426 ~!VISTA i>Oi>OLA!l~ godimento di canonicato , e niuno o scarso effetto duraturo posteriore, giacchè tornano quasi sempre le disciolte o censurate amministrazioni, alle quali si doyrebbe subito, ed in mancanza d'altro, fulminare la ineleggibilità se convinte di sperperi o di malversazioni. Ma tuttociò non autorizza a condannare il sistema al quale si appiglia l'autorità governativa, l'uuico d' altronde, che può, allo stato, adottare. Ma sono rappezzi transitori: di niun sollievo alle esauste amministrazioni provinciali e comunali, ma provinciali specialmente, alle quali è addo.3sato un carico non solo sproporzionato e contro i fini peculiari dell' Ente Provincia, ma fuori di ogni sno diretto e legittimo controllo. Si potrebbe provincializzare il serviziJ: ma noi sosteniarno che esso esorbiti dalle sne logiche attribuzioni. L'indole della funzione , le garanzie occorrevoli , la continuità ed il coordinamento dell' indirizz 0 , la solle- .jitudine del provvedimento, l'assoluta indipendenza e distinzione da ogni altra funz·one dello Stato, la tecnicità del personale congiunta a:lla respon:ilabilità civile e penale inseparabile dall'ufficio, sono le cagioni ed i beneficii che riuniti conBigliano l'avocazione allo Stato del servizio in esam~. Ci si pot.rebbe domandare per quale via il patrimonio ·delle Opere Pie dovrebbe ess<'re incamerato dallo Stato.: con graduale assorbimento,.o con unica devolu - lozione? Ecco. Noi in Italia abbiamo gran fede in talnne parole, e gran pauta di talune altre. Ma per dare una · adeguata· per quanto sintetica risoluzione, occorre fari:Ji una domanda semplicissima. L'avvenire degli esposti, il pericolo dei pazzF incustod_iti o ma lcurati, la. repressione del "vagabondaggio, i[ ricove1'8 degli inab· li al 1.&\~oi-0, J'edueuiene: dei ciechi e dei sorJomuti, la cara dei malati, il ravvedimento dei traviati , Ìa vigila.nza su gli orfani, la protezione dei minorenni, ed in genere l'assistenza a tutte le deficienze fisiche, morali ed intellettuali son~ compiti di attività e di prevenzione privata o pubblica? Pubblica indubbiamente, cni lo Stato dPve provvedere e col p11 bblico tributo, e, se v'è eollc1.i,pon. tanea contribuzione privata. La quale essendo ijtata data iu 'passato, dandosi ora, a~,pnnto per lenire ed eliminare sciagure personali, ma che si riflettono direttamente sulla sicurezza della comunanza, il sentimento pietoso del donatore non potette e uon può arrogarsi il diritto di sostituinsi a quegli organi che provve lono alla sicurezza, alb incolumità, aila civiltà della comunanza. Onde il· diritto di questa di impossessarsi senza altro dei fondi destinati ad un tal pubblico servizio che primeggia fra i l-'rineiJJali suoi compiti e che è nella sfera delle sue più strette attrib 1zioni . E, poichè il sentimento civile che detta il dovere di provvedere a · bisogni cosi gravi e così ineluttabili n .. n può trovare limiti in credenze J'Pligit se od in fedi p11litiche, così occorre che l' atllministrazione sia tutta ed esclusivamente demandata a quell' Eute che tutti contiene, rappresenta. ed amministra, qualsiasi la fede politiL:a o religi.osa, quale si sia la nazionalità del bi8ognoso, la sua razza, il suo paese; e qnesto Ente non può essere altro che lo Stato. Allo svolgimento delle idee accennate v'è già un numero grande di autorevoli scrittori, e molti continuano a. portare nuovi e forti contributi al vasto ed urgente problema. A noi basta aver prospettato l'unica finalità a raggiungersi: l'avocazione allo Stato dell'intero servizio e dell'intero patrimonio delle Opere Pie di qualsiasi geuere. Raggiungendosi tale finalità soltanto, si eviterà l'indecente spettacolo quotidiano di vedere una turba di para::;siti divorare il patrimonio dei poveri e dt>gl i infelici. A VV. IlA RTOLOMEO 8CORPIO Direttore degli Uffici amministrativi della Provincia di Terra di Lavoro "IVISTA l)ELLÈ "IVISTE Per l'assoluta mancanza di spazio siamo stati costretti, per diversi numeri, a non pubblicare recensioni di opere pervenuteci. Per pubblicarne in questo numero sopprimiamo la rivista delle riviste italiane e francesi. Sir Henry Catton - K. C. S. /.: L'avvenire poJltlco <lell' India. - Il grande problema politico che si presenta ali' lndia è il risveglio della coscienza nazionale, e la formazione d' un movimento nazionalista , dovuto in grande parte alla istruzione che l' Inghilterra ha sparso generosamente dovunque ; e che comincia a portare i suoi frutti riunendo le diverse razze, le innumerevoli.caste, classi e religioni dell'India. La lingua Inglese ha dato al popolo il mezzo di riunirsi sopra un terreno comune; le ferrovie, la posta , i piroscafi, il tele.:. grafo hanno concorso a calmare l'abisso che teneva separate le varie provincie e l'unificazione si avanza a gran passi. La formazione d'una stampa nazionale n'è una dei sintomi più evidenti : e questa stampa è caratterizzata da una grande unanimità , da un unico ideale di formare una nazionalità Indiana. Questa for.mazi.onedel!a nazionalità Indiana non implica una subitanea rottura col pa._ssa.to ; sappiamo tutti che l' attuale forma d 'amministraziont:: Britannica non può essere permanente; già nel 1850 ~a prevedeva I' On. Mountstuard Gbiagston, quando scrisse che non poteva concepire come cosa p~rmanente l' amministrazione di un grande paese da parte di un piccolo numero di ~tranieri. Però l' India è legata ali' Inghilterra dalla stessa lingua Inglese che sarà principale strumento della sua nazionalizzazione. Son più di 20 anni che Lor.I Cromer , il più grande dei proconsoli Britannici, scrisse: u Nessuno di quel;i che studiano attentarm:nte rindia, p;,iò dubitar1,; che siamo in un periodo di trasformazione, la diffusione della educazione, l'influenza mag giore ddla stampa libera ; la sostituzione di una amministra- ~ione legale per quella discrezionale; il progresso dt:lle ferrovie t:: dei tdegrafi ; la maggiore facilità delle comunicazioni con l'Europa, proJucono un effetto materiale sul popolo .... la potenza dell'opinione pubblica cresce quotidianamente e ciò crea condizioni di grave difficoltà per un governo dispotico : c'è periwlo di correre troppo; ma è anche più p~ricoloso indugiare soverchiamt:nte. Bisogna governare questo spirito di progresso in modo da secondario evitando i pericoli politici che potrebbero recare al pae~e o la troppo rapida acquiescenza o la stupida repress· one. Ogni pensatore doveva aspettarsi che dopo cinquanta an~i· di stampa libera e· 30 di educazione i desideri e gli scopi degli intellettuali del paese cambierebbero, e nessun governo , saggio e prudente , può' negligere questo frutto; e adesso bisogna adottare il sistema della amministrazione se non si vuol vederlo distrutto da forze che esso stesso ha fatto sorgere ma che poi non ha saputo guidare e dominare».
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==