RIVISTA POPOLARE 463 nali, in sostanza in Norvegia ci sarà sempre una repubblica il cui capo sarà ereditario, ma la cui origine plebiscitaria nè potrà ingannare lui, nè q11anti g~ardano al fondo delle cose. Dunque l'Italia si trova allo stesso livello della Norvegi::i in quanto alle ori?:ini della Monarchia e delle iati tuzioni, che la circondano? Ad agir, adagino! Se in Italia avessimo gli ordinamenti militari della Norvegia e se la forza arm::ita dipendesse òal Parlamento e non dal Re, a parte Rltre minori differenzr, la rassomiglianza sarebbe grande e la monarchia avrebbe tra noi una base legale e morale lArgbissima , che la farebbe rasscmigliare a quel la che potrà sorgere in ij"orvegia e che sarà sempre nella sostanza una vera repubblica Ma tra noi ci furono si i plebisciti. ; ma furono subito realmente calpestati. Non per nulla il Be, regna per volontà della Nazione .... e di Dio I Il plebiscit<;>lMnbardo, ad esempio. imponeva la convocazione della Costitue11ie. Ebbene provatevi a volere fare rispettare questo patto di un contratto bilaterale, che tra galantuomini non si dovrebbe mai mettere in dubbio e sentirete che moccoli! Vi si risponderà prima col sequestro e se cont.intH..rete sentirete argomenti, che verranno non dalle bocche àegli uomini , ma da quelle dei fucili e dei cannoni .... Ciò eh' è avvenuto nella Scandinavia è la realizzazione dell'ideale di Alberto Mario: il placido framonto delle istituzioni. Perchè questo ideale si possa realizzare e perchè si rossa dire rhe c'è vera libertà in un paese, queste rose occorrono: 1° massima cultura, che permetta di ragionare e non di sopprimere la discussione colla violenza delle armi; 2° nnione armata sottratta al comando del Capo dello St.a to e non esercito permanente agli ordini del Re. In Italia dove tutto è nazionale, solo l'esercito è veramente regio; e perchè 1·egio ha fotto parlare i fucili ad Aspromonte, a Torino, a Palermo, a Milano .... E non mettiamo nel conto le centinaia di Grammichele! Se in Au~tria-Ungheria ci fossero le condizioni di cultura e delle istituzioni della penisola Scandinava noi assisteremmo ad una separazione pacifica, che consentirebbe la vera unione morale e l' amicjzia tra i due Stati al di quà e al di là della Leitha; ma le condizioni sono quellf' dell'Italia e il mondo, perciò, forse ·assisterà tra breve non ad un placido tramonto, ma ad uua rivolnzione violenta. in cui l'ultima parola sarà pronunziata da quel brutto mostro , che si chiama il cannone! ♦ La lotta contro la mala.ria è un buon affare. - Angelo Celi i nella sua recente pubblicazione: La ma-- laria in Italia dwrante il 1.904 giustamente deplora lo s,·ar,;o appoggio e l'indili"erenza della stampa media e politica nella lotta contro la malari<1.. Noi, quantunque I' indole della nostra rivista non sia la più adatta a prendere parte in questa santa lotta , abbiamo la coscienza di non avere mai meritato tale rimprovero e per non meritarcelo mai in questa rubrica pubblichiamo i principali risultati dati dal Celli. Si premdte che l'anno 1904 si può considerRre come uno degli anni a rnalarìa grave e che il chinino di Stato è completameo te riuscito sotto tutti gli aspetti: pel costo mitissimo e per la facilità di somministrarlo i,pecialrnente sotto forma di confetti e di cioccolattini. Oi:iserva an~Le il Celli che dapertutto la bonifica idran lica non è valsa ad allontanare la malaria se non è stata accompagnata o seguita dalla bonifica agraria: sono stati cosi inutilmente spesi 6 milioni per la bo nifica idraulica nella Piana di Pesto. I risultati invece sono stati brillantissimi colla cura chinica e colla profilassi chinica e meccanica (reticelle). Su q:1esti risultati della cura - efficacjssime nel diminuire le recidive - e della profilassi parliuo le cifre. Nell'Agro Romano dove più e meglio la kitta è stata intrapresa a misura che aumentarono 1 profilassati ditJiinuirono i malanni: 1900 1901 1902 1903 1904 -- -- -- Totale dei profì lassa ti nell'Agro Romano - l, I 76 3,853 I 7,506 2 9,693 Numero d'infezioni primiti ve curate dalla Croce Rossa . I ,7 I 6 I, 263 764 320 162 (q O/o) ( I 6 °/o) ( 7 °/o) (2 °/o) (1,34 O/o) NuD,ero dei malarici ricoverati negli Ospedali di Roma . 6,186 4,75 2 2,750 2,46 I 2,961 La profilas8i chi nica ha dato del pari eccellenti rifluitati nell'esercito. Della utili tn della profilassi meccanica si può giudicare da questi dati sulla recidiva,nelle ferrovie adriatiche: Prima I della nuova 1901 1902 1903 1904 profilassi ---- -- -- - Per cento dei pn- I mitivi . .. ·I 38, 71 2,0 l ,29 l ,03 2 ,33 La spesa del ie reticelle quindi pei proµrietari viene largamente compensata dal minor numero delle recidive. Questi ultimi dati comples:;ivi per l'Italia sono decisivi. ChinindoelloStato Mortalità per malaria Utilenetto Annofinanziarlo venduto dell'Azienda Anno Totaledei morti delChinine ---- ---- ---- ---- . - - 1900 I 5,865 - - - 1901 13,358 - 1902 903 2,242 1902 9,9° 34,000 1903-904 7, 2 34 1903 8,513 180,000 1904-905 13,000 1904 7,382 171,000 Si avverta che il 1 ° semestre 1905 per la vendita del chinino e pel numero dei morti le_cifre sono approssimative e in base agli anni precedenti. Infine in un altra tabella jl Celli dà il numero totale delle giornate di degenza negli ospedali di Roma per malaria cronica, primi ti va e recidiva e risulta che tale numero è in continua diminuizione. E' evidente quindi , che la lotta contro la malaria ha dato brillanti risnltati dal p11nto di vista della mortalità, della morbilità e della economja pubblica e privata. Sia. lode a coloro che l'anno intrapresa e rinnoviamo il biasimo pei sordidi e disonesti grandi proprietari, che per risparmiare poche centinaia di lire all' anno espongono al pericolo della malattia e della morte centinaia di uomini! Nor ♦ A proposito della morte ùi Ugo Consolini. Egregio Dfrettore, Leggo solo in q 11esti giorni quanto venne inserito nel N° 14 derla sua pregiata Rivista « dopo della morte di Ugo Consolini. • Permetta a me che molto da vivino ho seguito i casi D'Angelo e Consolini di applaudire ai commenti fatti Rul caso, poichè la Rivista. fra i tanti che ue scrissero nei giorni scorsi è quella che ha posto proprio il dito sulla. piaga. Sì , ripetiamolo apertamente: la maggior colpa per c11i individui come il D' Angelo e il Oonsolini , per niente temibili, impregiudicati muoiono in un carcere come cani arrabbiati per « delirio acuto :, sta nel legislatore « Bisogna riformare f.utto il nostro sistema
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