Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 15 - 15 agosto 1905

440 RIVISTA POPOLARE con un impeto di rinnovatore, senza dubbiezze sentimentali per .le mummie. E la mummia scolastica è tutta riassunta ed espressa in quella mummia della lingua e del pensièro che è Dante Alighieri - oggi nel 1905 - Ed ~ a L1uesta mummitìcazione italiana che io debbo - non se ne dolga - quella obiezione che Lei mi oppone nella sua nota : t( li Brandes - Lei scrive - rico- (( sce che tre scr:ttori sono davvero universali: Dante, Ccr- (( vantes, Shakespeare n. E che significa ? Che vuol dire (( scrittore? n Che vuol dire (( universale? n Lei fa un atto di fede, carissimo professore ed io (( critico n. Guardi ! a Cambridge e a 1ew-York ci sono due delle migliori colkzioni dantesche che annoveri il mondo. E poi? Alcuni scimuniti dantisti - che fan dire a Dante le cose più cervellotiche - parlano ora si ora no di Dante - che non capiscono - e lo esaltano ... Saranno, in tutto, un centinaio di persone, sui parecchi milioni di abitanti che contan gli Stati di Mass. e di ,New York. Nel pensiero vivo degli Stati Uniti non c'è (e non ci potrebe essere) traccia di Dante ... La Comedia è servita a quakhe versaiuolo che l'ha saccheggiata per esprimere delle imagini secondarie e senza efficacia. In che, e com.e, Dante è universale ,agli Stati Uniti -- dove pure ci sono due delle maggiori collezioni dantesche che annoveri il mondo? Sciocchezze ! sciocchezze ! carissimo Professore,-e da queste sciocchezze - delle quali non siamo responsabili , perchè a scuola ci nutricarono di sciocchezze, e nelle famigliè ci alimentarono di ubbidienza - di tutti qu~sti errori tradizi,mali, di tutte queste scioccherie letterarie , di tutta questa vacuità retorica, noi dobbiamo emanciparci - se vogliamo essere vivi e forti, - in Italia - in modo che la nostra vita e la nostra forza costituiscano la vita e la forza della gente italiana sparsa pel mondo. [n che, e come , di grazia , la scimuniteria dantesca degli snobs di New-York aiuta la miglioria dei nPstri connazionali, che in generale conducono un' esistenza miserabile, per la loro ignoranza, pel loro sudiciume, e per la loro· incapacità tecnica? Il lt!game tra gli Italiani all'estero non può essere--- oggila lingua; e l'opera della ((Dante Aiighieri >) è inutile e d·eviatnce. Noi esuli , noi dolenti , noi che non abbiamo pace , perchè fummo costretti ad espatriare per la miseria della patria ; noi tormentati dal disprezzo - che per l' ignoranza nostra , e per la nostra incapacità in ogni ramo di tecn;ca -- ci colpiste nel mondo-noi che siamo costretti a fare gli st.;rratori, i lustrascarpe, i venditori ·ambulanti e tutti i lavori più bassi, e tutte le cose più umili - appunto perchè la patria ci cacciò fuori ignoranti, ineducati e incapaci - noi che meritavamo tutt'altro- perchè non ostante la nostra miseria-siamo stati buoni di fare miracoli ali' estero - noi che siamo talvolta costretti a ripiegarci su noi stessi ed a patire la vergogna di essere italiani - noi , vinti , malgrado tutta la forza della nostra natura - vinti perchè impreparati ali' ampia vita moderna - impreparati perchè le classi alte d' ftalia bamboleggiano con le cose morte -e c' impongono, anche quando non siamo ignoranti! il peso e l'incapacità di una cultura arcaica - noi tutti, non sappiamo che farcene della nostra t( lingua di Dante » e della vostra (( Dante Alighieri >l e delle vostre tenerezze che, per essere l( linguistiche >), sono destinate a restare unicamente verbali -- malgrado le vostre m.igliori intenzioni. Battetevi per la scuola popolare; fate che gl' italiani escano d'Italia men9 ignoranti e meno impreparati alla vita moderna - vita di tecnica, di economia, di sforzi - fate che l' Italia sia più libera e acquisti - - nella libertà - gli :,trumenti di una cultura moderna - e allora crederemo, veramente, che gli italiani esulati hanno un posto nel v0stro cuore. Ma non dimènticatt! che la sorte degli espatriati e il loro legame alla patria d'.pendono dalla ,·ostra azione concreta e continua e previdente, intesa a darci ,l'orgoglio di sentirci italiani. Dipende da una nuova vita che deve palpitare in Italia: da una nuova vita che non può germinare se non dalle nostre opere liberatrici : liberatrici di tutto il vecchiume che la <( retorica ,l ancora vi impolle, dalla scuola al parlamento. Di questo vecchiume Dante è il massimo sirnboio. Se non vincàete Dante nella scuola, non farete mai avanzare Ji un passo l'Italia verso la cultura e la vita moderna. Lei, che non è più giovane, non vorrà combattere per rin - vigorire I' [talia '? Si adoperi dunqut! p..:rchè il Greco, il Latino, e la Comedia siano esclusi pe; sempre dalla educazione degli italiani. Solo Jopo questa liberazione , noi potremo diventar forti nel mondo. E soio dopo questa forza sentiremo l' orgoglio di essere italiani e ci sentiremo legat" da un tale giusto orgoglio. Oggi , µell' intimo nostro, ci rammarichiamo di ·non essere inglesi. E nrm basta: c' è di peggio : il dolore di un tale rammarico ; la vergogna di non poterlo vincere ! Il più forte abbraccio dal suo X. L'imbrogplioliti-cfoerroviario . ( Sottomettersiper non andarsene) La seduta della Camera dei Dèputati dd 31 Luglio, ndla q uaìc si votò da uuà enorme maggioranza l'ordine del giorno Gianturco accèttato dallo on. Fortis rimarrà delle più memorabili per le conseguenze poliLich~, mor,di, finanziarie ed economiche, che dalla medesima a scadenza non lontana verr,m no inesorabil 111 ente. La valutazione ddle conseguenze politichè e fatt:1 con uu sostanzialè accordo dai due maggiori organi romani dei partiti di governo ; e a noi non costerà alcun sacrifizio e bèn pkcoJa fatica riassumere i perspicui giùdizi dei cani e dei gatti , c10e della Tribuna e del Giornaled'Italia, per associarci quasi incondizionatamente ai medesimi. 111 questa grave imbrogli,ita situazione politica creata dagli errori non di uu solo ministero, ma di parecchi , noi ci sentiamo nelle migliori eone.i izioni per assegnarè i111p; 1.rzialmente le responsabilità, valendoci <lelLe accuse e delle difese degli amici e degli av,iersari del presente Ministero; accuse e difese, che spesso 11011 sono che ripetiiioni di ciò chè i partiti avanzati dissero per lunga serie di anni senza essere mai ascoltati e procacci,rndosi soltanto la ·taccia di pessimisti e di sistematici denigratori delle vigenti istituzioni. • Gli e così che noi troviamo perfetta men te giuste le constazioni che vengono fatte nell' uffidoso di Napoli. Ivi l'acuto scrittore che si n;1scon<le sotto il nome di 'Delta riconosce : che a forza d' indulgenze , di condiscendenie e di negligenze sì arrivò a voler risolvere in un m~se quel problema ferroviario, pel quale s:trebbero occorsi parecchi anni di lavoro operoso e fèconJo per cavarne benè le mani; che e stato messo a nudo il concorso completamente mancato delrlspettorato ferroviario, eh' ebbe sempre a capo uomini insufficienti o inferiori al

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