I I. I I , I I ' 452 RIVISTA POPOLARE del sesso, della età, delle attitudini, ha un còmpito speciale da adempiere. Si ha un mirabile spettacolo di divisione e di coordinazione di lavoro. Nelle campagne, massime dove la coltivazione del podere è affidata ad una intera famiglia, nulla si spreca della forza di lavoro disponibile: è sfruttata la debole capacità del bambino come quella del vecchio, ogni residuo, ogni frammento di tempo è impiegato ad una operazione magari sussidiaria o minuscola. Da ciò deriva il concetto che ha il contadino del diritto al pane: vi ha diritto chi contribuisce ai lavori che l'unità familiare deve compiere. Ma la medaglia ha un brutto rovesci') : e chi non è più capace di lavorare perchè infermo o vecchio? Certo, i sentimenti affettivi, determinati anche dalla consuetudine e dalla convivenza con i membri della famiglia, e il rispetto dell'opinione pubblica impediscono d'ordinario mali trattamenti verso i vecchi e gli invalidi. Ma non è men vero che la scomparsa di uno di costoro è rimpianta dai superstiti molto meno vivamente di guanto suole avvenire nelle classi di animo più ricco di sentimenti sociali. E' una bocca inutile che non mangia più, questo è l'epitaffio che si recita talora sulla fossa di qualche disgraziato vecchio contadino. La Terra di Zola ha pagine raccapriccianti sulla crudeltà dei figli verso i genitori che non lavorano più e che troppo fanno aspettare e desiderare ai figli il possesso ereditario. E i figliuoli non sono I spesso desiderati per uno scopo rudemente utilitario? NelJe campagne anche i ragazzi sono presto adibiti a facoende domestiche: fanno la guardia alle galline, portano a pascere le pecore, i maiali. All'osservazione sul soverchio numero dei figliuoli ho non di rado udito i genitori rispondere così: ma sono una provvidenza, si ripagano la polenta da sè ! Se qualche bambino è malaticcio e non ripromette di diventare un buon lavoratore, H padre poco lo cura e forse prega il buon Dio che se lo riprenda. Lo stesso sentimento di gelosia per la moglie si esprime in forma economica, primordiale. « Approfìtta della cosa mia, mi toglie il mio, quello che mantengo io, » esclama minaccioso il contadino tradito all'indirizzo di chi ha colto i favori della femmina che gli appartiene. E ciò è tanto vero che il contadino non perdona troppo facilmente il fallo della moglie, mentre è di solito piuttosto proclive a chiudere gli occhi su qualche vecchio peccato amoroso della giovane che egli deve condurre a sposa. Anche l'idealità religiosa è intesa in ·modo quasi contrattuale. Fra Dio e i Santi e l' uomo inter-- verrebbe come uno scambio di beni, un baratto. Il contadino osserva i precetti della Chiesa, dà le elemosine e seguita persino a pagare le decime abolite perchè è sottinteso che tutto questo egli lo ritroverà centuplicato nel!'altro mondo. Non è diverso ciò che si è rilevato presso i popoli primitivi. Un'altra massima influenza della terra si manifesta nelle· forme caratteristiche della mentalità del contadino. L'intelligenza di costui è scarsissima di ideazione, 1 estìa a concepire e apprezzare fatti e nozioni nuovi, priva del1a forza di astrarre, bisognosa, per comprendere, di cose materialmente visibili e evidenti. Il contadino, infatti, ha un orizzonte ristrettissimo, quello delle sue campagne e. del suo villaggio. Delle città, in cui egli si reca sempre un po' timidamente, vede solo le cose più appariscenti, non ne sospetta nè comprende punto le correnti animatrici, nè il molteplice meccanismo. L'occhio e la mente sua sono abituati ad un ambiente uniforme nel suo aspetto e nella periodicità naturale delle sue fasi, s?no esercitati assiduamente in un lavoro lento, paziente e sempre uguale. E' in quella cerchia di terre, è su quel lavoro eh e si determinano le sue impressioni, si forma la su a mente, si svolge il suo modesto spirito di logica e di ricerca. La vita lenta delle campagne, che si re,- gola col sole , rende lento il suo pensiero; la ristrettezza e la monotonia delle·vicende fanno la sua mente povera e tarda e sospettosa delle cose nuove; l'esteriorità e materialità delle sue occupazioni e dei risultamenti che ne ottiene, gli rendono difficile la comprensione di fenomeni il cui svolgimento sia descritto colle semplici parole e non concretato in cose, in fatti da toccarsi con mano, da vedersi cogli occhi. Il contadino è, sotto quest'ultimo aspetto, in un certo senso, come i bambini, a cui si è costretti, seguendo il metodo froebeliano, di aprire la mente colla riproduzione lineare o plastica degli oggetti. Una risultante a tutti ·nota di codesto stato men - tate del campagnuolo è la tradizionale stazionarietà, eminentemente propria .degli ambienti rurali,- negli usi, nei costumi, nelle credenze, nelle feste, nel simbolismo, nelle foggie di vestire, nei ti pi di strumenti di lavoro, negli attrezzi domestici, ecc. Il volo degli anni, violento e rapido nelle città, sembra indugiarsi negli spazii tranquilli delle campagne. Quante volte, volgendo l'attenzione su cose campestri, mi è accaduto-e come a me sarà accaquto chi sa a quanti altri - di ascoltare come l'eco di voci lontane, che vengono a noi sin dall'epoca romana, sin da civiltà ben più remote! Mi sono anche spesso domandato se la psiche del nostro contadino non sia molto simile a quella del contadino che ci vien fuori dai canti di Virgilio o dalle descrizioni e dagli ammonimenti sapienti degli scrittori latini de re rustica. Sulle belle, liete, umane feste dedicate. ai numi pagani si sono innestate molte di quelle della religione cattolica, così doviziosa pure essa di celesti protettori, assegnati alle singole fasi e solennità campestri; alla prosperità dei diversi raccolti, alla salute delle bestie e degli uomini. L' intimo contenuto sentimentale e ideél,le degli antichi riti non riappare, per quanto un po' falsato, nei nuovi? V. A queste primissime linee del tipo morale medio del contadino, proprio sopra tutto, come avvertii, dei paesi a mezzadria e a piccofa proprietà coltivatrice, ben altro lavoro di linee e di chiaroscuri sarebbe necessario di aggiungere affìnchè il ritratto non fosse troppo grossolano e ad ogni let~ore non venisse subito in mente di indicare trascuranze e ritocchi. Ma io mi sono limitato di proposito a lumeggiare quei tratti che mi consentivano di_venire più speditamente e logicamente alle conçlusioni pratiche alle quali ho mirato sin dal principio di questo articolo. I caratteri più spiccati _del contadino sarebbero, dung ùe, questi : a) affetto particolare alla terra, aspirazione alla proprieta terriera e, in generale, acutissimo sentimento del tornaconto o egoismo economico; anzi, concretamente, l'aspirazione al possesso terriero si risolve in quest' :ultimo sentimento, dal quale tutte le azioni del contadino restano informate; -- b) tenacia nelle pratiche tradizionalmente usate, diffidenza sistematica verso le innovazioni che si propongano; - c) riluttanza a prestare fede alle dimostrazioni verbali o dottrinali di cose o pratiche nuove e non sperimentate ed insieme tendenza a lasciarsi persuadere dall' esperimento concreto ed evidente dei nuovi metodi, istrumenti, colture, ecc., che si vogliano introdurre, sopra tutto quando di ciò si faécia iniziatore e sostenitore persona non estranea agli affari campestri e che dia affidamento di ragionare in base ai fatti più che in base alle dottrine, e di tenere conto
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