RIVISTA POPOLARE 385 a Djo spiacente ed agli a.miei suoi - alienarono da loro gran parte della pubblica opinione e lo diminuirono. di forza e di autorita innanzi alla propria coscienza. D' onde una condotta fiacca, incerta, che sbalordisce gli stessi loro avversari. Colle mie dimissioni e colle spieaazioni da me date agli elettori Ettore Ciccotti av~;\ potuto persuadersi che per parte mia ricon,>sco la p:ute sostanziale_ degl'insegnamenti, che vengono fuori dal caso 11110 ; non spero che i socialisti che stanno entro e _fuori del Parlamento riconoscano quelli più lampanti che suggeriscono i casi loro. ♦ Pour la bonne bouche. Ecco ciò che si legae a firma d'un signor Lafont nel!' oraano ufficiale° del socialismo rivoluzionario francese::, nel :M,ouvement Socialiste: « L'antico repubblicanoC;lajanni, non è « trattenuto da nessuna infamia per con- « quistare un portafoglio ... » Evidentemente il Lafont dev' essere un Arturo francese. Riserbandc;mi di riprendere il tète à tète coll'Arturo italiano nel prossimo numero della Rivista a quello che, al dl là delle Alpi, vomita calunnie turpi contro le persone che nemmeno conosce dirò semplicemente· che egli se non è uno stipendiato della _. polizia italiana, è per lo meno un imbecille. DoTT. NAPO LEONE CoLAJANNI llllf 111111111111111 lii Il 1111111 lii Il I Il Il lii 11111111Illii1111U11111, 11 r ••ti I t! llllt 11111 AglielettoridelCollegio d CastrogioYanni (t) ~er ~a seconda volta in quindici anni vi restitmsco 11 mandato, che, vincendo - con metodi da popolo civile_ e con energia da popolo libero - aspre battaglie, mi conferiste ininterroHo per sei legislature. Una prima volta, nell'ottobre 1898, accusato di avere tradito gl' interessi economici del Colleaio non combattendo la legge sugli infortuni nel lavoro, era mio pr~cipuo dovere appellarmi a voi dall' accusa. .Voi rispondeste il 13 marzo 1899 rieleggendomi tnonfalmente. Più gravi e più complessi sono i motivi che mi indussero o:a a p_re~entare le dimissioni da deput~to; c~e m1 cons1ghano a mantenerle, non ostante 1 unamme voto della Camera che le respinse su proposta deg~i on. Sacchi, Fortunato, De Na~a e qattorno , cui mando una parola di vivo ringraziamento. Non si tratta oggi di sapere se io goda ancora 1~ :1?stra fìduci:1; ma d_i di_ffic~lt~, anzi d' impossib1h ta, ad esercitare, coi cnten sino ad ora tenuti il mandato. ' Consentite che per dimostrarvelo io riassuma la mia vita parlamentare. · Dal mio primo discorso sulla crisi industriale della Lombardia, in cui recisamente affermai la differenza di trai:tamento fatta dallo Stato al Nord e al Sud sotto l'aspetto economico alla denunzia delle infamie di Livraghi nell' Eritrea che fu seguita dalla nomina di una Commission~ d'Inchiesta R_eale? dalla ~i~o~trazione dello sperpero incredibile d1 500 m1hon1 per la formazione di un nuovo Catasto, che dovrà sperequare ulteriormente le im- . (1) Pub?iico nella Rivista la mia lettera agli elettori affinchè 1 numerosi_ abbonati ed amici, che me ne hanno scritto conoscano il processo psicologico, che condusse alle mie dimis- :,ioni da deputato. poste a danno del mezzogiorno; alle rivelazioni sulla B~nca Romana e conseguenti battaglie parlamentan; dalla lotta contro Crisp~ a difesa dei massacrati e degli incarcerati dei Fasci, della libertà e della moralità pubblica al discorso sul Commissariato ~ivile, _in_~icil_ia, in cui scorgevo - e m' inga~na~ - 1 _1111z10di un nuovo regime; dai numerosi discorsi contro le spese militari e sull'ordinamento difettoso della difesa nazionale alla difesa delle popolazioni del mezzogiorno e della Sicilia con leggerezza giudicate inferiori e vilipese da scrittori e politici del settentrione; dalla difesa del dazio sul grano a quella delle condizioni dei contribuenti minaccia te dalle pretese dei ferrovieri-; dal primo all'ultimo giorno l' opera mia vi dimostrò io credo, che non avevo accettato il mandat~ come uno sport e per soddisfare la vanità. mia e quella de~li elett_ori in cer~a di cro~i, o per propu&'nare interessi . p~rs?nah e l~cah sempre piccoli , anche se legittimi ; ma a difesa esclusiva dei grandi interessi collettivi. Poteste anche convincervi seguendo lo svolgimento trilustre di questo modesto ma onesto e assiduo mio lavoro, che se non venni mai meno ai miei principi politici, e seguii anzi la loro direttiva, pure, non fui nello esaminare e discutere i vari problemi poli tic i ed economici u~ ~ieco u~mo_ di pa_rte e nell~ v~rie contingenz~ gh 1nteress1 d1 part1to subordinai a quelli che a me parvero interessi supremi del paese. Perciò non conobbi l' opposizione sistematica e molto meno il i;ninisterialismo_ a. o~ni costo, c~nvinto che la prima e talora da faz10' 11 secondo e sempre da servi. La completa L rtà di giudizio e di azione per merito vostro m. permise di seguire volta a volta in parlamento e fuori una condotta che se a molti dispiacque, mi creò amici sicuri e mi conciliò la simpatia e la stima di quanti nella vita politica perseguono i fini più alti dell'interesse nazionale. Nei primi tempi della mia vita parlamentare contro di me si accumularono accuse e insinuazioni da parte di conser ,a tori e reazionari; negli ultimi anni, invece, furono alcuni noti rivoluzionari da pochade a inferocire contro me. Disprezzai gli uni corrie gli altri e, forte della mia ~oscienza e del vostro appoggio continuai per la m.ia strada, per quanto mi avessero lasciato indifferente le calunnie dei reazionarii provassi invece dolore vivissimo nel sentirmi gabellare per un affamatore del popolo e per un traditore dei lavoratori. A continuare utilmente questa mia strada era necessario, però che l'opera mia informata ad imparzialità, a giustizia, e curante solo degl'interessi collettivi , potesse svolgersi intera sicchè la stolta calunnia di chi scorgeva in essa solo un servizio reso ai conservatori ed ai latifondisti dovesse da se stessa cadere. Ebbene, quelli stessi deputati che mi avevano applaudito calorosamente nel mo~ento in _cui difesi il dazio sul grano; quelli stessi deputati, che non avevano trovato nè il coraggio di affrontare l'impopolarità nè il tempo di studiare il ponderoso problema dei ferrovieri , e che mi avevano con maggiore entusiasmo esaltato vedendomi star di fronte, quasi solo, ad una corporazione forte per. numero_ per s<;>lidari~tàe per intelligenza dei suoi mcmbn; questi stessi deputati, ripeto, villana- ~ente m'impedirono çli parlare contro quella lista civile di 16 milioni all'anno, eh' è un insulto alla mi~eria itali_ana e cont:o quelle nuove spese militan,_ vo~ate m nome d1 una grottesca parodia del patnottismo, che rappresentano nel migliore dei casi una ventata di follia. Essi tentarono così di ridurmi alle funzioni di ui:o .dei ~anti mannequins parlamentari , cui lasciasi la libertà di difendere gl' interessi pubblici
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