RIVISTA po PO LARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEON}J COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Halia. : anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vittol'io Emanuele ·,i. 0 115 NAPOLI Anno Xl - Nnm. 14 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 30 Luglio 1905 SOIIIIIIARIO: Noi: Gli avve111mentl e g·ll nomi nl: (Pel Comm. Bianchi e per l'esercizio di Stato delle ferrovie italiane - Tra i due imperatori - C'è un Dio... per i grandi assassini! - Verso la Rivoluzione in Russia - Trattando la pace - Corato per Matteo Renato [mbria:1i - Il progresso laico in Francia - La situazione del Gabinetto Conservatore in Inghilterra - Dopo la morte di Ugo Consolini - N. C. Ettore Socci) - -La Rivista: I vergognosi carrozzoni ferroviari - Dott. NapoleoneColàjanni: Pel miglioramento economico degl' insegnanti delle scuol\! medie - Angeio Valentinl : Spese militari e l.:Ontrollo- Il Giappone ~ Giov. Carano Donvito: Lo stato e gli scioperi - Avv. BartolomeoScorpio: Sulla nuova legge delle commissioni di beneficenza ed assistenza pubblica -- Jtivista delle 1Uv1ste: L'avvenire politico dell'India (North American Review) - E' possibile liberare la Grande Bretagna dalla miseria? (The Rapid Revieu:) - Le cause della grandezza del Giappone (American Mont!y Re1view) - Alcuni capi del Primo Parlamento russo (Conternporary Rewiew) - Le riviste russe (Die Neue Zeit) - Il movimento per le città-giardino (So,palistische Monats-Hefte) - Le mire della Francia sulla Spagna (La Tribuna). - Ueceus1out. GLI Pr VVENI/vlENTI e GLI UOMINI Pel Comm. Bianchi e per l'esercizio di Stato delle ferrovie italiane. - Quando si fece il nome del Commendatore Bianchi quale Direttore gonerale delle Fer rovie dello Stato coloro che con0scevano il carattere dell'uomo o lo avevano visto alla prova come Direttore generale delle Sicule provarono una viva soùdisfazione e sperarono bene della n_uova grande azienda dello Stato, a cni i teorici delle opposte scuole e i politici guardano con viva trepidazione. Il Comm. BiR.nchi non è ali' opera nemmeno da un mese ; ma dalla scelta d~l personale che deve costituire per cosi dire il suo Consiglio Rnperiore, con3ultivo ed esecutivo, e dai snoi primi atti c'è motivo a conclu, dere che le favorevoli previsioni si comiuciano ad avverare nel modo il più soddisfacente. Noi, inoltre, aggiungiamo che le misure da lui prese nell' R.I to perSOiale della Direzione compartimentale di Napoli e n~lle sue immediate dipt-ndenze, importantissime, sono improntate a conoscenza degli uotuini, a g-indtizia ed a sai va.guardia del pubblico interesse. Perciò. ccnscii deJla vera missione della stampa che non deve limitarsi alla critica demolitrice degli uomini e delle istitnzioni. che male rispondono alle esigeme sociali, ma deve anche suffragare col proprio disinteressato concorso gli atti di funzionari benemeriti, noi ci affrettiamo a mandare col nostro saluto anche la nostra modesta ma sincera approvazione al Direttore generale delle Ferrovie <iello Stato in Italia, che ha innanzi a sè tm compito difficilissimo e nelle cui mani sono riposti interessi nazionali assai considerevoli collegati Rnche alla soluzione di problemi teorici altrettanto importanti. Il dovere di manifestare l'animo nost,ro su questo argomento ci sembra tanto più impeli ente in quanto che sappiamo che contro il Bianchi si 01 discono insidie gravi d'indole locale e generale. Ci si assicura. ad esempio, che a Napoli, gli uomini e gl'interessi lesi si agitano e che non essendo riusciti a rimuoverlo dalle decisioni prese ed annunziate tentino di riuscire per me~zo delle influenze parlalilentari, che all'occorrenza potrebbero anche far credere di spiegarsi in armonia colle aspirazioni delle classi lavoratrici. Si sa poi che dissidi 8ono sort,i a Roma tra il Bianchi e alcuni ramdella burocrazia (Avvocatura Erariale, Ispettorato feri roviario. ecc.) che trovarono il pntrocinio del Ministro dei Lavori pubblici - un brav' uomo, ma testardo e nuovo nelle cose dell'amministrazione. Su 'l uesta seconda parte, intanto, ci piace rilevare ciò che si dice in unit corrispondenza del Cantalupi al 1.lfattino di Napoli - eh' è un giornale ultra-ministeriale L'egregio pubblicista mette in ridicolo quei giornalisti, che per far cosa gradita a qnalcnno si assumono la missione di negare la e.'.)istenza di qualche notizia grave. « L'attrito, f'gli osserva, c' è stato; e fu attrito « vivo, se non nelle forme e nelJe parole , per le ra- « gioni che l'avevano fatto nascere ... Perchè vogliamo e b·nlare gli altri e noi stessi negando qnello che a « Roma tutti san no anche i sassi di via Ludo visi e di « via delL1. Mercede? ... L) sc0ppio di questi primi at- " triti era ine vita bi I e : era. , per cosi dire , in natu1·a «rerum>. Noi non abbiamo rilevato la corrispondenza del gior• nale ufficioso napoletano soltanto per avere una con· forma della voce corsa; ma per moti vi più importanti. E' il Cantalupi- che a questo propesito rileva i pericoli politici , e particolarmente parlamentari, cui va incontro una grande azienda economiea dello Stato che esercita una influenza straordinarifl. sn tutta la economia nazionale, q nando non è assicurata la maggiore autonomia possibile alla Direzione della prima-ricorda all' uopo che in Austria si sbarazzarono del Ministro delle ferrovie Wi tteck col pretesto. di alcune spese fatte in alcune linee ferroviarie e irr realtà per motivi essenzialmente politici ... Aggiunge che il Presidente dei Ministri dell'Austria il Gautsch, pochi giorni or sono annunziando il r~scatto di alcune reti, dichiarava e::;sere suo proposito di rendere qnan to meno burocratica fosse possibile la gestione d.i tutte lu ferrovie dello Stato, perchè questo burocratismo era il più proprio a mettere _le ferrovie nella
406 RIVISTA POPOLARE condizione di non corrispondere alle esigenze del commercio ogni giorno maggiori. · . . Queste osservazioni opportune del Cantalupi rrnc~lzano gli argomenti in favore della massima au~onom1a ferroviaria svolti qui stesso da Quirino Nofn, co~e gli attriti sorti tra la burocrazia rappre~enta~a dal ~inistro dei lavori pubblici e il Comm. _Bia~ch~ e le msidie , che per influenze parlamentari ~h si_ te_ndono dimostrano sperimentalmente la necessità di siffatta autonomia. ♦ Tra i due imperatori. - Guglie) mo II di Germania e Nicolti. II di Russia si sono incontrati sul mar Baltico, a Bjorko movendo l'uno incontro all'altro a bordo rispettivamente dell'Hoherizollern e della Stella Polare. La conversazione imperiale avvenne in un grande salone per evitare, si assicura, che orecchie indiscrete ascoltassero le loro parole. . . Nulla si sa ancora di preciso sul tenore dei loro discorsi· nè è ancora noto da chi sia partita l'iniziativa. P;·obabilmente dall' Imperatore-Tartarin, che colla visita di 'rangeri riuscì a dare uno scacco alla Francia ed ha voluto rincarare la dose staccando dalla repubblica la Russia. Lo Czar che in questo momento non si sente bene in sella nè in casa propria nè all'estero avrà accettato di gran cuore la proposta del convegno dal quale può sempre guadagnare qualche ctisa - almeno dal lato del prestigioi - senza nulla perdere, perchè nulla può più perdere dopo Port-Arthur, dopo Muckden, dopo Tsushima. . . . I giornali francesi , naturalmente sono imbronciati. Ma in sostanza la Francia neppur essa ha alcun che da perdere liberandosi dall'alleanza russa eh' era unit vera palla di piombo attaccata al suo piede. Se il convegno di Bjorko può -giovare al credito dell'Impero degli Czars, quelli cho dovrebbero rallegrarsene sareb: bero i creditori della Russia che le hanno prestato 1 famosi nove miliardi .., d'incerta restituzione. In quanto ad aiuti russi per la revanche in Francia non s' illudono più nemmeno i nazionalisti. Ma c' è un altra ipotel-:i: i due Imperatori avrebbero potuto prendere degli accordi pel caso in cui la rivoluzione divampasse seriamente in Russia. Nel 1849 la Rus~ia dette una mano di ainto ali' Austria per ispegnere la rivoluzione in Ungheria. Nel 1905 la Germania potrebbe rendere un uguale servizio ::l:la Russia. Se ciò fosse vedremmo alla prova che cosa rappresentano i famosi tre milioni di socialisti della Germania: se contano per tre milioni di uomini o valgono quanto un solo Pulcinella. In ogni modo l' attivitd di Gughelmo-Tartarin deve essere riconosciuta come un serio pericolo per la pace e per la libertà di tutti i popoli. Egli tanto si muoverà, tanto si agiterà, tanto provocherà che riuscirà a produrre qualche grosso guaio. ♦ C'è un Dio ... per i grandi assassini ! -- Chi oserebbe negare che in Turchia non si progredisca? L'attentato contro il Sultano Abdul-Amid n' è la prova. In Tur('hia prima i tiranni o gl' imbecilli che tardavano a tirare le cuoia venivano suicidati o spenti in malo modo con '1na qualsiasi cospirazione di eunuchi. Oggi anche a Costantinopoli si ricorre alla dinamite come a Pietroburgo o ~ Barcellona o a Chicago ... E il primo attentato alla dinamite contro il Sultano ha cagionato la morte di una trentina di persone e il ferimento di un altro centinaio. Ma Abdul-Amid è rimasto incolume ed ha potuto ricevere impassibile le congratulazioni di tutti i capi degli Stati, che in cuor loro si saranno vergognati di averle manda.te ... Andate a negare, oltre il progresso sullodato, che il Dio di Maometto non sia pit\ accorto del Dio dei cri stiani nel proteggere la vita di un ... grande assassino/ ♦ Verso la Rivoluzione in Russia. - Assistiamo ad un grandioso rnoviment'l al q nale prendono parte tutte le forze più energiche del la Nazione : sia nel tentare di arrestarlo; sia nell'operare attivamente per condurlo alle sue locriche conseguenze: la fine dell' autocrazia il trasferi~ento del potere dalle mani della b·1: rocrazia al popolo ; la fine del sistema di arbitri e di abuso che ha condotto la Russia alle dolorose vergo• gne di continue sconfitte, c?e ha f:tto ~el!a Russi~ un paese alla mercè di poch1 corrotti, ego1st1 e brutah granduchi, finanzieri ed :1fficiali ~i- Stato.. . Trascinato dalla fatale melut.tabd1tà degli eventi lo Tsar parlò, e le sue parole sono state 1:ito1:te contro di lui. Egli credette d'ingannare e parlo d, coopera: zione ai rappresentanti del suo popol~ - corr_ie oggi parla di pace al popolo viocitore-; ma 11 sno mganno è stato la trappola alla qnale egli stei3so è stato preso. Alla polizia che intendeva impedire il congresso delle Zemstwa i rappresentanti del popolo hann? det~o :- Noi siamo qui per la volontà dello Tsar, e c1 restiamo, anche se non volete; perchè la volontà dello Tsar deve essere più forte della _vost.ra.-Ma .qu~~t~ parole h~~no , allargato e approfondito ancora di pm il barat_ro. che dal 22 gennaio u. s., era stato aperto dalle fuctlate Cosacche fra lo Tsar e il popolo Russo. . Tuttavia lo Tsar aveva ancora un mezzo per rima~ nero egli l'Imperatore, l'uomo che c?manda ed ~. cn~ il popolo obbedisce-oggi di fatto egh n~n lo è pm-? ed era di raccogliere la parola de_llo Sc1~ov-1:no dei delegati - e dire : Io ordinai , voi obbediste : 1_0 so~o con voi.-Egli invece ha preferito tacere e nel s1lenz10, senza neppure un gesto eroi~o e senz!\. neppure un~ parola bella che lo raccomandassero al r.ispetto_ degli uomini e della posterità , il suo po~ere. e. s~:a1:1to, è crollato; è stato messo in pezzi dagh amici d ieri ~ da quelli dell'oggi, dagli amici che lo vogliono capo ti~annico d' un potere feroce ; e da quelli che lo vogliono legislatore e conduttore di popolo civile. . Oggi egli non può più parlare al popolo ; perchè 1~ popolo si serve contro di lui delle _sue stesse parolei e non può più parlare agli avversari del popolo_perchè essi da lui stesso esautorati, dalle parole d, lui med_~- simo messi nella impossibilità di agire non credono piu ju lui. Egli non ha avuto alt;o ripiego ?he abbando~are (momentaneamente, si dice) la reggia ed affidarsi al mare : in crociera. Questo è forse l'ultimo episodio d'un pniodo - del primo periodo della rivoluzione - e v_ale la pena esaminare i fatti tutti del periodo, ma risulter:tnno _delle conclusioni che saranno confermate da fatt1. Noi non profetiziamo calcoliamo soltanto certe pr_obabilità. Prima del 22 gennaio di quest'anno 11 potere d~l~o Tsar era ancora fortissimo. Il popolo Russo, con~adm~, operai, borghesi, aristocratici sperava~o m~lto m lui, tntti. C'era, è vero il partito rivoluz10nario che non sperava niente dallo Tsar e che intond~va a?battere in un con l'aristocrazia anche molte d1 q neb~ form~ di organizzazione sociale che vigono anche nei paeai occidentali. Ma il partito rivoluzionario era ~oco a::icoltato dalle massi popolari e punto dall~ classi alte. Era potente perchè era energico ed attivo; ma noi~ era numeroso; nè la sua vitalità gli era data dalla vita e dalla forza del popolo. . . . La popolazione in generale se~t1va. che 01 era arri· vati a tal punto che era nece~sano assolutamente correggere i difetti dell'autocrazia-correggere, non ~ambiare - e far si che cessassero gli abusi delle cricche granducali e finanziarie, e il mal govHno del l_a ?urocrazia. Il 22 gennaio la popolazione operaia d~P1~troburgo andò per esporre allo Tsar le sue miserie e
RIVISTA POPOLARE 407 chiedergli aiuto; non per imporgli le sue volontà. Lo Tsar aveva allora una bella occasione di raffermare il suo potere. Sarebbe bastato che quel giorno si fosRe mostrato al JJOpoloe avesse detta una parola di speranza. Invece nè osò mostrarsi; nè osò massacrare abbashrnza per fare il silenzio assoluto intorno a se. Non seppe esser bene nè generoso ! nè crudele Primo errore. Il popolo, disilluso, seppe allora che a lui non rimaneva a contare che su se e su la s11a forzit; e che lo Tsar era il nemico. I Mnjicks scossero dolorosamente la testa e si prepararono a ribellarsi contro quelli che e.:isi credevano essere gli ingannatori dello Tsar , gli operai lo maledissero; le classi più intellettuali organizzarono i primi ~ più chiari atti della Rivoluzione. I membri delle Zemstwa, (le as~emblee provinciali) esposero allo Tsar le imperiose necessità dell'ora; nno di essi parlò e con la fiera e dnra semp1icità dei forti disse allo Tsar q11el10che il popolo Russo volevR- gli fosse detto, e lo Tsar permise la riunione di un congresso di rappresentanti del popolo Russo e pr0mise una certa costituzione della quale incHicò il Boulighiue. Ma la costituzione del ministro dello Tsar non è bastata. I rappresentanti del popolo Russo hanno sen-- tito che essi devono ottenere di più, molto di più; dovessero essi scatenare st1l loro pae!:le il flagello della guerra civile, che è santa, quando è combattuta contro ]a. tirannide per i diritti de] prpolo e per la libertà. Ed il Congresso è stato tenuto. Dinanzi ai rappresentanti del poµolo, non d'altro armati che della loro fede e del loro dir;tto, il governo che ha la polizia, i fucili, i cosacchi, la forca si è sentito disarmato; si è sentito impotente. Noi assistiamo ai primi atti, grandiosi e sr>lenni, de]]a Rivoluzione R'.tssa. Da un lato il partito Rivuluzionario che non disnrma, che uno dopo l'altro colpisce i capi della reazione; che procede a col pi di pugnale e di bomba rispondendo con la morte alla morte; la marina ribelle , pronta· a sollevarsi; l'esercito insofferente, ormai, di miseria, d'affronti e di <lover servinA da poliziotto; il basso· clero stretto col popolo al seguito di Gapony. Dall'altro la bor~hesia e l'aristocrazia; ma più questa che quella, reclamano una costitnzione. Al Congresso di Mosca sono state pronunziate parole che non rimarranno ~enza eco. Doulgouroky, Rostowsky, Petrunkevic -qnest'ultimo specialmente--hanno fatto chiaramente intendere , hanno detto , anzi, cbe essi sono pronti a chiamare il popolo a sanzionare con la sua forza i loro decreti. Nel prm;simo agosto ci sarà la seconda riunione di questa nascente Duma. Se l'autocrazia vorrà impedirla, o intralciarne Je funzioni , l' autocrate ed i snoi sa telliti proveranno, forse, allora che quando i popoli vogliono veramente, è pericoloso opporsi alla loro volontà. ♦ Trattando la pace.- -Mentre in Russia si svolgono gli avvenimenti che i;arauno notati come i più grandi nelJa storia del XX secolo, e dei secoli ; mentre in tutta la Hussia, attraverso tutto il territorio, la ribellione, ]a carestia, l'oppressione, la rabbia di potere e la sete di libertà concorrono a vreparare una tale tragedia dinanzi alla quale impallidirà il tanto calunniato 93 di Francia , il pieni potenzi ari o Russo De Witte, viaggia attraverso l'Oceano verso gli Stati Uniti. Verso la pace? Noi non vogliamo fare gli anspici di cattivo a.Ltgurio tanto più che se ascoltiamo i desideri del nostro cuore ci senti amo propensi mo)to per la pace ; e desideriamo vivamente rhe i due avversari si stringono cordialmente la rnano. Troppo sangue ha bagJtato le praterie della Manchuria ; troppi morti riposano a fecondare i campi della antica terra dei Tching perchè noi non desideriamo che finalmente possano tornare alle loro rase, a i loro campi, alle benefiche opere della pace i combattenti. Ma se ascoltiamo la voce della ragione, allora ci sembra che i fatti s'accordino per dare torto al sentimento e temiamo che la pace sia ancora lontana. Il Witte dice:-La pace sì ma non ad ogni costoI Generali R11s8i e la banda dei guerrafondai dicono: La pace; no. Non prima che il Giappone sia ridotto in tali condizioni da doverla chiedere lui. - Lo Tsar ed i capi della burocrazia parlano di pace; sottomano però spingono alla guerra più idacremente che mai. E, in verità , chi governa in Russia non può desiderare la pace. La pace significlì il ritorno in patria del11esercito di Manchuria - brutta prospettiva-; significa; rendimento di conti - brutto affare - significa; confessione esplicita e documentata che la Francia ha mal collo~ cato i suoi miliardi - faccenda grave assai. D'altra parte si di ce - e ci sorprende cht~ i. giorna! i occidentali abbiano l'aria d' accettare la teoria: - B1sog11a che il Giappone si persuada a non imporre condizioni gravi. - E perchè di grazia '? Ammessa la guarra, ammesso 11 diritto del vincitore, chi ha diritto di dire al vincitore stesso eh' egli non arriverà non dovrà arrivare al Vae Victis? La Francia nel 70 non dovette subire le condizioni della Germania? Non dovette la Spagna . dopo la guerra di Cuba subire le condizioni degli Stati Uniti? E non dovette il Giap pone dopo l' ultima guerra con la Cina ra.s~egnarsi, perchè non era abbastanz~ forte, a vedersi port~ta via dalle. potenze Europee, 11 frutto delle sue vittorie? E dunque? Eppoi la Russia non è più ormai un av · versario degno di stima. Nepp11re una vittoria, n~ppu~e uno sforzo. _Aveva dei generali che erano degh eroi e ha fatto d1 tutto per fare emergere i nomi di q?ei g~nerali_ che f?rono tutt'altro che eroi; Stoessel prima di tutt1, eppoi Rodjetwenskj - ferito per caso- e Nebogatoff, e Alexieff e Kouropatkine. Si dice la Russia non è finita: la Russia può durare ancora indefinitivainente la guerra: il Giappone deve considerare questo caso. E perchè? Meritano forse credito Je millanteri~ e le menzogne? Due anni di guerra e la Russia è alla Rivoluzione, due terzi della Russia sono alla carestia ; il credito Russo è diminuito enormemente e si regge soltanto per fittizie specula~ioni di b_orsa;_no~ ~a _più flotta; su le navi che le rnnangono 1 marma1 s1 ribellano; 1 riservisti e i richiamati si rifiutano di partire per il campo; la dissoluzione è in tutta la .n~~ione. Russ~; chi può seriamente parlare della poss1b1htà d1 continuare indefinitivameote la guerra? I partigiani della Russia dice~ano : Dopo t~tto il Giappone non ha ancora nelle mam un lembo d1 s?olo Rus3o: I negoziati di pac~ non sono a.~cota aper_h :-,ed ecco che il Giappone ha già nelle mam l 1sola d1 :Sackaline-terri torio Russo-; le truppe Giapponesi sono sbarcate nella Baia di Pietro il Grande - territorio Rus~o - e ben presto Wladivostock sarà circondato. E Wladivo3tock è fortezza R·1ssa in territorio Russo. Il Giappone non ha ancora subita una disfatta; la sua flotta è intatta; il suo esercito baldo e forte, la nazione è concorde. Perchè noh dovrebbe il Giappone dettare la sua legge? Ci sembra che gli amici della pace farebbero opera molto savia facendo intendere alla Russia che - così come stanno le cose - )a pace è il guaio minòre di tutti. Il Giappone non pretenderà che lo Tsar vada a lavare i piatti nelle cucine del Mikado - come i capi sciti sono stati obbligati ai bei tempi di Roma - non pretenderà che le vergini Russe vadano a ballare i. loro balli nazionali in compagnia delle sue Geishe; ma vorrà tener~i il territorio che si è preso: e .questo è suo diritto; vorrà tenersi le navi
408 RIVISTA POPOLARE comprese quelle che si sono rifugiate nei porti neutri; e questo pure è suo diritto; vorrà che la Manchuria torni alla Cina e questo anche sarà suo diritto; vorrà che la Russia paghi una indennità che s'avvicinerà a quella che la Francia pagò alla Germania, ed anche questo è suo diritto e non c'è nessuna umiliazione per la Russia ad accettare qneste condizioni. Il vero fatto che costituisce una vergogna per la Russia è d'avere ingannato la Francia sul valore della sua alleanza: ma in qt~esto il Giappone non c'entra e la Francia' se n' è accorta nell'affare del Marrocco. Ben fa la Russia ad accettare la pace : le condizioni saranno. dure oggi tali quali ha diritto di farle il vincitore al vinto, domani potrebbero essere esorbitanti quali può farle chi ha ancora risorse a quegli che è completamente esausto. La· pace, per la Russia s'impone; avrà il buon senso di farla? ♦ Corato Per Matteo Renato Imbriani. - Il giorno 23 Luglio Corato ha inaugurato un monumento a Matteo RenHto Imbriani, che per cinque legislature l'ebbe a suo rappresentante nella Camera dei Deputati· Non rileviamo il fatto per una nota di cronaca; per ripetere tutto ciò che noi sentiamo per la memoria veramente santa dell' amico indimenticabile e che male sappiamo esprimere a parole; per magnificare l'opera d' arte , che si deve al Gallori - e basta nominare lo autore del monumento a Garibaldi in Roma per lasciare immaginare, ch'essa è di bellissima fatt·1ra - ; per ricordare che scelta più felicé· non poteva fare il Comitato delegando Roberto Mirabelli a commemo rare Imbriani che di lui era stato compagno di fede e più che amico, fratello; per mandare, infine in questa occasione un saluto riverente ad Irene Scodnik, alla vedova degnissima, insuperabile per le virtù. antiche, dello stesso Imbriani. No, non per questo rileviamo l'avvenimento, ma per trarne argomento a rammentare a coloro che volessero dimenticare i caratteri della psicologia politica del mezzogiorno d'Italia. Roberto Mirabelli chiudendo la sua nobile commemorazione disse : « Corato-la Corato sua dilettissima, immutabile - e custodisca religiosamente questo bronzo-e sia ram « pogna per chi tentenna o devia, sprone per chi sta e fermo e combatte, monito, epimitio, ara. per i santi e ideali di fratellanza tra i popoli , per la redenzione .: delle patrie , per la conquista della libertà , per la « emancipazione delle plebi - ideali , come egli· disse, « antichi dei nostri grandi ! • Ora noi crediamo che l'oratore repubblicano con quelle parole abbia proprio voluto rivolgere a Corato una meritata rampogna. Infatti la Corato, che aveva lottato strenuamente per cinqlle legiHlature in p1·0 di Renato Imbriani repubblicano, appena scomparso il suo antico deputato nega il voto a Giovanni Bovio repubblicano e lo accorda a Barbato socialista. Il collegio si era forse sinceramente convertito al socialismo? Se così fosse stato non avrebbero ragione di essere queste nostre osservazioni o dovrebbero essere di natura diversa. Infatti le migliaia di voti raccolti sul candidato socialista , appena questi disgustato del so· cialismo meridionale, lascia il collegio e l'Italia, Corato raccoglie la quasi unanimità di voti- Ettore Ciccotti che non era il primo venuto non vi raccoglie che 17! - su due candidati schiettamente monarchici. Così il collegio in meno di cinque anni passa dalla repubblica al socialismo, dal socialismo alla monarchia ... Se questa disgustosa instabilità politica fosse del solo collegio di Corato, forse non sarebbe conveniente o generoso in questo momento il richiamarvi l'attenzione degli Italiani ; né il fatto avrebbe importanza. Disgrnziatamente , però , il collegio che fu di Matteo Renato Imbriani non è che l'esponente tipico della psicologia politica di t,1tto il mezzogiorno e di quasi tutta la Sicilia. I venti secoli di analfabetismo e di servitù, che furono q u1 stesso da recente ili ust,rati pc,mno ancora come una cappa di piombo su queste dit1graziate regioni , che sono di venute apolitiche e che se;,;uono un nome, una persona e non un principio. Questa çondizione triste, che tante volte mettemmo in luce, e che non ci stancheremo di rievocare in altre occ~sioni, va notata sia per shugiardare questo o quel· l'altro partito cht1 si vant,i di avere conquistato il mezzogiorno - e quello socialista comincia a smettere le sne arie umoristicamente orgogliose - ; sia per ispronare quanti ne hanno i mezzi e il dovere ad educare quanto più intensamente possono q11este regioni che sono tanta parte d'Italia. Nell'educazione lenta, assidua, opportuna sta la condizione essenziale per il risorgimento politico e morale del mezzogiorno d' ltalia e della Sicilia ; e senza questo risorgimento la vita pubblica nostra sarà sempre grama, malàticcia, colle stigmate della degenerazione. ♦ Il progresso laico in Francia. - D )po la buferct terribile, dopo la lotta violenta nella quale i d11e avversari, la Repubblica e la Chiesa . avevano perduto la nozione dei limiti delta difesa, così che q nella manometteva la libertà, e" questa - contr0 o~ni insegnamento del Vangelo - diventa va rivol.1zionaria, una certa ca}m3 s' è ristabilita in Francia. La Aeparazione della Chiesa dallo Stato è ormai un fatto rompiuto. Votata dalla Camera dei deputati, accettata già dalla Commissione del Senato; sarà probabilmente leg~e in vigore ai priucipii del 1906. A questo, del resto, bisognava arrivare. E' probabile che se la marmaglia fratesca, i Gesuiti e i Congregazionisti, avessero fatto meno politica e più vangelo quella che è fatto compiuto og~i, sarebbe accaduto più tardi: ma sarebbe accaduto lo stesso; perchè ormai tra lo spirito moderno e lo spirito della Chiesa le opinioni son di più in più di.vergenti, il dissidio è insanabilt. La Chiesa rappresenta la co~sacrazione e la difesa di tutto ciò che la Repubblic~ condanna; di tutto il passato, di tutta l'ignoranza, l'opposizione, e la superstizione che in nome di Dio immiserirono ed abrutirono i popoli rendendoli docili al giogo dei loro padroni, quali essi fossero. La Chiesa ha parteggiat(• sernpre per l'uomo del potere, contro l'uomo del lavoro; per il Re contro il suddito. La Repubblica rappresenta l' ideale ed il fatto as:3olutamente divt-r:30. Essa è il risultato della insurrezione dell' .uomo del lavoro contro quello del potere; è la sanzione legale e civile data alla rivolta del suddito contro il Re. Ed è il potere che si é spostato. Dal Diritto Divino - affer,ìlazione dell'uomo del potere e della Chiesa - è venuto ad essere diritto d'individuo, onde l'arbitrio - fosse pur quello d.' un genio o d'un eroe è escluso - e la legge sottopoue tutti al· suo potere, e tutti egualmente, dal primo magistrato della repubblica, all'ultimo e più oscuro dei cittadini. La Chiesa ritenendosi d'origine divina ammetteva., esigeva che per lei fosse una legge speciale; affermano che vi sono uomini al disopra della legge comune e che questi hanno diritto d'imperio. L'errore grave, il torto della Chiesa è l'.ltato quello di dimenticare che Cristo dettò: il mio regno non è di questa te1·ra. F~i-m ba proscritto bensì il Vecchio Testamento, ma là d0ve le è convenuto ha fondata la s:1a legge su i libri de i « Giudici • e Samuele • e il primo e secondo de i « Re•. Ed è stato possibile, per la Chieda sottomettere alla sua politica e gli uomini di potere finchè tali uomini, malgrado la loro violenza, non negavan la Rivelazione, non discutevano la Divinità; il giorn ° in cui questo e accaduto - ed è stato quando il poter 0 e
RlVlSTA POPOLAR.E 409 è disceso dalla volontà dell'uno , alla rappresentanza de11a collettività ; quel giorno Chiesa e Stato non si sono più intesi: l'uomo ha parlato un linguaggio che era negativo per entrambi. Lai Chiesa diceva Re: lo Stato ris_pondeva Popolo. Ed è perciò che si è veduto durante il Bulangismo, durante l'agitazione Naziona• lista, durante l' Affare Dreyfus - lotta condotta dal potere della Chiesa - il Realista, il Bonapartista, il Plebiscitario contro il Repubblicano; e siccome la massa maggiore del popolo - in Francia - non crede più alla Rivelazione il Repubblicano ha vinto; e per mettere oggi, la Repubblica al sicuro da nnovi attentati, rompe il contratto di privilegio creato dall'uomo di potere in favore della Chiesa - che era il suo più valido appoggio - il popolo accettava, allora, ancora la rivela - zione come la verità - scioglie il contratto che alla Repubblica è dannoso e sottopone alla legge anche la Chiesa. E' un fatto che pare piccola cosa: ma da questa separazione gli storici futuri faranno datare un'epoca per la storia di Francia e forse della Umanità. Ora i due organismi la Repubblica e la Chiesa vivono indipendenti e liberi. La Chiesa ha cura d'anime - non parte politica, dunq 110 - lo Stato ha cura. di corpo - non parte religiosa dunque - e poichè nella cura d'anime vi sono molte forme, nella Francia stessa; mentre nella cura dei corpi ce n' è , in Francia , una sola ; è logico che lo Stato abbia posta la Chiesa al difuori e al disotto della sua sfera : è logico , ed è giusto. ♦ La situazione del gabinetto Conservatore in In - ghilterra. - Da che l'On. Chamberlain ha· introdotto i sùoi nuovi metodi di condotta politica, non ultimo quello della sfacciataggine eretta a sistema , l' opposizione alla Camera dei Comuni, non sa più che pesci pigliare. In condizioni nor11Jali e con il governo della gente con un pò meno di ... sans-gene l'opposizione rovescia il ministero mettendolo in minoranza; ma ora con Balfour le faccende procedono diversamente. Il governo è battuto e tuttavia continua a rimanere al potere. Il capo del futuro ministero liberale , Sir H. Camphell Bannermaq , ed il suo primo luogotenente, l'On. Jo~n Redrnond~, non sanno più a qual santo, o a qual diavolo, votare l'aborrito ministero. Intanto Balfour seguita a rimanere al potere, come se le votazioni che lo mettono in minoranza non esistessero neppure. Il fatto che il giorno 20 u. s. il governo fu battuto su la ques1ione dei crediti per l'Irlanda e malgrado ciò Balfour dichiarò che non dava le dimissioni ha fatto molta SPnsazione. La posizione di Balfour e del gabinetto conservatore è scossa e non da oggi. Da quando in seguito ad un primo screzio nell' otto_bre dell'anno scorso a proposito di questioni liberiste e protezioniste alcuni ministri - il D11ca di Devonshire, Sir H. Hamilton, l' On. John Ritchie - abbandonarono il gabinetto - mettendo in I uce la tattica di Chamberlain , egli pure poco tempo prima u::;cito dal minister0 - il gabinetto presieduto dall'On. Balfour non gode più lè\.completa fiducia del paese. Sia nel parlamento stesso - che pur fino a poco tempo fa gli ha dato costantemente circa settanta voti di maggiuranza - sia n~l seno del partito conservatore, si considera che Balfour non è più utile al governo. Le sue tergiversazioni sulla q nestione delle tariffe doganali, la sua ostinazione a proposito della conferenza coloniale, e il non avere una linea di condotta risoluta e diretta in fatto Ji politica estera ed interna hanno stancato e disgustato molti dei suoi amici. Da un certo tempo ad oggi non c'è una sola delle elezioni parziali che vada a favore del partito conservatore e del governo. I liberali guadagnano rapidamente terreno e del pari rapidamente ne perdono il partito di Balfour e dei irnoi amici. Sul principio l'On. Chamberlain sembrava avere una sua linea politica nettamente tracciata, e pareva che per quella via il Balfour volesse seguirlo senza esitazioni e senza restrizioni; invece Balfour ha ceduto a destra, ha ceduto a. sinistra: non ha osato affermarsi protezionista quanto Chamberlain; non ha osato dichiararsi libero scambista come Hamilton a Morley. Ha cednto alle esigenze del clero Anglicano su la questione delle scuole inferiori, mettendosi così contro di se tutte le altre sette, confessioni e chiese che. sono in Inghilterra e non sono poche. Nella questione dei disoccupati non è riuscito a trova.re una soluzione pratica, e a proposito dell' Alien's Bill (la legge su gli emigranti) è riuscito a presentare un progetto che si è tirato addosso le critiche concordi di liberali e conservatori che la giudicano, da diversi punti di vista, ma tutti egualmen te, inefficace e dannoso e che tale rimarrà non ostante l'approvazione ricevuta dalla Camera dei Co• muni e dei Lords. Il governo dovrebbe fare le elezioni generali. Balfonr lo sente benissimo; ma sente anche che se le elezioni si faranno ora , od anche più tardi ma prima che sia rii-;oluta e votata la questione delle tariffe e delle riforme, il partito conservatore riceverà tale una batosta. che non gli basteranno a rimettersene i sette anni di una legislatura. D'altra parte le continue nomine di liberali nelle elezioni parziali gli fanno capire , assai chiaramente, la tendenza verso l'avvenire ; · cioè verso la sconfitta. Egli fa di tutto dunque per ritardare le elezioni almeno tino al momento in cui la questione delle tariffe sia liquidata e siano votate le riforme. Egli avrebbe allora la possibilità d'una lotta ad armi eguali con i liberali. Tutto il proble,na sta nell'arrivare a questa epoca, cioè alla primavera dell'anno prossimo. Ma riuscirà ad arrivarci? Naturalmente se, anche messo in minoranza, Balfour non si dimette può dire d'aspettare quale· epoca gli pare; ma il Parlamento - tanto geloso dei s•1oi privilegi - gli concederà di tenerli in non cale? E il paese sarà contento di esser governatò da un ministero che rappresenta la minoranza? ♦ Dopo la morte di Ugo Consolini.- Noi non sta - rtimo a fare la constatazione che dopo l' affare Frezzi, dopo l'affare D'Angelo ; la morte di Ugo Consolini indica uno stato di cose gravissimo, ed al quale il governo - e se non il governo il popolo - ha dovere di porre rimedio. Noi abbiamo veduto, la domenica 16 luglio p. p., a Roma le guardie di P. S. e i Carabinieri agire con la più rivoltante brutalità contro i cittadini che volevano fare il corteo di protesta per la morte del Cont;o)ini e, cosa degna di osserv-azioue, mentre avevano atteggiamenti bellicosi e b ittaglieri in Piazza del Popolo - dove i dimo~tranti erano pochi di numero - erano invece cortesi e remissivi verso Campo Verano e in Piazza Guo-lielmo Pepe, dove le 3 a 4mila perdone comµonenti il c~rteo avev1t.no l' aria d' essere decise a ri:;pondere ai pugni con i pugni ed anche con qualche cosa di più persuasivo. Ma non è dell'eroismo, o meno, delle guardie di P. S. o dei carabinieri che vogliamo parlare. V'è una questione più grave; èd è questa.. Il Consolini doveva si o no essere arrestato? Doveva si o no , essere ma ...t.e..nuto in arresto? E dato eh' egli dovesse essere arrestato ; dato che ìl delitto commesso da lui fosse da legittima.re il 8UO mantenimento in carcere: fu eo-li trattato come il caso suo richiedeva, o non piuttosto ~i agi verso di lui in modo da ucciderlo sia pure involontariamente? Ora, questo appunto è il ca.so. Noi non stiamo ad indagare se Oonsolini sarebbe stato passibile di pena arrivato in giudizio: la sua innocenza o la. sua. colpabilità non c'importano : il fatto commesso, o non commesso da lui , e la legalità del suo arre:;to son fuori della nostra discussione. Noi - poichè ci preme sta.bi.
410 R1VìSTA POPOLARI! lire un dfritto dei cittadini - dinrnndia:no: Chiuso in carcere; il Consolini fu trattato secondo i regolamenti e secondo i disposi ti vi della legge? E se sì q !1e.::1tale~ge è tale da conciliare - come ogni legge dovrebbe - la sicurezza e la. difesa della società con la umanità dovuta ad ogni individuo? E noi non esiliamo a rispondere no: o no su tutti e ùue i punti. C0nsolini non fo trattato secondo la legge, e la lf'gg-e non è umana. Il governo, quando l'opinione si agita, fa fare de'.le inchieste , ordina· delle relazioni , e istruis~e dei processi. Ma veramento tutto è assurdo; µoichè ò poco probabile che un uomo, anche se carceriere, - e meno casi eccezionali•- ~i metta in testa di ammazzare un altro uomo, anche se carcerato, e se in carcere furibondo. Quando il prigioniero uelle mimi del carceriere non è tranquillo la legge ordina la camicia di forza, ordina il cinturone - in certi casi anche i ferri; e per applicare la camicia di forza, il cintun,ue, i fo1 ri è necessaria la lotta-l'eccitazione del prigioniero aumenta, ed aumenta anche per il fatw della iu1rnobilità f<.,rzata. La legge che prescrive· questo trattalllento è una legge di barbari. Questo trattamento fu applicato al Con:::10lini. Nullll, fu fatto, sotto questo punto di vi:::1ti, contro di lui che non fosse nella legge ; prescritto e permes:;o dalla legge. Ma la legge stabilisce anche che il prigioniero deli rh.nte debba essere con la maggiore rapidità pos::1ibile trasportato al manicomio. Questo fu fatto? Si, ma tardi. Quaudo cioè ogni speranza di salvezza em scomparsa. Quando ai medici del manicomio non rinianeva più ·che lasciar che la natura compisse la sua •·opera. Ora questo ritardo non è previsto, non è ordinato dalla legge. C'è dunque colpa del legislatore, e colpa del carceriere; ma la colpa di q uest' ultimo è inferiore, e subordiuata alla colpa del primo, e dipende diretta!nente da quellaNoi lo abbiamo detto più volte, e non ci stanchiamo e non ci stancherelllo di ripeterlo.-Bisogna riformare tutto il nostro sistema penale. Bisogna che la carcere possa essere direttaruente sorvegliata dai rappresentanti del popolo. Oggi uon si eutra in una cat·cere che come prigionieri, o impiegati-o con un permes::10 del ministero dell'Interno . permessi r<1.ri::1simaml.'nte concessi e limitanti la vi::;ita a sole certe parti della prigione. Bisogna che la presen ta1/.Ìone della medtiglia di deputato basti ad aprire le porte della carcere e dia il diritto a visitare tutto intiero lo stabilimento. Quello che i giudici istruttori dovrebbero far e-- è loro obblig,)- e non fanno , dovrebbe essere fatto dai deputati; ed allora i casi Frezzi, d' Angdo e Consoliui uou si ripeterebbero. Que.::1ta riforma, che noi non ei :::1tanchiamo mai di predicare, non sarà certamente pre.:;a. in eonsiderazione dai barbassori che considerano la earcere come uu succedaneo ai metodi della. santa inquisizione ; è un fatto però che tinchè le carceri non sar11.uno sotto la diretta sorveglianza del pop 1lo-per meuo dei suoi rc:1.1µres.mtanti --si avranno i ca::ii Consolin1; le rivolte per fa. brutalita dei carcerieri-come ultimamente a 'rarànto-- e per il cattivo ci bo -- come poco te tu po fa a Bari. Ma tant'è noi sare,uo vox clltmanti in cleserto. Nor ♦ Ettore Socci.-Egli è scomparso lasciando rn quanti lo conobbero 1m dolore profondo. La sua giovinezza fu agitata e passo Ila tra le prigioni e i campi di battaglia sempre per la ca.usa della unità della patria e per la libertà dei •popoli. Segui Garibaldi nel Tirolo, a l\Ientana, a Digione da soldato, che di null'altro si cura che di compiel'e un dovere e di :-;a<.:rifìc,tre L11tto ai. propri idct1.li. Alle idee repubblicane arrivò a ttra ver3o al classicismo ed alla storia gloriosa dei Comuni Italiani ; e alla idea repubblicana tenne fede incrollabile attraver::10 a tutte le amarezze e a t11tte le disillusioni, che caratterizzano la vita politica dC'gli uomini sinceri in Italia. Giornalista scapigliato negli anni giovanili in Firenze c0llablrÒ prima nPlla Capit,tle di Ra1raele Sonzogn,) e più tard.i nella Lega della Democrazùi, nel Fascio. nella. Democrazia. In questi giornali l'ebbi compagno ed amico dilettis.➔imo; e di Alberto Mario fu prediletto colla boratoi·e. Scriveva f,lcile e corretto e negli scritti s.101si scorgeva da un lato l'infl.nenza della letteratu1:a antica. e dall'altra la. deficienza di vera col tura moderna. f n alcuni romanzi raffigurò sè stes.::10; negli U,nili eroi, ch'ebbe successo meritato senza che a lui portasse fortuna, c'è tutta la gentilezza dell'animo suo e la concezione della vita.quale egli la intendeva. Nell'oratore c'erano le stesse note dello i:;crittore: parlava facile e con un calore che non si ri.scontrava negli scritti e che avevano l'impronta d'una elegante, ma spontanea rettvrica, c'era tanta siucerità cliu iiniva. sempre col richiamare l'attenzione de~li uditori nei Oomizii e nella Carnera strappando loro l'applauso. Era un feminista convinto e non si lasciava sfuggire alcuna occasione alla Camera e fuori di farlo saJJere. E co:ne si arrabbia va q11and<.-incontrava un beffardo contraddittore l Il suo maggior diletto sta va nel con versare , anche se d,1ves::;ebramtolare contro il mondaccio cane ed io non dimentiche, ò mai le lunghe ore della notte pas:-1ate con l11i, con Mario, con Card•1cci 1 con Merzario ascoltando attentamente le controversie sopra un verso di Virgilio o di Dante, di Orazio o di Ariosto. E quale voluttà egli provava se poteva avere l'assentimento di Carducci e di Mario, che a nava come uomini e venerava come waestri ! Egli era bnono, infinitamente buono; tanto buono che la qualità sua Ja taluno rualignamente venne scam biat.a colla debolezza; così buono da non serbare il minimo rancore verso chi scrisse in modo tale di lui da permettere dul>bi sulla sua squisita onestà. Il piccolo patri1uonio paterno consumò molto prima che fosse mao-giorenne - poichè egli rimase orfano di entrambi i g;nitori in tenera età - ; perciò visse e morì poYero , poverissimo. Ma della. povertà propria, che· gli scarsi bi:::1ogninon rendevano penosa., egli parlava sorridendo, e scherzandovi su piacevolmente. Non gi 1rerei che le cinque medagliette di deputato alla sua morte si siano trovate sul tavolo e che non abbiano preso la via del Monte di Pietà. Ciò ricordo perchè credo d1 onorarne la memoria cara ricordandolo. Gli elettori del Collegio di Grosseto gli furono fedeli per cinque legislature ed in lui amavano l' uomo, lo amico, il rep.1bbltcano. ~s.::iimo:::1trera.nnodi essere ~tati degnamente da lui rappre::ientati mandando alla Ca.merd. un successore, che ne· conservi la tradizione politi_ca. N. C. 11ll1111111111111111111111I1111111111111111111111111111111111111 1111I111111111111111111111 I vergognosicarrozzoni ferroviarii Nel numero precedente abbiamo segnalata la eccezionalità della riconvocazione della Camera alla fine di luglio, come se la nazione fosse in pericolo. Mentre scriviamo non abbiamo notizia che delle prime sedute, ma abbiamo innanzi a noi le tre relazioni, sui tre disegni di legge, ehe dovranno essere discussi e che saranno c.ertamente approvati. La presentazione di una di tali relazioni è stata accompagnata da circostanze, che aggravano i sospetti sulla correttezza dei .contratti e delle liquidazioni tra il Governo e le Socied ferrovi:1rie. Con un nuovo procedimento, che il Giornaled'1-
RtViSTA POPOLAR!! 411 talia con parola misurata chiama un colpo di mano, il Presidente della Camera ha fatto distribuire la Relazione Tecchio sul!' Autorizzazione al pagamentù delle somme liquidatea fa.vore delle Societàferroviarie Adriatica, 9vecditerraneae Sicula, senza l~ previa approvazion e della Giunta del Bilancio in nome della quale viene fatta. Quando il fatto fu noto per giustificarlo si affermò che la Presidenza della Giunta aveva autorizzato l'invio della Relazione in bozze ai singoli membri della prima con preghiera di fare le loro osservazioni in margine. Ma non si trattava che di una volgare menzogna, poichè l' on. Rubini, il Presidente della Giunta, era assente da· Roma e i due Vicè-Presidenti, on. Giusso e on. Salandra, hanno protestato vivamente contro il procedimento soldatesco del Presidente della Camera, che pare asservito al Ministero. In ultimo si è riconosciuto il malfatto convocando la Giunta pel giorno 27 un'ora prima della convocazione della Camera per darle lettura della relazione Tecchio. E poteva in pochi minuti discuterla con un minimum di serietà? E se la maggioranza non l'avesse approvata o avesse voluto fare una relazione propria in controsenso di quella del Tecchio che sarebbe divenuta minoranza avrebbe avuto il tempo in un'ora di redigerla, di farla stampare e di farla distribuire? La sconvenienza di questo procedimento viene aggravata da queste due circostanze: 1° l'onorevole Tecc~io non venne nominato dalla maggioranza della Giunta e non si può quindi supporre che ne goda la fiducia: ebbe 9 voti in ballottaggio; e i membri della Giunt.a sono 36; 2° L'on. Tecchio non è persona competente in materie economiche e contabili ; egli stesso lo sa e lo ha confessato in una lettera all' ..Avanti! nella quale ha dichiarato di essere stato nominato relatoreper forza! L'epilogo che condanna l'indegna manovra del governo si è avuto colla dimissione dell'on. Rubini da Presidente della Giunta del Bilancio. Non è meno straordinaria e sospetta la fretta sull'altro disegno di legge: Disposizioni relative alle strade ferrate esercitatedalla Società delle strade ferrate meridionali , presentato il 17 giugno e il cui esame era stato deferito ad una speciale commi<;- stone. Gl' interessi che sono in giuoco in questo disegno di legge sono più considerevoli perchè importano oneri finanziari per lo Stato e possono compromettere la economia del mezzogiorno. Commissione e governo consci della importanza di questo disegno di legge in seguito alle obbiezioni e ai quesiti posti al secondo da alcuni membri della prima , perciò, di accordo avevano rinviato a novembre ogni decisione col proposito di studiarlo meglio. Ali' improvviso il 15 luglio viene riconvocata la Commissione ed annunz.iati alcuni miglioramenti ottenuti; il governo <lichiarò che c'era somma urgenza, senza che ne fossero indie;1ti i motivi. Su questo secoudo carrozzone ha presentato la Relazione un altro illustre sconosciuto, l' on. Gustavo Monti; ma c'è una Relazione della minoranza composta dagli on. Pantano e Alessio, la cui competenza certamente è decupla di quella di tutti gli altri membri della Commissione riuniti insieme. Quali oncr~ è quali pericoli implichi· il primo disegno di legge, di cui è relatore per forza l' on. Tecchio, ha di n1ostra to nella Nuova Antologia l' on. Saporito. Si ammetta anche eh' egli abbia cercato il pelo nell' uovo, com'è suo costume, ed abbia esagerato; si consenta anche che le liquidazioni tutte, compresa quella della riconsegna del materiale non importi che la perdita di una decina di milioni, che non varrebbe la pena di rimpiangere di fronte alla sicurezza di molte liti ed ai pericoli che queste portano seco. In proposito se il goverso potesse farlo , senza disonorare sè stesso , potrebbe consigliare la perdita di una decina di milioni in vista del pericolo di perdite maggiori cui si andrebbe incontro colle liti , nelle quali dovrebbero decidere . . • . . . i magistrati italiani. l quali Magistrati godono tanto la fiducia delle Società ferroviarie, che il Presidente della Corte di appello di Roma venne scelto come arbitro a rappresentare, contro·lo Stato, gl' interessi dell'Adriatica ... Di che si è mostrato scandalizzato l' on. Tedesco, che all'uopo ha preso l'. intonazione di un ingenuo. Si avverta che se il giudizio degli arbitri non piace alle parti, queste possono adire i magistrati ... cioè gli arbitri di fiducia delle società! Ma comt si può passar sopra alla grave quistione della responsabilità dello ammanco delle Casse di Previden~a e delle Pensioni pei ferrovieri, che ammonta a circa· duecentomilioni? Ecco una sola cifra che supera di circa settanta volte il risparmio di tre milioni, di cui ci occupammo nel n. precedente, col.quale il Ministero cerca giustificare la fretta per avere approvato questo carrozzone, che ci fa tornare ai sospetti delle ferrovie meridionali del 1864 e della 'R_egiacointer1:ssatdaei Tabacchi del 1869, di borgiana memoria come li qualificò Giuseppe Garibaldi. La Relazione Pantano-Alessio sul secondo progetto di legge mette in evidenza altre enormità, altri danni ed altri. Su di un solo punto lo Stato viene a perdere L. 2,200,000 all' anno che per 60 anni, quant' è la durata delle convenzioni colle Meridionali, formano 132 milioni, senza tener conto degli interessi in r~gion composta, che la portano a circa 200 milioni. Questa perdita ci viene imposta per rimborsi di 1niglioramenti al personale e per rein ~ tegri di ribassi di tariffe. Riguarda solo il pa.>"sato; ma promette dell'altro per l'avvenire- ,lnfatti, dice la Relazione Alessio-Pantano: ll Per la pattuita convenzione, il Governo s'impegna di rim - (l borsare la Società dei maggiori oneri dipendenti da ulteriori ll migl oramenti nel trattamento del personale e della differenza (l di prodotto conseguente a nuovi ribassi di tariffe, quando (l tali fatti fossero ad essa imposti per ragioni di Governo e « non dipendentemente da· condi 1 ioni naturali d'economia geu nera/e, da riconoscersi, in caso di dìssenso, da arbitri da (l eleggersi dalle parti ». ll Ora, anzitutto cosa può mai giustificare il concorso finanziario dello Stato pel trattamento fatto al personale assunto in servizio dal 1° luglio 1905, quando ìa Società - se vuol godere i beneficii che la legge sull'esercizio di Stato le accorda. per la tutela della continuità dei pubblici servizì - era obbligata a parificare la condizione del suo personale a quella del personale di Stato? Che se pel personale in servizio anteriorm~nte a tal data possono addursi se non vincoli giuridici, ragioni d'indole politica e morale, nulla legittima l' intervento dello Stato pel nuovo personale 11. (( E d'altra parte chi potrà misurarè la portata di questa formula vaga ed elastica, messa in mano di una Società la quale al 1905 - dopo venti anni di evoluzione economica del paese - ha l'abilità e il coraggio di farsi rimborsare dallo Stato la differenza esistente tra le tariffe di allora e quella d'ora - senza tener conto alcuno dei ribassi legittimati da quelle stesse condizioni economiche, di cui si dichiara di voler tener conto per l'avvenire; e senza escludere nemmeno i ribassi concordati fra Governo e Società durante il ventennio 1 ° luglio - 30 giugno 1905? » Intanto l'Italia non deve soltanto s·ubire il danno "
412 RIVISTA POPOLARE ma deve anche avere la befte. Le beffe vengono rappresentate dalla giustificazione che il governo presenta a questa infamia finanziaria. « Se non si « viene a tale accordo col le Meridionali, esso dice, « le popolazioni del mezzogiorno dovranno subire « i danni di un ritorno alle tariffe anteriori alle « Convenzioni del 1885 ». E all'infamia finanziaria, che costerebbe alle nazio11e per lo meno 200 milioni si cerca dare la parvenza di un atto patriottico, di una manifestazione di solidarietà della nazione tutta verso le provincie, che sono attraversate dalle lince delle Meridionali!. ... Francamente, questo sorpassa ogni limite di decenza, poichè L1 Relaiione della minoranza dimostra limpidamente che lo spauracchio del ritorno alle antiche tariffe non ha alcune serietà; dimostra pure; che lo Stato ha modi legittimi di ridurre alla ragione le Meridionali e conchiude presentando ad esse il dilemma formidabile: o riscattu a patti equi o concorrenza legittima eJ onesta fra le Rete di Stato e la Rete delle Meridionali. La responsabilità della perdita di alcune centinaia . di milioni, che il governo vuole addossare al Parlamento, nella speranza che il caldo e qualche altro argomento persuasivo lo .induca'.lo ad accettarla a cuor leggero, implica naturalmente altre grnvi responsabilità politiche e morali. E l'insieme di queste circostanze spiega la proposta del gruppo socialista d i ricorrere all' ostruzionismo. L' accetterà l' Estrema sinistra tutta? Ed avrà essa l'autorità e la foria morale di farlo trionfare? Ecco il dubbio tormentoso! La Rivista Pel·miglioramento e on mieo degl'insegnanti <lelle scuoi~ me<lie Quando nel Dicembre dello scorso anno pubblicai l' articolo nella Nuova Antologia, che sollevò tanto rumore e che mi procurò-chè coll'ulteriore e speciale svolgimento alle idee accennate da prima, detti alla quistione dei ferrovieri nella Rivista popolare - tanti grattacapi, tante molestie, e così sterminata valallga di calunnie e d' ingiurie , gl' insegnanti ddle scuole medie, che non mi conoscevano e che ignoravano i miei precedenti non furono tra i meno ardenti nel darmi addosso; qualcuno come un signor Fiastri si divertì anche ad attribuirmi it proposito di mettere il lavoro intellettuale al disotto del lavoro manuale; ed altri mi attribuirono propositi non meno peregrini; e quasi tutti mi di pinsero come un loro dichiarato nemico. Naturalmente quanti mi conoscono d:1 vicino si astennero dai precipitosi giudizi, che dovetti lasciar correre soli, impegnato come mi trovai nell'asprissima lotta con alcuni ferrovieri fanatici o imbroglioni e che tali a poco a poco sono stati giudicati anche dalla massa dei loro confratelli. Sin dal Gennaio (31) di questo anno, però, pubblicai qui stesso una lettera del Prof. Sansone promettendo di ritornare sull'argomento. Sciolgo solo ora la promessa, nella speranza che quanto sarò per dire possa valere alla causa degli insegnanti delle scuole medie che . ' m1 sta tanto a cuore da avere accettato altra volta di far parte della Commissione. ministeriale, che , studiava il progetto sul loro Stato giuridico e di avere votato nella discussione del bilancio della Pubblica istruzione del 1904-1905 l'ordine del giorno Varazzani. Senza intrattenermi degli equivoci, che· generarono i giudizi inesatti sul conto mio e alla interpretazione e'rronea che si dette alle mie parole oggi intendo esaminare la quistione economica degli insegnanti delle scuole medie col solito metodo comparativo: paragonerò i loro stipendi 1.0 a quelli degli' insegnanti di alcuni paesi di Europa ; 2.0 a quelli dei funzionari negli altri rami della burocrazia italiana. Nel confronto cogli altri paesi si comprende che si va incontro a molti inconvenienti, derivanti sopratutto dalla diversità delle attribuzioni: in qualche paese, ad esempio, gli stipendi sono considevolmente più elevati che tra noi , ma il lavoro è maggiore, perchè lo stesso professore ha più di un insegnamento tra gli affini. Ciò che si dovrebbe imitare in Italia; dove nessuno certamente si lagnerebbe se per qualche migliaio di lire in più all'anno fosse obbligato a<l insegnare per sei ore alla settimana in più. Nella comparazione tra l'Italia e gli altri Stati, valendomi delle notizie, che mi furono favorite da un funzionario della Minerva, comincerò dall'esporre quelle dei paesi più piccoli o meno rassomiglianti al nostro per le istituzioni, per la rkchezza, per le condizioni politiche e sociali e terminerò con quelle relative alla Spagna e alla Francia, che precederanno • immediatamente quella dell'Italia. In ultimo cercherò di riassumere tali notizie in un quadro sinot- · uco, 10 cui segnerò soltanto gli stipendi massimi e mm11111per ogni classe e categoria d'insegnanti. Russia I soli direttori e ispettori (vice direttori) hanno proventi fissi, i primi rubli 2000, alloggio e combustibile , i secondi rubli 750 a 1500, alloggio e· combustibile. Gl' insegnanti, compresi· i direttori e l'ispettore hanno da rubli 60 a 125 annui per ora settimanale di lezione. In media circa 1500 rubli all'anno. Dopo 25 anni di servizio pensione di rubli 550 a 750. Gl' ispettori rubli 700 a 900, i dirittori rubli 800 a 2000. Se rimangono jn servizio dopo· 25 anni ricevono lo s~ipen_dio e 1~ pensione la quale aumenta di 1/5 ogni qumquenmo. La vedova senza prole riceve la meta della pensione del marito , con 1 figlio 2/3 con 2 figli 5/6 , con più figli l' intera pensione. Ogni orfano riceve 1/4 della pensione del padre fino alla intera pensione se sono 4 o più. Svezia Gl' in:,egnanti sono nominati 10 seguito a concorso. Si distinguono in (\ lettori» per le (4) classi superiori; « aggiunti » o « colleghi » per le inferiori Vi sono poi gli specialisti per il disegno, la musica, la ginnastica ec:.:. e i supplenti. I direttori <li scuola completa hanno uno stipendio di corone 5000 a 5500, oltre l'alloggio. Gl' inseg~anti superiori cor. 3000 aume_ntabili di 5 in 5 anni fino a cor. 2000 a 4000; gli specialisti hanno cor. 875 a 1550; i supplenti cor. 1500 a 2000. Hanno diritto a pens10n~ o :1 70 a1111idi etù e
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==