Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 14 - 30 luglio 1905

410 R1VìSTA POPOLARI! lire un dfritto dei cittadini - dinrnndia:no: Chiuso in carcere; il Consolini fu trattato secondo i regolamenti e secondo i disposi ti vi della legge? E se sì q !1e.::1tale~ge è tale da conciliare - come ogni legge dovrebbe - la sicurezza e la. difesa della società con la umanità dovuta ad ogni individuo? E noi non esiliamo a rispondere no: o no su tutti e ùue i punti. C0nsolini non fo trattato secondo la legge, e la lf'gg-e non è umana. Il governo, quando l'opinione si agita, fa fare de'.le inchieste , ordina· delle relazioni , e istruis~e dei processi. Ma veramento tutto è assurdo; µoichè ò poco probabile che un uomo, anche se carceriere, - e meno casi eccezionali•- ~i metta in testa di ammazzare un altro uomo, anche se carcerato, e se in carcere furibondo. Quando il prigioniero uelle mimi del carceriere non è tranquillo la legge ordina la camicia di forza, ordina il cinturone - in certi casi anche i ferri; e per applicare la camicia di forza, il cintun,ue, i fo1 ri è necessaria la lotta-l'eccitazione del prigioniero aumenta, ed aumenta anche per il fatw della iu1rnobilità f<.,rzata. La legge che prescrive· questo trattalllento è una legge di barbari. Questo trattamento fu applicato al Con:::10lini. Nullll, fu fatto, sotto questo punto di vi:::1ti, contro di lui che non fosse nella legge ; prescritto e permes:;o dalla legge. Ma la legge stabilisce anche che il prigioniero deli rh.nte debba essere con la maggiore rapidità pos::1ibile trasportato al manicomio. Questo fu fatto? Si, ma tardi. Quaudo cioè ogni speranza di salvezza em scomparsa. Quando ai medici del manicomio non rinianeva più ·che lasciar che la natura compisse la sua •·opera. Ora questo ritardo non è previsto, non è ordinato dalla legge. C'è dunque colpa del legislatore, e colpa del carceriere; ma la colpa di q uest' ultimo è inferiore, e subordiuata alla colpa del primo, e dipende diretta!nente da quellaNoi lo abbiamo detto più volte, e non ci stanchiamo e non ci stancherelllo di ripeterlo.-Bisogna riformare tutto il nostro sistema penale. Bisogna che la carcere possa essere direttaruente sorvegliata dai rappresentanti del popolo. Oggi uon si eutra in una cat·cere che come prigionieri, o impiegati-o con un permes::10 del ministero dell'Interno . permessi r<1.ri::1simaml.'nte concessi e limitanti la vi::;ita a sole certe parti della prigione. Bisogna che la presen ta1/.Ìone della medtiglia di deputato basti ad aprire le porte della carcere e dia il diritto a visitare tutto intiero lo stabilimento. Quello che i giudici istruttori dovrebbero far e-- è loro obblig,)- e non fanno , dovrebbe essere fatto dai deputati; ed allora i casi Frezzi, d' Angdo e Consoliui uou si ripeterebbero. Que.::1ta riforma, che noi non ei :::1tanchiamo mai di predicare, non sarà certamente pre.:;a. in eonsiderazione dai barbassori che considerano la earcere come uu succedaneo ai metodi della. santa inquisizione ; è un fatto però che tinchè le carceri non sar11.uno sotto la diretta sorveglianza del pop 1lo-per meuo dei suoi rc:1.1µres.mtanti --si avranno i ca::ii Consolin1; le rivolte per fa. brutalita dei carcerieri-come ultimamente a 'rarànto-- e per il cattivo ci bo -- come poco te tu po fa a Bari. Ma tant'è noi sare,uo vox clltmanti in cleserto. Nor ♦ Ettore Socci.-Egli è scomparso lasciando rn quanti lo conobbero 1m dolore profondo. La sua giovinezza fu agitata e passo Ila tra le prigioni e i campi di battaglia sempre per la ca.usa della unità della patria e per la libertà dei •popoli. Segui Garibaldi nel Tirolo, a l\Ientana, a Digione da soldato, che di null'altro si cura che di compiel'e un dovere e di :-;a<.:rifìc,tre L11tto ai. propri idct1.li. Alle idee repubblicane arrivò a ttra ver3o al classicismo ed alla storia gloriosa dei Comuni Italiani ; e alla idea repubblicana tenne fede incrollabile attraver::10 a tutte le amarezze e a t11tte le disillusioni, che caratterizzano la vita politica dC'gli uomini sinceri in Italia. Giornalista scapigliato negli anni giovanili in Firenze c0llablrÒ prima nPlla Capit,tle di Ra1raele Sonzogn,) e più tard.i nella Lega della Democrazùi, nel Fascio. nella. Democrazia. In questi giornali l'ebbi compagno ed amico dilettis.➔imo; e di Alberto Mario fu prediletto colla boratoi·e. Scriveva f,lcile e corretto e negli scritti s.101si scorgeva da un lato l'infl.nenza della letteratu1:a antica. e dall'altra la. deficienza di vera col tura moderna. f n alcuni romanzi raffigurò sè stes.::10; negli U,nili eroi, ch'ebbe successo meritato senza che a lui portasse fortuna, c'è tutta la gentilezza dell'animo suo e la concezione della vita.quale egli la intendeva. Nell'oratore c'erano le stesse note dello i:;crittore: parlava facile e con un calore che non si ri.scontrava negli scritti e che avevano l'impronta d'una elegante, ma spontanea rettvrica, c'era tanta siucerità cliu iiniva. sempre col richiamare l'attenzione de~li uditori nei Oomizii e nella Carnera strappando loro l'applauso. Era un feminista convinto e non si lasciava sfuggire alcuna occasione alla Camera e fuori di farlo saJJere. E co:ne si arrabbia va q11and<.-incontrava un beffardo contraddittore l Il suo maggior diletto sta va nel con versare , anche se d,1ves::;ebramtolare contro il mondaccio cane ed io non dimentiche, ò mai le lunghe ore della notte pas:-1ate con l11i, con Mario, con Card•1cci 1 con Merzario ascoltando attentamente le controversie sopra un verso di Virgilio o di Dante, di Orazio o di Ariosto. E quale voluttà egli provava se poteva avere l'assentimento di Carducci e di Mario, che a nava come uomini e venerava come waestri ! Egli era bnono, infinitamente buono; tanto buono che la qualità sua Ja taluno rualignamente venne scam biat.a colla debolezza; così buono da non serbare il minimo rancore verso chi scrisse in modo tale di lui da permettere dul>bi sulla sua squisita onestà. Il piccolo patri1uonio paterno consumò molto prima che fosse mao-giorenne - poichè egli rimase orfano di entrambi i g;nitori in tenera età - ; perciò visse e morì poYero , poverissimo. Ma della. povertà propria, che· gli scarsi bi:::1ogninon rendevano penosa., egli parlava sorridendo, e scherzandovi su piacevolmente. Non gi 1rerei che le cinque medagliette di deputato alla sua morte si siano trovate sul tavolo e che non abbiano preso la via del Monte di Pietà. Ciò ricordo perchè credo d1 onorarne la memoria cara ricordandolo. Gli elettori del Collegio di Grosseto gli furono fedeli per cinque legislature ed in lui amavano l' uomo, lo amico, il rep.1bbltcano. ~s.::iimo:::1trera.nnodi essere ~tati degnamente da lui rappre::ientati mandando alla Ca.merd. un successore, che ne· conservi la tradizione politi_ca. N. C. 11ll1111111111111111111111I1111111111111111111111111111111111111 1111I111111111111111111111 I vergognosicarrozzoni ferroviarii Nel numero precedente abbiamo segnalata la eccezionalità della riconvocazione della Camera alla fine di luglio, come se la nazione fosse in pericolo. Mentre scriviamo non abbiamo notizia che delle prime sedute, ma abbiamo innanzi a noi le tre relazioni, sui tre disegni di legge, ehe dovranno essere discussi e che saranno c.ertamente approvati. La presentazione di una di tali relazioni è stata accompagnata da circostanze, che aggravano i sospetti sulla correttezza dei .contratti e delle liquidazioni tra il Governo e le Socied ferrovi:1rie. Con un nuovo procedimento, che il Giornaled'1-

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