Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 14 - 30 luglio 1905

424 RIVISTA POPOLARE giurisdizione contenziosa per la quale ne era avviato il processo, avrebbero frustrato ogni benefico effetto, sia per la interminabilità e pel numero di esse, sia perchè la composizione delle Gi11nte Provinciali Amministrative riusciva ad integrare un corpo giudicante tale da essere il campo sicuro ove le rE:sistenze confessionali avrebbero dato battaglia, con certezza di vittoria. Ottima fu, quindi , l'ingerenza continua clel ministro dell'Interno e degli Uffici di pendenti· che la legge dettava. Ma, siamo là! nè i ministri dell'Interno potevano essere sempre il Crispi e lo Zanardelli, nè gli Uffiei dipendenti potevano sempre ( come dovrebbero) essere ispirati dalle tendenze allora prevalenti. Con ciò non voglio dire, nè cLe la l~gge non avef-lse avuto tendenze liberali e. prodotto benefici effetti , nè che del tutto sterile ne fosse stata l'applicazione. Dico ed affermo, per conoscenza diretta che ne ebbi alcuni anni fa qnal Componente la G. P. A. e per le consi derazioni che mi vengono ora che sono a capo di un Ufficio Provinciale, sulla somma ingente che potrebbero risparmiare i bilanci dei Comuni e delle Provincie, che il vasto patrimonio delle Opere Pie è, ancora in gran parte, e quello delle Confraternite quasi del tutto, in mano e per usi conf.essionali spesso mnsche1·anti la pubblica beneficenza o la pitbbl-ica istruzione, ma effettivamente per alimentare il parassitismo monacale e pretesco, e per tenere ~tesi i snoi •·infiniti tentacoli di piovra materiale intellettuale e spirituale. Ed una delle principali deficienze della legge del 1890 ( diremo subito quelle dell'altra in e.:;ame) fu appunto di lasciare in vi t.a una quantità di i::;tituzioni di beneficenza, fra le qual i mol ti8sime di vera e propria importanza econc,mica e sociale, con il bel gesto di serbare integre le loro autonomie, e ciò per non parere invadenti, anzi giacobini. E tutti sanno quali sperperi e quali succhionerie abbiano vita ogni di più rigogliol:'a negli istituti che più dovrebbero e::isere fo. condi di p:età ci vile ! E così siamo arrivati al punto di dissen~o col valoroso Luzzatto: e che, per essere grave ed involgente quistione di principio, merita l' onore di una rapida esposizione. U Luz,atto, e::iaminando la legge 18 luglio 1904 (N° 390) afferma, ed è in parte vero, che essa rappresenta un 1·egressolegislativo; ed alle ragioni addotte io aggiungerei l'altra che ess~ arieggia la ricostituzione di quel Consiglio degli Ospizi del Regno delle due Sicilie, che, al d:re dei ..... reazionari, era la forma più concreta, l' organismo più sano e JJÌ ù fecondo per la esplicazionedelll-\ pubblica beneficenza. Ma in taluni ordini di idee da lui esposti non possianio con venire: e diremo in ultimo, per quanto consenta l'indole della pubblicazione, a quali obbiettivi dovrebbero tendere Stato, Provincie e Comuni in materia di Opere Pie. Senza entrare nella grave q uistione costituzionale tendente a giustificare l' estendeni e l'affermarsi ogni di più del potere regolamentare, talvolta a danno del Iegislati vo; tendenza per me lodevolissima ( che per giustificarla esaurientemente dovrebbe e.-;sere seguita da tutt~ la teorica da me esposta nel mio volume Dello Stato ove dimostro che ciò è l'effetto inevitabile della maggiore attivit.à del potere esecutivo nel bizan · tivismo parlamentare,_ e del bi.::;ognode.glì amminist~ati di una più diretta e rapida corrispc,ndenza tra i loro bisogni e la legislazione), io trovo che il Luzzatto da una parte si adombra dell' ìntervenzionismq quasi costante del Go":erno in d·rnno dello auto110mie degli Istituti Pii, che vorrebbe lasciati inte_ra111ente all'elemento elettivo e popolare: dall'altra rimµrovera il Governo stf.sso di avere, per esempio, dettato nell'art. 37 del Regolamento quanto segue: « La Commissione Provinciale, nel coordinamento delle varie forme di assistenza e di beneficenza. e dei vari modi di erogazione nei singoli Comuni e nella ;ntera Provincia deve curare che sia rispettata l'autonomia delle istituzioni pubbliche di beneficenza; • ed os serva che tale principio dell'autonomia (corìtradittorio a quello della concent1·azione) è ribadito nell' art. 40. Così, mentre è chiaro l'ibridi::irno caratteristico, d'altronde. del legislatore italiano tra il presupposto storico del pensiero italico·· insorgente contni il Vaticano, e la necessità di transigere continuamente con gli. avversari più o meno 11H1scherati,necessità derivata dai fattori esponeuti il periodo di transizione che attraversa la vita italiana; cìall' altra neanche il Luzzatto sa risolversi tra le due tendenze: qurlla. di aspirare ad nna amministrazione tutta eletti va. e t11tta auto noma, in cui spera il divenire ed il successo dello idc,ale democrati~o e l'altro di con iannare _le sanzioni della legge che impongono appunto il rispetto delle autonomie delle diverse Opere Pie esistenti, e specie quelle dettate dagli art. 37, 40 e 41, con le riduzioni dell'a.rt. 39 del Rt3golamento in esame Il Luzzatto, procedendo per sua via; mentre, anche in questa materia dimostra di e::;sere innammorato della completa esplicazione delle autonot.nie locali (amori in• glesi troppo stereo ti patamente caldeggiati in Italia), al pensiero cbe es3e sarebbero, come dimostrerò e come forse intimamente egli sente al par di me, unicamente sfruttate dai nemici della libertà, benchè non manifesti la preoccupazione, fa la pelle d'oca e lo condanna, senza però dirci a quale Jelle due tèndenze occorra appigliarsi pei· riuècire ad attuare il programma veramente de:-nocratico. Noi siamo intervenziouisti convinti, e tali r~s~eremo. Nel volume succennato abbiamo dimostrato che l'intervenzionismo dello stato si fa sempre pit1 necessario, 8Ì fa semvre più complesso coll'affermarsi delle nuove attività politiche ed economiche dei popoli moderni. Onde se vives::;i1uo fino a vedere il lontano avvenire del popolo italiano evoluto uella COi3CÌenzadella sua missione, saremmo allora più intervenzionisti di oggi, ed occorrerebbero volumi per esporne le non poche rag1om. Ma , a queste nostre convinzioni , oggi come oggi, tutti debbono convenire che le leggi sorgono fra l'indifferenza dei più, tutte, non questa soltanto (meno le poche eccezioni di carattere locale 1 come q_ uella per Napoli e per• la Basilicata); e ciò non deve meravigliare se si pon mente alla natura ed all' indolc del popolo jtalia.110. Per noi, osservav!l gi·1stamente uno seri t tore della Rivista della beneficenza pubblica, a pro·

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