540 RIVISTA POPOLARE uno stato miserrimo; e nemmeno crediamo che il disagio che possano lamentare dipenda per la maggior parte dall'azione in - giusta dello Stato. Ma è certo che, qualunque siano le cau~e del fatto , non si può negare che lo svolgimento dell' attività economica è stato molto maggiore al Nord che no:1 al Sud. L' imputare tale fatto alla alacrità od alla apatia ·.!elle po polazioni non d•minuirebbe la necessità di tener conto di tale stato di cose e di provvedervi per quanto sia possibile. Come un padre non può esimersi dal far c.urare i( proprio figlio, anche se ha contratta una malattia per colpa propria. Ma anche ciò ammesso, sorge inevitabile la questione del metodo. Sarebbe veramente efficace il sistema di leggi speciali di ogni genere che stabili~sero a poco a poco una legislazione speciale per le diverse regioni? Molti si illudono sulla possibilità di simili provvedimenti e sulla loro efficacia. Tuttavia non si può a meno di riflettere che tale siskma potrebbe portare la quasi inevitabile conseguenza di diminuire l'autorità del Parlamento, che dovesse legiferare per una regione, facendo nascere il convincimento che i deputati di quella regione fossero riconosciuti come più competenti o più indicati a compilare, redigere e magari votare quelle leggi. Difficoltà politica a cui appena accenniamo, ma che ci sembra della massima importanza per le conseguenze che potrebbe portare. Ci limitiamo ad esprimere il timore che un s;stema di leggi regionali presenterebbe, se applicai a su larga scala, pericoli di cui è difficile determinare la intensità e la estensione. Piuttosto ci domaodiam.o se, volendo provvedere in l, uakhe modo a diminuire i danni della uniformità, delle leggi non san:bbe ii caso di pensare a quel f:imoso decentramento che per tanto tempo fu discusso, intorno al quale si fecero promesse, così che gli animi di molti se ne erano appassionati, e che poi fu relegato in quel solito dimenticatoio, dove tante altre buone cose sono andate perdute. La Autonomia dei Comuni , opportunamente temperata da Consigli di gruppi di provincie o se si cn.:de di Consigli regionali e la separazione dei cespiti d'entrata tra lo Stato ed i Comuni, potrebbe essere un esperimento meno pericoloso che potrebbe venire tentato per alcune regioni. La Sicilia, ad esempio, si presterebbe stupendamente ad un esperimento di dieci o.:i anche diventi anni di una larga autonomia comunale coordinata a consigli superiori, costituiti con pon - der ato sistema. Lo Stato per un decennio o ventennio mantenendo la amministi-azione della giustizia, della istruzione superiore, della sicurezza pubblica, e, si intende, dell' e~ercito e della marina come sono attualmente, potrebbe lasciare per tutto il rimanente una libertà larghissima, specie •nella distribuzione dei tributi, limitandosi ad esigere una somma a pro dell'erario da distribuirsi per contingente nelle Provincie e nei Comuni del - l'Isola. , Arriveremmo a comprendere in tale autonomia anche quella doganale , lasciando che fosse fatto l'esperimento per I' Isola di un libero scambio coli' estero e colla penisola. Le provincie meridionali hanno bisogno di una vita nuova, e questa vita non possono crearsela che loro stessi ottenendo una maggiore libertà. Non può il Parlamento, lo si è veduto colla esperienza , trovare esso i rimedi necessari ai loro bisogni ; è necessario che quelle popolazioni sentano la responsabilità della loro situazione e sappiano crearsene una nuova. (L' eco11omista 1 7 settembre). Mario Manda/ari: Pro Calabria. - Quest'altro terremoto delle Calabrie, del quale giungono ora le prime dolorose notizie, se da una parte impone al Governo e al Paese pronti e immediati soccorsi, tali che dieno almeno, assicurazione della pietà generale, e mostrino tutto il conforto che l'Italia in que-- sto momento vorrebbe dare; dall'altra parte fa nascere urla grossa questione, quella della miseria morale e materiale d'una popolazion; lungamente oppressa e travagliata dalla sventura, la cui storfa è nondimeno strettamente legata alla storia della cultura italiana ed a quella del Risorgimento. Anche a cotesta miseria morale e materiale, delle popolazioni calabresi occorre portare imme iiato soccorso nell'interesse generale del Paese. La questione della CaJabria è di quelle , che non si risolvono coi rimedi trovati all'ultimo m.omento, in un periodo di sventura. La decadenza progressiva e graduale della Calabria è una conseguenza della importanza che ha assunto il mondo occidentale dopo la s.:operta dell'America. La sostituzione de' Turchi a' Bizantini di Costantinopoli tolse importanza alle regioni estreme d'Italia. Le Puglie non ebbero molto danno, pcrchL: ritrovarono le antiche forze ed ebbero conforti ed aiuti dal mare. Ma le nuove vie marittime trovate e acquistate posero tutta la regione meridionale fuori del mondo che vive con le industrie e coi commer.:i. Per coteste ragioni an.:he Venezia de..:addi; di giorno in giorno, di anno in anno, miseramente, inesorabilmente• La Calabria decadde di giorno in giorno , di anno in anno, sempre, mostrando rovine, miserie, grandi estensioni di terra, senza alberi e senza case , grandi foreste ancora inesplorate, soprattutto, anzitutto, mostrando l'abbandono di sè stessa e degli altri, mancanza di scuole, mancanza di vie, mancanza di conforti, manc;rnza di pane. Solo i Normanni portarono e d;edero aiuto alla Calabria: ma ciò fecero per bisogno di conquista, per avere agio di dominare e diffondersi in ~icilia. Gli Svevi la tennero in dispregio, e così gli Angioini, che la ..:redettero favorevole a' Siciliani e così gli Aragonesi e gli altri Spagnuoli cd Austriaci, dominanti nel Vice -Reame. Un po' di risveglio ebbe sotto i Borboni, e specialmente sotto Ferdinando IV, per fini politici e o..:casionali di governo. ll terrcm.oto del I i~3 la distrusse, la desol0, quasi la soppresse. Ma occorre aggiungere che furono molti i soccorsi dei Governo e que' della cosiddetta Cassa Sacra. Abbiamo un libro preziosissimo pubblicato in Napoli nel 1793 (dieci anni dopo del terrl!mo), di Riflessioni economico-politiche d'un Cittadino relative allt due provincie di Calabria di cui è autore il marchese Giuseppe Spiriti, di Cosenza. Queste Riflessioni economico-politiche d'un Cittadino , pubblicate cento e più anni fa, e intitolate a un Ministro di Stato, Giovanni Acton, sembrano cose d' ieri , inspirate e pubblicate, a premura, si direbbe, dell' on. Napoleone Colajanni. Tutto quello che è lamentato, che si voleva modificato e corretto, tutto quello ancora veramente esiste! Tutti i mali derivano dalla ignorànza, in cui si trova il Governo deni ver.l situa 1 ione degli ajf,iri. La pubblica felicità e una chimera (trascrivo), dove non vi regni uniformità d'interesse tra il Sovrano e i Sudditi. Due granJissimi desolanti mali, I' amministrazione della Giustizia (stia bene attento l'on. Colajanni) , e quella delle Finanze. Di quella si dice meno di quello che l'on. Colajanni, inspirato da santo e nobile sdegno, direbbe ora ; e delle Finanze non mi attento di fare un'esposizione nemmeno somm.aria, pcrchè: i lètt0ri direbbero che io attingo t,oppo, o troppe cose, a libri vecchi e a considerazioni già fatte. Di questo libro l'on. Colajanni son certo quando che sia trarr~t profitto. Fate - scrisst! lo Spiriti all' Acton - in modo che mercè le sovrane cure le derrate sieno da oggi innanzi sufficienti a' bisogni e non mai assorbite dalla g,·ave:cra, o dalla mala intesa distribu:r_ione de' tribu!i; che la popolazione vi sia numerosa, e incoraggiata; che le leggi sien rispettate; che rinasca in tutti i cuori quel vero spirito di patriottismo tanto 11ecessario alla felicità sociale; aprite sbocchi al commercio, promovete arti, prosperate l'agricoltura, ecc.
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