Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 14 - 30 luglio 1905

RIVISTA POPOLARE 407 chiedergli aiuto; non per imporgli le sue volontà. Lo Tsar aveva allora una bella occasione di raffermare il suo potere. Sarebbe bastato che quel giorno si fosRe mostrato al JJOpoloe avesse detta una parola di speranza. Invece nè osò mostrarsi; nè osò massacrare abbashrnza per fare il silenzio assoluto intorno a se. Non seppe esser bene nè generoso ! nè crudele Primo errore. Il popolo, disilluso, seppe allora che a lui non rimaneva a contare che su se e su la s11a forzit; e che lo Tsar era il nemico. I Mnjicks scossero dolorosamente la testa e si prepararono a ribellarsi contro quelli che e.:isi credevano essere gli ingannatori dello Tsar , gli operai lo maledissero; le classi più intellettuali organizzarono i primi ~ più chiari atti della Rivoluzione. I membri delle Zemstwa, (le as~emblee provinciali) esposero allo Tsar le imperiose necessità dell'ora; nno di essi parlò e con la fiera e dnra semp1icità dei forti disse allo Tsar q11el10che il popolo Russo volevR- gli fosse detto, e lo Tsar permise la riunione di un congresso di rappresentanti del popolo Russo e pr0mise una certa costituzione della quale incHicò il Boulighiue. Ma la costituzione del ministro dello Tsar non è bastata. I rappresentanti del popolo Russo hanno sen-- tito che essi devono ottenere di più, molto di più; dovessero essi scatenare st1l loro pae!:le il flagello della guerra civile, che è santa, quando è combattuta contro ]a. tirannide per i diritti de] prpolo e per la libertà. Ed il Congresso è stato tenuto. Dinanzi ai rappresentanti del poµolo, non d'altro armati che della loro fede e del loro dir;tto, il governo che ha la polizia, i fucili, i cosacchi, la forca si è sentito disarmato; si è sentito impotente. Noi assistiamo ai primi atti, grandiosi e sr>lenni, de]]a Rivoluzione R'.tssa. Da un lato il partito Rivuluzionario che non disnrma, che uno dopo l'altro colpisce i capi della reazione; che procede a col pi di pugnale e di bomba rispondendo con la morte alla morte; la marina ribelle , pronta· a sollevarsi; l'esercito insofferente, ormai, di miseria, d'affronti e di <lover servinA da poliziotto; il basso· clero stretto col popolo al seguito di Gapony. Dall'altro la bor~hesia e l'aristocrazia; ma più questa che quella, reclamano una costitnzione. Al Congresso di Mosca sono state pronunziate parole che non rimarranno ~enza eco. Doulgouroky, Rostowsky, Petrunkevic -qnest'ultimo specialmente--hanno fatto chiaramente intendere , hanno detto , anzi, cbe essi sono pronti a chiamare il popolo a sanzionare con la sua forza i loro decreti. Nel prm;simo agosto ci sarà la seconda riunione di questa nascente Duma. Se l'autocrazia vorrà impedirla, o intralciarne Je funzioni , l' autocrate ed i snoi sa telliti proveranno, forse, allora che quando i popoli vogliono veramente, è pericoloso opporsi alla loro volontà. ♦ Trattando la pace.- -Mentre in Russia si svolgono gli avvenimenti che i;arauno notati come i più grandi nelJa storia del XX secolo, e dei secoli ; mentre in tutta la Hussia, attraverso tutto il territorio, la ribellione, ]a carestia, l'oppressione, la rabbia di potere e la sete di libertà concorrono a vreparare una tale tragedia dinanzi alla quale impallidirà il tanto calunniato 93 di Francia , il pieni potenzi ari o Russo De Witte, viaggia attraverso l'Oceano verso gli Stati Uniti. Verso la pace? Noi non vogliamo fare gli anspici di cattivo a.Ltgurio tanto più che se ascoltiamo i desideri del nostro cuore ci senti amo propensi mo)to per la pace ; e desideriamo vivamente rhe i due avversari si stringono cordialmente la rnano. Troppo sangue ha bagJtato le praterie della Manchuria ; troppi morti riposano a fecondare i campi della antica terra dei Tching perchè noi non desideriamo che finalmente possano tornare alle loro rase, a i loro campi, alle benefiche opere della pace i combattenti. Ma se ascoltiamo la voce della ragione, allora ci sembra che i fatti s'accordino per dare torto al sentimento e temiamo che la pace sia ancora lontana. Il Witte dice:-La pace sì ma non ad ogni costoI Generali R11s8i e la banda dei guerrafondai dicono: La pace; no. Non prima che il Giappone sia ridotto in tali condizioni da doverla chiedere lui. - Lo Tsar ed i capi della burocrazia parlano di pace; sottomano però spingono alla guerra più idacremente che mai. E, in verità , chi governa in Russia non può desiderare la pace. La pace significlì il ritorno in patria del11esercito di Manchuria - brutta prospettiva-; significa; rendimento di conti - brutto affare - significa; confessione esplicita e documentata che la Francia ha mal collo~ cato i suoi miliardi - faccenda grave assai. D'altra parte si di ce - e ci sorprende cht~ i. giorna! i occidentali abbiano l'aria d' accettare la teoria: - B1sog11a che il Giappone si persuada a non imporre condizioni gravi. - E perchè di grazia '? Ammessa la guarra, ammesso 11 diritto del vincitore, chi ha diritto di dire al vincitore stesso eh' egli non arriverà non dovrà arrivare al Vae Victis? La Francia nel 70 non dovette subire le condizioni della Germania? Non dovette la Spagna . dopo la guerra di Cuba subire le condizioni degli Stati Uniti? E non dovette il Giap pone dopo l' ultima guerra con la Cina ra.s~egnarsi, perchè non era abbastanz~ forte, a vedersi port~ta via dalle. potenze Europee, 11 frutto delle sue vittorie? E dunque? Eppoi la Russia non è più ormai un av · versario degno di stima. Nepp11re una vittoria, n~ppu~e uno sforzo. _Aveva dei generali che erano degh eroi e ha fatto d1 tutto per fare emergere i nomi di q?ei g~nerali_ che f?rono tutt'altro che eroi; Stoessel prima di tutt1, eppoi Rodjetwenskj - ferito per caso- e Nebogatoff, e Alexieff e Kouropatkine. Si dice la Russia non è finita: la Russia può durare ancora indefinitivainente la guerra: il Giappone deve considerare questo caso. E perchè? Meritano forse credito Je millanteri~ e le menzogne? Due anni di guerra e la Russia è alla Rivoluzione, due terzi della Russia sono alla carestia ; il credito Russo è diminuito enormemente e si regge soltanto per fittizie specula~ioni di b_orsa;_no~ ~a _più flotta; su le navi che le rnnangono 1 marma1 s1 ribellano; 1 riservisti e i richiamati si rifiutano di partire per il campo; la dissoluzione è in tutta la .n~~ione. Russ~; chi può seriamente parlare della poss1b1htà d1 continuare indefinitivameote la guerra? I partigiani della Russia dice~ano : Dopo t~tto il Giappone non ha ancora nelle mam un lembo d1 s?olo Rus3o: I negoziati di pac~ non sono a.~cota aper_h :-,ed ecco che il Giappone ha già nelle mam l 1sola d1 :Sackaline-terri torio Russo-; le truppe Giapponesi sono sbarcate nella Baia di Pietro il Grande - territorio Rus~o - e ben presto Wladivostock sarà circondato. E Wladivo3tock è fortezza R·1ssa in territorio Russo. Il Giappone non ha ancora subita una disfatta; la sua flotta è intatta; il suo esercito baldo e forte, la nazione è concorde. Perchè noh dovrebbe il Giappone dettare la sua legge? Ci sembra che gli amici della pace farebbero opera molto savia facendo intendere alla Russia che - così come stanno le cose - )a pace è il guaio minòre di tutti. Il Giappone non pretenderà che lo Tsar vada a lavare i piatti nelle cucine del Mikado - come i capi sciti sono stati obbligati ai bei tempi di Roma - non pretenderà che le vergini Russe vadano a ballare i. loro balli nazionali in compagnia delle sue Geishe; ma vorrà tener~i il territorio che si è preso: e .questo è suo diritto; vorrà tenersi le navi

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