Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 16 - 30 agosto 1905

RIVISTA POPOLARE mediante la quale non si dovrebbe acquistare il benessere e vivere lussoriosamente senza mai far nulla, nè aver fatto nulla in vita sua. li problema di regolare le eredità è supremamente difficile ma il concetto che la vita ,\ intollerabile senza beni ereditati ; che si può vivere onoratamente senza lavorare è responsabile di molte miserie. Tutti hanno diritto all'ozio ; ma dovrebbero anche tutti lavorare. La pigrizia assoluta merita la fame:.:o la disciplina della prigione. Mi pare che la proprietà assoluta della terra concessa ad individui invece che a comunità è responsabile di molti mali sociali. Mi sorprende che sia legale e consueto per una persona ven dere un pezzo della patria per proprio interesse. Se la legge concede il posses1w della terra, il proprietario ne dovrebbe essere considerato soltanto quale tutore. Di un fatto son certo ed è che il trattamento dei nostri delinquenti è erroneo. Noi cerchiamo di punire; non di educare di stimolare, di riformare. I prigionieri dovrebbero essere messi in condizione di produrre efficacemente e di dimostrarsi membri utili alla società , nè credo che ciò dispiacerebbe ai capi delle associazioni operaie , e come essi non si lagnano delle scuole tecniche serali sussidiate dallo Stato e degli altri istituti che ingrossano le file degli artigiani competenti , addestrati e rispettati essi non si lagnerebbero neppure di questa riforma, la quale andrebbe, quando fosse completata da riforme su la educazione e l'eredità, a tutto favore della collettività. (Contemporary Review, Agosto). ♦ Curiosità della lotta tra polacchi e tedeschi.- L'imperatore ha detto di recente a Gnesen in Pomerania: , Qui prima il dovere, poi il piacere_. Lavorare qui nell'est è un obbligo verso la patria verso il germanesimo, e come la guardia non abbandona il suo posto , così non devono i tedeschi abbandonare la Marca orientale • . La possibilità di seguire questo monito imperiale dipende dalla condizione economica fatta ai tedeschi in quelle provincie, e questa è disgraziatamente sempre più precaria. [mportanza decisiva ha in questa questione il formarsi di forti nuclei tedeschi, merciai, artigiani, esercenti ecc. nelle città. Viceversa questa classe, che dovrebbe costituire il nerbo della resistenza, è abbandonata a sè e non può vincere la concorrenza polacca. Gli agricoltori tedeschi della Marca orientale fanno sì le loro compere in città ; ma parte -di essi ahimè si lasciano vincere dal deplorevole manchesterianismo del comprare al miglior mercato possibile senza riguardo a venditore polacco o tedesco. Che dire poi degli impiegati? Essi dovrebbero intendere che ogni loro centesimo, essendo in fondo denaro dello stato, deve essere impiegato a rafforzare il germanesimo, e cioè speso in acquisti presso venditori tedeschi. Viceversa , col pretesto dei magri stipendì , attendono che gli esercenti tedeschi siano in grado di fornir loro le merci a miglior mercato dei polacchi. Ma ciò non può avvenire se non colla solidarietà di tutti gli elementi tedeschi. Cinquant'anni fa gli artigiani polacchi erano cento volte inferiori al peggiore degli artigiani tedeschi d'oggidì; ma la nobiltà , il clero , e la nascente borghesia polacca h sostennero boicottando i tedeschi e li rafforzarono così economicamente e tecnicamente. L' indecoroso punto di vista di consumatori di una gran parte degli impiegati tedeschi non è però il solo male ; le autorità governative fanno il resto con una condiscenza politica verso i polacchi che eccede ogni limite pel timore di essere dai polaechi accusati di parzialità. Quanto ai tedeschi , quelli possono trascurarsi. Un esempio per molti. l mastri-calzolai di Posen, dietro iniziativa del presidente della provincia, s' erano uniti in cooperativa ed era stato loro assicurato che )' aiuto finanziario del governo non sarebbe mancato a quelli che volessero liberarsi da precedenti impegni. Un calzolaio chiese perciò un prestito di 110 marchi. Ma gli fu negato Le autorità gli riconoscevano capacità, onestà, sobrietà, princi pì monarchici; ma il calzolaio aveva il torto di vivere ... separato dalla moglie , e il governo non poteva esporsi al pericolo di venir accusato dai polacchi di aver sostenuto un indegno! La stessa miopia burocratica si riscontra in molti altri punti, ad esempio nel conservare numerosi portalettere polacchi « perchè si possono intendere meglio col pubblico ». E allora che ci stanno a fare da cent'anni le scuole tedesche? Senza contare che durante il periodo elettorale questi portalettere diventano i galoppini della causa polacca. [ polacchi stessi si raccontano tra loro ridendo di sprezzo quanto il contegno degli impiegati alti e bassi stia in contraddizione con i discorsi germanizzatori dei banchetti. È noto che un ex-presidente della provincia di Posen si faceva fare le scarpe da un negozio polacco , ma con uno stampo tedesco perchè i servi pulendole non se n'accorgessero! E quando vogliono ricorrere ai tedeschi lo fanno in modo sì disgraziato da provocare delle ripulse. Così una nobile signora , moglie d' un alto impiegato , mandò un paio di scarpe a riparare da un calzolaio tedesco. Ma le scarpe erano di fattura polacca, e l' otteso mastro le rimandò naturalmente indietro con la- seguente ambasciata : si compiacesse la signora di farle riparare dal polacco che le. aveva lavorate. E anche la commissione colonizzatrice così ricca di mezzi fa ben poca cosa per il sostegno degli artigiani e commercianti tedeschi. Per tuttociò il polacco ha facile giuoco e vince nella con· correnza. Esso può persin permettersi il lusso, come i grandi cartelli e sindacati, di lavorare qualche volta in perdita, giacchè è certo d'esserne largamente compensato alla prima occasione da' suoi compatrioti ; vi sono anzi casse politiche che in casi speciali lo aiutano immediatamente a rifarsi della perdita. È doloroso portare in pubblico queste cose : ma noi dobbiamo dirle perchè tutto il denaro germanizzatore sarà denaro buttato via sinchè non si provveda a rafforzare il ceto medio artigianesco e mercantile tedesco nelle città della Marca orientale. (Zeitfragen, 21 agosto)-. ♦ Ricliard Calver.: Polttica mondiale e soctall8mo.- Nella conferenza che doveva tenere a Berlino, Jaurès si occupa dei rapporti tra Francia, Germania e Inghilterra. Secondo me, è un errore presentare come ideale oggi realizzabile, una politica basata sull' armonia di queste tre potenze. Le lotte di l'Oncorrenza economica, siano o non siano una « vergogna del capitalismo», non si lasciano sopprimere dall'oggi al domani. Perciò prima di prendere posizione innanzi ai problemi della politica internazionale è necessario un esame delle spinte economiche che nella politica si ripercuotono. Su che fonda l'Inghilterra la sua posizione economica'! La risposta a questa domanda ci spiegherà il conflitto oggi insuperabile fra Germania e Inghilterra. Mediante il suo estesissimo possesso coloniale , e mediante l' alto sviluppo delle sue industrie, l'Inghilterra può garantire a' suoi capitalisti e al suo popolo un reddito notevolmente superiore a quello di tutti gli altri paesi , esclusi forse gli Stati Uniti. In ciò conta più il possesso coloniale che la superiorità industriale giacchè il grado della capacità industriale inglese è già almeno raggiunto dai tedeschi e dagli americani. Ma le colonie danno al cnpitale inglese un collocamento privilegiato. Esso lavora nelle colonie su terreni di basso prezzo, con materie prime a buon mercato e bassi salarì. L'Inghilterra può perciò paragonarsi a un fabbricante che fa lavorare in due diversi modi. In una fabbrica in città egli paga salarì superiori a quelli de' suoi concorrenti; ma in campagna possiede vari altri stabi-

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