Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 14 - 30 luglio 1905

408 RIVISTA POPOLARE comprese quelle che si sono rifugiate nei porti neutri; e questo pure è suo diritto; vorrà che la Manchuria torni alla Cina e questo anche sarà suo diritto; vorrà che la Russia paghi una indennità che s'avvicinerà a quella che la Francia pagò alla Germania, ed anche questo è suo diritto e non c'è nessuna umiliazione per la Russia ad accettare qneste condizioni. Il vero fatto che costituisce una vergogna per la Russia è d'avere ingannato la Francia sul valore della sua alleanza: ma in qt~esto il Giappone non c'entra e la Francia' se n' è accorta nell'affare del Marrocco. Ben fa la Russia ad accettare la pace : le condizioni saranno. dure oggi tali quali ha diritto di farle il vincitore al vinto, domani potrebbero essere esorbitanti quali può farle chi ha ancora risorse a quegli che è completamente esausto. La· pace, per la Russia s'impone; avrà il buon senso di farla? ♦ Corato Per Matteo Renato Imbriani. - Il giorno 23 Luglio Corato ha inaugurato un monumento a Matteo RenHto Imbriani, che per cinque legislature l'ebbe a suo rappresentante nella Camera dei Deputati· Non rileviamo il fatto per una nota di cronaca; per ripetere tutto ciò che noi sentiamo per la memoria veramente santa dell' amico indimenticabile e che male sappiamo esprimere a parole; per magnificare l'opera d' arte , che si deve al Gallori - e basta nominare lo autore del monumento a Garibaldi in Roma per lasciare immaginare, ch'essa è di bellissima fatt·1ra - ; per ricordare che scelta più felicé· non poteva fare il Comitato delegando Roberto Mirabelli a commemo rare Imbriani che di lui era stato compagno di fede e più che amico, fratello; per mandare, infine in questa occasione un saluto riverente ad Irene Scodnik, alla vedova degnissima, insuperabile per le virtù. antiche, dello stesso Imbriani. No, non per questo rileviamo l'avvenimento, ma per trarne argomento a rammentare a coloro che volessero dimenticare i caratteri della psicologia politica del mezzogiorno d'Italia. Roberto Mirabelli chiudendo la sua nobile commemorazione disse : « Corato-la Corato sua dilettissima, immutabile - e custodisca religiosamente questo bronzo-e sia ram « pogna per chi tentenna o devia, sprone per chi sta e fermo e combatte, monito, epimitio, ara. per i santi e ideali di fratellanza tra i popoli , per la redenzione .: delle patrie , per la conquista della libertà , per la « emancipazione delle plebi - ideali , come egli· disse, « antichi dei nostri grandi ! • Ora noi crediamo che l'oratore repubblicano con quelle parole abbia proprio voluto rivolgere a Corato una meritata rampogna. Infatti la Corato, che aveva lottato strenuamente per cinqlle legiHlature in p1·0 di Renato Imbriani repubblicano, appena scomparso il suo antico deputato nega il voto a Giovanni Bovio repubblicano e lo accorda a Barbato socialista. Il collegio si era forse sinceramente convertito al socialismo? Se così fosse stato non avrebbero ragione di essere queste nostre osservazioni o dovrebbero essere di natura diversa. Infatti le migliaia di voti raccolti sul candidato socialista , appena questi disgustato del so· cialismo meridionale, lascia il collegio e l'Italia, Corato raccoglie la quasi unanimità di voti- Ettore Ciccotti che non era il primo venuto non vi raccoglie che 17! - su due candidati schiettamente monarchici. Così il collegio in meno di cinque anni passa dalla repubblica al socialismo, dal socialismo alla monarchia ... Se questa disgustosa instabilità politica fosse del solo collegio di Corato, forse non sarebbe conveniente o generoso in questo momento il richiamarvi l'attenzione degli Italiani ; né il fatto avrebbe importanza. Disgrnziatamente , però , il collegio che fu di Matteo Renato Imbriani non è che l'esponente tipico della psicologia politica di t,1tto il mezzogiorno e di quasi tutta la Sicilia. I venti secoli di analfabetismo e di servitù, che furono q u1 stesso da recente ili ust,rati pc,mno ancora come una cappa di piombo su queste dit1graziate regioni , che sono di venute apolitiche e che se;,;uono un nome, una persona e non un principio. Questa çondizione triste, che tante volte mettemmo in luce, e che non ci stancheremo di rievocare in altre occ~sioni, va notata sia per shugiardare questo o quel· l'altro partito cht1 si vant,i di avere conquistato il mezzogiorno - e quello socialista comincia a smettere le sne arie umoristicamente orgogliose - ; sia per ispronare quanti ne hanno i mezzi e il dovere ad educare quanto più intensamente possono q11este regioni che sono tanta parte d'Italia. Nell'educazione lenta, assidua, opportuna sta la condizione essenziale per il risorgimento politico e morale del mezzogiorno d' ltalia e della Sicilia ; e senza questo risorgimento la vita pubblica nostra sarà sempre grama, malàticcia, colle stigmate della degenerazione. ♦ Il progresso laico in Francia. - D )po la buferct terribile, dopo la lotta violenta nella quale i d11e avversari, la Repubblica e la Chiesa . avevano perduto la nozione dei limiti delta difesa, così che q nella manometteva la libertà, e" questa - contr0 o~ni insegnamento del Vangelo - diventa va rivol.1zionaria, una certa ca}m3 s' è ristabilita in Francia. La Aeparazione della Chiesa dallo Stato è ormai un fatto rompiuto. Votata dalla Camera dei deputati, accettata già dalla Commissione del Senato; sarà probabilmente leg~e in vigore ai priucipii del 1906. A questo, del resto, bisognava arrivare. E' probabile che se la marmaglia fratesca, i Gesuiti e i Congregazionisti, avessero fatto meno politica e più vangelo quella che è fatto compiuto og~i, sarebbe accaduto più tardi: ma sarebbe accaduto lo stesso; perchè ormai tra lo spirito moderno e lo spirito della Chiesa le opinioni son di più in più di.vergenti, il dissidio è insanabilt. La Chiesa rappresenta la co~sacrazione e la difesa di tutto ciò che la Repubblic~ condanna; di tutto il passato, di tutta l'ignoranza, l'opposizione, e la superstizione che in nome di Dio immiserirono ed abrutirono i popoli rendendoli docili al giogo dei loro padroni, quali essi fossero. La Chiesa ha parteggiat(• sernpre per l'uomo del potere, contro l'uomo del lavoro; per il Re contro il suddito. La Repubblica rappresenta l' ideale ed il fatto as:3olutamente divt-r:30. Essa è il risultato della insurrezione dell' .uomo del lavoro contro quello del potere; è la sanzione legale e civile data alla rivolta del suddito contro il Re. Ed è il potere che si é spostato. Dal Diritto Divino - affer,ìlazione dell'uomo del potere e della Chiesa - è venuto ad essere diritto d'individuo, onde l'arbitrio - fosse pur quello d.' un genio o d'un eroe è escluso - e la legge sottopoue tutti al· suo potere, e tutti egualmente, dal primo magistrato della repubblica, all'ultimo e più oscuro dei cittadini. La Chiesa ritenendosi d'origine divina ammetteva., esigeva che per lei fosse una legge speciale; affermano che vi sono uomini al disopra della legge comune e che questi hanno diritto d'imperio. L'errore grave, il torto della Chiesa è l'.ltato quello di dimenticare che Cristo dettò: il mio regno non è di questa te1·ra. F~i-m ba proscritto bensì il Vecchio Testamento, ma là d0ve le è convenuto ha fondata la s:1a legge su i libri de i « Giudici • e Samuele • e il primo e secondo de i « Re•. Ed è stato possibile, per la Chieda sottomettere alla sua politica e gli uomini di potere finchè tali uomini, malgrado la loro violenza, non negavan la Rivelazione, non discutevano la Divinità; il giorn ° in cui questo e accaduto - ed è stato quando il poter 0 e

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