RIVISTA POPOLARE 393 relazioni con Michele Bakounine che egli seguì in Svizzera. Come nel 1869 si era a·scritto all' Internazionale nel 1875 prese parte attiya al lavorìo anarchico in Svizzera e nel 1879 lo troviamo collaboratore con Kropotkine, Guillaume, Dumartray, del. giornale Le Révoltè, succeduto quell'anno all' Avant Garde fondata da Paul Brousse e ridotto al silenzio dal governo federale. Nell' 82-83° fu coinvolto nel processo di Lione insieme a Kropotkine , Grave , Martin , Gauthier ; ma egli aveva potuto rifugiarsi a tempo in Svizzera e di la passò a Bruxelles dove visse, di tanto in tanto viaggiando in Inghilterra, fino al 1893 quando gli fu possibile tornare a Parigi. Nel 1894 dovette di nuovo abbandonare l3 Francia e da allora visse a Bruxelles ove fondò l'Istituto Geografico, ed impartì nella Universitè Nouvelle, diventata poi l'Uni-· versité libre, le sue magistrali lezioni di geografia. Egli fu dunque sempre su la breccia ad insegnare e a fare sperare. A combattere per il sapere e per la speranza. Fourierista e redattore de_« L'Ouvrier » nel 1848; bandito dal governo di Napoleone III; viaggiatore scenziato in Ungheria, in Germania, ·in Irlanda-, in America, in Inghilterra; soldato della Francia nella compagnia degli aereostatiesi del Nadar durante la guerra del 70-71; guardia nazionale della Comune; pubblicista rivoluzionario, filosofo anarchico egli non ha mai cessato, durante i suoi settantacinque anni di vita (nacque il 15 marzo 1830 a Sainte Foy-la-Grande nella Gironda); ·non si è mai riposato di dire agli uomini che « verrà giorno in cui tutte le servitù e tutte le oppressioni scompariranno dinanzi alla solidarietà diventata unica legge di vita e di convivenza fra gli uomini ». • Frugale, semplice, modesto, egli poteva._attribuire a se i versi della canzone libertaria francese: Simples dans nos gouts dans nos moeurs, Nous aymons les oiseaux chanteurs Les bois, les prés, les fruits, les fleurs, L' t:au vive des vieilles fontaint:s. Tanto egli amava la natura.· Noi pensiamo che nel calmo villaggio di Thouro1;1.ts,dove egli si è spento, tace oggi una voce che pronunziò parole che col procedere dei tempi saranno sempre meglio e sempre più intese. Roma, 7 luglio 1905. A. AGRESTI Nota. Niuno meglio dell'amico Agresti, anarchico anche lui e che lo aveva conosciuto di persona, poteva dire degnamente . di Eliseo Reclus; a me non resta senza bisogno di marcare i non pochi punti di dissenso scientifico e politico, che asso - darmi alle sue parole eloquenti di ammirazione e di rimpianto. Mi sia lecito, pure di ricordare in questa occasione che da Eliseo Reclqs ebbi lodi e incoraggiamenti _calorosi quando pubblicai La delinquenta della Sicilia, che ripetè dopo aver letto i due volumi della mia Sociologia Criminale e rese pubbliche nella diffusissima Revue des Revues quando comparve la prima edizione di Latini ed Anglo-sassoni. Con Eliseo Reclus scompare un colosso, in cui armonicamente accoppiavansi l'intelligenza e la moralità. NAPOLEONE CoLAJÀNNr Oitrigetre lettetre e eatrtoline ..v..aglia ~11' 0o. N. '2olajanni. = N_1\P0LI. I ~TBèèON~INI èBTTBR~RI xxv. Arte antica abruzzese - Sul limite dell'ombra - Le Consola1rici - Il miele - La casa del Signore - La loggia dei Lanzi - I legislatori - lacovella - Signorine povere - Estetica musicale - Il bastardo - Sensazioni d' Oriente - La psicologiadella caserma - Medianismo - Fiat lux - Annunzi. Non è possibile, oggi, scriver da Chieti, senza incominciare da questa interessantissima Mostrad1arte antica abruzzese, che, per iniziativa geniale, per fede illuminata e per tenace volontà sopratutto di Cesare riE LAURENTrrs, fu aperta qui sul finire d' maggio, e durerà, credo, per tutta l'estate: nelle molte salei salette, saloni e corridoi, il visitatore erudito e l'esteta trovano. infatti , ognuno diversamente , di che stupirsi e di chd compiacersi , come ben raramente altrove: è una serie cqntinua di rivelazioni inattese per gli uni•; di liete conferme per gli altri; ma, per questi e per quelli, è l' anima sognatrice e profonda di tutto un popolo , che qui emerge così dai tesori liturgici delle chiese, ori ed argenti, smalti e miniature, croci procession~li, turiboli, reliquari, ostensori, paci, pastorali, pissidi, messali, stole, pianete e piviali, come da quelli sostanzialmente amatorii dei corredi nuziali, pizzi, trine, merletti e ricami, anche parlanti con passionali iscrizioni, indumenti e gingilli muliebri; tantb dai bei tappeti di stile orientale cd arcaico, a meandri, a rabeschi, a motivi vegetali, animali ed umani ingenuamente stilizzati e squisitamente si_nfonici di policromie antichissime e modernissime insieme, quanto dalle statue di santi e di angeli, di martiri e di madonne, scolpite e dipinte con intensità di passione e freschezza di fede ; e sia dalle molte ceramiche, piatti, guantiere, vasi, mattonelle, tavolette, tutte istoriate di antiche leggende bibliche e mitologiche, in tenui tinte verdine, azzurrognole, auree, s=a dalle poc'1e ma fini e caratteristiche medaglie e monete di conio locale, sia dalle ancora più poche pitture sacre su tavola, sia dalle bellissime ferramenta, serrature, chiavi, cerniere, guarnizioni e rinforzi di stipi, di armadi, di cofani e casse~panche, fiorite: di tra le mani de' fabbri antichi come gioielli da quelle sapienti dell'orafo, sia dai miracoli architettonici della regione, rievocati da grandi fotografie, dove tutti gli' stili s'incontrano e s' armon:zzano, il bizantino e il normanno, il romanico e l'ogivale, il moresco ed il classico. Nomi di luoghi ? Nomi di persone? Inutile farne, in questo cenno fuggevole: anzi, credo io, quasi doveroso non far-11e:perchè la patria di queste meraviglie non è Chieti pmttosto che Teramo, nè Sulmona piuttosto che Aquila, nè Guardiagrele me-- glio di Pescocostanzo, ma è tutto l'Abruzzo nella sua varia, fantastica, pittoresca, eminentemente poetica unità; e perchè l'autore dei ceselli, dei merletti, delle majoliche, delle miniature, dei paramenti, dei pulpiti, dei ~ortali, non è soltanto Maestro Nicola od i Grue, nè Pietro d'Ortona o l'uno o l'altro architetto, ma tutto il popolo, il popolo mistico e buono, laborioso e fiero, il popolo di pescatori e di mandri~ni, di montanari e di marinai, onde si an·m.a, palpita, vive, lavora e fantastica questo paese meraviglioso. E ritorniamo tra i libri, cominciando, perchè il passaggio sia graduale, dai poeti. Sotto una bizzarra e gentile copertina di Antonio Rubino, ecco Sul limite dell' Ombra, di Francesco PAsToNcHI: elegante edizione torinese dello Streglio, di nuovi versi finemente cesellati, come tuttti quelli del giovane rapsodo subalpino; ma meno sentiti e vissuti, forse, dei .cento magnifici sonetti l< Belfonte », dei quali ho qui altra volta parlato con entusiasmo: meno, nel loro in&ieme; ma ecco un esempio, che con molti altri dimostra anche in questo volume la inspirazione frequentemente alta e po-
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