RI V I ST A PO P O·LARE 383 Il merito nostro nel successo e piccolo assai: noi del nostrn non vi abbiamo messo che la fede negli ideali di Giuseppe Mazzini, la venerazione per l'uomo, l'amore per la verita, che mettiamo in tutte le cose nostre. E dei non piccoli sacrifìzi incontrati per rendere l'omaggio, che per noi si poteva migliore, al Grande c_he riposa a Staglìeno, ci sentiamo largamente compensati dal plauso che ci è venuto d,1gli amici e dagli avversari. La Rivista 111111111111111111111111111111111111111111111 li lii llllllllll lllll 11111 li lii 111111111111111 Constatazioni ed insegnan1enti L'elezione di Piazza Armerina ha dato luogo ad. una vivace discussione_ alla C:1mera ed ha provocato in ultimo le mie dimissioni da deputato. Essa induce a fare delle non inutili constatazioni ed a trarne degli insegnamenti. · Una prima constatazione per me· umiliante e dolorosa. In verità dopo 43 anni di vita politica, che rappresenta una linea retta, quale pochissimi tra i viventi possono vantare e che ho il diritto di rievocare in questa ora grigia per me , non mi sarei aspettato di vedermi richiamato alla correttezza ... da un Michele Torraca. Se ho commesso degli errori, se ho sulla coscienza dei peccati, di cui non mi sono accorto sinora, credo di dovermi ritenere troppo sproporzionatamente, troppo iniquamente punito pel fatto che la parola ammonitrice in Montecitorio sia partita ... da Michele Torraca. - Quali le colpe gravi mie, che suscitarono la sua indignazione e lo eressero a mio giudice severo ? Queste: ho assicurato ad un giornalista che il nuovo Prefetto di Caltanissetta, che volte mostrarsi molto cortese a mio riguardo, non avrebbe mutato la linea di condotta del suo predecessore, il compianto Comm. Bondi ; di più: ho mandato un telegramma ad alcuni deputati, che credevo miei amici, per pregarli di trovarsi a Montecitorio nel giorno della discussione della elezione di Piazza Armerina. Poche paro~e sul primo fatto. Da venticinque anni combatto nella provincia di Caltanissetta per sot• trarla a quella che localmente viene chiamata la cricca dei commendatori e che la ridussero a mal partito politicamente, moralmente ed economicamente. Tutta la stampa liberale, dalla monarchica alla sociaìista , nell' isola ha fatto plauso all' opera mia di vera r-igenerazione ; quest' opera mia dalla morte del Comm. Bondi parve messa in forse. Perciò quando potei essere sicuro che il nuovo Prefetto avrebbe continuato sulle orme del primo, richiestone d:1i corrispondenti dei giornali di Palermo, feci le incriminate dichiarazioni. · Il farle era necessario per rassicurare la cittadinanza avvezza da oltre quarant'anni a vedere i successivi Prefetti maneggiati come ciechi strumenti dalla disonesta ed infausta cricca dei commendatori; era indispensabile il farle quando gli uomini che a questa fac:evano capo si vantavano già di avere di nuovo nelle loro mani il Prefetto; era assoluta-· mente necessario il farle per assicurare i cittadini, che a centinaia erano stati processati ed ~rrestati solo perchè volevano esercitare il diritto elettorale e perchè militavano in un partito. avverso, a non temere le antiche soprafl.~izioni. La seconda_ accusa è solamente adatta a suscitare l' indignazione di ... Michele Torraca. Egli mostrò alla Camera il corpo del reato, cioè il teleo-ramma ai nne1 amici , commentandolo con queste O parole : Credete che sia firmato dal Sottosegretarioper gl' interni, on. 1.\iarsengo-'Bastia ? Oh ! no : è firmato da Napoleone Cola.janni. In questo commento c'è tutta la psicologia politico-morale di Michele Torrac.-1.Egli non si sarebbe meravigliato e indignato se il telegramma portasse la firma del sottosegretario agli interni : ne ha ricevuti tanti! Ma con logica nuova rimane sbalordito perchè un deputato si rivolga a colleghi, che, a torto o a ragione, crede suoi amici ! Dove il male ; dove la scorrettezza ? Ma chi è questo Torraca che si sc;mdalizza di siffatte enarmità e che trova ancora da indignarsi per gli episodi della lotta elettorale del 6 novembre in Piazza Arm.erina? e scorgere nei medesimi la sfacciata ingerenza del governo in favore di un candidato monarchico-radicale contro un altro candidato monarchico-omnibus? Per un momento concederò che siano veri e rettamente interpretati tali episodii e tre brevi note dell'avv. Albano li hanno·dimostrati assolutamentefalsi o f arisaicarnenteinterpretati. Ma non c'è da rimanere sbalorditi vedendo che se ne sorprende e se ne indegna Michele Torraca, che li denunzia nel CorrieredellaSera come Costumi elettorali straordinari ? Se ne sorprende e se ne indigna chi approvò e lodò le più spaventevoli infamie elettorali che sotto tutti i ministeri ridussero il Mezzogiorno e la Sicilia ad un vasto borgo putrido, in cui l'azione perver...,. titrice della corruzione fu completata da quella della violenza brutale! Torraca, come rilevai nella Tribuna, non trovò una parola per stigmatizzare i processi vergognosi contro i cittadini che voìevano godere del diritto elettorale e che avevano (:Ommesso la sola colpa di essere con tra rii ~1 candidato da lui prediletto; Torraca non ebbe uncl parola d'indignazione contro l' arresto di cento e più lavoratori, mantenuti in carcere per un anno circa, rei soltanto di essere contrari al candidato da lui difeso ; Torraca non si ribella, anii ti difende, contro quei magistrati che amministrano giustizia in guisa· da autorizzare il sospetto che essi stiano ai servizi del candidato a lui gradito; Torraca non si levò quando un Ministro ordinò il sequestro di persona degli impiegati che non volev:rno votare secondo il volere del governo; Torraca non protestò quando il Generale Mirri scrisse al caro Venturini - il Procuratore Generale di Palermo - e domandò la libertà provvisoria di un rinviato alle Assise per omicidio, furti , ecc. perchè ne aveva bisogno elettorale nel Collegio di Alcamo ; Torn-ica non s'indignò quando i prefetti della Sicilia misero in libertà i detenuti e dettero ampia libertà di azione agli ammoniti pur di favorire l' elezione dei candidati del governo; Torraca non ha fiatato sulle porcheriole recentissime . commesse nel Collegio di Acerenza nella sua Basi- /licata e molto meno ha trovato a ridire su quelle P.più grosse e più vergognose commesse a Castellammare di Stabia in favore di un Sottosegretario di Stato; e Torraca, infine, non si sarebbe sognato di fare la controrelazione per la elezione di Piazza Armerina, avvenuta sotto l' on. GioUtti, se questo
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