Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 16 - 30 agosto 1905

RlVlSTA POPOLARE 483 sola categoria di merci. In tal modo il G6rlit 1er vVaarenei11kaufsverein si è trovato esente dall' imposta speciale su la sua cifra d'affari per un valore di 8,4 milioni ed ha potuto distribuire il 14 °/0 di djvidendi. - In Francia la legge del 15 luglio 1880 aveva introdotto pei grandi magazzini un'imposta speciale a bast.: multipla ( 1 oo franchi per categoria di merci, 25 fr. per ogni impiegato e ro °/o del valore locativo - senza gli adJizionali). Ora esiste un progetto Ji legge che il Senato e la Camera si rinviano di continuo a vicen<l 1, relativo all'aumento delle imposte speciali sui grandi magazzini. lt deputato nazionalista G. Berry pervenne per un istante a far adottare una tariffa che avrebbe fatto ascendere le patenti pagate dai grandi magazzini di Parigi fino a 3,276,000 fr. Ma il Senato, vigile custode degl' interessi della plutocrazia, non permise un aumento dell' imposta superiore a 517,000 fr. , somma quasi derisoria pei grandi maga.zzini, quando si pensa che i tre direttori del Bon Jvlarclu! ricevono 200,000 fr. ciascuno di stipendio. Lo stesso Bon .Afarché (secondo le notizie date dal delegato Simais al Congr. d'Anversa) dovrebbe pagare per la imposta del 3 °/0 su 162 milioni d'affari, 4,860,000 ogni anno.- Frattanto non bisogna credere che le suddette misure prese contro i grandi magazzini ne impediscano l' enorme sviluppo alimentato da tutto il complesso della vita moderna. L' aumento delle impost~ sul Bon Marc/1e ed altri grandi bazars ha prodotto soltanto la diminuzione di salario agli impiegati , la qual cosa ha resa maggiormente precaria la loro condizione come quella dei piccoli artigiani che lavorano per quei magazzini. - I direttori dei Congressi piccolo-borghesi si sono sforzati intanto a diminuire l' importanza dei grandi bazars. Si è riconosciuto d'altra parte che nessun governo avrebbe acconsentito alla loro abolizione; e in tìne che le questioni sollevate non riguarJavano semplicemente la riforma delle patenti , ma tutto il sistema d' imposte. I grandi magazzini furono messi pel momento da parte : i << voti n espressi dal Congr. d' Anversa non hanno una sola parola al loro indirizzo. I principali sono : 1) le banche popolari in ricambio dei favori che ricevono dallo Stato , debbono dare un · sussidio al piccolo commercio ; 2) il governo porrà a disposizione delle associazioni di credito mutuo una somma di 20 milioni; 3) la competenza dei consigli d' industria e lavoro sarà estesa ai piccoli industriali e ai viaggiatori di commercio ; 4) i piccoli borghesi debbono raggrupparsi ,per la compra in comune e la produzione delle materie prime ; 5) le regole di pubblicità, bilancio , lista dei membri, nomina dei direttori, saranno strettamente osservate; 6) Vietare alle cooperative di consumo di vendere ad altri che a1 loro membri; 7) Vietare agi' impiegati dello Stato di fondare o dirigere cooperarive delle quali farebbero parte più di cinque impiegati ddla loro ·amministrazione; 8) cercare i mezzi d'impedire che i guadagni delle Cooperative sieno volti altrove che alla loro destinazione propria; 9) diminuire le spese di giustizia ed estendere la competenza dei giudici di pace; 1 o) sopprimere la concorrenza che lo Stato fa ai piccoli borghesi mediante il lavoro nelle prigioni. Contro le cooperative. - In tal modo questi congressi inter - nazionali seguendo la linea della minima resistenza, si trovarono incamminati verso la lotta contro le cooperati ve - lotta erronea anche secondo qualche caldo partigiano della borghesia come il prof. Brants. Ma il malcontento della classe in decadenza doveva appunto volgersi contro i più deboli fra gli elementi sociali, limitandosi a rivendicazioni platoniche per quanto riguardava il grande capitale. La timidezza dei borghesi indigenti, mendicanti sussidi, si mutò in un grido d'insofferenza di fronte alle organizzazioni operaie. E .questo furore epidemico contro le cooperative ci sembrerebbe incomprensibile, se non sapessimo quali mani nascoste agitavano le marionette irritate. Quando, p. es., si legge la nota piena di esagerazione e di odio presentata al Congresso d'Anversa dalla Ass. dei comm. della Louvière (prov. dell'Hainaut) si cominéia a comprendere perchè la guardia civica picc.-borghe-se fece fuoco, senza giusta ragione, su gli scioperanti del Borinage_(sciopero gen. del 1902). - Inoltre i congressisti attaccarono con vivacità ·speciale le cooperative di funzionari : la burocrazia parve considerata dalla piccola borghesia come una coalizione· di ~ fannulloni, paras!'iti, divoratori >> ecc. ecc. D'altra parte meno c'era da fare contro gli operai, che contro i funzionari pubblici, ai quali si poteva semplicemente impedire qualsiasi partecipazione alle cooperative anche nella sola qualità di membri, e ciò fu appunto proposto al Congr. di Namur, dove però fu soltanto adottato un voto per interdire ai funzionari di assumere la direz:ione o la ammìnistrazione delle cooperative. Da una commissione d 'inchiesta nazionale, indetta ·dallo stesso Congresso per studiare le condizioni della P. 13., coinposta tutta di uomini ddla classe media, qualcuno propose l'esclusione dei funzionari. A tal proposito jl Bionde!, delegato francese, fe-:e osservare che mentre nel Belgio i funzionari eran ritenuti come nemici , in Francia eran considerati come facenti parte della P. B. Piccoli borghesi ed operai. - In quanto poi alle cooperative operaie, i congressisti non fecero che imprecare contro i loro abusi, e contro Ji es:,e propost!ro tutta una serie di misure aggressive. Fra le altre, l' imposizione della patente e la . interdizione di venLlere ai non soci. Quest'ultima sussiste ora in Francia ed in Germania. Ma dal momento che una cooperati va di consumo ha l' obligo della patente, essa acquista, appunto per ciò , tutti i diritti del commerciante orJinario e quindi quello di vendere a chiunque la propria merce. Tutta_: via, dopo quelle misure, il Ìrnrnero delle cooperative non mutò sensi bi [mente. Dal 1895 al '97 esso scese ,· in Germania , da 1400 a 1 396. Viceversa aumentò il numero dei membri. Per quanto riguarda l' altra misura proposta , l' obligo cioè da parte delle cooperativè di publicare la lista dei loro membri, si può dire ch'essa non è altro che l'organizazzidne d'un vasto sistem.1 di spionaggio. Difatti uno degri · org·anizzatori del mo vimento piccolo-borghese, il Pyfforoen, ha detto che a Gand la lotta contro le cooperative fu i-pinta fiho a boicottarle o a boicottare i loro clienti, a denunziare i nomi di alctrni di questi ultimi , specialmente se borghesi ed agiati , e in fine a pedinare i portatori di pane di alcune di esse per spiare la loro clientela. In fine, circa il divieto imposto alle cooperative di usare dei loro benefici per fini speciali, estranei al loro :;copo (fini politici, sovvenzioni al partito operaio) si può ehiaramente pensare quali interessi difenda in realtà il movimento piccolo borghese. È noto che le cooperative nel Belgio sovvenzionano il partito operaio e che anzi la sola 1lfaison du peuple di Bruxelles dà a questo partito circa 36,000 franchi annui; ma se la P. B. avesse considerate le cose dal punto ·di vista economico, occupandosi soltanto della difesa dei propri interessi, non si sarebbe così preoccupata dell'uso che delle !oro entrate fanno le cooperative. D'altra parte bisogna ricordare - come notò il Delvaux al Congresso internazionale d' I. e C. di Bruxelles, settembre 1897 - che, quando gli operai entrano ndle cooperative politiche , lo fanno liberamente senz' alcun obbligo, e sanno in anticipo che dovranno lasciare una parte del beneficio che ne trarranno alla propaganda politica. E per ciò, quando la P. B. dice di preoccuparsi dei « poveri operai >l sot-- toposti alla « tirannia n delle cooperative , mostra anche più chiaramente di servire ad interessi che le sono estranei. Accanto a tali considerazioni che provano l' ingiustizia delle su accennate proposte, giova anche notare che un bisogno sociale saprà sempre trovare una via , e che saprà trovarla magari stornando la legge quando ciò sia necessario. Gli ideologhi della P. B. ne convengono e possono constatare che le misure repressive contro le cooperative non raggiungono il loro scopo : se essi, come il Pyfforoen, Funck-Bentano, Brants, ecc,

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