454 RIV1SiA POPOLARE delle costruzioni. Così fu chiaro che in dieci anni il Governo non era ancora sicuro della portata dell'atto che aveva firmato e che il Governo non ha saputo precisare con chiarezza la ragione del cospicuo mutamento della cifra rappresentante il deperimento del materiale mobile. Così si può dire di tutti i punti controversi; il Governo apparì molto incerto nel sostenere le conclusioni proposte; la opposizione diseorde affermava che erano compromessi gli interessi dello Stato, ma non seppe precisare quanto. Corse voce che l'on. Rubini avesse detto che si potevano risparmiare in tutte tre o quattro mi - !ioni,· ma l'on. Rubini si è ben guardato dal precisare nel suo discorso questa cifra, la quale, detta da lui, avrebbe fatto assolutamente mutare la portata della discussione. L'on. Sonnino, a cui pure è attribuita tanta competenza in fatto di calcoli e di bilanci, si è limitato a trattare la parte politica della questione, e sulla parte aritmetica si tenne sulle generali. Il dibattito quindi si svolse nel vuoto alla _Came,·a, come si era in antecedenza svolto nel vuoto fuori della Camera. In tal modo si spiega la conclusione illogica sulla quale la Camera ha votato: illogica finanziariamente, perchè non avendo la opposizione indicato concorde il punto che non sarebbe stato accettato, ed aveudo alcuni dei suoi orato.-i affermato che lo Stato sarebbe danneggiato di molte diecine di milioni, altri di cifra molto minore, il Governo si troverà in un bel1 'imbarazzo se a novembre ripresenterà ~e liquidazioni con una heve miglioria, qual!! è logico potrà soltanto ottenere dalle Società. Illogica politicamente perchè, sebbene l'onorevole Fortis abbia con molto spirito affermato che il •Ministero aveva presentato quelle convenzioni per sentire il parere del Parlamento, è chiaro che il voto, per quanto indo1ai:o dalla espressione d1 fiducia, voleva dire: voi avete sbagliato i calcoli a danno dello Stato, studiate meglio, trattate con maggior cautela, e portateci nuove conclusioni; - - ora sarebbe difficilmente conciliabile colla logica la permanenza dell'on. Carcano e dell'on. Ferraris al loro posto, dopo un simile voto, che stabilisce indiscutibilmente la loro incapacità e la loro inabilità nel tutelare gli interessi dello Stato. E' chiaro chi!, se a novembre si presenteranno le convenzioni con due o tre milioni di miglioria, sarà ben ridicolo se una tale modificazione accontentas~e l' opposizione ; - se in xece si ottenesse la miglioria di una somm.t molto maggiore, i due Ministri competenti farebbero una figura ancora meno seria. Si può quindi considerare che il voto del 30 fu combinato per non fare una crisi al_lafine di luglio, ma essa diventa inevitabile per il novembre prossimo, se il Ministero non vi provvede spontaneamente durante le vacanze ( Economista, 6 Agosto). ♦ Mm io Borsa: Vita inglese. Il sibarltlsmo dt uua società Imperlale. - Un deputato irlandese per fare comprendere che cosa fosse la vita inglese ad un socialista italiano gli mostrò una lira sterlina. Il simbolo era bene scelto. L'innata eò antica cupidigia di lucro, ·acuita dalle risorse e dalle tentazioni che offre l'odierno affarismo , è venuta in questi ultimi tempi ad assumere delle forme morbose. La nazione dei bottegai pare diventata la nazione dei borsisti : tutti vogliono speculare. Il commercio è sopraffatto dal giuoco· d'azzardo e ridotto ad una specie di rouge et noii·; nè i guadagni onesti e laboriosi dei traffici hanno più seduzioni per chi ambisce alle grosse vincite dello Stock Exchange e alle proficue operazioni finanziarie del promoterism. Guardate alla City. E' tutta una rete di mistificazioni, di intrighi, di truffe, di ladrerie e di birbanterie d'ogni genere. Le improvvise , favolose fortune ed i crac colossali sono i suoi drammi di tutti i giorni : i suoi eroi si chiamano Whitaker Wright e E. T. Hooley. Nella gran bisca affaristica - come il popolino di Napoli al botteghino del lotto - tutti vogliono arrischiare la loro posta, comprese le donne, ond' è che pm freqm:ntemente si leggono nei giornali diffide dei mariti che non vogliono più pagare le perdite fatte dalle mooli cooli aoenti , b b o di Borsa. E la smania delle grosse vincite, la febbre dell'o10, la furia di arrivare e di arraffare, l'ambizione e l'ammirazione del successo, il culto della ricchezza , l' ideale supremo dello avere anzichè dell'essere come hanno prodotto un effdto demoralizzante nell' individuo , così hanno esercitato un' azione deleteria sullo spiriro generale della nazione. (< Io odio ogni tirannia-diceva Lord Rosebery in un suo recente discorso ( 1 )- ma la tirannia che detesto più di ogni altra è quella della ricchezza corrotta e corruttrice. Forse noi ne abbiamo oià di b troppo in questo paese ! Ed io credo talora di scorgere l'ombra immane di tutti gli interessi coalizzati gettarsi attraverso il sentiero del nostro progresso nazionale, quasi che i destini della Granbretagna abbiano un giorno ad essere regolati da un solo, immenso trust! ii Epperò la tirannia de!la ricchezza spiega quell' egoismo e quell'opportunismo, che sono sempre stati i moventi, più o meno larvati , della politica inglese, ma che non hanno mai trionfato tanto apertamente come ora: l'abbandono delle aspirazioni più nobili e degli uomini di stato che le personificano ; la derisione compassionevole in che è caduta perfino lJ. memoria dei statisti come Gladstone, b ~ui opern di equità , di libertà , di giustizia e di moderazione , specie nei rnpporti in: ternazionali , è ora condannata come una fatale follia. Essa spiega il contenuto morale , o meglio immorale, dell' imperialismo, la sua mancanza di scrupoli e il suo cinismo; come pure le nuovissime tendenze militariste e protezioniste, il culto della forza , le passioni arroganti , il bluff e gli atteggiamenti spavaldi , di cui il popolo inglese ha dato m.olte volte spettacolo in questi ultimi tempi. Ma la corsa sfrenata alla ricchezza è solo uguagliata dalla corsa sfrenata al piacere. La vita ingit!se è ancora nei godimenti materiali, ndl'amore del lusso , nelle feste, nello sport, nel giuoco, nello sfarzo, nelle gioie ddla tavola, nella dissipazione e nelle viziositJ. eleganti. Gli uomini e le donne che vivono in Londra la vita più pura, nobile cd operosa, i direttori e le direttrici dei varii settlements univt!rsitari sparsi nei quastieri poverissimi della metropoli, hanno alzato in qut:sti giorni un grido d'allarme contro il crc.:scente sibaritisrno clelle classi ri..:che cd hanno rivolto alla stampa di tntto il regno un'alta e generosa protesta contro gli eccessi del lusso che ingenerano l'egoismo e sviluppano e<l esaltano un ideale anti-sociale. Perch0 la sontuosità e la profusione negli altri paesi sono limitate ad una dasse n.:lati vai 11en te p,ccola e privilegiata ; in Inghilterra sono proprie di tutta l'immensa borghesia che mena una vita dispendiosissima e rafiìnata. Le case dei mille parvenus milionari del vVest End contengono splendori tali da eclissare quelli delle great London lwuses dell'antica aristocrazia. Nella casa dei ricchi si trovano tanti prodotti artistici italiani che sembrano musei nostri. Tutto è muntato in Mayfair con una ricercatezza eJ un fasto straordinario e larghissimo è il treno dei segretari , dei maggiordomi, dei servi, dei cocchieri, dei valletti e dei camerieri! Queste case signorili che, a difierenza delle nostre, hanno esteriormente un'apparenza modestissima, e per lo più inestetica, aprono da maggio ad agosto, i loro battenti alla società più elegante della metropoli. Ed allora è un succedersi di ricevimenti, di at homes, di veglie, di danze, di trattenimenti musicali e di pranzi pantagruelici , ai quali i chefs francesi fanno a gara per dare le maggiori attrattive possibili. A tavola si sc:rve tutto ciò che di più squisito si produce al mondo. Spesso per le sarte delle grandi case sono impegnati e pagati profumatamente gli artisti che fanno la stagione al Covent Gar- (1) Gla.sgow, 6 Dicembre 1904.
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