Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno XI - n. 13 - 15 luglio 1905

RIVISTA POPOLARE 381 frirlo al Museo di S. Martino, cosi intellettualmente e artisticamente da Lei diretto. « Gradisca intanto , illustre Professore la più pro• fonda stima ed ossorvanza dal devotissimo Giuseppe Scaletta Abbiamo pubblicato questa lettera non solo per la notizia del ritratto eh' è realmente bello, ma anche µer chè incidentalmente corregge un lieve errore in cui è caduta la illustre nost.ra arnica J essie White Mario nel sno magnifico articolo pubblicato nel nostro nn1llero unico dedicato a Mazzini. Realmente a noi consta che il Grande genovese fu ospite in casa Ioele -- 1111vecchio amico di Nicotera - nel 1870 quando passò da Napoli per imbarcarsi per Palermo. ♦ Le .incognite della Questione Marocchina.-Nat,:- ralmente il capro espiatorio della faccenda Marocdiina è stato Delcassé. Visto che non è oossibile mandare a spasso l'Eterno viaggiatore, si ·è mandato via, e anche con poca grazia, quello che aveva men di tutti colpa nella faccenda. Ora 8i dice 4: grazie al sangue freddo o all'abilità di Houvier le cose si avviarono verso un accomodamento pacifico. ~ Questo solletica 11 amor proprio <lei Francesi e non fa male a nessuno. La verità però è un po'· diversa. L'intervento, delicato si e cortese, non formi8simo dell'Inghilterra ha fatto molto più della caduta di Delcassè e della abilità <leiRouvier. L' Imperatore di Germania mira al .Mediterraneo (noi Italiani dobbiamo sempre pensare a questo bisogno della nazione Tedesca di uno sbocco sul Mediterraneo) e non si è lasciato sfuggire ·l'occasione, appena gli è parso opportuno, di giocare il suo colpo. La Russia impicciata troppo -a casa sua e fuori , il prestigio della Russia ridotto a zero , la sua flotta emigrata al Giappone o in fondo al mare; il suo esercito marcio tanto da non offrire nessuna garenzia di lotta hanno lasciato 1:mlala !!..,rancia. C'era si, e c'è, l'entente cordiale Franco-Inglese ma fino a qual punto giungeva? L'occasiono era bnona percbè iu ogni modo avrebbe dato un risultato utile a Guglielmo, il quale è ~rtamente un cattivo discotitore di filosofia biblica. , 111a è certa•,iente un astuto uomo politico. Dunque il risultato dell'occasione poteva essere o il porto snl mediterraneo, o il riconoscimento dell'esatto valore dell'entente cordiale. Ottima la prima cosa, non spregevole la seconda. Ed ba ottenuto ap• punto quest'ultimo risultato. Guglielmo non ha spinto le cose a fondo. Da fine politico quale egli è; egli sa che la flotta Tedesca, ed il s110costante aumento sono un bruscolo negli occhi ali' Inghilterra. Sa che volentieri l'Inghilterra demolirebbe, se le capi tasse il destro, quella sua flotta; sa anche che, per ora, una lotta sul mare contro l' Inghilterra riuscirebbe vantaggiosa a q11est' ultima, quindi egli ha allungato la mano; ha avuto la prova che la Francia non sarebbe assolutamente sola , malgrado lo sfacelo della Russia, e l' ha ritira. ta a tempo. In questa faccenda anche la Francia ha acquistato la c~rtezza di due fatti: 1 ° che l'Imperatore Guglielmo non è uomo da non danneggiarla tutte le volte, che lo possa fare impunemente o quasi: 2° che l'alleanza con la RuRsia non le è stata ntile àd altro che farle presti ti per 12 miliardi e mezzo, e a farle subire un solenne smacco, che sarebbe stato ancue peggiore 8e I' Inghilterra non avesse, es::ia pure nel Mediterraneo, degli interessi che le stanno a cuore. Ora, certamente, la conferenza risolverà- per ora-- le cose all'amichevole; ma la questione Marocchina . non sarà chiusa definitivamente. 'I1utt'altro. Prima di tutto i Marocchini-e inutile stare a farsi delle ili usi on i - non vogliono intervento di Europei sieno essi Francesi , o Inglesi , o Tedeschi nel loro paese; poi il bisogno dell' Iruperatore Guglielmo d'un porto nel mediterraneo rimarrà invariato. Ora q uesii due fatti portano parecchi gravi mco- ~nite con se. L'Inghilterra non vuole avere nel Mediterraneo un concorrente di più ; concorrente che le è anche cordialmente neu1ico; la Francia non è, ora, abbastanza forte da sola per bilanciare il potere della Germania. La questione Marocchina è e rimarrà aperta. E' un pericolo grave; ma non sarà eliminato dalla conferenza; la quale - dato questo stato di fatti - è destinata a far l'effetto d'un impiastro su una gamba di legno. E l'orizoute si oscura ogni giorno di più! Nor 11111111111111111111111111111111111111111111111111 t 111111111111111111111111111111111111111 Per Giuseppe Mazzini Le onoranze che l'Italia h_arese a Giuseppe Mazzini han no un significato straordinario. Non parliamo delle Feste di Genova: era facile immaginare che la città che ebbe b fortuna di dargli i natali avreb_be fatto di tutto per festeggiare degnamente il Grande, che riposa a Staglieno; e il popolo con rara spontaneità e con calore davvero insolito si riversò nelle piazze , al Politeama, al Camposanto, nelle strade, dapertutto dov.e si cercava un modo qualsiasi per manifestare i propri sentimenti di riconoscenza e di ammirazione per il concittadino, da cui potrebbe prender nome il secolo XIX, che lo vide nascere e morire. La parte diremo così, coreografica, però, sarebbe riµscita più imponente se ci fosse stata intesa tra il Comitato per le feste , il Municipio e le varie associazioni, che vollero rendere omaggio al vero Padre della patria italiana. Cosi avvenne che mentre l' immenso corteo popolare, - dov'erano un migliaio di bandiere e parecchie migliaia di rappresentanti dei sodalizi convenuti dalle · varie parti d' ltali,1 , dall' estrema Sicilia all'estremo lembo alpino del Veneto, sfilava per le strade di Genova in pellegrinaggio per Staglieno, il giorno 22, nella stessa ora il Deputato Graftagni innanzi alla Genova bancaritt, navale e borghese lo commemorava nel Teatro Carlo Felice: e l'indomani mentre l' on. Colajanni dimostrava nel Teatro nazionale, suscitando indicibile entusiasmo, che Giuseppe Mazzini non fu sinora sorpassato , in Piazza delle Fontane Morose c' era la cantata di quattrocento alunni delle scuole Comunali e la Massoneria riunivasi ad un banchetto di circa quattrocento fratelli. Ma questi disappunti si può dire, che quasi furono provvidenziali, perchè divisero la folla in vari ambi enti; i quali non avrebbero potuto contenerla se in un solo contemporaneamente avesse dovuto riversarsi e produssero animazione insolita in tutti i punti della città nella stessa ora. L' intesa del resto tra il Comitato e il Municipio non era possibile : l'uno era composto di repubblicani e di liberi pensatori; l'altro è in mano di monarchici clericali. Nè Genova sola, nè la sola Liguria festeggiarono il centesimo anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini nel giorno 22 Giugno; ma senza decreti reali e senza leggi del Parlamento in ogni angolo d'Italia, nei più grandi come nei più piccoli centri, il pensiero si volse nello stesso momento al Gigante del risorgimento nazionale. E festeggiollo il mondo ufficiale in Roma, dove la sinceritd delle manifestazioni venne sottolineata da una stolta ordinanza del Questore che proibiva

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