RIVISTA POPOLARE Sangnier. Leone XIII approvava le Sillon; Pio X ~li ha continuato la sua benevolenza e il Cardinale Merry del Val da recente ha dato il sno esplicito assentimento per un Congresso di Sillonistes. Ma l'anima del Sillon, dell'associazione e della rivista, il Sangnier ha il torto di essere sinceramente repubblicano e democratico. D'onde le ire e i furori di Monsignor Turinaz vescovo di Nancy, che ha pubblicato una violentissima epistola contro tale associazione democratico-cristiano che ha goduto delle simpatie di due Papi. Ciò prova sempre meglio che i sinceri democratici cristiani in Italia e fuori se vogliono conservarsi tali devono uscire dalla Chiesa Cattolica; se vogliono conservarsi Cattolici devono cessare di essere democratici cristiani. Noi attualmente assistiamo ai funambolismi del Prof. Toniolo, del Conte Medolago Albani e del Comm. Pericoli che studiano le forme e i programmi nuovi che devono conciliare le vecchie idee della democrazia cristiana collo SJ.,iritobonariamente reazionario di Pio X quale si manifestò colla enciclica dell' 11 Giugno sull'azione cattolica in Italia. In tali programmi se re· sterà qualche cosa di democratico sarà una menzogna. E mentre dura questa elaborazione Don Romolo Murri, che tanto vigore aveva dato al movimento democratico cristiano, se ne sta in esilio alle Torrette (Ancona). L'esilio finirà quando il valoroso direttore della Cultura Social,e o cesserà di essere Cattolico o rinunzierà al programma della Democrazia Cristiana. Il èaso di Lamennais si rinnoverà. Don Murrì nell' ultimo numero della sua Rivista a coloro che affacciano l'ipotesi risponde negativamente; ma le sue critiche amare e sottili agli armeggi dei tre cennati plenipotenziari civili del Papa , che colpiscono il mandante, lasciano presentire un esito diverso da quello, forse, sinceramente desiderato dall' esiliato di Torrette. ♦ La crisi ungherese. - Meglio si farebbe a chiamarla : l'imbroglio ungherese. C'è la crisi in quanto il Presidente del Consiglio dei Ministri, conte Fejervary, il 15 settembre convocò il Parlamento per annunziare le proprie dimissioni e per prorogarlo quindi sino al 10 ottobre. L' imbroglio comincia di vertente se si ricercano le cause della crisi. Passiamo sopra alle manifestazioni violente della opposizione variopinta al Fejervary ed alle proposte di metterlo in istato di accusa e ci fermiamo in vece sulla causa delle sue dimissioni. Il Conte Fejervary, il successore e continuatore di Stefano Tisza al governo dell'Ungheria, rappresenta la tendenza favorevole alla stretta unione coll'Austria e il sincero Loyalism verso Francesco Giuseppe ; egli rappresentava al governo il cosidetto partito liberaleproprio il Conte Fejervary, i cui metodi e la cui convinzione sono quelli di un feroce reazionario. Disperando di potere ottenere una maggioranza fa. vorevole nel Parlamento I ungherese Henza fare le conct.>ssienisnlla lingua da adoperarsi nel comando dello esercito, e sulla rappresantanza all'estero domandata energicamente ed ostinatamente da tutti i nazt'onalisti magiari con a capo Francesco Kossuth e con altrettante ostinazione ed energia negata dall'Imperatore, il Fejervary pensò di ricorrere alla politica · più astuta : quella di dividere le forze della opposizione, mettendo un cuneo tra le medesime. Il cuneo era rappresentato dalla proposta di adozione del suffragio universale che doveva dividere le forze della opposizione e divergere l' attenzione pubblica dalla quistione militare. Ed ecco come l'imbroglio si acr.entua l Il ministro reazionario si fa promotore del sufft·a· gio universale; i socialisti, e i rappresentanti delle altre nazionalità in minoranza e abbastanza oppresse nel Regno di Santo Stefano -- tedeschi, rnmeni, serbi, croati - abboccano all'amo e si fanno sostenitori del Fejervary; ma l'opposizione di Kossuth, di Banffy, di Appony e di quanti amano l' antonomia e l'egemonia della razza magiara, p11r essendo più o meno democratica e pur accettando con di versi tempera men ti il principio del suffragio unive,·sal,e lo respingevano nel modo e nel tempo, in cui lo propugnava l'ex Presidente del Consiglio. Se la proposta fosse stata sottoposta alla discussione nel Parlamento Ungherese, rni avremmo assistito a scsene straordinarie di violenza e di contraddizione; avremmo visto i socialisti alleati dei reazionari ; i rea· zionari sostenitori del suffragio universalé; i democratici oppositori ... Ma a Vienna si pensò di non permettere lo spettacolo perchè nel Consiglio dello Impero non fu accettata · la proposta di Fejervary. Gautshc presidente del Consiglio dei Ministri in Anstri;-t osservò che il suffragio universale concesso anche pei biechi motivi del Ministro Ungherese era un'arma troppo pericolosa, che avrebbe finito col nuocere a coloro che incautamente la volevano maneggiare; inoltre il suffragio universale concesso all'Ungheria per contagio psichico sarebbe stato chiesto negli altri paesi dell'Irnpero. E tale suo diniego gli venne asprnmente i-improvorato dai socialisti , dai radicali tedeschi e boemi nel Reichstag di Vienna, dove avvennero le solite violenze alla sua riapertura. Perciò la proposta di Fejervary venne respinta e questi presentò le proprie dimi8sioni, che rimisero nell'imbroglio il vecchio Imperatore. Francesco Giuseppe ha convocati i capi dell'opposizione per cercare di risolvere la crisi e Francesco Ko.-1s1tth - anche lui! - si è affrettato a fare delle dichiarazioni di loyalism verso ii' capo dello Stato. Il convegno di Vienna, però, inacerbi il conflitto, perchè nè Francesco Giuseppe da una parte, nè i capi dell'opposizione Magiara dall'altra vollero fare alcuna concessione. Si prevedono conseguenze gravi : l'abdicazione dell'Imperatore, una politica di repressione nel successore, la rivoluzione in Ungheria. In Ungheria, intanto, manca l'unanimità degli ani mi e sono i socialisti, che fanno il giuoco dell'Austria reazionaria, assalendo i partigiani di Kossuth e della indipendenza e provocando tumulti sanguinosi, che sono stati repressi dalla polizia. Gli studenti sono con Kossuth; e perciò sono ::;tati feriti e bastonati dai socialisti. Ci mancano tutti gli elementi del giudizio sicuro per assegnare la dovuta responsabilità, che sembra grande, dei socialisti. Ma la loro condotta solleva indignazione tra i nazionalisti Magiari, tra i quali altra volta dicemmo, che sono molti i corrotti.· Comunriue, noi facendo voti che rimanga salda la unione austro-ungarica per le ragioni , che piu volte abbiamo esposto e che anche oggi riproduciamo nella Rivista dell,e riviste con un articolo dello Pflugmann, auguriamo che la causa ·del suffragio unive1·sale venga presa in mano da persone più sincerament~ liberali e che sinceramente vogliano farla funzionare. In ultimo osserviamo che ci sembra strano che i capi della opposizione nazionalista magiara non si accorgono che tutto ciò che indebolisce l'unione dell'Un· gheria coll'Austria fa il giuoco dell'astuto e ambizioso Imperatore di Germania. Qualche giornale come lo Egyèt,estès di Buda Pest pare che incominci ad avve• dersene e forse senza volerlo gioverà alla soluzione quell'opuscolo, che da principio sembrava ridicolo, attribuito a Max Menzel e pubblicato sotto lo pseudomino di Zeysig, in cui si lancia il ballon d'essai, di un Regno di Ungheria indipendente con a capo il secondogenito di Guglielmo II: il principe Eitel.
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