RlVlSTA POPOLAR.E 409 è disceso dalla volontà dell'uno , alla rappresentanza de11a collettività ; quel giorno Chiesa e Stato non si sono più intesi: l'uomo ha parlato un linguaggio che era negativo per entrambi. Lai Chiesa diceva Re: lo Stato ris_pondeva Popolo. Ed è perciò che si è veduto durante il Bulangismo, durante l'agitazione Naziona• lista, durante l' Affare Dreyfus - lotta condotta dal potere della Chiesa - il Realista, il Bonapartista, il Plebiscitario contro il Repubblicano; e siccome la massa maggiore del popolo - in Francia - non crede più alla Rivelazione il Repubblicano ha vinto; e per mettere oggi, la Repubblica al sicuro da nnovi attentati, rompe il contratto di privilegio creato dall'uomo di potere in favore della Chiesa - che era il suo più valido appoggio - il popolo accettava, allora, ancora la rivela - zione come la verità - scioglie il contratto che alla Repubblica è dannoso e sottopone alla legge anche la Chiesa. E' un fatto che pare piccola cosa: ma da questa separazione gli storici futuri faranno datare un'epoca per la storia di Francia e forse della Umanità. Ora i due organismi la Repubblica e la Chiesa vivono indipendenti e liberi. La Chiesa ha cura d'anime - non parte politica, dunq 110 - lo Stato ha cura. di corpo - non parte religiosa dunque - e poichè nella cura d'anime vi sono molte forme, nella Francia stessa; mentre nella cura dei corpi ce n' è , in Francia , una sola ; è logico che lo Stato abbia posta la Chiesa al difuori e al disotto della sua sfera : è logico , ed è giusto. ♦ La situazione del gabinetto Conservatore in In - ghilterra. - Da che l'On. Chamberlain ha· introdotto i sùoi nuovi metodi di condotta politica, non ultimo quello della sfacciataggine eretta a sistema , l' opposizione alla Camera dei Comuni, non sa più che pesci pigliare. In condizioni nor11Jali e con il governo della gente con un pò meno di ... sans-gene l'opposizione rovescia il ministero mettendolo in minoranza; ma ora con Balfour le faccende procedono diversamente. Il governo è battuto e tuttavia continua a rimanere al potere. Il capo del futuro ministero liberale , Sir H. Camphell Bannermaq , ed il suo primo luogotenente, l'On. Jo~n Redrnond~, non sanno più a qual santo, o a qual diavolo, votare l'aborrito ministero. Intanto Balfour seguita a rimanere al potere, come se le votazioni che lo mettono in minoranza non esistessero neppure. Il fatto che il giorno 20 u. s. il governo fu battuto su la ques1ione dei crediti per l'Irlanda e malgrado ciò Balfour dichiarò che non dava le dimissioni ha fatto molta SPnsazione. La posizione di Balfour e del gabinetto conservatore è scossa e non da oggi. Da quando in seguito ad un primo screzio nell' otto_bre dell'anno scorso a proposito di questioni liberiste e protezioniste alcuni ministri - il D11ca di Devonshire, Sir H. Hamilton, l' On. John Ritchie - abbandonarono il gabinetto - mettendo in I uce la tattica di Chamberlain , egli pure poco tempo prima u::;cito dal minister0 - il gabinetto presieduto dall'On. Balfour non gode più lè\.completa fiducia del paese. Sia nel parlamento stesso - che pur fino a poco tempo fa gli ha dato costantemente circa settanta voti di maggiuranza - sia n~l seno del partito conservatore, si considera che Balfour non è più utile al governo. Le sue tergiversazioni sulla q nestione delle tariffe doganali, la sua ostinazione a proposito della conferenza coloniale, e il non avere una linea di condotta risoluta e diretta in fatto Ji politica estera ed interna hanno stancato e disgustato molti dei suoi amici. Da un certo tempo ad oggi non c'è una sola delle elezioni parziali che vada a favore del partito conservatore e del governo. I liberali guadagnano rapidamente terreno e del pari rapidamente ne perdono il partito di Balfour e dei irnoi amici. Sul principio l'On. Chamberlain sembrava avere una sua linea politica nettamente tracciata, e pareva che per quella via il Balfour volesse seguirlo senza esitazioni e senza restrizioni; invece Balfour ha ceduto a destra, ha ceduto a. sinistra: non ha osato affermarsi protezionista quanto Chamberlain; non ha osato dichiararsi libero scambista come Hamilton a Morley. Ha cednto alle esigenze del clero Anglicano su la questione delle scuole inferiori, mettendosi così contro di se tutte le altre sette, confessioni e chiese che. sono in Inghilterra e non sono poche. Nella questione dei disoccupati non è riuscito a trova.re una soluzione pratica, e a proposito dell' Alien's Bill (la legge su gli emigranti) è riuscito a presentare un progetto che si è tirato addosso le critiche concordi di liberali e conservatori che la giudicano, da diversi punti di vista, ma tutti egualmen te, inefficace e dannoso e che tale rimarrà non ostante l'approvazione ricevuta dalla Camera dei Co• muni e dei Lords. Il governo dovrebbe fare le elezioni generali. Balfonr lo sente benissimo; ma sente anche che se le elezioni si faranno ora , od anche più tardi ma prima che sia rii-;oluta e votata la questione delle tariffe e delle riforme, il partito conservatore riceverà tale una batosta. che non gli basteranno a rimettersene i sette anni di una legislatura. D'altra parte le continue nomine di liberali nelle elezioni parziali gli fanno capire , assai chiaramente, la tendenza verso l'avvenire ; · cioè verso la sconfitta. Egli fa di tutto dunque per ritardare le elezioni almeno tino al momento in cui la questione delle tariffe sia liquidata e siano votate le riforme. Egli avrebbe allora la possibilità d'una lotta ad armi eguali con i liberali. Tutto il proble,na sta nell'arrivare a questa epoca, cioè alla primavera dell'anno prossimo. Ma riuscirà ad arrivarci? Naturalmente se, anche messo in minoranza, Balfour non si dimette può dire d'aspettare quale· epoca gli pare; ma il Parlamento - tanto geloso dei s•1oi privilegi - gli concederà di tenerli in non cale? E il paese sarà contento di esser governatò da un ministero che rappresenta la minoranza? ♦ Dopo la morte di Ugo Consolini.- Noi non sta - rtimo a fare la constatazione che dopo l' affare Frezzi, dopo l'affare D'Angelo ; la morte di Ugo Consolini indica uno stato di cose gravissimo, ed al quale il governo - e se non il governo il popolo - ha dovere di porre rimedio. Noi abbiamo veduto, la domenica 16 luglio p. p., a Roma le guardie di P. S. e i Carabinieri agire con la più rivoltante brutalità contro i cittadini che volevano fare il corteo di protesta per la morte del Cont;o)ini e, cosa degna di osserv-azioue, mentre avevano atteggiamenti bellicosi e b ittaglieri in Piazza del Popolo - dove i dimo~tranti erano pochi di numero - erano invece cortesi e remissivi verso Campo Verano e in Piazza Guo-lielmo Pepe, dove le 3 a 4mila perdone comµonenti il c~rteo avev1t.no l' aria d' essere decise a ri:;pondere ai pugni con i pugni ed anche con qualche cosa di più persuasivo. Ma non è dell'eroismo, o meno, delle guardie di P. S. o dei carabinieri che vogliamo parlare. V'è una questione più grave; èd è questa.. Il Consolini doveva si o no essere arrestato? Doveva si o no , essere ma ...t.e..nuto in arresto? E dato eh' egli dovesse essere arrestato ; dato che ìl delitto commesso da lui fosse da legittima.re il 8UO mantenimento in carcere: fu eo-li trattato come il caso suo richiedeva, o non piuttosto ~i agi verso di lui in modo da ucciderlo sia pure involontariamente? Ora, questo appunto è il ca.so. Noi non stiamo ad indagare se Oonsolini sarebbe stato passibile di pena arrivato in giudizio: la sua innocenza o la. sua. colpabilità non c'importano : il fatto commesso, o non commesso da lui , e la legalità del suo arre:;to son fuori della nostra discussione. Noi - poichè ci preme sta.bi.
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