416 RlVtSTA POPOLAllE vamente : x. 0 quattro aumenti nella misura fissa stabilita dalla tabella B, i primi due allo scadere dei due primi quinquenni: gli altri due allo scadere dei due successivi sessenni; 2. 0 due aumenti sessenali, entrambi pari ad un decimo àegli stipendii conseguiti al termine dei predetti quattro aumenti fissi (articolo 7). I capi d' Istituti incaricati saranno scelti fra gl' insegnanti ordinari appartenenti ai rispettivi 1 uoli del primo e del secondo ordine e avendo almeno 1 3 anni di servizio. I capi d' Istituto effettivi saranno scelti fra i capi d'Istituto incaricati da almeno un quinquennio e non avranno insegnamento nè in classi ordinarie nè in classi aggiunte (art. 16). I capi d'Istituto nominati effettivi cessano di appartenere al rispettivo ruolo d'insegnanti e il loro stipendio aumenta di L. 1006 se appartenente al secondo ordine e di L. 750 se appartenenti al primo ordine di ruoli. Ad ogni sessennio, a datare dall' ultimo aumento di stipendio ottenuto come insegnate, hanno diritto ad un aumento di L. 500 fino a raggiungere i limiti segnati nella tabella D (articolo r 8). Il mmimo stipt!ndio degli straordinari di 3. 0 ordine di ruoli D (scuole normali femminili, maestri assistenti, Ginnastica) è lire 800; il massimo per gli straordinari del 2. 0 ordine (Li~eo, Istituto tecnico, nautico , scuola normale , ginnasio superiore) L. 2200. Stipendio iniziale degli ordinari: minimo di L. 1000 nel 3.0 ordine di ruoli D massimo L. 2 500. In ventidue anni i quattro aumenti lo portano a 4500 quello del 2. 0 ordine e da 4000 quello del r. 0 ordine (Ginnasio inferiore, scuola tecnica e scuole complementari). Coi due sessenni successivi' arriva al massimo di L. 5445· 11 Preside di Liceo , Istituto ecc. arriva al massimo di lire 6500. Gl' Ispettori regionali a L. 7000. 11 disegno di legge sullo Stato giuridico, che deve eliminare gli arbitrii e le camorre mimsteriali e regolare la carriera degli insegnanti arenò al Senato. Ben meriterebbero i senator: se lo discutessero e lo approvassero in occasione di questa ripresa estiva dei lavori parlamentari. Spese n1ilitari e-controllo Le risultanze preliminari dell' inchiesta parlamentare sulla marina, già intraviste sin dal tempo del processo Bettolo-Ferri, hanno finito per squarciare il velo delle illusioni che sulla saldezza del1' armata nazionale sopravvanzavano dal passato. L'opinione pubblica è rimasta profondamente impressionata dalle denunzie della relazione Franchetti, che getta uno sprazzo di luce sul modo con cui si disperdono i milioni dello Stato in mal regolate forniture di materiali, sbagliati progetti di costruzione di navi , deficienti metodi di fabbric_azione di corazze, rapporti non sempre confessabili tra governo, da una pdrte , e società siderurgiche, impresari e appaltatori, dall'altra. Per un momento il mondo parlamentare parve sgomentato dalle accuse di alto tradimento fatte dalla stampa ai vari ministeri responsabili; ma si trovò subito rinfrancato per l'opera di coloro che cercarono di attenuare la gravità delle rivelazioni. Essi prima incolparono il relatore di aver usato una forma improntata ad ostilità personale; poi, quando sì ebbero le assicurazioni che la relazione era stata intonata alla maggiore obbiettività, e che, frase per frase, parola per parola, era stata vagliata da tutta la commissione, atfermarono che non trattavasi che d' inconvenienti normali, già noti da lungo tempo e dovuti alla complessità degli organismi militari. Così, invece di adottare provvedimenti energici per impedire la continuazione degli sperper~, il parl_amento, in una fiammata di spirito patnott1co, avvivata ancora dalle lagrime dell' on. Mirabello, decretò altri r 32 miiioni di crediti ritc- . . ' nut1 necessari per costruzione di nuove navi; ed in seguito aumentò di r I milioni il bilancio della guerra già consolidato, lasciando in facoltà del governo di modificare a suo piacimento le assegnazioni straordinarie per il materiale d'artiglieria. Da ciò si delinea, sull'orizzonte della vita i taliana, una strana situazione di cose. Da una parte non si giunge ancora a tener distinti i concetti finanziari organici di consumo e riproduzione - per un verso - e di aumento- dall'altro-dei mezzi della difesa nazionale; il che somiglia, come ha notato l' on. Maggiorino-Ferraris parlando di « finanza navale >>, a voler fabbricar il secondo piano di una casa quando il pian terreno a mala pena si sostiene. D'altra parte il paese ed il parlamento rimangono ancora lontani dalla convinzione che i milioni concessi saranno tutti spesi con le norme di rigida ed oculata amministrazione, e che nulla andrà disperso di quanto i cittadini pagano con tanto sacrificio per l'integrità del patrio territorio e pel pacifico svolgimento delle pubbliche libertà. E' a sperare che siffatta situazione muti in un prossimo avvenire? ♦ La relazione preliminare d'inchiesta, nella frettolosa ma necessaria sua pubblicazione, sfiora in ventiquattro pagine l'argomento, arduo e complesso, del riordinamento degli arsenali, e rimanda l'esposi7ione particolareggiata dell' ingente materiale dei fatti alla relazione delinitiva. Non sara stato certo per tale mancanza che l'on. Bettolo non disse alla Camera il suo pensiero intorno alla quistione del riscontro effettivo dei magazzini militari, riscontro disposto dalla legge r r luglio 1897 che dal nome del ministro proponente fu detta legge Luzzatti. Vi si è intrattenuto, invece, l'on. Morin in Senato, il quale, per dimostrare che il controllo non è attuabile nell' amministrazione della marina, ha rivelato che quello iniziato presso gli arsenali costò « il lavoro di 282 persone per 72 settimane e 142 mila lire di spesa », col risultato che « i funzionari del tesoro sindacatori si dovettero mettere nelle mani dei sindacati ». L'omissione disinvolta dell'uno e le difficolta esagerate dell'altro parlamentare mal rispondono alle preoccupazioni dei vari ministri succedutisi al governo da Sella a Giolitti, i quali tutti si son mostrati punto tranquilli, anzi tormentati da dubbi angosciòsi sull'ordinamento amministrativo della difesa nazionale. Ed è semplicemente strano che, mentre il governo passa da aumenti ad altri aumenti nelle spese militari, trovi poi sempre modo di non darne il rendiconto, col farlo apparire difficile, grandemente costoso, quasi impossibile ad ottenerlo per la complessita dei servizi. Ma questo stato di cose, che tende ad eludere ogni principio di responsabilita , non può durare più a lungo, in un paese, come il nostro, governato a libero regime. Lo studio degli ostacoli che impediscono il riordinamento amministrativo dei magazzini militari si impone inesorabilmente.· Ormai è noto che il tentativo fatto colla legge Luzzatti per tale riordinamento è completamente fallito. Perchè? La commissione parlamentare, almeno per ciò che riguarda i magazzini della marina, ha cominciato - ed è a sperare che continuia mettere in evidenza le vere cause del disordine. Intanto, è bene che da parte di tutti coloro, i quali sinceramente desiderano di veder corretti, almeno in parte, i difetti organici delle nostre amministrazioni militari, vengano presi in serio esame tutti gli atti ufficiali cui diede luogo l'applicazione di quella legge. Quanti insegnamenti ci porge l'odissea di quei funzionari del tesoro, che furono delegati
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