536 RIVISTA POPOLARE Pare una malvagità meditata: una irrisione voluta: una cosa triste, vergognosa e insopportabile. Consolati deserti, Consoli senza animo e senza mezzi e senza capacità. Ecco il quadro in Bra~ile. E , nello sfondo, il Ministro Italiano, il Principe nonchè il marchese Cariati e Friozzi e vattelapesca, che se ne va via, portando la vanità dei suoi titoli, e le note dei fornitori pagate del suo pel decoro dello Stato Italiano. A fare il ministro, a Petropolis, ci ha rimesso circa , 00.000 lire l'anno del suo. E questo è tutto ciò che ha conchiuso. Protezione consolare e diplomatica - assolutamente nulla, poichè il Principe di Cariati non la poteva comprare del suo. E a che parlare del resto, come la colonizzazione, i trattati di commercio, ecc, ? Pover'uomo se ne va ! E i vice consoli se ne vanno , e Consoli fan marronate - e noi ci guadagniamo in ridicolo! ♦ Questa è la verità, mio onorevole amico! E, credetemi, non esagero di una linea. Taccio anzi di molte cose, e per lo spazio che non voglio rubare alla l< Rivista 11, e per carità di patria che mi frena il discorso. Io non so quali meriti :ncornmensurabili vanti il Tittoni nelle profondità della nostra politica internazionale, e mi pare così ad occhio e croce, che il peggior Ministro non sia. Ma come uomo preposto agli affari esteri di un Paese che esporta ogni anno centinaia di migliaia di uomini, il Tittoni più incapace di così non potrebbe essere, sicuramente. Ogni nostro servizio, qui in Brasile, dip.~ndente dal Ministero degli Esteri, é distolto. E i connazionali vedono sempre più i Regi Uffici come il fumo negli occhi. E i brasiliani ci guardano ridendo , e il Barone di Rio Branco, a Rio, si trastulla coi ministri italiani, e i Presidenti degli Stati, data la consegna di russare imposta dal Barone astuto, si trastullano coi Consoli. Ditemi voi, adesso, se stando le cose a questo modo, se perdurando le cose in questi termini , io posso aver cuore e mente di parlarvi di espansione italiana in Brasile ! Vedete voi, deputati e scrittori di parte democrati.:a, se alla riapertura della Camera vi riesce di fare intendere un pò di rag;one a chi mostra di mancarne del tutto , e poi tornerò a parlarvi di ciò che una borghesia illuminata potrebbe trarre, per il nostro Paese, dalla tenace opera compiuta dagli italiani emigrati in Brasile. Per ora non ci sono che amarezze e vergogne. Non è meglio che io taccia? X. Noi che riceviamo e leggiamo attentamente i giornali italiani che si pubblicano nel Brasile, e qualche giornale brasiliano, ci associamo interamente al grido di scoraggiamonto e di dolore che il nostro vecchio amico ci invia da Rio de Janeiro. Aggiungiamo per conto nostro che ci preoccupa pure il seguente fatto: gli Stati brasiliani aumentano i loro prestiti all'estero, e i banchieri inglesi e tedeschi dànno milioni su milioni ipotecando sulle pretese, le aspirazioni, e i meditati disegni di paesi europei che dimostrano di voler intervenire attivamente nella vira economica del Brasile. E l'·Italia, in tutto questo armeggio, è e rimane estranea; senza nemmeno tentar di rafforzare e coordinare le forze già esistenti e mature che noi contiamo in quella parte dell'America del Sud. Tutto questo, come -dicevamo, ci preoccupa e ci rattrista, e troviamo in ciò una ragione di più per sentire profondamente nell'animo nostro la penosa verità rivelataci dall' amico che ci scrive da Rio de Janeiro. (N. d. R.) Dellma aneadnizva gonpierlemerei IN ITALIA <1 ) Ebbi occasione d'intrattenere i lettori della Rivista sopra questo doloroso quanto tenebroso argomento, parecchie altre volte, durante il regno privatista dell'esercizio delle nostre ferrovie. Ora, grazie, alla rinforzata critica, il regno privatista, veramente d' infausta memoria è stato debellato; ma disgraziatamente gli organi dell'esercizio sono ancora i medesimi, i qu<lli, pare che non abbiano voglia, o non sappiano, o non possano, mutare indirizzo. Infatti , i vagoni mancano come prima e come prima si è ridotto il tempo per il ritiro de la merce ed aumentate le tasse di sosta, senza il concorso di quelle circostanze previste dalla legge, nel senso che se le circostanze si possono essere verifìcate in ro lor ali tà non è una buona ragione per applicare il provvedimento eccezionale per rooo; provvedimento vessatorio e tanto più antieconomico quanto· più applicato a sproposito,come già ebbe a rilevare e deplorare la stessa Regia Commissione d' Inchiesta. Ma io, dissi di proposito che gli organi del- !' esercizio sono ancora i medesimi; e si capisce che sono i primi ad avere interesse a non mutare l'andazzo; in primo luogo per non dare ragione a noi del.la critica a detrimento del loro credito personale ed anche un pò della loro onestà; in secondo luogo per preparare l'opinione pubblica ad un ritorno dell' antica cuccagna del governo e del monopolio del più importante servizio pubblico della nazione senza co1Ztrollo, come se la sono goduta per gli ultimi 20 anni; gratilìcando la nazione di 20 anni, non di esercizio , ma di vera anarchia ferroviaria; con tutte le sue conseguenze di sospensione di traffico, o per mancanza di vagoni, o per ingombro delle stazioni, malgrado sia dimostrato dalla stessa Relazione Saporito: che i mezzi di esercizio italiani siano i più abbondanti di tutto il mondo, sia in personale, sja in vagoni, e sia in mezzi fissi, i quali corrispondono tutti a poco meno del doppio nella proporzione del traffico; come già ho dimostrato sopra questa Rivista del I 5 marzo 1904 per ciò che riguarda vagoni e personale, e come mi riservo di dimostrare in seguito per i mezzi fissi e cioè, per le fronti di carico e scarico e di binari di manovra, i quali, corrispondono pure a poco meno del doppio nella proporzione del traffico. Ond' è che i milioni che si vanno stanziando pel nuovo materiale rotabile in genere e per i vagoni in ispecie, a me fanno l' effetto di milioni gettati a mare, o più precisamente, destinati ad ingrossare il già monumentale stock di ferravecchi, per dar lavoro alla privilegiata industria nazionale, alla quale si potrebbe applicare l'etichetta di: Industria politica naz.ionale per la fabbrica di milionari. Sopra il Treno dei ferrovieri del 25 marzo 1899 si legge il seguente inciso firmato : Frondista. <e E dal t894 che una delle nostre Compagnie è <e in possesso d'un metodo di controllo semplicissi- <c mo da sostituire alla buffonata pastorale dell'ap- « pello periodico (2). <e Lo stesso metodo venne pure indicato al Go- ( 1) Pubblichiamo questo articolo del Moroelli, lasciandogli, compe sembre, libera la parala ! Siamo, però, convinti che ci sia vera deficienza di vagoni, di cui maggiormente si avverte la mancanza a Genova , nelle Puglie e in Sicilia. Ciò si deve, pt:r fortuna, allo sviluppo della nostra produzione. N. d. R. (2) Unico metodo di controllo m vigore.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==