentazione clelt' Iug·hlterra tu tempo di guerra. - La Commissione per l'istituzione di grandi magazzini di cereali nella Gran Brettagna ha pubblicato il suo rapporto. li rapporto della maggioranza steso dal Principe di Galles è contrario alla politica di Giuseppe in Egitto, cioè alla compra delle sostanze alimentari e ai granai go• vernativi. Essi farebbero più male che bene. Invece di granai nazionali la maggioranza inclina al sistema dèlle inJennità nazionali, che compensino dei danni che possono venire dalla cattura dd nemico in tempo di guerra e raccomanda che un picc0lo comttato di persone perite faccia delle ricerche e forf!!oli uno schema. La maggioranza capitanata dal Duca di Suther • land è assai favorevole alla libera raccolta nei granai del go vcrno e ad una scala graduata di dazi sui cereali in guisa che i cereali immagazzinati per quattro mesi sia esenti da dazio, mentre quelli introdotti per essere consumati immediatame:-ite 2 scellini (L. 2,50) per quartor. I quaranta milioni di abitanti della Gran Brettagna non producono cereali per più di d:ciassctte sett:mane; e qualche volta il prod,)tto del raccolto locale è esaurito in agosto dopo sette settimane. Ma grazie al libero commercio il monllo intero è il nostro granaio. Prima la Gran Brettagna ritirava il 62 °/o della tarina e del frumento dagli Stati Uniti; adt:sso ne ritira soltanto il 16 °fo. Il resto viene dal CanaJà, dall' India, dalla Russia, dall'Argentina. Ma tutto dipende dal nostro dominio sul mare. Se questo si perdesse tutto sarebbe perduto. Noi saremmo nelle condizioni di una guarnigione assediata in una fortezza, le cui provviste 11011 basterebbero che per un paio di mesi e senza speranza di ricl:verne da alcun luogo. Contro questo pericolo a che cosa gioverebbt: la popolazione armata di lord Roberts 't (Review of Reviews, Settembre). lf}, T/wmas F. Mi!lard: L' avveuire finanziai-io del Giappone. - Il Giappone cominciando la guerra sfidò la fortuna, le sue finanze divengono sempre più cattiva. li dorn;- nio del mare essendo necessario per fare una politica continentale aggressiva, sarà necessario mantenere non solo il naviglio attuale, m.a aumentarlo fortemente. L'abilità del Giappone per combattere le future guerre deve consistere nella possibilità di potere fornirsi di denaro dal!' estero. Ciò dipende dallo esatto paga mento dei debiti e questo alla sua volta dallo sviluppo della sua ricchezza, eh' è stata molto esagerata. È molto diftusa l'opinione che i Giapponesi siano abilissimi agricoltori <:: molto delle. simpatie occidentali attualmente pel Giappone derivano dalla credenza che esso non ostante la buona a~ricoltura nor> possa mantenere la sua popolazione. Ma ciò non è vero: attualmente appena la metà de! terreno atto alla cultura è coltivato e la terra coltivata non produce ciò che dovrebbe. 1 touristes vedendo la piccole risaje ben coltivuno esclamano: Che bella agricoltura! Ma il Governo giapponese pensa diversamente e si sforza di migliorare un 'agricoltura molto antiquata e dispendiosa. Il Giappone ha parecchie risorse mineraria , principalmenw in ca,bon fossile. Ma le sue miniere impiegano solo 120,000 persone e i progressi minerari sono impediti dalle leggi che avversano l' impiego del capitale straniero. La· pesca potrebbe offrire grandi risorse, non bene sfruttate. La navigazione è cominciata e si mantiene in forza dei sussidi del governo. Anche le industrie manifatturiere cominciarono a svilupparsi per opera del governo, che ad esse ha consacrato buona parte delle indennità pagata dalla Cina. L'operaio giapponese delle industrie ~ poco abile e non apprezza abbastanza il tempo. La situazione economica della nazione non è soddisfacente perchè si è costretti ad insistere nel protezionismo onde pa gare gl' interessi dei debiti. D'altra parte aumenta ia popolaziont:, aumenta l'importazione delle sostanze alimentari e la industria languisce. Le imposte sono aumentate e il governo è costretto a sospendert: le spese produttive - strade , scuole,
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