392 RIVIS]"A POPOLARE su i giornali, mi sono accorto che accade proprio questo fatto) noi ci immaginiamo che Reclus ha fatto nella sua Geografia una descrizione assai bene particolareggiata di paesi e di popoli, di caratteri orografici e idrografici , di condizioni climateriche ed etnografiche di varie regioni, e che per questo, avendo fatto ciò meglio di quelli · che lo precedettero, egli è stato un grande, il più grande geografo moderno ·i Certamente questo egli ha fatto; ma non questo soltanto. Anzi questo lavoro non era per lui che la parte materiale, la materia grezza per la quale si è servito anche di molti collaboratori. L'opera sua, la sua parte, quella parte che non affidava a nessuno perchè nessuno avrebbe potuto farla fu lo studio dei movimenti umani messi in rapporto alle condizioni telluriche ove i vari fatti storici si svolsero. Questo è stato il suo grande e profondo lavoro di filosofo e di scenziato: determinare quanto delle influenze della Terra ci sia nei movimenti e nei rivolgimenti umani; guanto dia e tolga ai fatti degli uomini il carattere, la configurazi'One, la natura- del loro suolo, della Terra che abitano.· Egli si staccò dai metodi della Geografia classica; o, per essere più esatto, a quei metodi egli portò un elemento nuovo; e mostrò che la Terra e l'Uomo sono strettamente legati non solo perchè l' uno la lavora e la trasforma da vivo; e l'altra da vivo lo sopporta e morto lo alberga e se lo assimila; ma perchè le leggi che governano i moti dell'una, determinano gli atti ed i fatti dell'altro; perchè Terra ed Umanità sono un tutto armonico, nella grande unità e nella profonda armonia dell'Universo. E questa teoria, le prove della quale so110confermate in ogni capitolo, quasi in ogni pagina della sua « Geografia Universale )), egli condensò-a renderle più chiare -- in un ultimo libro l' << Uomo e la Terra )), libro la cui influenza sarà certamente grandissima; e -varrà a far riconoscere molte verità che oggi intravediamo appena; e prima di tutto quella grande e invincibile legge della solidarietà, fattore primo della evoluzione sociale-che che affermino i Darwinisti bestiali, che hanno fatto dire a Darwin il rovescio di quello che egli intendeva - che lega l'uomo all'uomo, gli uomini tutti alla terra, e la· terra e gli uomini all'Universo come organi diversi, ma non avversi, di un unico immenso corpo. E di questo suo concetto egli derivò le sue teorie anarchiche; a questo suo concetto di solidarietà e di rispetto alla legge naturale-eminentemente morale - egli informò gli atti tutti della sua vita. Il fatto , che non deve essere negletto parlando di Eliseo Reclus, è che egli mise costantemente in armonia i fatti della sua vita, con le sue idee. Egli considerava che l'anarchico deve fare una propaganda di fatto. Ma questa propaganda che altri intesero come una insurrezione individuale violenta contro ti:iluni uomini o alcune classi sociali ; questa propaganda che fu intesa come la pratica della violenza personale, egli intendeva invece, e praticava, come un grande rispetto alla vita e alla libertà di tutti; egli intendeva come un dovere dell'anarchico il predicare e praticare la bontà, la equità, la giustizia per tutti e verso tutti; lo intendeva come un diritto ed un dovere ài rispetto alla libertà propria ed alla libertà altrui. Egli non credeva che l'umanità fosse, oggi , matura per la società anarchica; per una forma di vita consorziale retta da liberi paai - volontariamente stabiliti e rispettati --· e non da leggi coercitive; e lo diceva ; ma diceva anche che là dove un uomo sente di potere assumere, senza bisogno di sanzioni, la responsabilità dei proprii atti, allora egli deve. spargere intorno a se le idee di libertà, e praticare, lui primo verso tutti, il rispetto della libertà. Coerente a questo princ1p10, fra i compagni, fra gli amici, nella famiglia egli non esercitò mai l'autorità; non si valse mai del. suo sapere, o del potere che la società gli concedeva per imporsi e per imporre. Semplice e modesto - forse anche troppo - volle essere libero e lasciò lib2ri gli altri. Chi non ricorda le vivaci polemiche sollevate nella stampa quando egli unì senza alcun vincolo legale o chiesastico le due sue figlie ai compagni che esse si erano scelti ? Chi non ricorda l'affetto grandissimo, e l'aiuto che egli porse in terribili momenti a Paolo, suo nipote, che. professava in fatto di propaganda anarchica, idee diametralmente opposte dalle sue? Io mi ricordo che , rifugiato allora neì Belgio, andai , una volta insieme ad Enrico Villevalle, da lui a dimandargli l'aiuto per un nostro giornale,. « La Misere >) che si pubblicava allora a Bruxelles. La violenza del nostro giornale non piaceva molto a Redus, e ricordo ancora-pensandoci - il sottile sorriso che gli sfiorava le labbra mentre Villevalle ed io ci ostinavamo a sostenere che quella era la via della buona propaganda. Reclus non ci negò nè l'aiuto, nè il concorso. Ci disse: Credete di far bene? Soit faites donc. Questo largo sentimento della libertà, che non gli impediva di aiutare anche chi non pensava precisamente come lui; faceva· di lui un uomo a parte in me7zo al movimento politico. Quanti socialisti, quanti repubblicani non trovarono presso questo anarchico l'amicizia sincera, il largo soccorso che non trovarono facilmente fra i loro? Egli era certamente uomo nato per tempi di vita diversi dai nostri; meno ipocriti e più forti. Egli era d'altri tempi; egli che nel 1893, -protestando contro l'attentato di Emile H~nry, affermava il medesimo principio di giustizia e di bonta che aveva affermato, i9.vitando alla concordia per la li berta, sul Cri du Peuple del 2 5 marzo 1871, · scrivendo il fiero manifesto contro il governo dell'ignobile Thiers. Era d'altri tempi guest' uomo che, vecchio ed ormai illustre, rifiutava gli onori td i titoli , come giovine e povero aveva rifiutato una somma di denaro offertagli dall'Ambasciatore degli Stati Uniti, quale premio dei suoi articoli nella Revue des deux Mondes su la Guerra di Secessione. Era uomo nato per tempi migliori questo illustre, che arrestato dai Versagliesi nella pianura di Chàtillon il 5 aprile 1871 , durante i sette mesi che passò su i pontoni di Brest aspettando il processo, si diede a fare corsi di matematica, di geografia e di storia ai suoi co-detenuti , senza preoccuparsi della condanna di morte che gli pendeva sul capo. Il 15 novembre 1871 fu tradotto dinanzi al settimo consiglio di gu,erra a St. Germain e difatti tu condannato a morte. Sdegnò difendersi , sdegn_ò p~rl::i.rc. • Ma per lui parlarono quanti amavano la scienza e l' umanit,\, e, consiJliata da Lord Amberly, la Regina V i ttori a telegrafò chiedendo per lo scienziato la grazia della vita. La pena fu commutata nella deportazione perpetua. Ma anche questa era troppo e Carlo Darwin, ancora Lord Amberly, Williamson e guanti erano scenziati d·e1 tempo scrissero a Thiers protestando che Eliseo Reclus « non apparteneva scìtanto alla Francia ed al Consiglio di guerra, ma alla scienza ed al mondo ». E l' infausto omuncolo ccmmutò nel bando la pena dello scienziato. Rcclus abbandonò il 4 gennaio 1872 i pontoni di Brest ove aspettava d'esser tradotto a Noumea e venne in Italia. Qui nel 1874 perdette la moglie, e rannodò le
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