Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 16 - 30 agosto 1905

464 RIVISTA POPOLARE penale » ~ome afferma la vostra Rivista-bisogna riformare tutto il sistema attuale di procedura. Occorre una riforma che impedisca che un cittadino sino allora incensurato sia accolto in carcere per un presunto reato, o per un reato lieve politico, come un comL1ne pregiudicato, come un recidivo, un delinquente abituale. Non è un vero delitto che un presunto colpevole, o un reo puramente passionale venga rinchiuso in una cella e peggio si applichino a lui lo stesso regolamento carcerario , la 8tessa procedura istruttorale che domani 1ii applicano ad un delinquente istintivo, professionale che varca la soglia del carcere per l'ennesima volta·? Se è inevitabile difesa sociale l'arresto di un individuo che in una dimostrazione di carattere politico si presuma colpevole di infrazione alle leggi vigenti non dovrebbe essere Ìlllmediato compito dell' Autorità cercar di conoscere l'individuo arrestato per valutal'0 la sua temibilità, e trattarl0 alla stregua di questa? Ma per questo si impongono anzitutto una funzione di P. S. saggiamente identificativa non solo somatica, ma anche psichica (V. mio e supplemento alla cm·tella biogr·afica dei p1·egiudicati ~ ), ed un procedimento istruttorale .e un sistema carcerario orientali od nna rigorosa individualizzazione psicologica. Noi ci domandiamo come mai i casi D' Angelo e Consolini siano così rari, e pensiamo che alla deficienza delle leggi avrà pur supplito più di una volta l'opera del sanitario carcerario che di sua iniziati va, (malgrado i regolamenti), conoscitore della psiche umana, conscio dell:t grandezza della sua missione, avrà saputo recar sollievo a quei disgraziati gettati dall'evento in una m·uta cella di un carcere giudiziario -- prima che venisserv dominati dalla pazzia acuta - mortale. Ma purtroppo di fronte ai casi rarissimi di qualche disgraziato morto arrabbiato - quanti non vedemmo avviarsi alla pazzia. in grazia di quelle stesse leggi che li volevano punire per .... ·emendarli? Ed è umano, è civile, questo sfacelo di vite, di intelligenze ? Almeno potessimo sperare di avviarci in tempi migliori.... Ma purtroppo possiamo andar sicuri che il nuovo Codice di proced11ra penale, quando dopo tanta laboriosa gestazione vedrà la luce , vecchio prima di nascere, non avrà accolto nulla della tanta invocata individnalizzazione dell'istruttoria , e così salvo nei casi eccezionali alla Modugno o alla M11rri , si continueranno a portare innanzi alle Assise e ai Tribunali imputati - non conosciuti nei loro precedenti, nelle l~ro attitudini psichiche- peggio continueranno i casi d1 morte per delirio acuto o di omicidio e di peggio a commuovere per qualche •giorno }'.opinione pubblica, a suscitare giusti sdegni che poi sfumeranno in più o meno artificiosi comizi. E' ormai tempo si commuovano gli uornini di senno o di cuore e si tenga desta la immane questione per affrettare quelle riforme che giustizia e umanità impongono ! Voglia la. sua Rivista proseguire nel difficile cammino! Ringraziandola dell'ospitalità mi protesta Dev.mo PROF. SALVATORE OTTOLENGHI Dell'Università di Uoma GRAMMICHELE .... L' eccidio di Grammichele ha avuto proporzioni più gravi degli altri : i morti sono diciotto e saranno oltre duecento i feriti. Le cause remote che lo hanno provocato sono le solite ; e noi non abbiamo bisogno di ripetere ciò che abbiamo detto tante volte e ciò che da recente abbiamo scritto nel N° del 30 aprile di que- ' st anno. . Come nei precedenti c.1si analoghi si palleggiano la responsabilità , con poca giustizia e con molta passione, i socialisti e i reazionari. Questi ultimi, però, segnalano l' opera di un sovversivo speciale: l'ex prefetto di Catania, Comm. Bedendo. Ma vedi fatalità! qualche mese prima dello arrivo di Bedendo a Catania, a Traina in un tumulto (il solo che funestò la Sicilia nel 1898) furono uccisi 7 cittadini; e i tumulti di Grammichele esplodono poco dopo la sua partenza da Catania ... Vi ha contribuito l'imprudenza o la malvagità del Delegato Basilicò ? L' inchiesta fatta dall' on. De Felice lo afferma: l'inchiesta delle autorità governative - civili e militari - lo esclude. Noi speravamo avere informazioni particolari nostre di persona intelligente ed imparziale. Ci furono promesse telegraficamente; ma ancora non ci sono pervenute. Alcuni dati forniti dall'on. De Felice hanno tutta l'impronta della verità; e se non venissero trionfalmente smentite al gov~rno correrebbe l' obbligo di punire severamente il Delegato di P. S. che pare essersi messo al servizio dei Civili. Per noi, però, l'intervento di questo fattore diremo cosi personale non ha tutta l'importanza che le si vorrebbe dare: qualunque altro pretesto, qualunque altro incidente avrebbe provocato l' esplosione dell' ira popolare da un lato , la repressione sanguinosa dall'altro. A Grammichele, infatti, in meno di quarant'anni è la terza sommossa che si deplora; e, impallidito il ricordo di quest'ultimo eccidio, temiamo fortemente che dolorosi episodi analoghi si verificheranno in Sicilia e nel mezzogiorno, dove anche con tutta la buona volontà - e non ne hanno troppa I - dei governanti le condizioni anormali economiche, intellettuali, .morali e politiche non si potranno modificare nè in un anno nè in dieci e forse nemmeno c~ll'opera assidua e intelligente di una intera . generaz10ne. Intanto per non ripetere le stesse nostre parole su questa ripresentazione, diremmo regolarmente periodic:>.,dei tumulti e delle repressioni preferiamo oggi riprodurre un brano di un discorso dell' on. Giustino Fortunato; e ci serviamo del suo giudizio, perchè è quello di un uomo che conosce meglio di molti il problema del mezzogiorno , perfettamente identico a quello della Sicilia e che lo ha studiato non solo con intelletto ; ma sopratutto con grande amore. Egli parlando ai suoi elettori di Mdfi il 31 maggio del 1900 dopo aver detto che non vuole il còllettivismo e non vuole la repubblica, nè alcuna rivoluzione politica perchè ne teme maggiori guai soggiunge: « Ma credo e penso, in pari tempo, che così non possiamo andare ». « I tumulti si ripetono periodicamente, l'uno più anonimo dell'altro , sempre nelle identiche condizioni. Il fermento è continuo, la minaccia è perenne. Da un istante all'altro giunge la notizia che, o per il dazio di consumo o per l'alto prezzo del grano o per la tassa di focati~o o per i terreni demaniali, i contadini di quel tal Comune si sono ribellati : Assalto al Municipio , devastazione e distruzione dell'archivio; poi arrivo dei carabinieri o

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