530 t<. 1 V 1S T A P O P O L A l{ E migliori profumi, e l'essenza di violetta e l'acqua di Colonia non sono considerate come ostacoli insormontabili per la ricerca d'un documento o P interpretazione d'un palinsesto. Il popolo ha quindi ai giorni nostri occasione meno frequente di osservare le originalità degli uomini di studio e perciò occasione più frequente di rispettarli, vedendone crescere, agli occhi suoi , la. grandezza. Bisogna anzi augurarsi che gli artisti e tntti del resto· gli uomini di studio, pur non abbandonando la. sfera delle loro contemplazioni e il campo delle loro prove, sentano sempre più vicino e forte il palpito della vita che s'agita v.aria e tumultuosa in torno a loro. Sarà certo un guadagno reciproco: guadagno per loro e guadagno per il popolo. ♦ Ed ori\ - per raccogliere le vele - fis:iiamo dunque bene questo punto: nella coscienza del popolo esiste pieno e sincero il rispetto per gli nomini grandi: è un rispetto anzi che si può dire in ragione diretta della distanza intellettuale fra l'uomo grande e l'umile che lo ammira. Ma quanto sono maggiori questa distanza e questo rispetto, tanto è maggiore la violenza dell' improvvisa reazione allorohè I' uomo grande compie un misfatto e precipita dall'alta eima su cui l'aveva sollevato l'ammirazione della società. Egli perde subito quell'aureola che lo rendeva cosi diverso dagli altri uomini ; egli, da uomo superiore che s·' imponeva alla venerazione, diciam proprio così, della folla. diventa d' imµrovviso un uomo volgare, volgare nel più brutto senso che si dà alla parola, e la folla, scagliandosi con furia iconoclafita_su lui, non crede solo di compiere 11na opera di ginstizia, ma soddisfa anche, senza che essa stessa lo conosca in modo ben determinato, ad una. specie di vendetta. Si vendica perchè sente d' esHere stata ingannata, ingannata nel rispettare e nel!' ammirare quell'uomo grande 1 nel credere cbe egli, per ,m cumulo di circostanze fortunate addensatesi s11l :;uo capo, abbia potuto conoscere meglio dell'infinita turba degli umili e degli ignoranti , tutte le supreme leggi· della moralità, tutti i più alti doveri della vita. È una foria iconoclasta, ho detto, e naturalmente la folla, nel suo impeto di distruzione, non si ferma a considerare se la persona contro cui s'avventa era dapprima tenuta per sacra e a lei sali vano devoti gli omaggii e gli incensi della molti tu dine. Disse già Melchiorre Gioja con frase eh' ebbe un successo maggiore forse di quello eh' egli pensava: inginocchiamoci all' idolo. ma fissiamolo in viso. Il popolo , con immagine più appropriata, par cbe esclami invece: inginocchiamoci all' idolo , ma se l' idolo a un certo momento si mostra indegno di raccogliere ancora il nostro omaggio, se l' idolo improvvisamente si spoglia del suo carattere sacro e si comporta peggio di uoi, atterriamolo! A taluno questa ribellione violenta che molte volte assume anche il carattere d' una rabbia feroce , potrà sembrare pericolosa. Ma perché pericolosa? Non si deve temere che per essa venga ad estinguersi l'ammirazione , dite pure se volete , il culto della società. per gli uomini grandi; quest'ammirazione sta anzi con essa in istretto rapporto, è anzi - e non mi fermo a dimostrarlo perché tutto questo è una conseguenza logica di quanto 4o detto finora - è anzi la condizione precipua della sua e8istenza. Questo turbine che irrompe impetuoso e devastatore non vuole già essere un turbine livellatore che atterra le alte cime e rende tutte umili e simili le cose. È un turbine che passa ruggendo implacabile sopra coloro che erano e avrebbero dovuto restare gli eccelsi, e finisce d'abbatterli; ma ai puri e ai forti nou s'accosta neppure col rombo dell'ala, ed essi rimangono in tutta la loro altezza e il loro splendore, completamente intatti , sopra la moltitudine che li ammira. L'esagerazione poi, che assume qualche volta la violenza d'una reazione , deriva dalla nat.1ra stesia dei fatti e dei sentimenti che le dànno origine, La coscienza del popolo, ricca d' istinti e sensibilissima agli impulsi subitanei, non può domandare che l' uomo grande sia solo sottop?sto all:1. legge comune. Pel timore che egli in mo!teplici maniere possa sfuggirvi, per la con vinzione anche che egli abbia maucato più d'ogni altro uomo incolto ed oscuro, esposto a tutti i cattivi snggerimenti dell'ignoranza e dall'abbiezione, domanda pt-r lui una pena più grave, nna legge speciale , più severa della comime. Io, certo, non approvo in tutte le sue manifestazioni e i Ruoi effetti quest'esagerazione, ma la riconosco natur,de. E riconosco che se dagli incolti e dagli umili è naturale che sia chiesta per I' nomo grande che delinque una legge più severa della comune, àa tutti gl! altri si dovrà chiedere un; esecrazione più vi va, più forte, e, sai vo i casi in cui la natura stessa del reato lo richieda, nessuna pietà, nessun riguardo. In questo appunto deve consistere la. diversità di trattamento in confronto col delinquente indotto ed oscuro. poichè diversità di trattamento deve farsi , secondo ragione, per coloro che, incolpati d'uno stesso misfatto, offrono alle coscienze che li g,udiuano un diverso grado di responsabilità. Finisco con un aug 11rio che a qualcuno potrà forse sembrare quello che non è : un sintomo di cattivo animo e, magari, di ferocia. M' auguro , ~ioè , che questa ribellione violenta, provocata da.Il' uomo grande che delinque. resti ancora nella coscienza del popolo e l'agiti e la scuota potentemente in tutte le occasioni, perchè, secondo la ragione e la giustizia, essa non è solo buona ed onesta, ma anche, e specialmente per il popolo, salutare. G. NASCIMBENI Un nuovo e patrio indirizzo negli studi storico-giuridici (1 ) La decadenza degli studi , in Italia, prima della unificazione , dovea inevitabilmente condurre anche all'oblio delle avite glorie nostre nel campo giuridico. Roma guerriera balena.va tuttavia del suo splendore antico attraverso magari i manualetti scolastici di storia patria; Roma giuridica assai raramente era evo- (1) F. Ciccaglione - Ma,iuale di Stor·ia clel Diritto ltal-iano - Milano, Vallardi 1904. Voi. i.
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