Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 18 - 30 settembre 1905

526 RIVISTA POPOLARE meno morbosa e meno, ne' suoi effetti materiali immediati, violenta, e si manifesterà , per esempio -- come nel caso nostro - coli' irrompere d' un accanimento e d'un livore spietato contro l'uomo illustre e potente, caduto nel male. È di fatti, secondo me - giacchè abbiamo poste cosi le cose-del tutto spiegabile lo scoppio subitaneo d'ira e di sospetto con cui s'accoglie la notizia che qnalche uomo grande ha commesso una colpa (1). Nella coscienza del popolo, ali' improvvisa nuova , sorge pure improvviso e potente ed invincibile il sospetto che per l' uomo grande si mettano tosto in moto e amicizie e protezioni e aderenze , e che anche per quella volta ]' opera della giustizia debba riuscire un' illnsione o uno scherno; la coscienza del popolo non potrà quindi, evidentemente, atteggiarsi di fronte all'uomo rinomato, potente, che s'è fatto reo d'un delitto, come s'atteggia di fronte ad un popolano, debole, oscuro, pure spinto da un delitto sotto la sanzione della legge. Essa si riscuote subito al timore che la coglie di trovarsi dinanzi ad un nuovo caso d' ingiustizia , ad un nuovo favoritismo che si compie impunemente , all'ombra di quella legge che è stata proclamata uguale per tutti. Al sospetto segue, per via naturalissima, una specie di risentimento vivace che, certe volte1 diviene anche un odio violento contro la persona del!' accusato. Si vede in lui un colpevole che dovrà sfuggire alla pena meritata o, per lo meno, avrà novantanove probabilità I ♦ su cento di sfuggirvi; e si pensa per contrapposto alla sorte degli innumerevoli che, privi di ajuto e di protezione efficace, son trascinati quotidianamente innanzi alla giustizia e abbandonati senza un riguardo e un conforto al rigore della legge. Ecco dunque come nasce e si sviluppa l'odio contro. l' uomo grande , non completamente in quanto è uomo grande, ma in quanto è o si suppone che sia un privi'legiato. Un esempio assai evidente di tutto questo lo si è avuto appunto nel delitto da cui ho preso le mosse per discorrere. E sì che per l' illustr~ uomo - contro cui si sono scagliati anche quelli che non avrebbero dovuto lasciar confondere la loro coscienza evoluta e riflessiva colla coscienza in gran parte impulsi va ed istintiva della folla - non si trattava di una vera e propria ed esplicita accusa. Immaginiamoci quindi che gara di assalti e che diluvio d' improperi se questa ·invece si fosse mostrata ! Ma anche quel commosso agitarsi intorno al grande abbattuto sotto lo schianto di quella sventura, quel salire d' omaggi alla sua sa pienza ed alla sua onestà , quei saluti affettuosi di ministri, di corpi accademici, di società, tutto ciò che ' pareva un armeggio affannoso per salvare un naufrago pericolante, per cacciare un dubbio che s'ingigantiva, tutto contribui, credetelo a rafforzare nella coscienza della folla il sospetto della nuova ingiustizia, il timore del nuovo favoritismo, del nuovo privilegio. Naturalmente - è forse superfluo il dirlo-io non dubito che (1) Parlo delle colpe che offendono il sentimento morale del popolo, non di quelle che, per la loro speciale natura (es: omicidio per vendicare un adulterio), trovano presso il popolo, qualunque sia la pert.ona cae le commette, assai facile scusa. tutti quei voti siano stati dettati dalla pietà, dall'arnmirazione , dall' affetto , ma ciò non si fa credere alla folla che nel muoversi convnlso di tante persone influentissime e potentissime intorno al grande colpito dalla minaccia d'una terribile sciagura, ha subito immaginato un moto disonesto d'infl.uenze e d' aderenze, un comparire improvviso di suggerimenti, di pressioni, tutto il mondo degli alti e dei potenti che s'agitava per salvare uno de' suoi. La folla, a quello ~pettacolo che voleva esser solo di ammirazione e di compianto, s'è sentita risorgere la diffidenza atavica nella gi ustizia, ha evoL:ata e contemplata più viva ed abbagliante la visione quasi quotidiana di tante gare ove il trionfo è riserbato alla forza di misteriose influenze, ed ha così finito per credenii dì fronte ad 11nospettacolo di favoritismo e di corrutela. N è questo è bastato. Anche fuori della folla , nel presente caso, è corso il sospetto e si son levate voci di protesta. Perchè sugli stessi colpevoli son cadute parole di compianto e d'ammirazione; e da Parigi si è arrivati ad invidiarci la specialità di delitt.i così belli e terribili, e fra noi si son tirate fuori queJle buone anime dei tragici greci che non c'entravano. Questo poi è stato enorme. Ed è petciò logico che molti abbiano notato, con un sorriso d'amarezza, che per un povero diavolo di delinquente abbietto e cencioso Eschilo e Sofocle non sarebbero stati certo ' scomodati. • E' spiegabile dunque, mi sembra, il contegno della coscienza popolare davanti all' uomo grande che ha commesso un misfatto. Poichè è da aggiungere anche questo. Il muoversi d'altri g·randi e altri illustri quando egli è colpito solo dal sospetto, è inevitabile, perchè R. far ciò inducono efficacemente l'ammirazione, la pietà , l'indignazione nel vedere un nome cosi chiaro minacciato senza tanti riguardi d'una macchia indelibile. E' i nevi tabi le e giusto anche, se si vuole, benchè non tanto opportuno per gli effetti che ne derivano; ma anche inevitabile è il muoversi degl; illustri e dei grandi quando l'illustre ed il grande é irrimediabilmente caduto. Li spingerà il dolore per lo strazio che la sventura ha fatto di quel uome, il desiderio di salvare onesta1uente quel poco clie è possibile in mezzo a tanta rovina, l'indignazione anche, perchè il pubblico si pasce con intensa bramosia di quella notizia crudele e gode di mirare davvicino, senza più sentirsi gli occhi offuscati, quel caduto; li spingerà qualsivoglia dei più buoni ed onesti sentimenti che si possano immaginare, ed essi, anche presi dal timore che poi i loro atti vengano ipate interpretati, saranno obbligati a muoversi, a gridare il loro dolore, ad agire secondo il loro desiderio, a manifestare l' indignazione che li ha colti. Il fascino di quel gran nomo li domina ancora, ed essi lo debbono inevitabilmente subire. Non vorranno salvare il caduto dal destino che lo aspetta e .ch'egli merita. non vorranno adoperare la loro influenza perchè la crudeltà della sua sorte sia levata od attenuata; ma si moveranno, s'agiteranno. q11esto è indubitato, questo è ciò che succede sempre in simili casi. Ma poi accadrà anche l' a.ltro inevitabile: tutto

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