Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 15 - 15 agosto 1905

456 RIVISTA POPOLARE A. Leroy-Beaulie: La Fraucta ed li futuro presdto russo. - Lessi che i liberali russi hanno la speranza di vedere il governo francese non concedere I' autorizzazione di contrarre un prestito in Francia se non a condizione di riforme che garentiscano un efficace controllo pel bilancio imperiale. La notizia è precisa. Spesso, nel mio recente viaggio in Russia, m' è stato ripetuto : ti Su tutto non ci prestate più danaro, almeno prima della pace e prima della Costituzione ». È questo il sentimento degli ingegni più elevati e degli uomini più emin~nti in tutte le città nelle quali ho fatta la mia recente inchiesta. l russi in lotta per ottenere le libertà necessarie chiedono alla nostra amicizia di non dare un sol rublo alla burocrazia che li opprime. In questo, del resto, l' interesse de' Francesi è d'accordo con quello dei Russi. Dar dei milioni al governo imperiale senza che questo dia consenso alle legittime rivendicazioni del p:1ese non sarebbe solo rendere un cattivo servizio ai nostri alleati, ma sarebbe compromettere la fortuna ed il risparmio francese. Nell'ora presente, per confidare nuovi milioni o miliardi alla Russia, occorre il concorso del paese,. rappresentato dai suoi eletti. La firma dei ministri dello Czar sarebbe per noi una garenzia insufficiente : ci occorre quella della nazìone. Ai rari Francesi che abbiano ancora fede nel regime autocratico è nostro dovere di non lasciare ignorare che la Russia è di fronte ad una rivoluzione. •Prima di farle nuovi prestiti i suoi creditori hanno il diritto di domandarsi se i nuovi prestiti emessi dal governo imperiale non corr<¼_norischio di essere un giorno rinnegati dalla nazione. Non fosse che per prudenza, ci importa dunque cht! ogni nuovo prestito abbia la garanzia di un'assemblea nazionalt!. È questa un'esigenza che il governo dello Czar non dovrebbe trovar eccessiva su tutto ora che si è impegnato solennemente a convocare, a breve scadenza, i rappresentanti della nazione. Dal momento che la Russia deve av~re una rappresentanza nazionale, nessun imprestito dev'essere in suo norn.e contrattato senza essere ratifieato dai suoi rappresentanti ( Courrier Europèen, 28 luglio). ♦ U. G.: Contro la disoccupazione. - I me.ai per combattere 1a disoccupazione si possono riassumere nei seguenti: 1 ° la beneficen1 a pura , riconosciuta ormai insufficiente a lenire le conseguenze del male e incapace a curarne le cause; - 2° le case di lavoro, che accolgono per un tempo ordinariamente breve , operai disoccupati offrendo loro un modico salario per un determinato lavoro da farsi nello interno dello stabilimento. Sono spesso molto affini ai Ricoveri di mendicità e in pochi luoghi hanno dato ottimi risultati ; 3° le colonie agricole ed ope,·aie che banno lo scopo di accogliere o occupare in lavori campestri operai disoccupati volenterosi per toglierli al vagabondaggio. Esperimenti di colonie agricole di una certa importanza furono fatti in Olanda nel I 818 dal generale Van den Bosch e le colonie passarono poi alla dipendenza deUo Stato, ma le pi :1 note sono le colonie agricole propugnate e fondate in Germania dal pastore von Bodelschwingh, prima a Wilhelmsdorf in Westfalia nel 1882 e successivamente, sull'esempio d1 questa, altre 28 in ogni parte dell'Impero, alcune, come quelle del Bodenschwingh aperte a tutte le condizioni e confessioni religiose, altre esclusimente cattoliche. Nel 1900 si trovavano occupati in simili colonie 2899 operai , dal r882 ne erano stati accettati in complesso 119078 : la superficie dei terreni era di 4000 ettari circa. I 24 Comitati da cui dipendono le colonie stesse, sono uniti in una Lega 'centrale che pubblica un giornale Der Wanderer (Il viandante); i mezzi di esistenza sono dati da libere offerte di privati, da legati e e.la sussidi per lo più provinciali ; 40 i lavori straordinari ordinati dalle pubbliche amministrazioni nelle stagioni in cui la disoccupazione è mJ.ggiore. In Germania questo sistema ha una discreta applicazione, per quanto si riconosca che esso non ha una efficacia notevole. Sono per lo più lavori di sterro che vengono rimandati all'inverno ed affidati a disoccupati, quasi sempre a quelli soltanto che hanno residenza nel Comune : il salario medio va da marchi 1,55 a Francoforte, sull' Oder, a marchi 3,50 a Spandau. Nell'inverno 1901- 02 furono così occupati in 28 città 8523 operai, nel 1902-03 soltanto 6455. Le città che in quest'anno spesero maggiori somme in tali lavori furono: Essen con 104291 marchi, Dusseldorf, Dresda, Strasburgo e Mulhausen con somme fra i 70 e gli 80 mila marchi. 5° le Casse di sussidio ai disoccupati; 6° gli Uffici di collocamento. Su questi due ultimi e più importanti mezzi per combattere la disoccupazione sono stati pubblicati ora a poca distanza l'uno dall'altro due studi notevoli; la relazione del dott. Singer, capo dell'Ufficio di Statistica del la città di Monaco, sulla fondazione di una Cassa comunale per l'integramento della assicurazione contro la disoccupazione e il bellissimo studio del dott. Alessandro Schiavi, direttore dell'Ufficio del Lavoro della Società Umanitaria t( Contro la disoccupa 1 ione ». Le forme colla quale si è manifestato nella classe operaia 10 spirito di previdenza per attenuare i danni della disoccupazione, sono varie. In primo luogo, la previdenza professionale individuale, più frequente in professioni che, come la edilizia, hanno periodi ben determinati, di stagione morta ; poi la previden1 a professionale collettiva per mezzo di Casse di Assicurazioni fondate dalle Corporazioni di mestieri e che distribuiscono sussidi in due forme : come viatico agli operai che vanno altrove in cerca di lavoro o come sussidio giornaliero per un certo periodo della disoccupazione. ll viatico non ha fatto troppo buona prova nè in Inghilterra, nè in Francia per la difficolta di verificare e reprimere gli abusi ; a Milano viene concesso da alcune Leghe ai loro soci, in Germania le orga nizzaz~oni operaie spesero in tal genere di soccorso nel 1 903 marchi 613870. Il sussidio di disoccupazione fu istituito dalle Trades Unions inglesi e distribuito in proporzione del periodo di appartenenza ali' organizzaziont! e ~secondo la causa della disoccupazione : i sussidio stesso vien dato in scala discendente , in somma più elevata dapprima, in somma minore dopo un certo periodo di tempo. Questa forma di sussidio fu importata in Francia dalla organizzazione dei Lavoratori del Libro, che prosegue a<l applicarla con ottimi risultati : nel Belgio, negli Stati Scandinavi e in Germania, ove pure i tipografi la introdussero per i_"primi essa ha preso grande sviluppo. Generalmente gli operai tedeschi pagano alla Corporazione una quota settimanale di assicurazione in proporzione del salario e in caso di disoccupazione ricevono un sussidio in proporzione della quota versata. Così, ad esempio, i vetrai della 1a classe pagando cent. 10 la settimana hanno diritto ad un sussidio di 4 marchi, pure settimanali, quelli della 5a classe con cent. -40 di quota percepiscono un sussidio di 14 marchi. Anche in Italia la organizzazione dei Lavoratori del Libro fu la prima ad introdurre fin dal 1877 il sussidio di disoccupazione , mantenendolo ancora su solide basi ; il suo esempio fu seguito da altre Leghe operaie salendo a 32 :i numero di quelle che a Milano dànno effettivamente sussidì ai d:soccupati con sistemi difforenti per l'altezza delle quote e la durata dei sussidii. Alla previdenza individuale e collettiva insufficiente , anche nei casi di migliore organizzazione , a provvedere nei periodi di gravi crisi industriali è venuta ad aggiungersi la previden 1 a sociale a cui concorrono gli enti pubblici o gli Istituti di beneficenza partendo dal concetto che i danni prodotti dal fatto

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==